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Da qualche settimana si è aperto un dibattito tra alcuni blogger italiani sugli strumenti per l’informazione e la partecipazione politica su Internet e sui problemi dell’agenda setting, ossia sulle priorità dei temi di discussione da parte dei media. Sono stato presente a questo dibattito più che altro commentando sul blog di Luca De Biase che si è fatto promotore del tema e con spirito di inclusione sta tenendo le fila del dibattito. Dal suo articolo del 15 febbraio:

La democrazia non è definita solo dalla libertà di votare (perché si vota anche sotto una dittatura), ma anche e soprattutto dalla libertà e dalla qualità dell’informazione politica e del dibattito sulle decisioni da prendere […] Blogger e social network stanno già sviluppando una forma di scambio di notizie che si potrebbe chiamare “informazione di mutuo soccorso” per ovviare alle carenze dell’informazione ufficiale.

La necessità di una definizione dell’agenda politica che parta dal basso viene sentita in particolar modo da parte del popolo della Rete. In Italia la situazione mediatica è particolarmente preoccupante. Il rapporto mondiale sulla libertà di stampa di Reporters sans frontières vede l’Italia al 40esimo posto, superata tra gli altri dal Mali, Panama, il Ghana, Bosnia Herzegovina.

La maggior parte dei grandi media italiani sono fortemente legati agli schieramenti politici e ai grandi gruppi economici che definiscono sia i temi di discussione che la direzione degli stessi. La particolarità italiana, dove una singola persona detiene il maggior potere economico, il maggior potere mediatico e forse anche il più forte potere politico rendono la situazione particolarmente grave.

La democrazia è intrinsecamente incompatibile con l’accentramento dei diversi poteri in una sola mano. I pochi poteri rimasti autonomi, quali la magistratura, sono stati delegittimati e attaccati ripetutamente. Inoltre, un potere tira l’altro: avendo a disposizione televisioni, riviste e giornali è certamente più facile accrescere il proprio potere economico e politico. Poichè alla brama di potere dell’ego non c’è fine, è ovvio che vi debbano essere leggi opportune che limitino tali espansioni.

Condivido quindi i bisogni dei blogger nella creazione di una forma di partecipazione e definizione del dibattito politico che parta dal basso e che sia condivisa e verificata. Tra le diverse idee uscite finora dal dibattito vi sono la Wikidemocracy ideata da Quintarelli, Openpolis e l’uso di Twitter per aggregare le discussioni di politica.

Nella mia vita mi sono occupato di politica al liceo, poi di tecnologie come programmatore e scrittore di libri di informatica, quindi sono stato editore di libri di informatica con Apogeo, poi editore di libri di spiritualità e di culture alternative con Urra. Durante questo tempo, da circa 18 anno sto percorrendo parallelamente un cammino spirituale di consapevolezza in cui ho incontrato diversi approcci esperienziali verso la ricerca del vero (tecniche corpo-mente, psicologia, meditazione, Buddismo, Osho, Almaas, maestri Advaita Vedanta ecc…).

Occuparmi di politica, che intendo come visione sociale partecipativa, lo sento come una forma di responsabilità per condividere e dare il mio apporto alla consapevolezza collettiva. I percorsi spirituali danno valore al vero, alla realtà, alla interdipendenza e alla crescita della consapevolezza. Questi valori rimangono sterili se vengono applicati solamente alla nostra condizione personale.

La consapevolezza collettiva, e pure l’inconscio collettivo, come il riscaldamento globale o i messaggi dei media, ci coinvolgono tutti quanti, chi più chi meno, a prescindere dalla nostra condizione personale. Gautama il Buddha parlò per tutta la vita di interdipendenza come condizione universale mentre Fromm disse che anche i pensatori più rivoluzionari dipendono dal contesto intellettuale e spirituale in cui si trovano,

Nel percorso spirituale ho dato meno peso alle ideologie e in generale alle idee, facendo talvolta esperienza di stati che sono al di là della mente concettuale che consciamente o inconsciamente determinano e limitano la nostra identità. Ho compreso come molte delle “idee” a favore o contro questo o quello solo spesso proiezioni o parti di noi stessi non riconosciute o accettate. Ho pure compreso come i cosiddetti principi sono spesso bisogni di controllo di noi stessi e del prossimo e come il voler cambiare le cose abbia spesso all’origne l’incapacità di accettare la realtà come tale e di fluire con “ciò che è”.

