Innernet: Journey into Awareness
and Anima Mundi

10
Feb
2010
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La via più semplice, estratto dal libro di Madhukar

La via più semplice, estratto dal libro di Madhukar
Ospite: A volte, durante la mia indagine, sento che devo usare questo “chi sono io?” come un mantra perché la mia mente è così forte che devo ripeterlo continuamente. Va bene o non dovrei indagare in questo modo?

Madhukar: Va senz’altro bene, ma ciò ti può essere d’aiuto solo per un po’, poi scivolerai di nuovo nella mera ripetizione di un mantra – quel che numerosi guru consigliano di fare. Essi danno ai loro studenti un mantra da ripetere continuamente. Ciò crea un certo stato mentale, una certa armonia, ma questo stato non è il tuo vero Sé. È solo uno stato che viene e se ne andrà di nuovo. Se ti addormenti in qualsiasi tipo di stato, perdi la Verità, e per la Verità vieni al satsanga. Se tu dovessi rimanere in un certo stato per molti anni, potresti eventualmente scoprire, “Ancora non so chi sono. Ancora non so chi è.”

E allora avresti sprecato un sacco di tempo, e così l’indagine “chi sono io?” non è intesa a rimpiazzare pensieri spiacevoli. È un’indagine, una domanda. Se diventa solo una canzone, molto piacevole, armoniosa, raffinata, allora non sarà una domanda. Si pone una domanda per ottenere una risposta, vero? E dunque devi chiederti, “Chi sono io? Chi percepisce gli stati mentali turbati? Chi è persino in grado di ripetere questa domanda come un mantra? Chi è?” Quando cominci ad indagare, realizzi che la mente, che vuol dire l’attività mentale, il pensiero, appare e scompare continuamente. In qualche modo, la mente ruba la tua attenzione da questa indagine nel tuo vero Sé, e tu rimani di nuovo catturato continuamente da tutti i tipi di storie.

Queste sono principalmente storie del passato, che si riflettono sul passato, e desiderano il futuro, ma, in quell’istante, tu, chi tu sei, sei perduto. E nel perdere questo istante, rimani intrappolato in un labirinto di esperienze intellettuali e sensuali. Alcune ti hanno soddisfatto, altre ti hanno interessato, e altre ancora ti hanno eccitato, ma se sei onesto devi ammettere, “Non mi hanno dato la soddisfazione completa. Non sono totalmente pieno, non sono la pace stessa.” In casi molto rari ci si sveglia da sé. In base alla tradizione, solo un Guru può condurti fuori da questo labirinto. Ora questo Guru risiede nel tuo Cuore. Chi l’ha realizzato davvero?

Se non avete questa comprensione e se state cercando la libertà con ardore e sincerità, allora un Guru si manifesterà all’esterno. E quando dici che questo Guru risiede all’interno, non intendo dire che è seduto nella vostra mente. Se questo momento è perduto, la pace è perduta. Allora l’intero universo, che è fatto per soddisfarvi, per servirvi, diventa una macchina di tortura. Che peccato! Ma ora vi potete rallegrare immediatamente perché il mio messaggio è, “Voi siete la Libertà stessa.” Così, anche se la vostra immaginazione crea problemi, sofferenza, il fatto di sentirsi perduti e soli, ogni tipo di cosiddette emozioni e stati negativi, sono semplicemente immaginazione. Voi siete la Libertà stessa. Guardate, e istantaneamente si rivela. Read More

27
Jan
2010
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Il fidanzato Zen

medita buffo.gifUn’aspirante dea che cerchi l’amore tra un mare di ragazzi che si trastullano con giocattoli spirituali, non ha di fronte a sé un compito facile. La maggior parte delle donne scopre che a un certo punto del cammino i ragazzi normali, palestrati, sicuri di sé, “non-essere-troppo-profonda-con-me”, non vanno più bene. Ma anche la versione spirituale di tali ragazzi è ugualmente problematica, per non parlare degli orribili rammolliti New Age.

Se a tutto questo aggiungiamo il fatto che probabilmente ciò che ti ha condotto sul cammino è stata la tua angoscia psicologica di tipo nevrotico, e che l’abbandono emotivo subito nell’infanzia ti fa provare attrazione verso ciò che per te è irraggiungibile, è verosimile che ti ritroverai dentro un paio di manette New Age di argento puro.

