Quando l’iPhone sostituisce la siringa: la comunicazione come forma di patologia
Quando l’iPhone sostituisce la siringa: la comunicazione come forma di patologia
Laura (ma il nome è di fantasia) è una mia amica. Ha una laurea, ha militato in politica quando era più giovane, ha una casa piena di libri che in buona parte ha letto, aveva un marito che ha lasciato per un altro uomo quando ha cominciato a sentirsi vecchia e ora, non so, forse ha degli amanti. Insomma Laura ha avuto e ancora ha una vita intensa.
Ma qualcosa non torna. Ogni mattina scrive “buongiorno” e ogni sera “buonanotte” su Twitter e di rimbalzo anche su Facebook, e durante il giorno commenta in tempo reale con pensieri irrilevanti le sue attività. Cercare il link giusto da postare sulla sua bacheca online sembra essere diventato per lei tanto importante quanto prendersi cura della propria igiene personale. Read more
Resistendo a Facebook
Una delle ragioni del successo di Facebook è che si suppone che gli amici siano tali. Generalmente nei social network e nei siti di incontri si contattano persone che sono estranee alla narrativa della nostra vita reale. Anche se i contatti che avvengono solamente online possono portare ad interessanti connessioni, nel più dei casi tali “amici” vanno e vengono, la relazione non va molto in profondità e non scende in un luogo autentico e quasi “organico”.
Quindi Facebook è arrivato in soccorso come modo per connettersi con persone che conosciamo e con coloro che conoscevamo nel passato ma con cui abbiamo perso i contatti. Anche se il gioco degli inviti e degli amici degli amici si espande e si finisce con dei contatti che si conosce a malapena, con forse una buona metà delle persone ho condiviso importanti parti della vita, parti della nostra storia che hanno dato forma alle nostre esistenze attuali. Read more