Inoltre, non credo di essere presuntuoso se come ricercatore affermo che ho avuto meglio da fare che stare dietro al dibattito politico italiano, che quando va bene provoca noia.

Tuttavia, una volta ripuliti (perlomeno sgrossati) dalle motivazioni psicologiche per cui si odia, si ha timore e/o si rincorre il potere, ritengo che coloro che si occupano di consapevolezza, come molti dei lettori di Innernet, sentano il bisogno di condividere anche su un piano politico ciò che hanno metabolizzato interiormente.

Condivisione, non proselitismo o ideologia, semplicemente essere se stessi e in quanto tali includere la comunicazione del proprio sentire profondo anche nei confronti della società. Vivere la vita seconda la propria comprensione e portare se stessi nell’azione divengono parte del percorso di crescita.

Quindi rimbalzo il dibattito anche sul canale Innernet, appena rinnovato in forma di blog, perchè nessun ricercatore nel 2008 si isola sulla montagna per meditare e comunque oramai anche lì i danni ambientali e politici si fanno sentire.

Nel dibattito tra i blogger si è anche parlato di accountability del politici, che ha a che fare con la trasparenza, la coerenza, l’assunzione di responsabilità e la valutazione dei risultati sulla base dei programmi. Credo che nessuno possa negare l’importanza di tali parametri.

Ma l’accountability funziona se la coerenza e il vero sono qualità sentite nella popolazione, cioè se sono valori diffusi e se vi è abbastanza capacità di attenzione per tracciare falsità e incoerenze. I blogger sono probabilmente già abbastanza orientati ad una visione critica della realtà ed a non ingurgitare ogni boccone mediatico, ma parliamo di una piccolissima nicchia in relazione alla totalità dei media.

La mia impressione è che in generale in Italia la manipolazione delle informazioni sia arrivata ad un livello molto esteso, dove le capacità di discriminazione delle stesse da parte dei fruitori, le capacità di attenzione focalizzata e di amore per il vero sono scese a livelli preoccupanti. Livello molto lontano dalla società della consapevolezza ipotizzata da Peter Russell ne “Il risveglio della mente globale” che pubblicai con Urra a metà degli anni ’90 (purtroppo ho preso atto che il libro non è più disponibile da parte di Feltrinelli, a cui ho ceduto l’attività nel 2001).

Su questo calo delle capacità di attenzione diffusa i politici giocano in casa. Ascoltiamo quotidianamente dichiarazioni e il loro contrario, falsificazioni evidenti della realtà e promesse mai mantenute come se niente fosse. I media, in cui includo anche i grandi siti informativi in Rete, sono perlopiù parte di questa tendenza, in un’orgia di informazioni dove passa tutto e il suo contrario, rendendo ardua la comprensione di “ciò che è”.

Ma ciò che più preoccupa è che sta avvenendo una peculiare sindrome di Stoccolma nei confronti dei nostri colonizzatori della consapevolezza. Iniziamo ad accettarli nelle loro bugie, nelle loro meschinità, nelle loro corruzioni. C’è una rassegnazione diffusa che è più forte delll’indignazione oppure ci diverte il teatrino della politica come fosse un’opera di Pirandello o un film di Sordi. Troviamo così il modo di tollerare la devastazione come un meccanismo di difesa di fronte all’inevitabile. I politici e le varie caste sembrano inamovibili e ci dimentichiamo che sono e rimangono tigri di carta, piccoli esseri impauriti che cercano nel potere la sicurezza che non trovano in loro stessi.

