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tantra4.jpgSin dall’inizio, il buddismo ha sottolineato, nei suoi insegnamenti sul desiderio, che se desideriamo e non otteniamo l’oggetto del nostro desiderio, sperimentiamo l’infelicità. Se desideriamo e otteniamo ciò che vogliamo, all’inizio sperimentiamo la gioia, ma poi diventiamo ansiosi quando ci aggrappiamo all’oggetto del desiderio. E quando lo perdiamo (come è inevitabile, data l’impermanenza), sperimentiamo un’infelicità ancora maggiore.

Qual è il rapporto tra la sessualità di una persona e la sua pratica? Lo zen insegna che ogni cosa è parte di un essere universale, interconnesso e interdipendente. Questo essere è perfetto e completo in quanto tale. Inoltre, secondo lo zen tutti condividiamo questa perfezione, qui e ora. Se accetto ciò, devo ritenere che il mio valore è completo e incondizionato. “Incondizionato” vuol dire senza alcun “se” (condizione).

Il mio valore non dipende dal fatto che mia mamma lo riconosce, gli altri mi approvano, non mi arrabbio, non ho desideri sessuali né, tanto più, inclinazioni sessuali atipiche ecc. Il mio valore non dipende da ciò che dico e nemmeno da ciò che faccio. A prescindere da tutto il resto, il mio essere fondamentale è già il Buddha (l’illuminato). La mia pratica serve a risvegliarmi a questo.

In altre parole, “praticare” vuol dire realizzare la mia integrità presente e la natura non-duale del Buddha, quindi liberarmi dall’autoalienazione o da quel doloroso dualismo chiamato samsara. Per praticare in modo costruttivo, occorre coinvolgere tutto il proprio essere. Se ho un rapporto negativo o mi sento alienato dalla mia sessualità, non sto dando tutto me stesso alla pratica, tanto meno sto accettando il mio valore incondizionato di Buddha.

Nella ricerca della verità, l’importante non è con chi sto facendo o meno l’amore, ma se riconosco sempre il valore incondizionato mio e del mio partner. L’accettazione incondizionata rappresenta l’amore e la morale perfetti.

La tradizione zen affronta la sessualità all’interno della più vasta categoria dell’indulgenza sensuale. La regola generale è evitare l’abuso della sensualità; ciò include sia l’indulgenza eccessiva sia la mortificazione estrema dei sensi. La maggior parte della gente vive negli estremi. Diventiamo obesi perché mangiamo troppo, ci ammaliamo per il cibo troppo nutriente, abbreviamo la vita con l’alcol, la droga e il tabacco, ci assordiamo con la musica a tutto volume, intorpidiamo la mente con divertimenti stupidi e spesso ci stressiamo con lavori che odiamo per poterci vestire secondo l’ultima moda, guidare una nuova automobile e avere la casa più bella dell’isolato.

Facciamo tutto questo, insegna lo zen, perché pensiamo che così il nostro valore o la nostra autenticità aumenteranno; crediamo che queste cose cancelleranno il fatto (di cui ci rendiamo appena conto) che nulla, soprattutto noi stessi, è eterno; riteniamo che se riusciremo a tenere il corpo e la mente abbastanza occupati, non dovremo affrontare la sofferenza della vecchiaia, della malattia e della morte.

D’altra parte, anche privare il corpo e la mente di cose necessarie per conservare la salute o la consapevolezza è un abuso dei sensi. Sia l’edonismo che il masochismo possono essere violazioni della Via di Mezzo.

Comprendere davvero che possediamo già il valore incondizionato della buddità vuol dire riconoscere che il nostro bisogno e desiderio (o passione) più essenziale è già completamente appagato. In tal modo, tutti gli altri desideri vengono riconosciuti come meramente ausiliari e quindi dovremmo riuscire a parteciparvi senza attaccamenti.

Tuttavia, troppo spesso questo insegnamento secondo cui è possibile godere delle passioni restando illuminati è stato frainteso o volutamente distorto nella dottrina secondo cui le passioni e i desideri sono in se stessi l’illuminazione. Tale distorsione è chiamata “zen del gatto selvatico” o del “gatto folle”, ed è garantito che alla fine condurrà all’aumento delle nostre sofferenze.

