Nelle rappresentazioni ci imbattiamo nel fenomeno per cui i rappresentanti hanno accesso a conoscenze che in realtà possono essere disponibili solamente alle persone che essi rappresentano. In altre parole: i rappresentanti percepiscono le sensazioni e i rapporti fra le persone estranee che essi rappresentano. Questo è il fondamento su cui si basa il lavoro sulle costellazioni familiari, senza il quale le costellazioni non sarebbero immaginabili.
Il cliente chiede una rappresentazione perché si sente insicuro nel suo ruolo di uomo. Fra gli altri cinque partecipanti di sesso maschile al seminario ne sceglie uno per rappresentare il padre e uno per sé. Poi sceglie una rappresentante donna per la madre. Quindi, senza parlare, assegna a ciascuno di essi un posto nella scena.
Ha disposto il padre in modo che questi guardi verso l’esterno. Rispondendo a una domanda, il padre (ovviamente il suo rappresentante) afferma di sentirsi debole ed escluso dalla famiglia.
Da ulteriori domande del terapeuta emerge che il fratello maggiore del padre è caduto in guerra. Quando nella rappresentazione viene introdotto un rappresentante di questo fratello, il padre lo guarda con aria raggiante. Vuole andare verso di lui. Anche il figlio è sollevato e felice quando vede lo zio defunto.
Chi prende parte a una rappresentazione per la prima volta rimane sorpreso. In che modo i rappresentanti arrivano a queste sensazioni e reazioni? Ma sarà tutto vero? Non può dipendere tutto dalla fantasia dei rappresentanti? Non sarà solo una bella scenetta? Eppure quello che i rappresentanti provano non è sempre affettuoso e prevedibile.
La cliente mette in scena una rappresentazione in cui sono presenti fra gli altri una rappresentante della nonna e uno del primo marito di questa, morto in guerra. I due si guardano. Suggerisco alla nonna questa frase: “È stato brutto per me perderti”. La nonna lo guarda per un momento. Poi gli dice spontaneamente: “No. Ne sono stata felice”.
Queste uscite improvvise sono scioccanti. Non nascono da informazioni supplementari. Forse dietro di esse si nascondono i problemi personali della rappresentante? Non starà mettendo in scena la storia personale della sua famiglia?
I clienti però confermano sempre spontaneamente la validità delle parole dei rappresentanti. “Nella mia famiglia le cose stanno proprio così”, ripetono sempre. Anzi, può capitare che un rappresentante utilizzi esattamente le frasi che un membro della famiglia ha sempre usato, che ne assuma la medesima postura o che manifesti gli stessi sintomi fisici senza che se ne sia parlato prima.
I posti all’interno di una rappresentazione hanno la loro energia, per cui chiunque si trova in quel posto reagisce in modo analogo. Anche gli altri rappresentanti non accolgono con sorpresa o perplessità frasi inaspettate come quella di prima. Ciò che viene detto si dimostra vero per tutti. Continue Reading »