Il fidanzato Zen
Un’aspirante dea che cerchi l’amore tra un mare di ragazzi che si trastullano con giocattoli spirituali, non ha di fronte a sé un compito facile. La maggior parte delle donne scopre che a un certo punto del cammino i ragazzi normali, palestrati, sicuri di sé, “non-essere-troppo-profonda-con-me”, non vanno più bene. Ma anche la versione spirituale di tali ragazzi è ugualmente problematica, per non parlare degli orribili rammolliti New Age.
Se a tutto questo aggiungiamo il fatto che probabilmente ciò che ti ha condotto sul cammino è stata la tua angoscia psicologica di tipo nevrotico, e che l’abbandono emotivo subito nell’infanzia ti fa provare attrazione verso ciò che per te è irraggiungibile, è verosimile che ti ritroverai dentro un paio di manette New Age di argento puro. Read more
Autorità e sfruttamento, terapisti e maestri
Autorità e sfruttamento: tre voci
Il maestro zen Robert Aitken Roshi e il monaco benedettino fratello David Steindl-rast sono figure di primo piano nel dialogo tra buddismo e cristianesimo.
Robert Aitken è il direttore della Diamond Sangha, una comunità zen con base nelle isole Hawaii e centri affiliati in altri Paesi. Avendo conosciuto lo zen in un campo di prigionia giapponese nel 1945, egli viene considerato oggi, all’età di 73 anni, il decano dei praticanti zen americani. Tra i suoi libri, ricordiamo Taking the Path of Zen e The Mind of Clover.
Fratello David Steindl-rast si è laureato in Psicologia sperimentale all’Università di Vienna. Studioso dello zen da molti anni e conferenziere noto in tutto il mondo, trascorre la maggior parte del tempo all’Immaculate Heart Hermitage (L’Eremo del Cuore Immacolato) di Big Sur, in California. Read more
Compassione in azione: Roshie Bernie Glassman e Ma Jaya Sati Bhagavati
Che forma ha la compassione in azione? Qual è la reazione di un illuminato a una crisi e una sofferenza terribili? Due risposte a questa domanda sono Roshie Bernie Glassman e Ma Jaya Sati Bhagavati. Strano a dirsi, entrambi sono nati in una famiglia ebrea, nella stessa parte di Brooklyn e a distanza di meno di un anno. Ora, più di sessanta anni dopo, lui – maestro buddista zen – e lei – incarnazione di Kali, manifestazione della Divina Madre dell’induismo – sono diventati due straordinari esempi di risposta con tutto il proprio essere all’ingiustizia, la sfortuna e il dolore che esistono al mondo, e che la maggior parte di noi non ha nemmeno il coraggio di cominciare ad affrontare.
Roshi Glassman è diventato un avido studente zen mentre lavorava come ingegnere aerospaziale alla McDonnel-Douglas, a metà degli anni sessanta. Read more
Un’esperienza personale di risveglio spirituale
Comunemente, si ritiene che lo zen sia un sistema spirituale il cui obiettivo ideale sia portare i seguaci a uno stato di illuminazione. Ma se questo ideale è davvero ciò che sta alla base dello zen, la maggior parte delle persone non avrebbe interesse per esso. La realtà è che moltissimi praticanti zen probabilmente non raggiungeranno mai questo nobile ideale; nemmeno coloro, tra noi, che vi hanno dedicato gran parte della propria vita.
Ciò, tuttavia, non invalida lo Zen, in quanto il suo obiettivo ideale è largamente superato da un altro più pratico: offrire alle persone una comprensione più profonda della propria unità con se stesse, gli altri e il mondo, e soprattutto renderle in grado di affrontare creativamente, e forse persino di apprezzare, le vicissitudini della vita. Read more
Illuminazione istantanea o graduale?
L’illuminazione è un’esperienza singolarmente intensa, che rivela a una persona il suo posto nello schema delle cose. Essa è, molto spesso, un’esperienza definitiva grazie alla quale chi esperimenta non dubiterà mai più della propria relazione con se stesso, gli altri, il mondo e qualunque cosa si ritenga esistere al di là di quest’ultimo. L’illuminazione non è settaria: è rinvenibile nel buddismo, nel cristianesimo, nell’induismo, nell’Islam e in molte altre tradizioni religiose.
Il tema di oggi è intitolato: “Cosa è meglio: l’illuminazione graduale o quella istantanea?”. Per cominciare, voglio affermare che nessuna è meglio dell’altra, perché entrambe si basano su concezioni metafisiche del mondo e della natura umana molto diverse. Quindi, è impossibile classificarle come “superiore” o “inferiore”. Inoltre, devo specificare che, sebbene l’illuminazione istantanea è associata alle scuole Soto (in cinese: Tso-Tsung), Rinzai (Lin-Chi) e Zen (Ch’an), questo articolo tratta solo del significato attribuitole dalla scuola Rinzai, che non coincide esattamente con quello della Soto. Read more
La semantica del Samadhi
Un neurologo e praticante zen registra le fasi, e i significati, del samadhi. Nelle profondità dell’assorbimento interiore, non solo gli stimoli sensori vengono meno, ma nessun pensiero provoca alcuno dei suoi consueti riflessi mentali.
“La scienza senza la religione è zoppa, la religione senza la scienza è cieca.” Albert Einstein (1879-1955).
“Con tutta la tua scienza puoi dirmi in che modo, e da dove, la luce è entrata nell’anima?” Henry David Thoreau (1817-1862).
“Arriva il momento in cui non appare alcun riflesso. Si arriva a non scorgere, non sentire, non udire, non vedere nulla… Ma non si tratta di un vuoto «vacuo». Piuttosto, è la condizione più pura della nostra esistenza.” Katsuki Sekida.