Il grande errore dell’edonismo è che spesso è molto selettivo. Generalmente, l’edonismo conferisce al sesso uno status sacro, negando che tutte le altre funzioni del corpo siano ugualmente venerabili. Lo zen sostiene che esse sono tutte ugualmente sacre, e quindi nessuna andrebbe considerata in maniera diversa dal normale. La vita può essere adorata come un tutto, ma assegnare al sesso un valore più alto del dovuto è tipico di una falsa spiritualità. Inoltre, la maggior parte dell’edonismo culturale nasce come reazione al puritanesimo sociale o individuale, che provoca sensi di colpa o di vergogna collegati al sesso.

Una spiritualità fondata su una simile reazione è poco sana. Una delle ragioni per cui lo zen si è mantenuto fedele alla tradizione monastica è stata la necessità di contrastare le tendenze del “gatto selvatico”, che portano all’ulteriore illusione secondo cui io sono le mie passioni condizionate, anziché l’incondizionata natura del Buddha al di là di esse. Un’esperienza di illuminazione è un lungo e profondo sollievo dalle nostre sofferenze; l’edonismo, al massimo, non è che un’anestesia superficiale e molto temporanea del dolore.

A proposito della sessualità, la regola buddista tradizionale impone che un laico eviti i rapporti sessuali con i minori, con chi è sposato o fidanzato con un’altra persona e con chi è stato condannato al carcere o ricoverato in una clinica mentale. A parte ciò, la sessualità dei laici è affare loro. Ciò che lo zen chiede è esaminare attentamente le nostre relazioni alla luce degli insegnamenti sulla sofferenza e l’impermanenza. Il sesso può essere facilmente utilizzato per aumentare la sofferenza.

Sin dall’inizio, il buddismo ha sottolineato, nei suoi insegnamenti sul desiderio, che se desideriamo e non otteniamo l’oggetto del nostro desiderio, sperimentiamo l’infelicità. Se desideriamo e otteniamo ciò che vogliamo, all’inizio sperimentiamo la gioia, ma poi diventiamo ansiosi quando ci aggrappiamo all’oggetto del desiderio. E quando lo perdiamo (come è inevitabile, data l’impermanenza), sperimentiamo un’infelicità ancora maggiore. Non è il sesso a provocare il dolore, ma il nostro attaccamento. Solo se sappiamo perdere e ottenere in modo equanime, siamo in pace con la nostra sessualità. Lo zen ci chiede di tenere sempre a mente questo.

La promiscuità è un’altra attività che lo zen ci chiede di considerare attentamente. Stiamo cercando di instaurare una relazione, anche solo per una notte, o vogliamo evitare di impegnarci in un’altra? La nostra attività è una ricerca genuina del giusto partner o è un tentativo camuffato di usare l’altro per sentirci più completi, senza però preoccuparci minimamente dei suoi bisogni?

La prostituzione, in sé, non è condannata nello zen. Quello che una persona fa con il suo corpo è affare suo. Ma ciò che è condannato è lo sfruttamento o il danno inflitto a un’altra persona, anche se quest’ultima è apparentemente consenziente. La compassione verso gli altri non va abbandonata per amore dei desideri sessuali.

Lo zen non dà giudizi morali nemmeno sul sesso finalizzato al piacere, anziché alla riproduzione. Né fa distinzioni tra l’omosessualità e l’eterosessualità, o tra la sessualità cosiddetta naturale e quella innaturale. Perché dovrebbe, quando il suo scopo è provocare una consapevolezza non-duale, quindi priva di giudizio, del Sé, all’interno del quale tutte le distinzioni succitate sono prive di senso?

Lo zen riconosce che la vita laica, in generale, e la sessualità in particolare, possono spesso interferire con il raggiungimento di questo obiettivo: ecco perché incoraggia una stile di vita monastico per coloro che desiderano fare del raggiungimento di tale obiettivo un’attività a tempo pieno. Ma lo zen riconosce anche che la decisione di abbandonare la vita laicale non è pratica e nemmeno necessaria per la maggior parte delle persone. Quindi, lo zen afferma che la nostra relazione sessuale, qualunque essa sia, deve basarsi totalmente sull’amore e il sostegno reciproco.

