Andiamo oltre il gioco dei generi sessuali
Un pioniere del movimento degli uomini chiede di andare oltre il “gioco dei generi sessuali”.
«L’idea della liberazione totale è sbagliata ed estremamente distruttiva», diceva la burbera voce dall’altro capo del telefono, aggiungendo: «Una delle cose che francamente non mi piacciono del vostro giornale è il sostegno a queste persone, apparentemente “nell’assoluto” e totalmente liberate». Anche se il nostro giornalismo di indagine ci aveva spesso portato in territori inesplorati, dovevo ammettere che stavo sentendo qualcosa di nuovo.
Non erano passati nemmeno cinque minuti di quella che doveva essere un’intervista di un’ora e mezza, e già il nostro giornale e l’aspirazione su cui si basava erano sotto accusa. Per fortuna, ho pensato tra me e me, non ho chiamato Sam Keen per chiedere la sua opinione sull’illuminazione. E avendo scoperto di persona che egli non era uomo da usare mezze parole, mi sono sentito tanto più a mio agio nel porre a questo contemporaneo maestro del mito – una delle più influenti figure nel fiorente movimento della spiritualità degli uomini – le domande che avevamo preparato sul ruolo e l’influenza del genere sessuale nella vita spirituale.
Ci eravamo imbattuti nell’opera di Keen solo pochi mesi prima, quando, cominciando la nostra indagine sui rapporti tra il genere sessuale e la spiritualità, avevamo comprato il suo libro Fire in the Belly: On Being a Man (Nel ventre dell’eroe. Viaggio alla scoperta del nuovo maschio). Siamo subito rimasti affascinati da questo libro, una ricca e quasi lirica miscellanea di aneddoti autobiografici e teoria psicologica, che nei primi anni novanta è servito da punto di riferimento per migliaia di uomini desiderosi di liberarsi dai miti della cultura maschile.
Per diverse settimane, la sauna del nostro seminterrato si è trasformata in una specie di capanna sudatoria privata, dove alla sera gli uomini della redazione si riunivano con il nostro maestro spirituale per leggere l’avvincente analisi di Keen sulle influenze sociali e culturali che hanno modellato la psiche maschile alla fine del ventesimo secolo. Poiché tutti conoscevamo solo a grandi linee il movimento degli uomini, spesso le nostre esperienze venivano efficacemente illuminate dall’esplorazione dettagliata di Keen dei riti della guerra, del lavoro e del sesso: i tre campi che, secondo lui, definiscono il concetto di virilità ai giorni nostri.
Usando il suo stesso pellegrinaggio come modello, Keen nel libro si spinge anche a descrivere quella che considera la via futura dell’uomo moderno. Non contento degli slogan popolari del movimento degli uomini, “abbracciare il nostro lato femminile” o “liberare l’uomo selvaggio interiore”, egli mira a una via di mezzo tra questi due estremi, per riindirizzare “le fiere energie del guerriero… coltivate per secoli dagli uomini… verso la creazione di un futuro più promettente e consapevole”.
Nella sua “nuova visione della virilità” c’è poco spazio per l’eterna indagine su di sé che molti associano alle cose da uomini; piuttosto, egli invoca la nascita di una nuova razza di uomini eroici, appassionati e “maschi” che si assumano la responsabilità di affrontare le crisi ecologiche e sociali dei nostri tempi.