Trasmettere un’informazione alternativa tramite soluzioni tecniche in rete quali gli aggregatori ha sicuramente la sua importanza, ma il rischio è quello di parlare sempre alle solite persone. Per il popolo dei blogger probabilmente l’agenda è già profondamente diversa da quella dei media tradizionali. Si sfonda una porta aperta.

Mi sembra che nella ricerca di questi metodi vi sia un tocco di razionalismo e di visione scientifica della vita che si basa sulla centralità dell’oggettività e della coerenza intellettuale. Ottimi principi ma l’essere umano è molto di più e allo stesso tempo molto meno del livello razionale. Senza dubbio la verità trionfa sempre, ma il trionfo avviene solamente su un piano ultimo, piano a cui ci si può connettere tramite un percorso di consapevolezza. Sul piano politico e sociale la volontà d’illusione e la manipolazione sono più forti.

La colonizzazione delle consapevolezze avviene ad un livello precedente allo sviluppo della razionalità, intesa sia come evoluzione psicologica dell’individuo che come evoluzione collettiva. Se vogliamo utilizzare il modello dei chakra (piuttosto che i modelli psicologi di Piaget, un modello vale l’altro, basta capirsi), la manipolazione mediatica/politica fa leva prevalentemente sul primo chakra, legato alla sopravvivenza e alle paure (le armi di distruzione di massa, i terroristi, la delinquenza, gli extracomunitari, i comunisti, le tasse, la disoccupazione, i salari), sul secondo chakra legato alle emozioni accattivanti e seduttive (simpatia-antipatia, immagine, vittimismo, seduzione, tette e culi ovunque, varie distrazioni di massa) e sul terzo chakra (potere personale e di gruppo, rivalsa, conflitto, odio, io-tu, noi-voi, nord-sud, bianchi-neri, giovani-vecchi). I media di massa e la politica spesso sono fermi su questi circuiti.

E’ facile fare campagne elettorali su queste basi, ogni essere umano in quanto tale viene scosso da tali temi. In Italia, ma non solo qui, i voti non si prendono sulla base della coerenza dei programmi o sulla verità delle proprie affermazioni, ma sulle base delle suggestioni mediatiche e sulla ripetizione dei messagi fino a che “una bugia ripetuta molte volte diviene una verità”, come ogni dittatura ben conosce.

L’informazione alternativa sul piano sociale deve far leva senza dubbio sulla coerenza dei messaggi e sulla verifica degli stessi, ma anche sulla trasmissione di canali interiori più integrali rispetto a quelli che sono possibili in rete. Canali dove scorre il contatto umano vero, dove si trasmettono qualità autentiche, metabolizzate e integrate nella persona e non limitate ad un piano prevalentemente mentale (vedi mio articolo “Internet aumenta davvero il nostro potere?“).

La conoscenza deve diventare organica altrimenti come cantava Gaber “Un’idea, un concetto, un’idea, finché resta un’ idea, è soltanto un’astrazione, se potessi mangiare un’idea avrei fatto la mia rivoluzione.” Uno sguardo sincero e poche parole che giungono dal profondo trasformano interiormente più di tanti articoli nei blog.

Grillo vede correttamente il ripartire dalla mobilitazione dal basso dei cittadini la condizione per la rinascita della politica. Ciò che mi lascia distante sono i suoi toni, che a loro volta fanno leva su semplificazioni ad alto impatto emotivo e su una conflittualità diretta a 360 gradi, quindi prevalentemente sugli stessi canali interiori dei media tradizionali. Certo, quando il sonno è profondo è necessaria una sveglia ad alti decibel ma le urla continue creano un gran polverone che offusca le sottili distinzioni, analogamente a come avviene nei talk show. Trovo comunque sia le iniziative di Grillo che le idee di De Biase, nella loro diversità, importanti per la fase in cui si trova il paese.

I blog per loro natura sono improntati alla provvisorietà, l’enfasi viene portata sul momento, sull’ultimo articolo, portando a ricercare la novità e dando meno peso alla memoria storica. L’architettura dei blog, anche di Innernet, è verso la transitorietà e questo poco aiuta la riflessione profonda e la metabolizzazione delle informazioni verso la saggezza e la metamorfosi interiore. Gli aggregatori tecnici che si sono ipotizzati andrebbero intesi mi auguro anche come coesione di articoli in termini temporali più ampi rispetto alla notizia del giorno che verrà puntualmente dimenticata, smentita oppure oscurata.