Rev. Vajra è un insegnante di Zen Dharma all’International Buddhist Meditation Center, www.ibmc.info, per gentile concessione.
Traduzione di Gagan Daniele Pietrini.
Copyright per l’edizione italiana: Innernet.

58 Responses to “Zen e Sessualità”

  1. eckhart ha detto:

    Wow:Avete per esempio notato come nella pornografia, e nelle fantasie sessuali che, dicono gli psicologi, fanno parte dei rapporti della stragrande maggioranza delle coppie normali, esiste un godimento nell’assistere al piacere altrui?
    (è ovvio che non parlo di pornografia sado-maso o in qualche modo deviata, ma della normale, direi “sana”, pornografia)
    Non pensate possa essere un indizio interessante?

    Interessante in che senso?
    In modo molto rozzo e semplice..a me sembra solo un’identificarsi,uno specchiarsi con l”eroe di turno” che agisce…
    Poi,se aggiungiamo che il sesso non è solo l’atto in sè,ma che gioca un ruolo primario anche la fantasia..

  2. Wuaw ha detto:

    eckart:Interessante in che senso?
    In modo molto rozzo e semplice..a me sembra solo un’identificarsi,uno specchiarsi con l”eroe di turno” che agisce…
    Poi,se aggiungiamo che il sesso non è solo l’atto in sè,ma che gioca un ruolo primario anche la fantasia..

    Quello che dici tu, a mio parere, è quando assisti alle imprese di Rambo.
    Nel porno invece io vedo una esperienza di “interessere” ed i confini fra chi osserva e chi agisce in una certa misura svaniscono.
    Lo so, mi prenderò del guardone dai soliti ben pensanti, che al massimo osano leggere un articolo su sesso e spiritualità se scritto da un maestro zen o dal papa (che lo vede “non per piacer mio ma per dare un figlio a Dio), ed invece sono un normalissimo eterosessuale con una vita assolutamente nella media, ma a cui piace pensare e meditare su ciò che fa.
    Che non disdegna gli insegnamenti ma a cui piace ricavare qualcosa anche dalla propria esperienza, meditandoci sopra.

  3. eckhart ha detto:

    Wuaw:Nel porno invece io vedo una esperienza di “interessere” ed i confini fra chi osserva e chi agisce in una certa misura svaniscono.

    Sì,inter-essere..intendevo in questi termini..
    Ps perchè ti poni il problema di cosa pensano gli altri di te?

  4. atisha ha detto:

    non sono bacchettona.. mai stata, e confesso che ho guardato film porno.. forse un po’ trascinata.. ma l’ho fatto.. ne ho fatta esperienza..
    ora sai che mi succede?
    non riesco a vedervi nessuna arte… mi scappa da ridere e basta.. vedo marionette che si muovono.. o foto “artistiche” che si “sciolgono” da sole ai miei occhi… sarà pure un Gioco Divino anche quello ma non ha più alcuna presa su di me… la mia sessualità è variata molto.. moltissimo..

  5. atisha ha detto:

    ..anzi, non è più sessualità…. :))))

  6. eckhart ha detto:

    arte, zero… il porno si prefigge altri scopi..

    sì ,mi chiedo anch’io cos’è oggi per me la sessualità..

  7. Wuaw ha detto:

    Amici attenzione.
    Nel libro “Dice lo Zen” di Tsai Chih Chung (libro a fumetti ma non per ciò meno profondo ed istruttivo), è riportato il raccontino del monaco che fu abbracciato da una bella ragazza per invito della vecchia e pia signora che lo manteneva (ecco, per inciso, sull’altro aspetto, quello che riguarda la vita monacale, i monaci hanno bisogno di essere mantenuti).
    Interrogato sull’effetto che la cosa gli faceva disse che era l’effetto di un albero secco che si appoggia ad una rupe gelida.
    Al che la vecchia signora, scoprendo che si trattava di un imbroglione, lo congedò piuttosto bruscamente.
    Solo per osservare che probabilmente (è la mia opinione) non dobbiamo avere troppa fretta di considerare superati i nostri ruoli, il nostro ego, la sessualità e l’importanza da dare all’opinione altrui, perchè la vera indifferenza, l’equanimità, si raggiunge solo quando ad ogni cosa viene dato il giusto.
    A 65 anni suonati certo la sessualità non è il “problema” che era a 20, ma se ragionassi in termini di rupe gelida mi sentirei molto ipocrita e poco zen, e le due cose, ma sopratutto la prima, mi darebbe fastidio.

