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buddismo

8
Jul
2011
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Il samsara è irreale

In occasione dei 30 anni di Merigar, Il primo nucleo della Comunità internazionale Dzogchen, fondato nel 1981 dal professore tibetano Namkhai Norbu,presentiamo questo insegnamento di Norbu.

Da un Insegnamento del Maestro Namkhai Norbu, dato il 10 novembre 2004 al centro dzogchen Tashigar del Norte (http://www.tashigarnorte.org/), Isola Margarita, Venezuela

Una delle pratiche più importanti è essere consapevoli, essere presenti e quindi integrare corpo, voce e mente nello stato naturale. Inoltre quando siete presenti si manifestano i segni in maniera concreta: non sentite che la vita è pesante. Vedete, alcuni sentono di avere sempre molti problemi e tensioni. Altri mantengono tensioni accumulate da molti anni. Poi vi aggiungono più tensioni e covano dentro una specie di rabbia. Ciò è molto negativo.

Dovete liberarvene. Read more

23
Mar
2010
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Il cervello del Buddha. Dharma e neuroscienze

buddha3.jpgChiunque studi la mente ben presto si imbatte in una fondamentale tensione fra le descrizioni dell’attività cognitiva in prima persona e quelle in terza persona. Da un lato abbiamo un chilo e mezzo di materia grigia che si è sviluppata in cima a una colonna vertebrale post-scimmiesca – una massa di carne di cui si possono tracciare mappe, in cui si possono inserire elettrodi e il cui funzionamento si può modificare chimicamente.

Dall’altro abbiamo il nostro flusso di impressioni, pensieri, sensazioni e ricordi, un flusso di coscienza che può comprendere anche pensieri come “il flusso di coscienza è un’illusione”. Come possiamo integrare questi due mondi? Ha senso tentare di farlo?

Famosi studiosi del cervello come Daniel Dennett e Paul e Patricia Churchland sono riluttanti ad attribuire all’interno della coscienza o dell’esperienza un sostanziale peso esplicativo e ritengono che descrizioni oggettive della coscienza siano di gran lunga più utili per capire come la mente effettivamente funziona. Read more

12
Mar
2010
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Il sesso secondo il buddismo: niente di speciale

coppia tantra statua.jpgHo visto un film di Neil Simon in cui un simpatico vecchietto insegnava al nipote quella che chiamava la “filosofia della battuta di baseball”.

L’espressione scherzosa aveva un fondo di serietà, in quanto naturalmente c’è qualcosa di molto profondo nel riuscire a colpire una palla velocissima. Profondo nel modo in cui può esserlo qualsiasi cosa cui diamo un’attenzione sufficiente.

Per il sesso vale la stessa cosa, almeno per quanto riguarda il pensiero buddista. Fare l’amore non è un argomento importante nei testi buddisti; di fatto, al riguardo non viene detto quasi nulla. Questo è sorprendente, se pensiamo allo spazio riservato all’argomento dalle religioni occidentali. L’ebraismo contiene numerose proibizioni su chi può fare l’amore, con chi, come e quando.

Il cristianesimo aggiunge a tutto ciò le nozioni sui rapporti tra il sesso, l’amore e il matrimonio. Read more

3
Sep
2009
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Misticismo sessuale o erotico

tantra3.jpgL’erotismo è ciò che una persona trova sessualmente interessante, al punto di venirne più o meno eccitata. È qualcosa con cui può avvenire una forte identificazione e attraverso il quale il desiderio sessuale può venire canalizzato, sia direttamente (in modo orgasmico) che indirettamente (in modo non orgasmico).

Le religioni più associate al misticismo sessuale sono l’induismo e il buddismo (entrambi di origini indiane), nelle loro forme tantriche. Nella cultura dell’Asia orientale, dove si sviluppò lo zen, il misticismo erotico era poco sviluppato. I motivi principali di ciò sono due. Innanzitutto, nell’etica confuciana che domina tutta la cultura est-asiatica, la relazione fondamentale non è quella tra marito e moglie, come in occidente o in India.