A un tale stadio del mio sviluppo spirituale (uno stadio che, sfortunatamente, per alcune di noi sembra prolungarsi per decenni!), ho cominciato ad attrarre una nuova razza di uomini (o forse era sempre la stessa razza, ma camuffata sotto nuove vesti). Col tempo, ho imparato a chiamarli i “ragazzi zen”. Uso liberamente il termine “zen”, perché un uomo non deve necessariamente essere un buddista zen per fare parte di questa categoria.

Potrebbe essere un buddista tibetano, un sufi o persino un praticante di qualche oscura scuola yoga. Più è rigida la tradizione, meglio è per questo tipo. Ciò che permette di identificare un “ragazzo zen” è il modo in cui usa le idee e le pratiche spirituali per evitare di entrare in una relazione autentica con una donna. Egli è allo stesso tempo troppo identificato con le sue palle per diventare un monaco celibe, ma anche troppo poco identificato con esse per assumersene tutte le responsabilità. Risultato: un presuntuoso, freddo e intelligentissimo sostituto di un uomo vero. Read More

12
Jan
2010
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Cerca la verità, dovunque essa ti conduca

Cerca la verita Bohm Krishnamurti.jpgLa vita di molti scienziati fu influenzata dal grande insegnante spirituale J. Krishnamurti, ma nessuno di loro ebbe un rapporto intimo e duraturo con lui come lo ebbe David Bohm.

Bohm e Krishnamurti si incontrarono la prima volta nel 1961 e la loro amicizia si protrasse fino alla morte di Krishnamurti, nel 1986 (anche se nel 1984 entrò in crisi).

Bohm iniziò la carriera come pupillo di J. Robert Oppenheimer, il direttore del Manhattan Project, il progetto finalizzato alla realizzazione della bomba atomica, durante la seconda guerra mondiale. All’epoca del suo primo incontro con Krishnamurti, Bohm si era già guadagnato una grande e discussa fama come uno dei più brillanti fisici teoretici della nostra era. Egli aveva sviluppato la teoria del plasma – il quarto stato conosciuto della materia, dopo quello solido, liquido e gassoso – e la sua analisi del comportamento plasmatico degli elettroni nei metalli aveva posto le fondamenta per gran parte della fisica degli stati solidi.

Bohm, inoltre, esercitò un ruolo centrale nel dibattito sulla teoria dei quanti (ancora in corso ai giorni nostri), e fu l’autore di molte, provocatorie “interpretazioni” del quanto. Durante gli anni del suo insegnamento a Princeton, divenne amico di Albert Einstein, il quale, dopo aver trascorso vari anni cercando, senza successo, un’alternativa alla versione generalmente accettata della meccanica quantica, sembra aver indicato in Bohm il suo “successore intellettuale”, affermando: «Se qualcuno potrà riuscirci, questi è Bohm».

Ma David Bohm forse è più conosciuto, specialmente tra chi non è scienziato, per una teoria che è allo stesso tempo il frutto di una ricerca spirituale lunga una vita e il risultato di una profonda intuizione scientifica. Si tratta della teoria dell’ordine sottinteso, fondata su una visione globale, totale, nella quale la materia e la coscienza sono unite.

Bohm sembra essere stato ossessionato, sin da piccolo, dall’idea secondo cui viviamo in un universo nel quale la materia e il significato sono inseparabili; si dice che la parola “totalità”, da egli impiegata nel primo incontro con Krishnamurti per descrivere il suo lavoro scientifico, fece balzare quest’ultimo dalla sedia per dare un abbraccio a Bohm. Read More

15
Dec
2009
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Euforico nichilismo, intervista con Ramesh Balsekar

Euforico nichilismo 1.gifImmagina, se vuoi, che un mattino ti svegli in un altro mondo. Appena ti stropicci gli occhi per abituarti alla luce splendente del sole, vedi che sotto molti aspetti non è un mondo molto diverso da questo. Sei circondato da creature che, ai tuoi occhi, appaiono identiche agli esseri umani con cui di solito condividi il mondo.

Li osservi mentre si muovono nelle loro attività giornaliere, vivono le loro vite, s’intrattengono a conversare con gli altri, prendendo le miriadi di scelte e decisioni inerenti alle richieste della vita. Il quadro sembra rassicurante, familiare e normale.