  8. eckhart ha detto:

    no,non intendevo dire quello…almeno io..
    Tutto si trasforma,anche la sessualità, ecco il punto,senza deviarlo..

    pS Mi piacerebbe saper come ha fatto a scoprire la vecchia signora che il monaco mentiva.. :-)))

  9. atisha ha detto:

    eck: sì ,mi chiedo anch’io cos’è oggi per me la sessualità..

    wuaw: non dobbiamo avere troppa fretta di considerare superati i nostri ruoli, il nostro ego, la sessualità e l’importanza da dare all’opinione altrui….

    atisha: non è possibile avere fretta, è un processo lento…
    Non c’è sesso tra gli angeli… :)) ma quando shiva e shakti s’incontrano, apriti Cielo!… ma non è il cielo conosciuto fatto di pulsioni, eros,visualizzazioni, usi e abusi..
    e non è liberismo!
    Quel Cielo è altro… non è più gioco tra “fantasmi”.. e non ha obbiettivo alcuno.. quel Cielo non si lascia penetrare nè lacerare… quel Cielo non finge nessun processo di forzatura, non si abbandona alla vergogna..
    è un Cielo in cui non c’è più proiezione sull’altro.. e non c’è “sentimento”.. non c’è sogno, non ci sono condizioni, perchè non c’è “nessuno”.. solo un’esperienza dove “nessuno” può attaccarsi..
    Quel Cielo è circolare dove non puoi che tornare a Te stesso, anche se necessita essere in due…
    Non è sesso, non è ruolo, nè abbandono del sesso…
    e non è importante che gli altri capiscano. Essi possono solo ascoltare…

  10. Nei percorsi spirituali “alternativi” spesso vi sono dei condizionamenti altrettanto forti di quelli presenti nelle religioni tradizionali. Ho scelto gli articoli di Vajra Karuna, monaco Zen gay, perchè trovo che si esprima fuori dal coro. Altri suoi scritti (in inglese) a http://members.aol.com/_ht_a/gayzenla/myhomepage/ alcuni dei quali presenterò sul sito.

    Anche nei percorsi spirituali non tradizionali vi sono giudizi e “modi di essere”. Ad esempio, “bisogna” sempre fare sesso “col cuore”… oppure essere lenti, mooooolto tantrici, consapevoli.

    Ritengo che finchè non accettiamo la nostra natura sessuale nella sua totalità, sia divina che grezza, saremo limitati nel riconoscimento e nell’espressione della nostra natura. Se riesco a trovare il divino nella prostituta, la prostituta in una donna che amo, se riesco a fluire con la sensualità divorante della donna cannone o con l’intensità profonda di un’handicappata, mi avvicino ad essere un “sacro prostituto”, nell’etimologia di “pro-stare”, stare per, darsi con generosità, non fare più distinzioni mentali. Sembra un tornare al “basta che respiri” :-) ma le due cose sembrano vicine solo apparentemente, come quando si doppia qualcuno in un circuito e i due si trovano di nuovo vicini. Se non si è seguito tutto il percorso non si capisce.

    Questo non si impara nei corsi di tantra, ma sul campo della vita, talvolta con terrore e altre volte in modo estatico, anche se i corsi di tantra possono talvolta rappresentare una palestra. Essere attratti o rifiutare il porno è ininfluente, diventa una delle tante espressioni umane che, in assenza di giudizi, ci può anche lasciare indifferenti come adulti, ma come per qualsiasi energia potente non dovrebbe essere accessibile a chi non ha gli strumenti per gestirla, come i minori, a cui non diamo giustamente neanche in mano armi o automobili.

