James Hillman “100 anni di psicoterapia e il mondo va sempre peggio” recensione
Dopo un secolo di psicoterapia, che avrebbe dovuto accrescere la sensibilità dell’uomo, il mondo sembra peggiorare. Per James Hillman, la radice del problema risiede nell’esclusione del mondo stesso dal processo psicoanalitico. La sofferenza dell’anima di fronte a un pianeta inquinato, rumoroso, esteticamente impoverito e carico di conflitti non viene considerata.
James Hillman, allievo di Jung e direttore dello Jung Institute di Zurigo, incarna una coscienza profonda all’interno del panorama psicoanalitico. Con il suo spirito provocatorio e fertile, Hillman mette spesso in discussione i fondamenti stessi della pratica analitica, specialmente in relazione ai legami tra psicoanalisi e società. È il “bambino ribelle” della psicoanalisi.
Crocevia della Compassione: i Percorsi Intrecciati del Cristianesimo e del Buddhismo a Chiang Mai
Mentre guidavo il mio scooter verso il centro della Wildflower Home Foundation di Sister Anurak, portando doni per gli orfani e le madri bisognose sotto la sua cura, rimasi colpito dalla sua profonda dedizione alla comunità di Chiang Mai.
Lungo la strada, un cartello per il “Centro di Ricerca e Formazione per le Comunità Religiose-Culturali” ha suscitato la mia curiosità, suggerendo un’altra sfaccettatura del vibrante arazzo culturale/spirituale della regione.
Guidato dalla curiosità, sono entrato e ho incontrato una cappella che ospitava una straordinaria statua di Cristo in una posa di meditazione del loto, una rappresentazione insolita nel cristianesimo tradizionale.
All’arrivo alla Wildflower Home Foundation, ho chiesto a Sister Anurak informazioni sull’intrigante struttura, che mi ha spiegato essere gestita da Padre Niphot, un saggio anziano sacerdote. Read more
Crossroads of Compassion: The Intertwined Paths of Christianity and Buddhism in Chiang Mai
As I scootered toward Sister Anurak’s Wildflower Home Foundation center, bearing gifts for the orphans and needy mothers under her care, I was struck by her profound dedication to the Chiang Mai community.
Along the way, a sign for the “Research and Training Center for Religion-Cultural Communities” piqued my curiosity, hinting at another facet of the region’s vibrant cultural tapestry.
Driven by curiosity, I stepped inside and encountered a chapel housing an extraordinary statue of Christ in a lotus meditation pose—an unusual depiction in mainstream Christianity.
Upon arriving at the Wildflower Home Foundation, I inquired about the intriguing facility with Sister Anurak, who explained that it was managed by Father Niphot, a wise elder priest. Keen to delve deeper, I requested his contact details, expressing a desire to discuss his work. Read more
Al di là del materialismo spirituale di Trungpa Rinpoche, recensione
Chogyam Trungpa Rinpoche è stato forse il più innovativo maestro di Buddismo del secolo scorso. Nato in Tibet nel 1939, fa parte di una discendenza di tulku, della scuola Kagyu, nota per porre una forte enfasi sulle pratiche di meditazione.
Oltre a questo ha avuto una formazione anche nella tradizione Nyingma, la più antica delle quattro scuole, ed era un aderente del movimento ecumenico ri-me (“non-settario”) all’interno del Buddismo Tibetano, che aspira all’unità tra le diverse scuole.
Durante l’occupazione cinese nel 1959 è dovuto fuggire dal Tibet in modo rocambolesco insieme a pochi altri monaci. Traversarono le montagne dell’Himalaya a piedi e a cavallo per raggiungere l’India, dove insegnò in una scuola per giovani lama.
Nel 1963 si diresse in Inghilterra per studiare ad Oxford e, dopo una serie di esperienze tra le quali l’apertura di un centro di meditazione e un incidente d’auto che lo lasciò parzialmente paralizzato, decise di lasciare i voti monastici, si sposò con Diana Pybus, allora sedicenne, e insieme si trasferirono negli Stati Uniti, dove fondò altri centri di meditazione. Read more
La filosofia perenne di Aldous Huxley
La Filosofia Perenne di Huxley è un’antologia di scritti spirituali di diverse tradizioni orientali e occidentali, ordinati sapientemente dall’autore secondo i grandi temi che stanno a cuore al ricercatore della coscienza.
