
Vista da fuori, la caratteristica più impressionante dell’occidente è stata il suo dinamismo, la sua ossessione per lo sviluppo e la dominazione. Vista da dentro, la stessa caratteristica diventa la nostra fiducia nel progresso.
In particolare, negli ultimi quattro secoli, la nostra fiducia nei benefici del progresso scientifico e tecnologico. Magari non stiamo andando verso una direzione, ma stiamo fuggendo da un’altra, per evitare qualcosa che non vogliamo.
Non è troppo presto per affermare che forse la rivoluzione industriale non è stata all’altezza delle sue promesse, almeno per quanto riguarda la felicità, l’appagamento, la salute, la sanità mentale e la pace dell’uomo. Di certo, essa sta avendo un impatto terribile, e forse catastrofico, sulla Terra. La Tecnotopia sembra aver già fallito, ciononostante continui ad andare avanti, espandendo il suo raggio di azione e diventando sempre più arrogante e pericolosa. (Manner 1991, 7)
Senza tale fiducia, sarebbe molto difficile giustificare molte conseguenze di questo dinamismo: le grandi distruzioni ecologiche, la sottomissione di altre culture, il degrado sociale delle nostre comunità e così via. Ma se questi sono tutti gli effetti collaterali del progresso, OK, non possiamo fare la frittata senza rompere l’uovo!
Di sicuro, lo sviluppo tecnologico comporta dei problemi, ma per fortuna questi ultimi hanno a loro volta soluzioni tecnologiche. In altre parole, la cura per il progresso è più progresso. Ed è meglio così, perché tutti sappiamo – o siamo stati portati a credere – che è impossibile arrestare il progresso.
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