    Perchè mai li proteggiamo? Perchè sappiamo che la loro consapevolezza non è abbastanza solida per il porno o per guidare un’automobile. Il punto è tutto qui, tanto più siamo consapevoli quanto più possiamo accettare di metterci in gioco con la sessualità e tanto più le nostre azioni, per quanto controverse, saranno guidate dalla consapevolezza.

  11. eckhart ha detto:

    Ivo:Anche nei percorsi spirituali non tradizionali vi sono giudizi e “modi di essere”. Ad esempio, “bisogna” sempre fare sesso “col cuore”… oppure essere lenti, mooooolto tantrici, consapevoli.

    Beh sì..solo l’ultimo che hai detto.. :-))

    …Se non ricordo male,osho,pur non condannandola,riteneva comunque l’omosessualità una forma di ostacolo al risveglio.
    Forse perchè ci vedeva una forma di fobia,rispetto invece ad una forma di eventuale promiscuità.

  12. atisha ha detto:

    Ivo: “bisogna” sempre fare sesso “col cuore”… oppure essere lenti, mooooolto tantrici, consapevoli…

    ahahahahah….. queste sono baggianate per tirare su approvazioni e soldoni..
    spiegatemi come si fa a fare sesso “con cuore” se in testa hai solo una rappresentazione: l’organo sessuale…
    io direi ad un eventuale corso: “fai sesso con l’organo sessuale.. concentrati su quello, visualizzalo… gratificalo… sii totale… vai veloce, sii meccanico.. ma osservati mentre fai tutto ciò.. osserva la tua meccanicità.. la tua “perversione” il tuo pensiero fino dove si spinge.. spremi fino in fondo questo frutto..
    ma osservalo.. ed osservati..
    “Osservarsi”mentre si “fa l’amore” (sono stata delicata ma avrei voluto usare la parola sc… ) è praticamente impossibile … ma nello “sforzo” consapevole, conscio.. se ne vedono delle belle…
    è quello secondo me l’esercizio da approfondire.. scrutare la propria animalità… la propria meccanicità.. la propria velocità, ansia… sviscerarla.. usarla fino in fondo..
    fino alla grassa risata.. perchè prima o poi fuoriesce se si è Totali!

  13. atisha ha detto:

    Ivo: Essere attratti o rifiutare il porno è ininfluente, diventa una delle tante espressioni umane che, in assenza di giudizi, ci può anche lasciare indifferenti come adulti..

    atisha: Se ce indifferenza non può esserci attrazione.. ma se c’è ancora attrazione non si può parlare di consapevolezza.. o di vedere il divino nella prostituta..
    lo si può vedere anche per strada quando è vestita il divino nella prostituta, perchè essa è Divina, un’Immagine Divina manifesta..
    Usciamo dal sogno!
    il Divino si mostra a noi in molte forme.. anche nel falso guru (che trasforma il proprio ego in Dio) nel saggio.. e nel demonio… (sono nostre sfaccettature)
    Sappiamo che il “demonio” ha semplicemente “fame” d’amore.. esso è un angelo caduto.. e cerca di comprarsi quell’amore, lo pretende e lo compra.. lo controlla…
    Sta sempre a noi non usare quel “demonio”.. ma riconoscerlo per quello che è.. accettandolo fino in fondo..
    ma accettare non significa continuare ad usare, con la scusa di “saper vedere la sua parte divina”..
    questa è una trappolona dell’ego che riperpetua un tradimento.. verso se stesso…
    Attenzione ai frutti velenosi nascosti dell’ego…

  14. Sakshin ha detto:

    Indipendentemente da giudizi moralistici, quando c’è pornografia non c’è tenerezza, affetto… e, secondo me, nemmeno consapevolezza.
    C’è solo una attenzione concentrata sugli organi sessuali tesa a ricavare una sorta di periferico piacere corporeo, fine a se stesso.
    Una ricerca di scarico di tensioni psico fisiche varie…
    Il porno quindi sta alla sessualità amorevole e consapevole come l’uso strumentale di oggetti per trastullare ansie mancanze sta alla condivisione affettiva dei sensi e affetti.
    Perciò, senza condannare o creare sensi di colpa, va detto però che la sessualità porno è effettivamente una sessualità senza “cuore”.
    Così come la prostituzione. Sono faccende di “testa” che usano gli organi sessuali, ma che poco hanno a che vedere con la sessualità amorevole e consapevole. Sono surrogati che si possono attuare in mancanza di meglio… o per difficoltà, onestamente, a fare di meglio con la propria situazione psico affettiva. Almeno in certi momenti del proprio iter evolutivo.