Aldous Huxley è nato il 26 luglio 1894 in Inghilterra e morì nel 1963 in California, nello stesso giorno in cui assassinarono il presidente Kennedy.
Durante l’adolescenza, a causa di una malattia, perse completamente la vista per due anni. Successivamente, pur avendone recuperato una parte, ha sempre avuto seri problemi di vista. Questo non gli ha tuttavia impedito di laurearsi con lode e di occuparsi di letteratura.
Scrittore di romanzi e saggi, negli anni della sua maturità ha concentrato i suoi sforzi di scrittore verso i temi filosofici e spirituali. Read more
La coscienza parla, recensione
Ramesh Balsekar afferma che non vi è né nascita né morte, non c’è né un ricercatore né tantomeno alcunché da ricercare, non è mai accaduto nulla, non vi è mai stata alcuna creazione e le persone sono “organismi corpo-mente”.
Negatività? No, piuttosto la nobile via della negazione, neti neti, non questo, non questo. Tagliare, togliere e scavare il falso fino ad arrivare al nucleo inalterabile: “Tutto ciò che c’è, è Coscienza”, il messaggio che Ramesh non si stanca di ripetere.
Analogico e digitale nell’astrologia
L’astrologia è un’affascinante sistema simbolico e analogico che si trova all’intersezione tra scienza, arte e scienze umane. Non è una scienza esatta, come d’altronde non le sono la meteorologia, l’economia, la genetica o la psicologia. Tuttavia, cacciata dalle università durante l’illuminismo, l’astrologia è ritornata da alcuni anni nel mondo accademico anglosassone.
Vorrei iniziare il mio articolo affermando che l’astrologia non è un “credo”. Non ha senso credere all’astrologia, così come dopotutto non ha senso credere a un bel niente. Non ha senso credere in quanto l’astrologia a differenza dei dogmi di una religione, può essere osservata e se ne può fare esperienza. Non è un sistema di credenze quale lo è una religione.
Curiosamente, i detrattori dell’astrologia utilizzano gli stessi metodi che affermano di combattere: preconcetti che non sono basati sull’esperienza, quando la sua storia millenaria e le decine di migliaia di libri scritti sull’astrologia meriterebbero perlomeno un certo sforzo di indagine. Read more
Fotografarsi dentro
Enzo Dal Verme è un fotografo italiano che abita tra Parigi e Milano ed ha ritratto celebrità come Donatella Versace, Williem Dafoe o Bianca Jagger. Il suo lavoro è stato pubblicato sulle pagine di Vanity Fair, Marie Claire, Grazia, L’Uomo Vogue, Elle e di tante altre riviste.
Per lui l’atto di fotografare è una sorta di meditazione attiva, un approccio interiore che ha sviluppato nel corso del tempo. Enzo sostiene che la fotografia gli da l’opportunità di osservare la realtà da diversi punti di vista, il che – a volte – lo spinge fuori dal suo territorio familiare, consueto e confortevole. Qualcosa che può rivelarsi difficoltoso, ma anche molto stimolante.
Il suo approccio mi ha incuriosito ed ho voluto intervistarlo.
Toshan Ivo Quartiroli: La fotografia è una tipica arte che si rivolge all’esterno, dove c’è una separazione tra soggetto ed oggetto e dove l’attenzione viene portata verso l’esterno. Read more
The Digitally Divided Self
(Dopo un aggiornamento del database del sito questo ultimo post era scomparso, lo ripubblico ora. Mi scuso con chi aveva pubblicato dei commenti, a loro volta scomparsi)
Dopo 8 anni di Innernet senza tediarvi di pubblicita’ mi auguro che mi perdoniate qualche parola per il mio nuovo libro. Passando dall’attenzione verso la tecnologia a quella verso la consapevolezza (andata e ritorno), da quando la tecnologia e’ entrata nelle nostre vite in modo pervasivo, mi sono interessato alla comprensione di come Internet opera sulla nostra mente e sulla dimensione psichica/spirituale e, dall’altro lato della medaglia, al come e perche’ la mente desideri creare strumenti dove si rispecchia e si riproduce all’infinito.