Ma presto scopri che in questo mondo le cose non sono necessariamente come appaiono. Perché questi non sono esseri umani. No, questi sono “organismi corpo/mente” che, a differenza delle loro controparti umane, non hanno la facoltà di scegliere tra più possibilità o di prendere decisioni. Infatti, questi organismi non hanno niente che assomigli lontanamente a quello che chiameremmo libero arbitrio. Le trame delle loro vite furono scritte sulla pietra, molto tempo prima che nascessero, lasciando loro solo la possibilità di compiere meccanicamente degli atti per rappresentare la loro programmazione.

Questi, in apparenza delle creature umane, sembrerebbe, non sono diversi dalle macchine. Mentre apparentemente sembrano comportarsi come normali individui dal pensiero libero, indaffarati nelle loro attività quotidiane, stranamente quando gli viene chiesto, sostengono che non stanno facendo proprio niente. Infatti, in questo mondo peculiare, affermano che non ci sono “coloro i quali agiscono”.

Per di più, nessuno in questo mondo è mai ritenuto responsabile di qualcosa. Anche quando sembra che uno di questi esseri faccia del male ad un altro, non viene percepito nessun rimorso e non viene assegnata nessuna colpa. Se ti capitasse di chiedere a uno di questi organismi corpo/mente qualcosa a proposito, la risposta sarebbe che non c’era nessuno che aveva fatto niente. Read More

5
Dec
2009
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Il cammino della yogini

Yogini deogarh.jpgLa coscienza cosmica non ha corpo ed è al di là del sesso e del genere, tuttavia i ricercatori spirituali, vivendo nel nostro mondo quotidiano, non lo sono. La maggior parte degli esseri umani è incapace di immaginare un’entità priva di genere. Lo dimostrano espressioni come ‘in Lui’ o ‘Dio Padre’.

In certe tradizioni buddiste e indù la forma femminile è ritenuta inferiore al corpo maschile, il che impedirebbe alle donne di raggiungere la liberazione finché non rinascono come uomini. I dogmi maschilisti servono le istituzioni religiose dominate dagli uomini non meno di quanto servano a escludere le donne e a impedire loro di realizzare la pienezza del loro potenziale nella sfera secolare.

Alle donne viene detto che nella teologia non c’è posto per il femminismo. Alcune ricercatrici spirituali considerano il femminismo un movimento socialmente ostile e aggressivo, che contrasta con il fine spirituale della pace interiore. Ma un atteggiamento femminista non deve necessariamente essere stridente e accusatorio, o imprigionarci nel ciclo dell’azione e reazione.

Dobbiamo semplicemente essere inflessibili e sagge nel riaffermare il ruolo delle donne nella storia della ricerca spirituale. Come nella sfera secolare, dove le donne non potevano pubblicare nulla sotto il proprio nome e perciò la loro opera non è documentata, così nell’ambito spirituale esse sono state viste più come oggetto di desiderio da trascendere che come compagne sul cammino dell’auto-realizzazione.

La biografia della monaca buddista Tenzin Palmo, La grotta nella neve, di Vicki Mackenzie, fornisce una testimonianza delle interpretazioni e adulterazioni delle scritture messe in atto per impedire alle monache buddiste l’accesso agli insegnamenti esoterici. A onta di queste umiliazioni, l’inglese Tenzin Palmo (che è stata la seconda donna occidentale soltanto a essere ordinata monaca buddista) ha continuato a cercare di comprendere le proprie radici tramite gli insegnamenti buddisti. Read More

23
Nov
2009
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Gli inesplicabili poteri degli animali

sheldrake.jpgRupert Sheldrake si è accorto che era possibile scuotere i fondamenti della scienza materialista con pochi esperimenti a basso costo, condotti però con sufficiente rigore e meticolosità. In questa intervista, egli conferma ciò che parecchi di noi sanno intuitivamente da molto tempo: che gli animali possiedono poteri telepatici assolutamente inspiegabili dalla scienza ufficiale.

Ralph White: Rupert, nel tuo libro, I poteri straordinari degli animali, descrivi i vari esperimenti che conduci da qualche anno. Puoi dirci cosa sono questi esperimenti, e qual è il loro scopo?

