Albert Hofmann, lo scopritore dell’LSD, è morto
Stanno girando notizie in rete, non ancora confermate ufficialmente al momento in cui scrivo all’una di notte, che Albert Hofmann, lo scienziato scopritore dell’LSD e ricercatore di piante psicoattive, è morto all’età di 102 anni. Aggiornamento notturno: purtroppo è ufficiale.
Hofmann è autore del libro “LSD: il mio bambino difficile“, che pubblicai in Italia con Urra nel 1995 e venne recensito su ampia scala da Il Secolo d’Italia al Manifesto. Da alcuni anni viene ristampato in una nuova edizione da Feltrinelli. Qui l’introduzione.
Ricordo quando lo stesso anno lo invitammo in Italia con la moglio Anita in occasione della manifestazione Starship, organizzata da Franco Bolelli, Matteo Guarnaccia e altri dove tenne magistralmente, a 89 anni, un discorso in italiano di fronte ad una sala gremita di persone. Read more
Forum
Sto preparando un forum per Innernet. Tecnicamente sarebbe quasi pronto e Giusy si è offerta come moderatrice in quanto io non posso dedicare ulteriore tempo. La parte editoriale mi impegna molto e preferisco occuparmi di questa.
Prima di e se attivare il forum mi piacerebbe sentire il parere dei lettori a riguardo, come commento a questo articolo. Da una parte sento che c’è voglia da parte di alcuni di discutere su temi che non sono solo quelli degli articoli. Forse c’è anche voglia da parte di alcuni di uno spazio più raccolto in cui discutere, dove si possono esporre in uno spazio più intimo.
Dall’altra parte il forum può diventare un ghetto e uno spazio disconnesso dal resto del sito e anche dal resto della rete. Read more
Generazione Y 18-25 cosa vogliono?
Leggo un articoletto sulla rivista What is Enlightenment di Gennaio-Aprile 2008 che riporta una indagine del Pew Reseach Center sugli obiettivi della generazione Y (18-25 anni) rispetto a quelli della generazione X (26-40 anni).
La domanda era semplice: quali sono i tuoi obiettivi nella vita? Le risposte sono state le seguenti:
Generazione Y (18-25) |
Generazione X (26-40) |
|
Diventare ricco | 87% | 62% |
Diventare famoso | 51% | 29% |
Aiutare il prossimo | 30% | 36% |
Essere un riferimento per la propria comunità |
22% | 33% |
Diventare più spirituale | 10% | 31% |
Risulta quindi uno spostamento delle giovani generazioni verso i valori centrati sulla propria individualità, forse materialisti. Lo studio è stato effettuato negli USA. Mi chiedevo se anche in Italia avremmo delle risposte simili.
Quale sia la risposta, ho come l’impressione che, data la scarsità progressiva di risorse a livello mondiale, questa generazione Y potrebbe sperimentare una delle più forti delusioni della storia, grande quanto le aspettative gonfiate dalla pubblicità. Read more
L'”azienda” Italia
L’Italia ha scelto la via feudale, con tanto di signore, condottiero e padrone assoluto. Il colpo di coda dell’Italia feudale, che siano i feudi territoriali del nord, delle cosche, o degli interessi delle grandi e piccole caste, e di conseguenza l’intolleranza verso chi non sta entro le mura del feudo territoriale o dentro lo spazio mentale, hanno prevalso, questa volta perlomeno senza ipocrisie.
Il malessere economico dell’Italia sommati alla cattiva gestione decennale dell’immigrazione, alla manipolazione sistematica dell’informazione e a una scarsa capacità di leggere la realtà in modo autonomo (e di leggere in generale, privilegiando l’ipnosi televisiva), hanno fatto ritornare gli italiani alle vecchie certezze e al bisogno di delineare confini netti per ritrovare la propria identità. E’ plausibile che sia nei percorsi individuali che in quelli collettivi ci siano momenti in cui si necessita di ritrovare le proprie radici. Read more
Il colpo di coda dell’Italia feudale
Luca De Biase in un suo articolo del 16 marzo riflette sull’Italia:
Ho l’impressione che la nostra società si stia sviluppando in una direzione almeno bizzarra. Una fortissima accelerazione modernizzatrice resta minoritaria, mentre una maggioranza appare intrisa di una sorta di ritorno al feudalesimo, con molti notabili che controllano il loro territorio e governano i loro piccoli popoli possedendone il presente e il futuro.
Lo spunto mi ha fatto riflettere a mia volta e con tempi lenti ho provato a capire cosa sia successo in Italia dal punto di vista dell’evoluzione della coscienza oltre che sul piano politico o sociale, piani che si riflettono a vicenda.
Ritengo che i processi innescati da Internet e dalla globalizzazione delle idee in generale abbiano avuto un impatto particolarmente difficile per l’Italia. Read more
Con la risonanza magnetica la meditazione funziona
Scientific American riporta oggi uno studio della University of Wisconsin-Madison che afferma che possiamo acquisire una migliore capacità di provare compassione tramite la meditazione, “più o meno allo stesso modo in cui gli atleti o i musicisti si allenano per migliorare le proprie capacità”. Lo studio ha utilizzato la risonanza magnetica funzionale sui cervelli dei soggetti studiati.