  15. eckhart ha detto:

    Sta sempre a noi non usare quel “demonio”.. ma riconoscerlo per quello che è.. accettandolo fino in fondo

    Quindi: nel “mettersi in gioco”,come dice Ivo,o attraversare quella sconosciuta barriera che è in noi,tu lo trovi un tranello teso dall’ego per giustificare quella che è in fondo solo attrazione..interessante..
    Però,mi chiedo solo, come si possano conoscere tutte le nostre paure,le nostre insondabili radici,se non le svisceriamo,a volte dunque,”catarticamente”,fisicamente…

  16. eckhart ha detto:

    Ops..la prima frase è una citazione da Atisha

  17. Sakshin ha detto:

    Eck:
    “Però,mi chiedo solo, come si possano conoscere tutte le nostre paure,le nostre insondabili radici,se non le svisceriamo,a volte dunque,”catarticamente”,fisicamente…”

    Sicuramente vivendole, affrontandole… ma, possibilmente, per andare oltre, crescere… per divenire realmente consapevoli.
    Non è facile perchè la mente può trovare sempre ideologie che favoriscono l’auto indulgenza, la coatta meccanicità, il narcisismo camuffato… la finta consapevolezza che si crogiola nella continua e reiterata sperimentazione… l’abuso.
    Non c’è niente di male sia nel porno che lo stare nell’nconsapevolezza… ma, per un ricercatore del vero è questione di essere onesti con se stesso.

  18. atisha ha detto:

    ECK: Però,mi chiedo solo, come si possano conoscere tutte le nostre paure,le nostre insondabili radici,se non le svisceriamo,a volte dunque,”catarticamente”,fisicamente…

    ATI: Sicuramente vivendole, affrontandole… ma, possibilmente, per andare oltre, crescere… per divenire realmente consapevoli.
    Non è facile perchè la mente può trovare sempre ideologie che favoriscono l’auto indulgenza, la coatta meccanicità, il narcisismo camuffato…
    aggiungo che andare oltre non è facile… lasciare il passato alle spalle non è facile…è nella natura dell’ego riproiettare il passato nell’avanti per riprendere forza, per riaddomesticarci e farci riattaccare all’esperienza passata..
    Come assumerne il controllo?
    ad un certo punto con la sola osservazione, reinterpretando gli avvenimenti attuali, invitando nuovamente la parte “angelica” al suo funzionamento, senza dover correre il “rischio” di riprovare a “totalizzare” l’esperienza di sempre..
    con Fiducia..
    Ogni volta che ci si lascia andare alla Fiducia, alla parte “angelica”, l’ego se ne accorge e smette di combattere… smette di favorire l’autoindulgenza che nominava Praj…
    (questo per ciò che ho osservato ed osservo in “me”)

  19. eckhart ha detto:

    Voi dite “favorire”, “invitare”…
    In fondo,mi pare,che ciò che consente il tutto sia l’attenzione profonda (e chi la consente?) e che dunque tutto “si stacchi” da sè al momento giusto.
    ( E che a volte ,inconsciamente,giustifichiamo pure questo sostare nell’invischiamento,perchè non lo riconosciamo sino fondo e crediamo di stare osservando..
    No,non è certo facile..)

  20. (Y)am ha detto:

    A volte il passato ci rimane sullo stomaco per mesi interi, pur accogliendolo, accettandolo..poi cosi come era arrivato se ne va..all’improvviso.
    Sul sesso c’e’ poco da dire….e’ una questione karmica..se lo vivi con la testa vuol dire che vivi anche tutto il resto con la testa……ma prima o poi qualcosa cambiera’….

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