Vi sono blogger che pubblicano libri e altri che coinvolgono le persone fuori dalla rete, entrambi modi per dare più spessore alla comunicazione.

Alcuni analisti affermano che i diversi media non sono in conflitto e che c’è bisogno di un’integrazione nella Rete piuttosto che una sostituzione di un medium con un altro. Questo mi trova d’accordo a parte un singolo medium: la televisione. Sono stati fatti oramai troppi studi che ci dicono che, a prescindere dai contenuti della televisione, l’effetto sulla psiche è, per usare un’unica parola, di rincoglionimento. Tanto peggio quando i contenuti sono quelli che sappiamo.

Neppure ritengo che i video in Rete siano una soluzione. Siti come YouTube o Current.tv sono importanti per creare informazione dal basso ma ritengo che la parola scritta o trasmessa dal vivo sia tutt’ora il medium migliore per l’elaborazione della consapevolezza.

Il progetto politico di Forza Italia in questo senso ha agito abilmente come un retrovirus. Prima ha indebolito le difese immunitarie mentali degli Italiani con le televisioni (e altri media) quindi ha avuto facile accesso ad altri canali della consapevolezza. Il canale si cui ha fatto leva non è certo quello razionale, piuttosto sono stati attivati i piani emotivi e primordiali che ho menzionato sopra. E hanno anche attivato la passione e l’entusiasmo che sono mancati dall’altra parte.

La trasformazione delle consapevolezze potrà avvenire a mio avviso in parte in Rete ma soprattutto fuori. C’è un livello che è comprensibile da tutti a prescindere dalle capacità intellettuali o dalle diverse visioni ideali, quello del cuore. Il cuore inteso inteso in senso esteso, non sto parlando di sentimentalismo o di essere “buoni”.

Cuore inteso come amore per la verità, come vitalità interiore, come onestà verso se stessi e il prossimo e come coraggio di esprimere se stessi. Il chakra del cuore è l’unico che nella visione spirituale è in gradi di espandersi e di includere tutti gli altri, i quali mantengono la loro natura ma con la qualità del cuore.

Allora per ritornare al modello dei chakra (mi preme ripetere che potrebbe essere usato qualsiasi altro modello al suo posto), il livello del primo chakra della sopravvivenza e delle paure può diventare la sicurezza che si trova in un sociale solidale dove i singoli si responsabilizzano nei confronti del collettivo (è dura in Italia eh?). Il secondo chakra della manipolazione emozionale diventa la libera espressione delle emozioni che vengono integrate nell’essere se stessi e nella veracità.

Il terzo chakra della conflittualità e del potere settario (io-tu, noi-voi) diventa il vero potere personale degli individui che possono esprimere le loro potenzialità supportati da una rete sociale che valorizza la creatività e l’iniziativa, in una logica “vinco io e vinci anche tu”. Un cuore che trasforma in questo modo gli altri tre chakra è il migliore “aggregatore” che possiamo avere. Aggrega le nostre parti interiori e vibra per simpatia con gli altri.

La risposta ai media che falsificano, banalizzano e impongono l’agenda collettiva sta nello sviluppo di qualità umane che valorizzano il vero, supportate anche da soluzioni mediatiche o tecnologiche. Le stesse qualità poi si potranno anche esprimere tramite i media.

Mi dispiacerebbe vedere tante buone intenzioni rinchiudersi prevalentemente nelle tecnologie della rete e poi sentire qualcuno dire “Tenetevi la vostra democrazia partecipativa in rete che io mi tengo i voti”.