Successivamente all’esperienza come editore di libri di informatica con Apogeo, e di libri per la consapevolezza con Urra, ho creato Innernet come luogo di divulgazione di conoscenze spirituali e di confronto tra ricercatori. Read more
“Io sono quello” di Nisargadatta Maharaj, recensione
“Io sono quello” è probabilmente il libro che ha contribuito maggiormente alla diffusione della filosofia non-duale Advaita negli ultimi decenni. Nisargadatta Maharaj descrive in modo instancabile cosa significa trovarsi nel suo stato di illuminazione rispondendo alle domande dei visitatori nella sua casa di Bombay.
“Io sono quello” è diventato un classico della spiritualità moderna, oltre quattrocento pagine, un concentrato di saggezza e di filosofia non-duale. La lentezza forzata della lettura incoraggia la riflessione e il metabolismo di concetti poco familiari alla mente.
E’ un libro da leggere e da riprendere di tanto in tanto; le immagini illusorie e gli attaccamenti alle nostre identificazioni saranno lentamente liberate di pari passo al distacco delle pagine dalla rilegatura, che perlomeno nella mia edizione non era delle migliori (1) . Read more
La via dello Zen di Alan Watts
Alan Watts usa, come un maestro Zen, le parole come forma di energia e come un ponte verso il silenzio della mente. “La Via dello Zen” ha divulgato lo Zen in occidente ispirando intere generazioni di giovani verso la ricerca interiore.
Pare che “Zen” sia diventata una parola che fa tendenza. Nomi di aziende e marchi registrati con la parola Zen al suo interno si sprecano, per non parlare della produzione libraria degli ultimi anni, dove lo Zen è stato associato ad ogni attività umana, dal fare carriera all’essere genitori, dal sesso alla cucina. La nostra cultura ha l’incredibile capacità di omogeneizzare, e quindi di rendere digeribile al mercato, ogni passione ed aspetto dell’animo umano. Le capacità della “società dello spettacolo”, come l’avevano definita i situazionisti alla fine degli anni ’50, non erano ancora così raffinate nel 1957, data della prima edizione americana di La via dello Zen, o nel 1960, anno della traduzione italiana, pubblicata dall’editore Feltrinelli. Read more
L’amore della verità fine a se stessa
Il Diamond Approach, il percorso creato da Hameed Ali, meglio conosciuto con il nome di penna di Almaas, valorizza l’amore della verità fine a se stessa. La ricerca avviene tramite un processo di “inquiry”, di interrogazione interiore, che include la soggettività del ricercatore come passaggio per arrivare ad una condizione di oggettività della conoscenza dell’anima e del divino. In questa intervista, Hameed Ali parla della ricerca, dei ricercatori e della natura dell’anima.
Toshan Ivo Quartiroli: La ricerca della verità in occidente (dal punto di vista scientifico, filosofico e metafisico) si è sviluppata attraverso varie fasi. Nella tradizione Scolastica era presa in considerazione la soggettività dei contenuti interiori, finché venne Cartesio, che rifiutò questa tradizione. In nome di una “chiara e distinta percezione” egli ritenne necessario staccarci dalla nostra soggettività e assumere un approccio oggettivo, “come quello di Dio”. Read more
Loving the truth for its own sake, an interview with Almaas
The Diamond Approach, the path created by Hameed Ali, better known by the pen name A.H.Almaas, emphasizes loving the truth for its own sake. This research takes place through a process of inquiry that includes the subjectivity of the researcher and his personal history as a way to reach objective knowledge of the soul and of the divine. In this interview, Hameed Ali speaks about the research, the researchers and the nature of the soul.
Toshan Ivo Quartiroli: The search for the truth in the West (including the scientific, philosophical and metaphysical) developed through different stages. In the Scholastic tradition, the subjectivity of the inner contents was taken into account, then came Descartes, who rejected this tradition. For the sake of a “clear and distinct perception” he deemed it necessary to detach ourselves from our subjectivity and take an objective, “God-like” approach. Read more