Dharma e psicoterapia
Mentre gli insegnamenti buddisti sulla sofferenza e la natura del sé si diffondono sempre più in occidente, gli psicoterapeuti hanno cominciato a scoprire le possibilità spirituali insite nel loro lavoro.
Alla prima conferenza di New York sul buddismo e la psicoterapia, alla fine degli anni ’80, il dialogo tra le due discipline si dimostrò più difficile del previsto. Erano presenti molti terapisti e dovevano parlare diversi insegnanti buddisti, ma parecchi di questi ultimi non erano particolarmente interessati al punto di vista psicodinamico, né avevano di esso una conoscenza approfondita.
I buddisti volevano parlare del buddismo, i terapisti intendevano discutere delle emozioni: non era molto chiaro quale terreno in comune avrebbe potuto esserci tra le due discipline.
Dopo il discorso di apertura, il disagio crebbe sempre più finché, dopo un giorno e mezzo, una donna esasperata si alzò dalla sedia e rivolse una frase al lama tibetano che aveva appena terminato il suo intervento. Read more
Freud e il Dr. Buddha
Uno dei maggiori problemi dei meditatori occidentali è il fatto che la loro preparazione concettuale alla pratica della meditazione è generalmente insufficiente. Con la testa piena di idee freudiane e alle prese con problemi psicologici spesso non completamente risolti o addirittura ignorati, gli occidentali impegnati nella meditazione sono frequentemente sviati dalla propria confusione e dai propri desideri e conflitti.
Come ha detto il compianto insegnante tibetano Kalu Rimpoche: “Si dice che chi cerchi di meditare senza la comprensione concettuale di cosa stia facendo è simile a un cieco che stia cercando la strada in aperta campagna; una persona del genere può solo gironzolare senza sapere come scegliere una direzione anziché un’altra”.
Oggi esistono molti fraintendimenti comuni sul fondamentale concetto buddista di anatta, o non-io. Read more
Trasformazione emozionale e trascendenza
Nella cultura psicologica si parla di espressione delle emozioni oppure della loro manifestazione, comunque la direzione è verso il disfarsene. L’idea del conoscere semplicemente l’emozione avviene piuttosto raramente. Senza agire le emozioni, ma neanche reprimendole, abbiamo l’occasione di conoscere le identificazioni che ne sono alla base.
Ricordo che non molti anni fa stavo seduto nell’ufficio del mio terapista e gli raccontavo la discussione avuta con una persona a me cara. Oggi i particolari mi sfuggono, ma avevo fatto qualcosa che aveva addolorato la mia amica, la quale si era arrabbiata in un modo che mi sembrava sproporzionato e ingiustificato. Ricordo che mentre raccontavo i fatti, mi sentivo frustrato e turbato.
“Tutto quello che posso fare è amarla di più in quei momenti”, insistevo con una certa mestezza, facendo ricorso agli anni di pratica meditativa e alla sincerità dei miei sentimenti più profondi. Read more
Risveglio al Prozac
“Nonostante dieci anni di pratica spirituale e cinque di psicoterapia, Leslie era ancora infelice. Incapace di controllare la frustrazione quando avvertiva un rifiuto, si chiudeva in sé piena di rabbia, mangiava fino a sentirsi male e si metteva a letto. Quando il suo terapista le consigliò di prendere l’antidepressivo Prozac, si sentì offesa, pensando che una simile azione sarebbe andata contro i suoi precetti buddisti.”
Mark Epstein è praticante buddista, psichiatra e autore di diversi libri sul buddismo e la psicologia. In questo articolo costruisce un ponte tra i mondi generalmente distanti della meditazione e della pratica psichiatrica.