Sarebbe anche interessante capire qual è l’agenda politica delle persone che si occupano di ricerca spirituale e consapevolezza. Quali sono le priorità? Le prime che mi vengono in mente:

– smettere di dar importanza alla crescita economica e pianificare una decrescita felice, decrescita comunque inevitabile. ll pianeta semplicemente non ce la fa più, abbiamo bruciato le sue risorse in poche generazioni

– promuovere radicalmente la produzione di energie alternative con forti incentivi economici anche per le piccole installazioni come avviene in Germania e in alcuni paesi nordeuropei. Se ce la fanno alle loro latitudini tanto meglio potremo produrre energia solare in Italia

– insegnare nelle scuole l’intelligenza emozionale e come relazionarsi con il prossimo. Insegnare anche ad apprezzare il silenzio e la riflessione profonda come spiritualità laica. Insegnare ad analizzare criticamente le notizie.

– trasformare l’intera struttura del trasporto potenziando fortemente il trasporto pubblico, le piste ciclabili, il car sharing e il telelavoro

– regolamentare i media in modo compatibile con uno stato democratico, senza accentramenti o monopoli

– incentivare le medicine alternative e una cultura olistica di cura del corpo che privilegi la prevenzione e il benessere inteso non solo come assenza di malattia. Promuovere nelle scuole e tramite i media la vera cultura della vita come cultura del sesso sicuro.

– liberalizzare le professioni, ma sul serio

– incentivare la piccola imprenditoria in particolare giovanile semplificando radicalmente gli obblighi contabili e le burocrazie

– dare dignità ai bambini e agli anziani creando degli ambienti urbani più a misura d’uomo. Lavorare di meno ed avere più tempo per dare ai bimbi la direzione che altrimenti avrebbero solo dalle televisioni e dalle tecnologie

– valorizzare l’anima dei luoghi, le tradizioni locali e le particolarità (cibi, vini, luoghi, architetture, storia, artigianato di qualità) che rendono l’Italia straordinaria, risorsa che ci connette con le nostre radici e allo stesso tempo espande la nostra immagine nel mondo

– dare spazio a luoghi non commerciali dove i giovani possono incontrarsi, suonare, esprimere la propria creatività. Non ci sono solo i videogame ed Internet

– e poi, ciò che già gira in rete da tempo, quale l’elezione diretta dei candidati, rimozione dei parlamentari condannati ecc..

In definitiva sono banalità e sono azioni che sono già state intraprese altrove. Ma in Italia per qualsiasi cambiamento si impasta tutto in modo quasi inestricabile. Forse ripartire da una riorganizzazione delle idee e soprattutto dalle intenzioni di ognuno è un primo passo per uscire dalla caverna.

7 Responses to “Consapevolezza politica”

  1. francescof ha detto:

    Ci rivolgiamo trasversalmente a tutti i partiti politici nazionali.

    Il M.E.D.A. Movimento Europeo Diversabili Associati e’ pronto a sostenere qualsiasi partito o coalizione che si impegni pubblicamente a sostenere per iscritto nei suoi programmi di governo i nostri punti, altrimenti ci asterremmo dal voto.

    PUNTO PRIMO: impegno concreto per l’equiparazione della pensione di invalidità alla pensione minime sociali che proporremo di aumentare a 600 euro/mese. Si tratta semplicemente di restituire dignita’ a coloro che da anni sopravvivono in condizione di quasi da “barbonismo”, percependo un assegno sociale di 243,00 euro/mese non avendo altro reddito o occupazione lavorativa.

    PUNTO SECONDO: riformulare i criteri di valutazione “utilizzati” dai centri di collocamento per l’avviamento al lavoro come previsto dalla legge 68/99, per meglio comprendere come ottimizzare e snellire le graduatorie, al fine di rendere piu’ semplice l’accesso al lavoro dei disabili.

    PUNTO TERZO: prepensionamento dei genitori di disabili gravi e gravissimi, per poter assistere direttamente i propri figli.

