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preghiera.jpgLa definizione di preghiera per Larry Dossey è comunicazione con l’Assoluto. I suoi studi riguardano l’efficacia della preghiera sulla guarigione degli umani ma anche sugli animali e sulla crescita della piante.

In Medicina Transpersonale, il dr. Larry Dossey cita numerosi studi scientifici sull’efficacia della preghiera. Oggi esistono prove mediche a sostegno della tesi secondo cui la preghiera favorisce il processo di guarigione. Inoltre, alcuni studi documentano i risultati positivi della preghiera tibetana come strumento di intercessione.

Il dr. Dossey ha scritto otto libri, tra cui Il potere curativo della preghiera, ed è direttore esecutivo della rivista “Alternative Therapies in Health and Medicine”. Oggi il dr. Dossey vive a Santa Fe, nel New Mexico. È stato direttore del personale alla Humana Medical City Dallas e co-presidente della Tavola Rotonda degli interventi sul corpo/mente, dell’Ufficio di medicina alternativa e complementare e dell’Istituto Nazionale della Sanità.

Tricycle: Qual è la tua definizione di preghiera?

Larry Dossey: La mia definizione è molto vasta. La preghiera è la comunicazione con l’Assoluto. Tale definizione non scontenta nessuno, e ci spinge a precisare cosa intendiamo con comunicazione e Assoluto (quest’ultimo può prendere la forma di un Dio personale o meno).

Tricycle: Quando preghi, c’è un oggetto?

Larry Dossey: No. Offro la mia preghiera all’Assoluto nel modo più generale immaginabile. Ironicamente, questa è la forma più personale che la mia preghiera può assumere.

Tricycle: Cosa intendi con “Assoluto”?

Larry Dossey: L’Assoluto è indefinibile, ineffabile, inarticolabile e non specificabile. Se attribuisci delle qualità all’Assoluto, per definizione determini una qualità che non esiste. Niente è esterno all’Assoluto, altrimenti non sarebbe Assoluto. Per cui, quando prego, non voglio definire ciò verso cui prego, perché questo limiterebbe l’Assoluto. Ci sono delle cose in cui è meglio non intromettersi.

Tricycle: In che modo ritieni efficace una preghiera se non esiste una divinità?

Larry Dossey: Non credo che, affinché una preghiera sia efficace, occorra una divinità, così come questa è concepita nel mondo occidentale. Semplicemente, prego: “Avvenga la cosa migliore. Sia fatta la tua volontà”. Oppure: “Accada il risultato migliore”. Non ho bisogno di rivolgere queste preghiere a un’immagine di Dio. Naturalmente, nella nostra cultura la maggior parte delle persone ha un’altra opinione. Ho avuto l’opportunità di discutere con migliaia di americani sulla loro idea di preghiera. La maggior parte delle persone sembra credere che la preghiera consista nel parlare a una sorta di cosmica figura paterna, bianca e di sesso maschile, che è irascibile e preferisce che la gente le si rivolga in inglese. Per me, questa è idolatria e spudorato antropocentrismo.

Tricycle: Il buddismo zen ci mette in guardia contro la tendenza delle parole a celare la vera natura dell’illuminazione. Tu come vedi il contrasto tra gli insegnamenti sul silenzio e l’articolazione della preghiera?

Larry Dossey: L’essenza della preghiera va al di là dell’articolazione, delle parole. L’idea del Vuoto è preziosa. È qui che c’è l’azione. Mi sento molto più a mio agio con il silenzio. Adoro i commenti di Padre Thomas Merton, cui una volta fu chiesto: «Come preghi?», e la risposta fu: «Respirando». Secondo me, questo ci fa capire che nelle conoscenze esoteriche di molte religioni si onora il Vuoto, o il Grande Silenzio. Finora, le prove dimostrano che nessuna strategia detiene un monopolio. Virtualmente, ogni modello di preghiera esaminato raggiunge risultati.

Forme molto specifiche di preghiera articolata, finalizzate a risultati precisi, sono efficaci, così come l’entrare nel Vuoto, nel silenzio, senza chiedere assolutamente nulla. Questo mette in crisi le nostre idee secondo cui esiste un modo di pregare migliore degli altri. Sto parlando di circa duecento studi che analizzano la capacità di persone che pregano di influenzare vari soggetti, inclusi gli esseri umani, gli animali, le piante e persino i microrganismi. Questi studi scientifici sono stati pubblicati su vari giornali, negli ultimi tre decenni.

Tricycle: Nel tuo nuovo libro, citi molti studi sull’uso della preghiera negli ospedali: Mt. Sinai, Duke, Boston’s Deaconess Hospital. Quale dei recenti studi sulla preghiera ti ha più impressionato?

Larry Dossey: I miei studi preferiti sono quelli che riguardano tutto ciò che non è umano, perché è possibile farli con precisione fanatica. Per esempio, questi studi analizzano l’effetto della preghiera sui tassi di crescita dei batteri e delle piante, oltre che sui tumori negli animali. Alcuni di questi studi riguardano specifiche reazioni biochimiche. Ci sono dei ricercatori, in Francia e nell’Università del Tennessee, che hanno inibito la crescita dei funghi in capsule di petri usando la preghiera a distanza anche di 25 chilometri.

All’università di St. Joseph, a Philadelphia, la gente usava la preghiera tanto per inibire quanto per stimolare la crescita dei batteri in provetta, in un periodo di ventiquattro ore. Questa è la parte più interessante negli studi sulla preghiera. Ma, ovviamente, la maggior parte delle persone sono più interessate all’effetto della preghiera al livello umano.