Essa è soprattutto quella tra genitore e figlio, poi tra insegnante e alunno, quindi tra fratelli e solo alla fine tra coniugi. Read more

4
Aug
2009
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Il punto di vista degli Abhidharma sulle patologie emozionali e relative cure

Spesso si dà per scontato che uno dei punti forti del buddismo sia l’abilità di offrire molte idee e tecniche che riguardano il campo emozionale. Dopotutto, il buddhismo mira allo sviluppo di stati mentali sani, come l’equanimità e la compassione, e alla liberazione della mente dagli stati mentali negativi, come l’aggrapparsi dualisticamente alle cose e la rabbia, dunque sembra ragionevole presumere che tale tradizione abbia sviluppato una ricca gamma di metodi rivolti al campo affettivo. Questa ipotesi si riflette in una quantità di opere contemporanee che esaminano i punti di contatto fra il buddhismo e la psicologia occidentale; ma cosa ci permette di darlo per scontato?

Risponderò offrendo una breve panoramica di alcune concezioni buddhiste nel campo affettivo e una disamina critica di questi punti di vista, senza dare affatto per scontato che sia facile tradurre i termini buddhisti nel nostro abituale lessico che riguarda la mente. Read more

22
Jul
2009
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La spada sopra il cuore: un ninja americano

Stephen K. Hayes.jpgChe buddista è mai quello che getta le persone per terra e porta con sé un grosso bastone? Il ninja Stephen Hayes sfida i nostri pregiudizi su ciò che dovrebbe essere il buddismo.

Attila S., capitano delle guardie nell’istituto di correzione di Rikers Island a New York City, entrò nella mensa della prigione. Quattrocento carcerati erano seduti tranquillamente, come un serpente arrotolato prima di colpire. Il clamore e il parlottio tipici dell’ora dei pasti erano completamente assenti. Un sapore pungente riempì la bocca di Attila: la paura. I suoi sensi entrarono in stato di massima allerta.

“Usciamo”, comandò alle sue guardie; “questo posto sta per scoppiare”. A Rikers Island gli ordini del comandante non si discutono; quando la porta sbatté dietro di loro, il suo suono normale sembrò echeggiare cento volte. Read more

25
Jun
2009
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Ricerche in collaborazione fra buddisti e scienziati

meditatore eeg.jpgUn progetto di ricerca per acquisire nuove conoscenze sull’impatto che la meditazione può avere sulle funzioni affettive e cognitive fondamentali e sui meccanismi cerebrali sottostanti a tali processi. Alcuni degli attributi mentali positivi intenzionalmente coltivati nelle pratiche contemplative buddiste, per esempio la compassione, non sono mai stati inclusi nello studio neuroscientifico occidentale delle emozioni.

Addestrare e studiare la mente: verso un’integrazione delle pratiche contemplative buddiste e delle neuroscienze
Scopi generali del progetto di ricerca

Lo scopo generale di questo progetto di ricerca è acquisire nuove conoscenze sull’impatto che la meditazione può avere sulle funzioni affettive e cognitive fondamentali e sui meccanismi cerebrali sottostanti a tali processi. La ricerca mira inoltre a favorire un approfondimento della conoscenza della natura dell’esperienza cosciente. Alcuni degli attributi mentali positivi intenzionalmente coltivati nelle pratiche contemplative buddiste, per esempio la compassione, non sono mai stati inclusi nello studio neuroscientifico occidentale delle emozioni (vedi Davidson, 2002). Read more

15
May
2009
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La sfida del vuoto per la liberazione spirituale delle donne

vimala thakar4.jpgUn colloquio tra Vimala Thakar e Shanti Adams sull’esistenza o meno di un percorso spirituale separato per le donne, sulle difficoltà e le sfide proprie al genere femminile. Una franca analisi dei condizionamenti legati all’altruismo, alla competizione, all’emotività e agli attaccamenti.

“Ananda, se le donne non avessero ottenuto il permesso di passare dalla vita domestica a quella senza dimora della legge e della disciplina enunciate dal Perfetto, la vita santa sarebbe durata a lungo, avrebbe resistito un migliaio di anni. Ma ora, poiché le donne hanno avuto il permesso, essa durerà solo cinquecento anni.
Come quando la sventura chiamata muffa grigia cade su un campo di riso in maturazione, quel campo di riso non dura a lungo, così, in quella legge e in quella disciplina in cui le donne ottengono il permesso, la vita santa non dura a lungo.”

