Crocevia della Compassione: i Percorsi Intrecciati del Cristianesimo e del Buddhismo a Chiang Mai
Mentre guidavo il mio scooter verso il centro della Wildflower Home Foundation di Sister Anurak, portando doni per gli orfani e le madri bisognose sotto la sua cura, rimasi colpito dalla sua profonda dedizione alla comunità di Chiang Mai.
Lungo la strada, un cartello per il “Centro di Ricerca e Formazione per le Comunità Religiose-Culturali” ha suscitato la mia curiosità, suggerendo un’altra sfaccettatura del vibrante arazzo culturale/spirituale della regione.
Guidato dalla curiosità, sono entrato e ho incontrato una cappella che ospitava una straordinaria statua di Cristo in una posa di meditazione del loto, una rappresentazione insolita nel cristianesimo tradizionale.
All’arrivo alla Wildflower Home Foundation, ho chiesto a Sister Anurak informazioni sull’intrigante struttura, che mi ha spiegato essere gestita da Padre Niphot, un saggio anziano sacerdote. Read more
Crossroads of Compassion: The Intertwined Paths of Christianity and Buddhism in Chiang Mai
As I scootered toward Sister Anurak’s Wildflower Home Foundation center, bearing gifts for the orphans and needy mothers under her care, I was struck by her profound dedication to the Chiang Mai community.
Along the way, a sign for the “Research and Training Center for Religion-Cultural Communities” piqued my curiosity, hinting at another facet of the region’s vibrant cultural tapestry.
Driven by curiosity, I stepped inside and encountered a chapel housing an extraordinary statue of Christ in a lotus meditation pose—an unusual depiction in mainstream Christianity.
Upon arriving at the Wildflower Home Foundation, I inquired about the intriguing facility with Sister Anurak, who explained that it was managed by Father Niphot, a wise elder priest. Keen to delve deeper, I requested his contact details, expressing a desire to discuss his work. Read more
Al di là del materialismo spirituale di Trungpa Rinpoche, recensione
Chogyam Trungpa Rinpoche è stato forse il più innovativo maestro di Buddismo del secolo scorso. Nato in Tibet nel 1939, fa parte di una discendenza di tulku, della scuola Kagyu, nota per porre una forte enfasi sulle pratiche di meditazione.
Oltre a questo ha avuto una formazione anche nella tradizione Nyingma, la più antica delle quattro scuole, ed era un aderente del movimento ecumenico ri-me (“non-settario”) all’interno del Buddismo Tibetano, che aspira all’unità tra le diverse scuole.
Durante l’occupazione cinese nel 1959 è dovuto fuggire dal Tibet in modo rocambolesco insieme a pochi altri monaci. Traversarono le montagne dell’Himalaya a piedi e a cavallo per raggiungere l’India, dove insegnò in una scuola per giovani lama.
Nel 1963 si diresse in Inghilterra per studiare ad Oxford e, dopo una serie di esperienze tra le quali l’apertura di un centro di meditazione e un incidente d’auto che lo lasciò parzialmente paralizzato, decise di lasciare i voti monastici, si sposò con Diana Pybus, allora sedicenne, e insieme si trasferirono negli Stati Uniti, dove fondò altri centri di meditazione. Read more
La nostra testa piena e l’illuminazione istantanea
Ha importanza cosa mettiamo dentro la nostra testa? Da un punto di vista buddista, la risposta è sicuramente sì. Ogni istante vissuto dalla mente può essere sano o malato, e molti sono neutri. Se l’impegno dei buddisti è sviluppare una mente chiara e radiosa, internet non la sta oscurando con un numero infinito di informazioni inutili o neutre?
Il mio primo sogno sull’Internet, nell’agosto 1999: la scatola nera dentro la mia testa si trasforma senza preavviso nello schermo di un computer. All’inizio le immagini scorrono veloci, display vivaci di grafica computerizzata fatta di rossi, gialli e blu fosforescenti.
Premo un pulsante e con un clic assumo il controllo del mio paesaggio interiore. Sono la webmaster, l’operatrice, la moderatrice. Programmo il mondo come preferisco, facendo balenare ora questo ora quello, aprendo una pagina dopo l’altra, mentre i link si aprono in silenzio e in modo spettacolare. Read more
Buddismo e scienza moderna
Fin dai suoi inizi il buddismo ha elaborato raffinati metodi di meditazione per sondare la natura della mente, usando la mente stessa come strumento d’indagine. Da mille anni i risultati di queste ricerche vengono analizzati nelle università buddiste con metodi di studio rigorosi. Nel convegno “Mind and Life” si è creato un incontro fra la tradizione buddista di studio della mente e le discipline occidentali della psicologia, scienza cognitiva, neuroscienza e medicina.