Un argomento insidioso, il samadhi. Una parola così multiforme da porre grandi problemi semantici. Read more
Zen e Sessualità
Sin dall’inizio, il buddismo ha sottolineato, nei suoi insegnamenti sul desiderio, che se desideriamo e non otteniamo l’oggetto del nostro desiderio, sperimentiamo l’infelicità. Se desideriamo e otteniamo ciò che vogliamo, all’inizio sperimentiamo la gioia, ma poi diventiamo ansiosi quando ci aggrappiamo all’oggetto del desiderio. E quando lo perdiamo (come è inevitabile, data l’impermanenza), sperimentiamo un’infelicità ancora maggiore.
Qual è il rapporto tra la sessualità di una persona e la sua pratica? Lo zen insegna che ogni cosa è parte di un essere universale, interconnesso e interdipendente. Questo essere è perfetto e completo in quanto tale. Inoltre, secondo lo zen tutti condividiamo questa perfezione, qui e ora. Se accetto ciò, devo ritenere che il mio valore è completo e incondizionato. “Incondizionato” vuol dire senza alcun “se” (condizione). Read more
La psichedelia e il percorso interiore
Il ruolo della psichedelia nel percorso di conoscenza interiore, in particolare nel buddismo, è l’oggetto di questa discussione a quattro voci tra i maestri zen Aitken Roshi e Richard Baker Roshi, l’insegnante buddista Joan Halifax e Ram Dass, guidata da Allan Hunt Badiner.
Robert Aitken Roshi è uno dei più anziani e rispettati maestri zen dell’America. Vive alle Hawaii. Richard Baker Roshi dirige una fiorente comunità zen nel Colorado, con diramazioni non ufficiali in tutta Europa.
Ram Dass, noto per aver scritto Be Here Now (“Sii qui e ora”) all’inizio degli anni ’70, ha scritto un nuovo libro sugli effetti della pratica sull’invecchiamento, Still Here: Embracing Aging, Changing, and Dying, (“Ancora qui: abbracciare l’invecchiamento, il cambiamento e la morte”) ed è un serio studioso sia del buddismo sia delle sostanze psichedeliche. Read more
Contro l’aborto, per la libertà di scelta
Prendere entrambe le posizioni riguardo all’aborto. Per gli uomini e le donne impegnati nella difesa dei diritti degli adulti, qualsiasi discussione che metta in dubbio il diritto all’aborto è un’eresia.
Ma il tema dell’aborto resta caratterizzato da ambivalenza, confusione e conflitto, raramente espressa, perché pone questioni che non trovano risposta nei dogmi o nelle parole di medici, preti, senatori e filosofi morali.
Tutto ciò che è importante per la vita lo è anche per l’aborto. “La grande questione della vita e della morte”, come la chiamano i testi zen, caratterizza tutti i conflitti tra uomini e donne, ricchi e poveri, diritti dei nascituri e diritti delle madri, o diritti dello Stato e diritti delle regioni. Ma il dibattito sull’aborto è diventato così acceso e politicizzato che entrambe le parti vedono come un tradimento il fatto stesso di porsi domande. Read more
Una mente come l’acqua, le arti marziali
La meditazione, l’illuminazione e le arti marziali sono sempre stati una cosa unica per l’incredibile maestro di arti marziali Vernon Kitabu Turner. In questa intervista con Simeon Alev parla della padronanza di sé e della radicale trasformazione della sua mente. E degli eventi della sua vita che lo hanno trasformato da bambino debole a maestro indiscusso.
Turner meditava, secondo la sua stima, da quando aveva tre anni e si era sempre sentito isolato dagli altri e insicuro del posto che aveva nel mondo a causa della sua natura profondamente spirituale e orientata all’introspezione. Alla presenza di Nomura Roshi, che era appena giunto dal Giappone il giorno prima, Turner ricevette una conferma istantanea della sua esperienza e prontamente lo accettò come suo insegnante. Read more
Risveglio al Prozac
“Nonostante dieci anni di pratica spirituale e cinque di psicoterapia, Leslie era ancora infelice. Incapace di controllare la frustrazione quando avvertiva un rifiuto, si chiudeva in sé piena di rabbia, mangiava fino a sentirsi male e si metteva a letto. Quando il suo terapista le consigliò di prendere l’antidepressivo Prozac, si sentì offesa, pensando che una simile azione sarebbe andata contro i suoi precetti buddisti.”
Mark Epstein è praticante buddista, psichiatra e autore di diversi libri sul buddismo e la psicologia. In questo articolo costruisce un ponte tra i mondi generalmente distanti della meditazione e della pratica psichiatrica.
Una spiritualità che trasforma, parte 2
Secondo Ken Wilber La religione ha sempre svolto due funzioni importantissime e molto diverse. Una è di dare un senso al sé individuale. Al sé viene semplicemente offerto un nuovo modo di pensare o percepire la realtà. Tuttavia, a un certo punto del nostro processo di maturazione, questa traslazione, per quanto adeguata e salda, cessa di consolare. Nessun nuovo credo, mito, idea o paradigma tamponerà l’affiorare dell’ansia. L’unico sentiero utile non è un nuovo credo per il sé, ma la trascendenza di quest’ultimo.
Una spiritualità che trasforma, parte 1
Secondo Ken Wilber La religione ha sempre svolto due funzioni importantissime e molto diverse. Una è di dare un senso al sé individuale. Al sé viene semplicemente offerto un nuovo modo di pensare o percepire la realtà. Tuttavia, a un certo punto del nostro processo di maturazione, questa traslazione, per quanto adeguata e salda, cessa di consolare. Nessun nuovo credo, mito, idea o paradigma tamponerà l’affiorare dell’ansia. L’unico sentiero utile non è un nuovo credo per il sé, ma la trascendenza di quest’ultimo.