Rupert Sheldrake: Ho studiato vari aspetti della telepatia nei cani, i gatti, i cavalli, i pappagalli e altri animali, e il caso in cui possiamo affermare con più sicurezza che siamo di fronte alla telepatia e non all’abitudine o a qualche indizio sottile, è quando i cani sanno che il loro padrone sta tornando a casa. Molte persone hanno cani che si comportano così. Un’indagine negli Stati Uniti e in Gran Bretagna ha mostrato che circa il 50% dei proprietari di cani afferma che il loro animale sente in anticipo l’arrivo di un membro della famiglia.

Talvolta questo avviene solo con pochi minuti di anticipo, quindi non si può essere sicuri che il cane in realtà non abbia udito il rumore o lo stridio delle ruote sulla ghiaia, ma altre volte questo si verifica con dieci minuti, mezz’ora, persino un’ora di anticipo. E in questi ultimi casi abbiamo scoperto, prima di tutto, che spesso ciò avviene anche quando l’orario di ritorno del padrone non è fisso. In molte case in cui il marito, la moglie o un membro della famiglia lavora con orario discontinuo, chi sta a casa sa quando arriva l’altro grazie al comportamento del cane. Certe volte, addirittura la gente prepara la cena, il tè o cose del genere in base al comportamento del cane.

Benché esistano già molte prove secondo cui questo non è un comportamento dettato dall’abitudine, abbiamo fatto degli esperimenti in cui abbiamo ripreso i cani con una telecamera. Quest’ultima veniva posizionata davanti alla porta d’ingresso, dove il cane restava in attesa. La lasciavamo riprendere per ore. Abbiamo moltissimi dati che fanno riferimento a ore di ritorno non fisse. Mandavo ai padroni un segnale e randomizzavo gli orari attraverso un teledrin. Bisogna anche aggiungere che i padroni arrivavano con mezzi insoliti, per esempio un taxi, quindi il suono dell’autoveicolo era fuori discussione. Nessuno a casa sapeva che l’altro stava tornando, a parte il cane. Read More

8
Nov
2009
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Tao Te Ching, cos’è dunque questo Dao?

Ho il piacere di presentare l’ultima opera di Augusto Shantena Sabbadini sul Tao Te Ching.  Come l’autore afferma:

Il mio libro favorito. Non ne conosco un altro che vada altrettanto vicino a esprimere ciò che è al di là delle parole. Il libricino (consiste in tutto di soli cinquemila caratteri) comincia con l’affermazione: “il Tao di cui si può parlare non è l’eterno Tao”. E poi continua a parlare del Tao, non nella modalità della definizione, bensì in quella dell’allusione, della suggestione, della provocazione. In questo sta il suo fascino, per questo ha incantato generazioni di lettori in Oriente e in Occidente. Non parla alla mente logica: allude a un’esperienza. Come i koan Zen, porta il lettore sull’orlo di un abisso, dove la mente si ferma.

Di seguito un estratto dall’introduzione.

Tao Te Ching
Una guida all’interpretazione del libro fondamentale del taoismo
Traduzione e cura di Augusto Shantena Sabbadini

URRA, 2009
www.urraonline.com

Dao, 道

Cos’è dunque questo Dao?

dao : via, strada, cammino; tracciare un cammino, condurre, connettere; corso d’acqua o condotta; via da seguire, principio guida, norma, dottrina; seguire una dottrina, essere adepto di una disciplina; il Dao, la Via; modo di procedere, arte, metodo; opera magica o tecnica; potere dell’indovino, del mago o del re; reggere, governare; discorso, dire, insegnare, parlare, spiegare, esprimere, comunicare; sapere, essere consapevole. (nota 1)

La maggior parte dei significati della parola dao preesistono al daoismo: il termine era già di uso corrente ai tempi in cui il daoismo ebbe origine. Ma i daoisti se ne servirono in una maniera particolare, in un senso nuovo e specifico che, seguendo la convenzione, indico con l’iniziale maiuscola: il Dao, la Via. Per comprendere l’origine di questo nuovo uso della parola dobbiamo in primo luogo farci un’idea di come il termine dao fosse usato nel dibattito filosofico all’epoca.