    PUNTO QUARTO: costituzione di un Dipartimento Unico della Disabilita’ che raccordi al suo interno tutte quelle pratiche che fanno capo al tema dell’invalidita’ civile e della diversabilita’. Il dipartimento deve essere condotto da persone idonee e con la partecipazione di persone disabili, che quotidianamente vivono in una situazione di disagio. Oggi gli Enti preposti sono: ASL, INPS, Servizio di Medicina Legale, Ministero della Salute, Ministero del Tesoro, Ministero del Lavoro. La costruzione del suddetto Dipartimento consentirebbe una enorme semplificazione di tutte le pratiche amministrative e un contatto più diretto degli utenti con le istituzioni.

    PUNTO QUINTO: Riforma dell’indennittà di Accompagno, con annesso superamento della DISCRIMINAZIONE – SPEREQUAZIONE fra ciechi civili ed invalidi civili (vedere: http://www.consequor.it/Link/claudiorob1.htm).

    PUNTO SESTO: Affiancare all’assistenza domiciliare per le persone non autosufficienti la possibilità di fruire di supporti economici da utilizzare in forma diretta per l’ esercizio della VITA INDIPENDENTE (vedere: http://www.consequor.it/VitaIndipendente/vita2.htm); In tal modo, si renderebbe il programma più equo e completo, rispondente alle necessità diffuse delle persone disabili.

    Roma, 31/01/2008.

  2. Francesco, concordo sulle richieste (magari non proprio tutte) e concordo sul dare maggiore attenzione ai diversamente abili. Quel che mi lascia perplesso è quando scrivi “Il M.E.D.A. Movimento Europeo Diversabili Associati e’ pronto a sostenere qualsiasi partito o coalizione che si impegni pubblicamente a sostenere per iscritto nei suoi programmi di governo i nostri punti”.
    Per un partito, magari minore in cerca di nicchie elettorali, è un boccone ghiotto. Non mi sembra tuttavia niente di diverso dal comprare i voti di qualsiasi altra categoria promettendo vantaggi per la stessa, atteggiamento che ha portato ai privilegi e alle caste che ben conosciamo. Ritengo che si necessiti di un programma che si radichi in valori umani profondi e in una visione ampia per tutte le parti sociali, da cui potranno derivare le dovute attenzioni alle specifiche problematiche, comprese le vostre. Altrimenti si rischia di dare il voto ai furbi disonesti che creano feudi elettorali sulla base di promesse e connessioni clientelari con i vari settori della società. Niente di nuovo.

  3. francescof ha detto:

    NOI DEL M.I.D. (MOVIMENTO ITALIANO DISABILI)
    ED IL
    M.E.D.A. (MOVIMENTO EUROPEO DIVERSABILI ASSOCIATI)

    Con vero orgoglio presentiamo la nostra Lista fatta di uomini, programmi ed idee,
    puntando su chiarezza e rispetto,
    Confidando, infine, di riuscire a suscitare in Voi interesse ed umana solidarietà.

    E’ un momento importante per noi del M.I.D., Movimento Italiano Disabili.

    Gli enormi sforzi che il gruppo di Tivoli sta facendo, hanno portato a risultati politici interessanti.

    Siamo davanti ad un’opportunità importante per la nostra lista, ma ora abbiamo bisogno del supporto degli elettori per poter finalmente raggiungere l’obiettivo di difendere i sacrosanti diritti ed una decorosa esistenza per ogni portatore di “diversa abilità” (invalidità civile) e pensionati.

    Noi del M.I.D. consideriamo “Diversamente Abile”, e difendiamo quindi, anche il cittadino che non ha un lavoro o che vive di sola pensione, chi non è assistito dalle istituzioni e chi viene emarginato per razza, estrazione sociale, sesso, religione o ideologia politica.
    Vogliamo essere promotori di una rivoluzione culturale e sociale che porti ad una maggiore tutela di tutti i cittadini. Siamo per il rispetto, pari dignità ed opportunità, bandiamo pietismo e menefreghismo.
    Vogliamo esser promotori di leggi a favore dell’assunzione (per diritto) di cittadini diversamente abili e vogliamo il totale abbattimento di tutte le barriere architettoniche e strutturali ed infine, ma non per importanza nella nostra scala di valori, migliori politiche sociali ed assistenziali.