Tricycle: Nel 1998, il Mantra Study Project fu condotto dal dr. Mitchell Krocoff nell’ospedale Duke, e ha analizzato l’uso di cinque terapie noetiche (tra cui la preghiera), nell’ambito di uno studio su 150 pazienti di cardiologia. Quelli nel gruppo di preghiera hanno mostrato una riduzione dal 50 al 100 per cento degli effetti indesiderati dell’angioplastica e del cateterismo cardiaco rispetto al gruppo di terapia standard, senza la preghiera. Cristiani, monache carmelitane, battisti, moravi, ebrei e monaci tibetani hanno pregato per questi pazienti da luoghi lontani come il Nepal. Perché sono state usate queste diverse tradizioni, e cosa è stato detto agli oranti riguardo le persone per le quali stavano pregando?

Larry Dossey: I critici talvolta affermano che i ricercatori che studiano la preghiera hanno un intento segreto, cioè fare pubblicità al loro credo religioso. Il progetto Mantra ha eliminato questa obiezione facendo ricorso alla preghiera di intercessione di molti gruppi religiosi. E ciò impedisce a qualsiasi religione di rivendicare meriti. I nomi delle persone del gruppo di preghiera sono stati detti alle sorelle carmelitane di Baltimore e sono stati inviati per e-mail o telefono ai monaci buddisti del monastero Kopan, nel Nepal, e del monastero Malanda, in Francia. Nei monasteri buddisti, i partecipanti hanno seguito le istruzioni di Lama Zopa Rinpoche e hanno praticato le cerimonie del Buddha della Medicina con il nome di ciascun paziente.

Il nome dei pazienti è stato inserito anche nel sito web della Gerusalemme Virtuale, i cui gestori hanno messo preghiere scritte nelle fessure del Muro Occidentale di Gerusalemme. Poi essi sono stati mandati alla Silent Unity, che è un gruppo cristiano interconfessionale di preghiera, nel Missouri, ai battisti, ai moravi e alle congregazioni della Chiesa della Vita Abbondante nel North Carolina. Tutti questi gruppi hanno pregato collettivamente per i pazienti, con la frequenza e la durata solite per loro. In tal modo, è impossibile accusare i ricercatori di fare pubblicità a una religione particolare.

Tricycle: Secondo lo studio, i pazienti non sapevano che si stava pregando per loro. Quale pensi che sia stato l’elemento chiave che ha reso efficaci le preghiere?

Larry Dossey: La mia opinione è che il ruolo centrale dell’amore e della compassione sia il fattore più importante alla base del successo della preghiera, in generale e in questo studio.

Tricycle: In un articolo di Glenn Mullin sulla preghiera si dice: “La preghiera nel buddismo… diventa una pratica buddista solo quando è accompagnata dalla consapevolezza della natura vuota dei tre circoli: la persona orante, la preghiera stessa e l’atto di pregare”. Cosa rispondi all’affermazione che non esiste un valore o uno status intrinseco alla preghiera?

Larry Dossey: Sono d’accordo al mille per cento. Anche se qualcuno analizzasse diversamente la preghiera buddista, dovremmo sempre fare i conti con gli studi che mostrano, semplicemente, che la preghiera buddista fa effetto. Quindi, per quanto noi si possa sezionare ed esaminare la preghiera buddista, le prove mostrano che è efficace.

Tricycle: Secondo te, dove sono dirette le preghiere?

Larry Dossey: Credo che la consapevolezza in generale, e la preghiera in particolare, siano non-locali. Cioè, la mente non è localizzata o confinata nel corpo, ma si estende all’esterno di esso. Ciò implica che la consapevolezza e la preghiera sono infiniti nello spazio e nel tempo. Se qualcosa è infinito nello spazio, vuol dire che è onnipresente. Ciò implica che le preghiere non si dirigono da nessuna parte: infatti, essendo onnipresenti, sono già là. La stessa analogia si applica al tempo.

Se qualcosa è non-locale nel tempo, è presente ovunque in quest’ultimo, ed è quindi eterno e senza tempo. Dunque, non esiste direzionalità nella preghiera, né nello spazio né nel tempo. Ciò ovviamente è in contrasto con la concezione occidentale della preghiera, secondo cui essa viene inviata al Divino e da questi deviata verso l’oggetto della preghiera. Quindi, possiamo affermare che il modo occidentale di pregare tende a essere altamente locale, mentre la preghiera buddista è non-locale.

Tricycle: Nel tuo libro, affermi di chiedere frequentemente ai laici perché pregano. Perché preghi, tu?

Larry Dossey: È la mia natura. Esiste un detto cinese: “Un uccello non canta perché sta cercando una risposta. Canta perché ha un canto”. Quando prego, sto semplicemente intonando il mio canto.

E ora, finché dura lo spazio,
Finché esistono esseri da scoprire,
Possa io allo stesso modo continuare a vivere
Per lenire le sofferenze di coloro che vivono.

Shantideva, Bodhisattva-caryavatara 10:55
Tradotto dal Gruppo di traduzioni Padmakara in A Flash of Lightning in the Dark of Night (Shambala, 1994).]

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Larry Dossey. Il potere curativo della preghiera. RED. 1996. ISBN: 8870312852

Larry Dossey. Medicina transpersonale. Il potere curativo della mente. RED. 2001. ISBN: 8870314901

Larry Dossey. Spazio, tempo e medicina. Mediterranee. 1983. ISBN: 8827206469

Originalmente pubblicato su Tricycle magazine, www.tricycle.com, per gentile concessione.
Traduzione di Gagan Daniele Pietrini
Copyright per l’edizione Italiana: Innernet.

One Response to “Preghiera e guarigione: la forza delle parole”

  1. Giusy ha detto:

    La preghiera funziona perche’ narcotizza chi la recita.
    http://ilcredino.blogspot.com/

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