Seguo con interesse questi studi pur non essendo un neuro-qualcosa (magari a volte un po’ neuro-tico :-) e leggo con piacere che la scienza si avvicina sempre più a ciò che affermano i maestri e i saggi da qualche millennio.
Tuttavia… per quanto interessanti siano questi studi trovo che alla base vi sia un classico paradigma della scienza: il valore assoluto dell’oggettività. Se si chiede a un meditatore non occasionale se la meditazione gli abbia portato più compassione credo che non vi siano dubbi sulla risposta dei più (senza confondere la compassione con l'”essere buoni” o il compatire). Read more
Tecnologia e identità
Kevin Kelly (autore di Out of Control che pubblicai con Urra) nel suo ultimo articolo parla della crisi dell’identità degli esseri umani causata dall’incessante sviluppo tecnologico. Poichè la scienza ogni giorno produce nuove invenzioni, queste scombussolano la nozione di noi stessi ed ogni giorno la nostra identità viene messa in discussione. Quindi si chiede “chi siamo e cosa vogliamo essere”, riportando anche le domande che si fece Philip Dick: cos’è la realtà e cosa significa essere un essere umano.
Le domande di Kevin Kelly e di Philip Dick sono vecchie quanto l’umanità. La tecnologia mette in discussione la nostra identità in modo crescente poichè sta sostituendo le nostre identificazioni con gli artefatti tecnologici.
Autoconsapevolezza e politica
Riprendo il discorso sulla consapevolezza e politica. Ringrazio tutti coloro che hanno citato e ripreso o citato il mio articolo precedente Consapevolezza politica : De Biase, Selvatici, Daniel, thomas yancey, YANNB, Corrado. Mi scuso con eventuali altri siti di cui non sono venuto a conoscenza.
De Biase in un suo recente articolo si chiede cosa abbiamo in comune e che cosa sentiamo di avere in comune, riferendosi alle persone connesse in Rete che possono influire sull’agenda setting, cioè sulle priorità dei temi di discussione da parte dei media.
E’ una domanda a cui mi piace provare a rispondere. Come afferma De Biase, per iniziare, siamo tutti italiani. Aggiungo, abbiamo forse una mentalità ampia, internazionale, non limitata ai provincialismi dell’italietta. Read more
Gli antidepressivi non funzionano, ma in particolare quando scadono i loro diritti commerciali
Recentemente vi è stata una forte enfasi sui media rispetto allo studio sugli antidepressivi. Ad esempio Repubblica l’ha posto in prima pagina “Gli antidepressivi? Sono inutili. Meglio una chiacchiera del Prozac“.
Avendo già scritto su questo tema su Indranet (La mia amica ha avuto una “mentite”), sul vecchio Innernet (versione pre-blog in un articolo che pubblicherò di nuovo a brevissimo) e avendo visto diversi esempi durante vent’anni di pratiche corpo-mente-spirito che queste spesso possono sostituire gli psicofarmaci ma in altri casi non possono, prima di salire sul vagone del “ecco! Le case farmaceutiche ci hanno ingannato fin’ora! Non servono a niente”, ho voluto aspettare qualche altra notizia.
Che gli antidepressivi siano un enorme business, che le case farmaceutiche siano immorali nel patologizzare i comportamenti, che gli accademici vadano a braccetto con le industrie, che troppi medici siano parte del gioco prescrivendo psicofarmaci con leggerezza senza considerare l’essere umano che hanno di fronte e le sue vere problematiche, tutto questo lo sappiamo, fa schifo. Read more
Il nuovo Innernet, i forum e come collaborare
Alcuni partecipanti al vecchio forum di Innernet mi hanno un po’ tirato le orecchie per la scomparsa del forum nella nuova versione blog. Dopo 418 discussioni con 18.748 messaggi e qualche milione di letture, a cui si aggiungono 2.594 messaggi e 845.460 letture come commenti agli articoli, la decisione non è stata facile.Non escludo di inserire di nuovo un forum nel futuro ma mi piacerebbe prima sperimentare con una forma diversa di collaborazione e arrivare ad una massa critica di lettori nel nuovo formato. Intanto si possono sempre commentare gli articoli. Tutti gli utenti che si erano registrati nel “vecchio” Innernet hanno ricevuto una email dove si comunica la nuova password per accedere al sito. Proverò anche a lasciare la possibilità di commento libera, sperando non venga abusata. Read more
Consapevolezza politica
Da qualche settimana si è aperto un dibattito tra alcuni blogger italiani sugli strumenti per l’informazione e la partecipazione politica su Internet e sui problemi dell’agenda setting, ossia sulle priorità dei temi di discussione da parte dei media. Sono stato presente a questo dibattito più che altro commentando sul blog di Luca De Biase che si è fatto promotore del tema e con spirito di inclusione sta tenendo le fila del dibattito. Dal suo articolo del 15 febbraio:
Read moreLa democrazia non è definita solo dalla libertà di votare (perché si vota anche sotto una dittatura), ma anche e soprattutto dalla libertà e dalla qualità dell’informazione politica e del dibattito sulle decisioni da prendere […] Blogger e social network stanno già sviluppando una forma di scambio di notizie che si potrebbe chiamare “informazione di mutuo soccorso” per ovviare alle carenze dell’informazione ufficiale.