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Il percorso spirituale che viene tracciato da Almaas, nome di penna di Hameed Ali, è una vera sintesi tra il percorso occidentale e le vie orientali. Egli ha individuato negli aspetti essenziali dell’anima gli strumenti interiori che ci consentono di proseguire il viaggio spirituale verso il vero.

Circa nell’anno 2000, in un centro Osho, una conduttrice di gruppi di consapevolezza mi suggerì di leggere i libri di Almaas. Non vi erano ancora traduzioni italiane, quindi ordinai dagli Stati Uniti un paio di titoli, e poi altri, e poi i rimanenti. Era come leggere la storia della propria anima e riconoscersi con comprensioni che esplodevano nella mente e nel cuore.

Almaas riesce ad entrare nei recessi più profondi dell’essere con un linguaggio preciso, scientifico, distillato. Quelle letture mi esortarono a far parte della scuola negli Stati Uniti da lui fondata. Tutt’ora mi trovo in questo percorso, che enfatizza l’amore della verità e l’esplorazione di sé con tutti gli strumenti di cui dispone il nostro essere.

In questi anni si parla spesso di “sintesi tra oriente e occidente”, “di sintesi tra psicologia e spiritualità”, ma grattando sotto alla superficie spesso si trova poco più che concetti incastrati forzatamente. Il percorso spirituale che viene tracciato da Almaas, nome di penna di Hameed Ali, è una vera sintesi in quanto questa arriva come conseguenza naturale delle sue esperienzie di ricerca interiore .

Nel suo cammino di esplorazione, che l’ha portato a lavorare con diverse tradizioni tra le quali il buddismo, il sufismo, l’enneagramma, la psicologia dell’ego e dell’oggetto di relazione, è arrivato a toccare le varie dimensioni del vuoto, dell’Assoluto e del divino. Nel viaggio a volte ci si trova ad attraversare un deserto, altre volte una giungla e altre ancora un fiume in piena. Per ogni territorio è necessario un certo tipo di provviste, di abbigliamento, di strumentazione, di allenamento.

Almaas ha forgiato gli strumenti adeguati per oltrepassare le diverse difficoltà del percorso. Se per attraversare un certo terreno è opportuna una tecnica millenaria di meditazione, per un altro è indispensabile un approccio psicologico/cognitivo che ci metta in grado di riconoscere le immagini di noi stessi che ci siamo costruite a partire dall’infanzia, che ci limitano all’interno di ruoli ripetitivi.

Oltre alle tecniche e all’elaborazione di nuove conoscenze sull’uomo, egli ha individuato gli strumenti interiori che ci consentono di proseguire il viaggio, quelli che chiama “aspetti essenziali”. Queste sono qualità umane e divine nello stesso tempo che ci sostengono e ci motivano nel percorso (e nella vita in generale), quali la forza, la perseveranza, la passione, l’amore, la gioia, la volontà, la verità, la chiarezza, l’intelligenza, la compassione, la pace, lo spazio.

Se gli aspetti essenziali non possono mai essere veramente persi, vengono però “disattivati” quando non vengono adeguatamente supportati dalla famiglia e dall’ambiente circostante in generale. Poche di queste qualità sopravvivono coscientemente nell’adulto. Gradatamente, l’ego e la cosiddetta “personalità” riempiono i buchi lasciati dall’assenza delle genuine qualità essenziali. L’ego compensa come può, simulando le qualità autentiche per difendersi dal dolore del vuoto. Se ad esempio non siamo più in contatto con l’aspetto della Volontà, l’ego potrebbero sviluppare al suo posto una testarda volontà di facciata. Analogamente, se abbiamo abbandonato l’amore, l’ego potrebbe sostituirlo con un sentimentalismo drammatico ma superficiale e/o con la ricerca compulsiva di un oggetto da amare.

La “tecnica” che viene maggiormente usata nelle scuole fondate da Hameed è inquiry, l’esplorazione interiore, l’interrogarsi e ascoltare in modo dinamico le emozioni, i pensieri, le sensazioni, le immagini, le intuizioni. E’ attraverso l’interrogazione che si evidenziano le carenze e il modo in cui l’ego si è fatto carico della mancanza degli aspetti essenziali.

E’ quindi l’esplorazione dell’ego stesso, nel percorso di ricerca tracciato da Almaas, che ci può riportare a casa. Per Almaas l’ego non è il mostro da uccidere ma un oggetto da esplorare con attenzione in quanto nasconde il Vero e in quanto tale è un ponte per il ritrovamento della verità.

La dolorosa sensazione di mancanza dell’Essenza è un passo fondamentale per il ritrovamento delle qualità interiori perdute nel cammino. Le qualità essenziali a disposizione dell’anima sono state coperte dall’ego e hanno creato un “buco” interiore. Le qualità autentiche sono così state occupate da un imitatore.

Essere consapevoli della mancanza è il passo verso il ritrovamente delle qualità autentiche, che si manifestano allora con un senso di solida presenza. Le qualità imitate dall’ego in quanto superficiali imitazioni mentali, non creano il senso di solidità della vera forza, della perseveranza, dell’amore, della compassione, dell’intuizione, della calma interiore.

La presenza stessa dell’Essenza e delle sue qualità consente il dissolvimento dell’ego, di per sé inconsistente, una tigre di carta che si scioglie alla luce concentrata del Vero. Il percorso della scuola di Almaas prosegue con l’integrazione delle qualità essenziali all’interno dell’anima per consentire il viaggio interiore verso dimensioni ancora più ampie e profonde..

Una lettura “essenziale” per un ricercatore della verità.

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Almaas. Essenza. Il nucleo divino nell’uomo. Crisalide. 1999. ISBN: 8871830873

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