    Ormai il disabile è divenuto una sottocategoria prigioniera ad esistere per sostegno, ma noi del M.I.D. crediamo invece che i disabili sarebbero in grado di essere indipendenti e anche di non gravare sulla spesa pubblica.

    Per questo è nato il M.I.D., dall’idea che il popolo dei disabili unito può riprendersi la dignità!!!

    Partendo dall’idea di riuscire a realizzare, nella nostra città, un diritto chiamato “dipartimento della diversa abilità”, un punto di riferimento a cui rivolgersi per poter risolvere (senza perdite di tempo per burocrazia e permessi negati) tutte le problematiche legate alla disabilità.

    Noi del M.I.D. abbiamo cominciato questa avventura con passione, senza mai risparmiarci.

    ORA E’ ARRIVATO IL NOSTRO MOMENTO!

    Il momento della riscossa del popolo dei disabili, a cui chiediamo un voto per contare davvero!

    Date il vostro massimo contributo… il M.I.D. siamo tutti noi!
    PUOI PARTECIPARE IN PRIMA PERSONA PRESENTANDO ANCHE LA TUA CANDIDATURA!

    PER ADESIONI ED INFORMAZIONI TELEFONACI AL NUMERO: 3476546894
    VISITA IL NOSTRO BLOG SU INTERNET: http://mid.splinder.com/

    CHE LA FORZA SIA CON NOI!

  4. MarioEs ha detto:

    Ciao Ivo,
    prenderò spunto da questo tuo articolo molto interessante per parlarne sul mio gruppo su aNobii, Brain 2 Brain.
    In particolare, credo che sia importante il punto in cui tu dici “Sarebbe anche interessante capire qual è l’agenda politica delle persone che si occupano di ricerca spirituale e consapevolezza. Quali sono le priorità?”, a cui aggiungerei un’altro aspetto che ho evidenziato nel mio blog parlando di “creativi culturali”: siamo ancora in una fase in cui la rete di relazioni fra questi ultimi è di “tipo debole”, per cui occorre scaldare quel cuore di cui tu parli ed unire chi vuole il cambiamento.
    A mio parere, potremmo scoprire di essere in tanti.
    Una sorta di “effetto farfalla” :)

  5. Concetta Centonze ha detto:

    Il vecchio bottegaio

    Il vecchio bottegaio era stato giovane e da giovane aveva avuto il vento in poppa (e qualche mano da parte di Mammona) cosicché quatto, quatto si era ingrassato come un ghiro sbollentato nel miele.

    La mattina che compiva cinquantacinque anni si svegliò con la luna di traverso perché sentì il brivido della Morte che si faceva più vicina.

    Fatto sta che più aumentava la paura della morte più si arrangiava: un’altra moglie di qua, un capello di là, via una ruga di su!

    Ma quando si osservava allo specchio sentiva sempre il risolino del Nulla che gli mandava a carte quarantotto tutto il lifting.

    Bottegaio qual era gli sembrava impossibile non riuscire a venire a patti con il Nulla:

    La sua bilancia recava sopra un piatto i guadagni legittimi o legittimati da qualche legge, ma non riusciva a pareggiare il peso dell’altro piatto che su cui era insediato l’inesorabile Nulla.

    Il bottegaio provava ad aggiungere sul primo piatto incultura,incosituzionalità, illegalità, disprezzo per gli altri, corporativismo, veterocapitalismo -del tipo sto bene io gli altri schiattino pure- ma non c’era da fare: la statera pendeva sempre dalla parte del Nulla.

    Egli continuava ad aggiungere le frequentazioni con Mammona e con il suo rappresentante sulla terra, uno stregone divenuto pontefice per un soffio sbagliato dello Spirito: finalmente ebbe un lampo ed aggiunse lo slogan “vial’ici”, ma la bilancia non si muoveva di un’acca! Non una parola che potesse dirsi umana, almeno per facciata, per esempio “solidarietà” gli passò nella sua vecchia mente di bottegaio.

    “Corpo di Bacco!” disse “E che? Devo morire da solo?”

    Le cronache non dicono se aggiunse: “Muoia Sansone con tutti i Filistei!” o “Roba mia vientene con me!”