L’importanza dell’incontro col buddismo per la scienza moderna
Ci sono crescenti indicazioni che il buddismo possa esercitare un’influenza importante e produttiva sulla scienza moderna primariamente a due livelli: (i) la ricerca dettagliata relativa allo studio della mente, e (ii) l’impatto epistemologico sui fondamenti della scienza, particolarmente della fisica.
Ricerca
Le scienze della vita si sono sviluppate enormemente nel corso degli ultimi cinquant’anni. Read more
Dharma e psicoterapia
Mentre gli insegnamenti buddisti sulla sofferenza e la natura del sé si diffondono sempre più in occidente, gli psicoterapeuti hanno cominciato a scoprire le possibilità spirituali insite nel loro lavoro.
Alla prima conferenza di New York sul buddismo e la psicoterapia, alla fine degli anni ’80, il dialogo tra le due discipline si dimostrò più difficile del previsto. Erano presenti molti terapisti e dovevano parlare diversi insegnanti buddisti, ma parecchi di questi ultimi non erano particolarmente interessati al punto di vista psicodinamico, né avevano di esso una conoscenza approfondita.
I buddisti volevano parlare del buddismo, i terapisti intendevano discutere delle emozioni: non era molto chiaro quale terreno in comune avrebbe potuto esserci tra le due discipline.
Dopo il discorso di apertura, il disagio crebbe sempre più finché, dopo un giorno e mezzo, una donna esasperata si alzò dalla sedia e rivolse una frase al lama tibetano che aveva appena terminato il suo intervento. Read more
Freud e il Dr. Buddha
Uno dei maggiori problemi dei meditatori occidentali è il fatto che la loro preparazione concettuale alla pratica della meditazione è generalmente insufficiente. Con la testa piena di idee freudiane e alle prese con problemi psicologici spesso non completamente risolti o addirittura ignorati, gli occidentali impegnati nella meditazione sono frequentemente sviati dalla propria confusione e dai propri desideri e conflitti.
Come ha detto il compianto insegnante tibetano Kalu Rimpoche: “Si dice che chi cerchi di meditare senza la comprensione concettuale di cosa stia facendo è simile a un cieco che stia cercando la strada in aperta campagna; una persona del genere può solo gironzolare senza sapere come scegliere una direzione anziché un’altra”.
Oggi esistono molti fraintendimenti comuni sul fondamentale concetto buddista di anatta, o non-io. Read more
Buddismo e psichedelia
Per molte persone, l’LSD, i funghi e altre sostanze psichedeliche hanno aperto, in una certa misura, le porte della saggezza. Quelle persone hanno cominciato a capire che la loro limitata consapevolezza era solo un livello. I precetti buddisti affermano di non usare sostanze intossicanti, tuttavia molti insegnanti buddisti occidentali hanno usato le sostanze psichedeliche, all’inizio della loro pratica spirituale. In questa intervista, Jack Kornfield parla della via psichedelica in relazione alla ricerca spirituale.
Domini di consapevolezza: intervista a Jack Kornfield
Jack Kornfield, autore di A Path With Heart, insegna Vipassana nello Spirit Rock Center di Woodacre, in California. Questa intervista è stata fatta a San Anselmo in California da Robert Forte, studioso di buddismo e di storia e psicologia delle religioni, riveduta per la rivista “Tricycle” e concessa a Innernet per la pubblicazione in lingua italiana. Read more
Cos’è un Koan?
Zenson Gifford, Sensei, un prete zen consacrato, ha cominciato la pratica zazen con Phillip Kapleau Roshi nel 1970, all’età di 21 anni. Dopo aver completato l’istruzione formale nel 1979, ha continuato a tempo pieno nel Rochester Zen Center, fino a quando è partito per un lungo pellegrinaggio nel 1981. Durante il pellegrinaggio ha vissuto in Giappone per un anno e mezzo, studiando con Harada Tangen Roshi. Nel 1981 è stato nominato “Erede del Dharma” di Roshi Kapleau. Zenson Gifford Sensei è attualmente abate della sangha dello zen settentrionale, con centri a Toronto, in Canada, e Varsavia, in Polonia.