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23
Apr
2009
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Autorità  e sfruttamento, terapisti e maestri

psicoterapia fumetto.gifAutorità e sfruttamento: tre voci

Il maestro zen Robert Aitken Roshi e il monaco benedettino fratello David Steindl-rast sono figure di primo piano nel dialogo tra buddismo e cristianesimo.

Robert Aitken è il direttore della Diamond Sangha, una comunità zen con base nelle isole Hawaii e centri affiliati in altri Paesi. Avendo conosciuto lo zen in un campo di prigionia giapponese nel 1945, egli viene considerato oggi, all’età di 73 anni, il decano dei praticanti zen americani. Tra i suoi libri, ricordiamo Taking the Path of Zen e The Mind of Clover.

Fratello David Steindl-rast si è laureato in Psicologia sperimentale all’Università di Vienna. Studioso dello zen da molti anni e conferenziere noto in tutto il mondo, trascorre la maggior parte del tempo all’Immaculate Heart Autorita e sfruttamento Robert Aitken.jpgHermitage (L’Eremo del Cuore Immacolato) di Big Sur, in California. Read more

7
Apr
2009
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Compassione in azione: Roshie Bernie Glassman e Ma Jaya Sati Bhagavati

donna bimbo terra.jpgChe forma ha la compassione in azione? Qual è la reazione di un illuminato a una crisi e una sofferenza terribili? Due risposte a questa domanda sono Roshie Bernie Glassman e Ma Jaya Sati Bhagavati. Strano a dirsi, entrambi sono nati in una famiglia ebrea, nella stessa parte di Brooklyn e a distanza di meno di un anno. Ora, più di sessanta anni dopo, lui – maestro buddista zen – e lei – incarnazione di Kali, manifestazione della Divina Madre dell’induismo – sono diventati due straordinari esempi di risposta con tutto il proprio essere all’ingiustizia, la sfortuna e il dolore che esistono al mondo, e che la maggior parte di noi non ha nemmeno il coraggio di cominciare ad affrontare.

Compassione in azione Roshi Glassman.jpgRoshi Glassman è diventato un avido studente zen mentre lavorava come ingegnere aerospaziale alla McDonnel-Douglas, a metà degli anni sessanta. Read more

1
Apr
2009
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La tua mente è la tua religione

Lama Yeshe ride e si tocca la testa.jpgNon pensate che analizzare e conoscere la natura della mente sia solo una mania orientale, un trip esotico. Sarebbe un giudizio errato: non si tratta dell’oriente, si tratta di voi stessi, della vostra esistenza. Come potete separare il vostro corpo, o l’immagine che avete di voi stessi, dalla vostra mente? E’ impossibile. Pensate di essere persone indipendenti, libere di viaggiare per il mondo, godendovi ogni cosa. Malgrado ciò che possiate pensare, non siete liberi. Non intendo dire che siete sotto il controllo di qualcun altro. E’ la vostra mente incontrollata, il vostro attaccamento, che vi opprimono.

Quando parlo della mente, non mi riferisco solo alla mia mente, alla mia attitudine. Sto parlando della mente di tutti gli esseri viventi dell’universo.

Il nostro modo di vivere, il nostro modo di pensare è dedicato in primis alla ricerca del piacere materiale. Read more

17
Feb
2009
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Il buddismo tibetano in occidente funziona?

tibetan_bell.jpgIn Asia, come prima cosa, i monaci anziani interrogano colui che ha espresso il desiderio di prendere gli ordini, esaudendo la richiesta solo se pensano che la persona sia sufficientemente preparata ed esiste un luogo in cui possa ricevere un’adeguata formazione monastica. In occidente viviamo in una società profondamente non-monastica e non-contemplativa. Cominciare profonde pratiche contemplative e adottare lo stile di vita monastico senza un contesto adeguato provoca molti problemi.

B. Alan Wallace ha studiato per dieci anni in monasteri buddisti in India e Svizzera. Insegna teoria e pratica buddista in Europa e in America dal 1976, e ha fatto da interprete a numerosi insegnanti tibetani, tra cui Sua Santità il Dalai Lama. Autore del libro Buddhism with an Attitude (Snow Lion Publication), Wallace ha collaborato a più di trenta libri sul buddismo, la medicina, il linguaggio e la cultura tibetani. Read more