    Non si risparmiò: ci aggiunse la Costituzione, una legge elettorale “porcata”, lo Stato tutto, ed in quel da fare non si accorse che era morto proprio come tutto il suo mondo pieno di cose inanimate: schei, mercato, botteghe, schiavitù, natura morta. E poiché rappresentava individui e non persone vinse l’elezioni: “gli uomini preferirono le tenebre alla luce”

    Concetta Centonze

  6. Fabrizio ha detto:

    La conoscenza è la base della costruzione della consapevolezza che suffraga le scelte personali, tanto più in un contesto in cui queste si ripercuotono sugli interessi della comunità, ed assumono quindi una gravità proporzionale alla superficialità dalla quale sono generate. In un sistema di controllo e manipolazione dell’informazione questi principi sono violati , ed il diritto comune al voto diventa uno strumento di veicolazione del consenso ad opera di chi ha istruito, o meglio invordito, negli anni la popolazione ormai incapace di distinguere.
    Ecco perché è diventato, purtroppo, fondamentale dare un peso al voto che non può essere frutto della disinformazione. Il voto di chi non conosce, ad esempio, la differenza tra “assoluzione” e “prescrizione” non può avere lo stesso peso di chi invece da anni si batte per una politica moralmente pulita. Chi è indotto a credere a tutte le falsità che vengono reiteratamente vendute dai giornalisti di partito e sottopancia di chi detiene il potere, non ha la lucidità necessaria per esprimere un voto “consapevole”. Non si può accettare un revisionismo storico che dipinge Craxi come “esiliato” e morto in povertà, quamdo in realtà era un “latitante” con conti bancari all’estero.
    E non può valere, in un paese civile e “consapevole”, la regola che “tanto non rubava solo lui…”, perché questo rappresenta la più bassa concezione dello stato di diritto e fa passare il principio che le colpe comuni depenalizzano i reati. Questo non è accettabile ! Come non è accettabile avere uno stalliere mafioso e definirlo “eroe” ed avere il consenso dell’opinione pubblica comprata con l’abolizione dell’ ICI. La “consapevolezza”, che dovrebbe dare il diritto al voto, è quella di sapere che i soldi non incassati dai comuni per l’ICI sono stati recuperati sotto altra forma, e siccome la coperta è corta, il prezzo pagato dai cittadini è sotto forma di riduzione dei fondi alla sanità, all’istruzione, ai servizi sociali, cose fondamentali in ogni paese civile.
    Tutto questo lo sa chi pensa di aver diritto al voto solo perché è maggiorenne o ha i capelli bianchi? Siamo una società comprata dal Grande Fratello, L’Isola dei Famosi, dai ridicoli buoni vacanza per le famiglie indigenti , dagli approfondimenti politici fatti da Vespa che poi presenta il suo ennesimo libro al fianco del capo del governo. Di una classe politica (tutta) incapace di rispondere alle più elementari norme di moralità e rispetto delle regole .
    Il popolo italiano è quello che ha acclamato il fascismo e poi ha fatto finta di vergognarsene.
    Non un solo italiano responsabile di eccidi legati alla politica raziale fu processato. I cattivi erano solo i tedeschi, processati a Norimberga.
    Gli italiani sono questi; tanto pronti ad avanzare diritti quanto lo sono ad essere codardi, immaturi, superficiali e fatalisti. Disposti a percuotere un dirigente scolastico se il risottino della mensa dove mangia il bambino è scotto e poi pronti a sottoscrivere l’adozione di centrali nucleari che avveleneranno la vita dei loro discendenti per decine di generazioni.
    E vogliamo parlare ancora di diritto al voto a prescindere dalla “consapevolezza” ?
    Auguri a tutti, italani…!

  7. […] e politica. Ringrazio tutti coloro che hanno citato e ripreso o citato il mio articolo precedente Consapevolezza politica : De Biase, Selvatici, Daniel, thomas yancey, YANNB, Corrado. Mi scuso con eventuali altri siti di […]

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