Cos’è un koan? Questa stessa domanda è un koan, perché un koan non può ricevere una risposta o essere compreso dall’intelletto. Il commento di Mumonkan, “Invano lo descrivi, senza profitto lo ritrai”, è applicabile al koan. Read more
Il tabù dell’illuminazione, intervista con Adyashanti
Crediamo davvero di poterci risvegliare? Oggi, uno dei più famosi insegnanti buddisti di San Francisco non è un lama tibetano o un maestro zen tradizionale, ma un americano laico e anticonformista chiamato Adyashanti, intervistato da Stephan Bodian. I suoi discorsi pubblici (che egli chiama “satsang”, secondo la tradizione advaita o nonduale dell’India) attirano centinaia di ricercatori, buddisti e non buddisti.
In un satsang cui ho recentemente partecipato, in una chiesa vicino Lake Merrit, al centro di Oakland, Adyashanti sedeva su una grande poltrona a un’estremità della sala, circondato dai seguaci. Dopo un periodo di silenzio e un discorso sul dharma in cui ha parlato della “futilità di cercare ciò che già siamo”, ha invitato il pubblico a porgli degli domande.
Qualcuno ha chiesto di parlare del valore di una pratica regolare di meditazione, e Adyashanti ha risposto: “Ogni volta che non manipoli la tua esperienza, stai meditando. Read more
Lo zen vende
Dai computer ai prodotti di bellezza, Madison Avenue ha scoperto che la spiritualità vende. Qual è il suono di una mano che apre il portafoglio? Todd Stein parla del paradosso di una spiritualità arruolata al servizio del materialismo.L’illuminazione si può comprare in scatola.
Basta chiedere a Lancome, il cui Hydra Zen, “idratante anti-stress per la pelle”, viene venduto a 42,50$ in quasi tutti i negozi. Oppure, se i prodotti di bellezza non sono il tuo genere, fai un giro di prova su un pickup Ford Ranger “in cerca della saggezza sulla cima di una montagna”. Lungo la strada puoi “ringraziare il cielo per la 7-Eleven” e fermarti per una bottiglia di acqua Evian, famosa per la sua “eterna forza vitale”. Read more
Il sutra del battito del cuore
Tanto nel buddismo Vajrayana quanto nella teoria del caos, per la trasformazione viene usato ciò che si ha sotto mano: divinità feroci vengono utilizzate per dissipare la negatività, o impulsi irregolari verso il cuore vengono usati per curare battiti cardiaci irregolari. Entrambe le discipline considerano i sistemi aperti e suscettibili di cambiamento a ogni istante.
La teoria del caos, il karma e altre fluttuazioni.
La prima volta che ho parlato di buddismo con il “Dr. Caos” era una sera di gennaio di due anni fa, in California. Eravamo seduti sul pavimento della casa di un amico, a Big Sur, a sessanta metri sul mare. Da quel punto si potevano vedere e sentire le onde infrangersi. Mentre ascoltavamo e guardavamo, l’acqua si stendeva all’orizzonte come un grande specchio, e il sole invernale tramontava lentamente diffondendo una splendida luce di colore magenta, ambra e scarlatto: uno di quegli scenari naturali che per bellezza e profondità lasciano senza parole lo spettatore, al punto che ci prese una sorta di vertigine. Read more
Peccato e salvezza nel buddismo e nel cristianesimo
Il peccato, buddista o cristiano, non è solo un sinonimo del male. Il suo significato specifico è un’azione che viola una legge sacra o minaccia le fondamenta stesse della nostra umanità. Nel cristianesimo è Dio che stabilisce l’ordine morale del mondo; quindi, chi viola questo ordine viola la volontà divina. È un atto di slealtà, se non di tradimento, verso il proprio creatore. Nel buddismo non esiste un simile creatore, ma è presente un ordine morale predeterminato associato al karma.
Mentre la teologia cristiana ha scrupolosamente classificato i peccati secondo una dettagliata gerarchia, l’approccio buddista è stato molto più limitato. Nel buddismo esistono cinque azioni principali che possono veramente definirsi peccati mortali o efferati. Esse sono: uccidere il proprio padre, uccidere la propria madre, versare il sangue di un Buddha, distruggere l’armonia di un ordine monastico (il sangha), uccidere un santo buddista (arhat) e/o distruggere statue e sculture buddiste. Read more