I temi principali di questo dibattito erano di natura epistemologica ed etica: riguardavano la distinzione fra il vero e il falso, fra il giusto e lo sbagliato, i principi che devono guidare il comportamento dell’individuo e i fondamenti delle norme che devono reggere la società. Il dibattito dunque riguardava ‘i dao‘, i principi guida, le norme, le dottrine, così come la validità dei discorsi, delle argomentazioni in merito. In esso si affrontavano diverse scuole di pensiero che possono essere divise in due grandi campi, tradizionalisti e innovatori. Read More

13
Oct
2009
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Scienza, coscienza e Dio

peter russell.gifLa visione scientifica tradizionale ci dice che la scienza non ha nulla ha che fare con la coscienza o con Dio. Ma oggi le cose stanno cambiando. Ora che ha cominciato a occuparsi della coscienza, ha intrapreso un cammino che alla lunga la porterà a esplorare le profondità della mente. Questa esplorazione la costringerà forse ad aprirsi a Dio.

La grande domanda
Cosa ha a che fare la scienza con la coscienza? Pochissimo. La coscienza è un argomento problematico. Non è possibile individuarla e misurarla come un oggetto materiale e le incertezze dell’esperienza soggettiva interferiscono con i nostri tentativi di arrivare a verità universali. Perciò in generale la scienza ha deliberatamente escluso la coscienza dal proprio ambito di studio.

Cosa ha a che fare la scienza con Dio? Ancora meno. Se è inevitabile almeno accettare l’esistenza della coscienza, per quanto enigmatica, Dio invece non ha nessun ruolo nella visione scientifica del mondo. La scienza moderna ha esaminato le profondità dello spazio fino ai confini dell’universo, le profondità del tempo risalendo fino agli inizi della creazione e le profondità della struttura della materia scendendo fino ai suoi costituenti elementari. In nessuna di queste direzioni ha trovato un posto per Dio, né una prova della sua esistenza. L’universo, la scienza proclama, funziona perfettamente senza bisogno di Dio.

Questa è la visione scientifica tradizionale. Ma oggi le cose stanno cambiando. Alcuni vecchi confini si dissolvono e la scienza comincia a espandere il proprio campo di interessi. Read More

3
Oct
2009
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La psicologia del futuro? La scienza dello spirito

Una conferenza internazionale della psicologia transpersonale a Milano, 15-18 ottobre

Un po’ di respiro culturale in questa piccola Italia alle prese con storie personali e collettive alquanto meste. Una conferenza internazionale di psicologia traspersonale cui partecipano ricercatori da tutto il mondo, fra cui spicca Stanislav Grof, figura storica della psicologia umanistica, co-fondatore e ispiratore di questo filone di studi e pratiche esperienziali.

La presenza stessa di Grof in Italia ormai è un evento, ma l’intera conferenza è un’occasione particolare e unica per incontrare 130 ricercatori, alcuni dall’Italia ma la gran parte dai quattro angoli della Terra. Persone che raccontano e fanno toccare con mano come stanno operando e i risultati che stanno ottenendo, per farci vedere come il loro lavoro stia “rischiando” nientemeno che di cambiare il modo in cui vediamo la mente, la medicina e la terapia, ma anche il mondo stesso.

Molto ambizioso? Certo, ma viene ovvio e naturale condividere le scoperte, se si sono sperimentati quegli stati di coscienza che la psicologia classica considera quantomeno con sospetto – la trance, l’estasi, le “esperienze di vetta”, la beatitudine della meditazione, il piacere di sentirsi parte di un mondo vitale e vivente… insomma, tutte quelle esperienze che, non essendo patologiche, ma al contrario segni di evoluzione positiva della coscienza e di benessere vero, in genere non vengono neppure prese in considerazione dalla Scienza accademica. Né dalla maggior parte degli specialisti, i quali per deformazione professionale tendono a vedere più i disturbi, che sono il loro pane quotidiano in tutti i sensi.

Invece, è proprio da questi stati di benessere e dai sentimenti “oceanici” che bisogna partire per evolvere. Imparare da essi, non considerarli accidenti di percorso ma via maestra. Per dirlo con le parole di Jung, “La vera terapia consiste nell’approccio al divino; più si raggiunge l’esperienza del divino, più si è liberati dalla maledizione della patologia”. Read More