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97 Responses to “Madhukar parte 2”

  1. eckhart ha detto:

    Gianni:Anche se questo “non c’è problema” dovesse girare e rigirare al mercato, sulla piazza o in azienda contraffatto da saggezza advaita , “filosofia perenne” o “illuminazione-jet”, sarebbe pur sempre una semplice patacca.
    °°°°°°°°°°°
    Certo,formulato come concetto della mente,o come paroleparole, è..una semplice patacca..

  2. Bipo ha detto:

    La semplicità è complessa, e la complessità è semplice.

    La patacca è vera, e la verità è una patacca.

    Il concetto è irreale, e l’irrealtà è un concetto.

    La mente è vuota, e la vacuità è mentale.

    la parola è falsa, e la falsità è una parola.

  3. paritoshluca ha detto:

    17eckhart

    Ecco,appunto..un altro concetto,un’altra teoria giustificativa della mente..
    visto che non può trascendere se stessa.
    Non è orticaria ,nè condanna (ognuno fa quel che fa,vuole,può)
    ma constatazione.

    …………….
    Appunto..
    la constatazione è che la mente uscita dala porta rientra dalla finestra.. col negare l’attaccamento ai concetti..dimenticando che attaccamento e non attaccamento sono subordinati a chi si dovrebbe attaccare o staccare..
    L’unica regola..nel viaggio interiore..è che non ci sono regole..e alle volte anche l’attaccamento consapevole supplisce ad altri attaccamenti ben più pericolosi..
    Navigando sul piano mentale ..è pericoloso predicare il non attaccamento assoluto..perchè ci attacchiamo a quest’idea e la rivoghiamo all’infinito come un drogato col suo chiedere la roba..
    e una volta usciti dal piano mentale..parlare di attaccamento è solo constatare la difficoltà a farlo..
    oppure a bearsi di questo concetto ..innalzato alle vette della Conoscenza..pur rimanendo sempre un concetto teorico..

  4. eckhart ha detto:

    Paritosh:L’unica regola..nel viaggio interiore..è che non ci sono regole..
    parlare di attaccamento è solo constatare

    °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

    Concordo su ciò.
    Constatare è solo constatare…
    e senza conclusioni ulteriori può provocare un nuovo insight.
    Non c’è altro fine..che sarebbe solo un aggrapparsi della mente.

  5. matil ha detto:

    Benritrovati!
    Un saluto a vecchi e nuovi partecipanti.
    Vorrei esprimere il mio ringraziamento a Paritosh per i suoi interventi in particolare su questo argomento, ed ancora più in particolare mi riferisco ai commenti n. 56 e 87 del precedente post, ma anche al n. 98 dedicato ad un bell’intervento di Gianni De Martino; ringrazio anche lui per gli spunti di riflessione contenuti nei suoi interventi, oltre che per le notizie colte che mette a disposizione nel suo argomentare, e per la sua scrittura davvero così gradevole.
    Infine (ma non ultimo) è un gran piacere per me rivedere su questi schermi tracce di quell’insuperabile superlanciaca…te spaziali a lui invio cari saluti ed un augurio di serenità.
    ciao.
    matil

  6. Bipo ha detto:

    Grazie matil, il mio ego si gonfia… Ed io (io chi?, sempre l’ego?) lo sto a guardare, con un po’ di compiacenza, come direbbe ati…

  7. eckhart ha detto:

    Il Maestro di Madhukar, come di molti altri ,tra questi maestri neoadvaita, è Poonia.
    Sembra quasi un Movimento.E’ singolare osservare come quasi tutti provengano da una permanenza con Osho.
    Poonja era discepolo di Ramana Maharshi,da più parti considerato il Saggio per eccellenza del diciannovesimo secolo.
    Ecco qualche stralcio di suoi discorsi,interessante per capire meglio il “fenomeno”neoadvaita,secondo me..

    “Non cercare di capire.
    Sei in difficoltà perché vuoi capire.
    Smettila di voler capire la libertà.
    Voler capire è schiavitù.E’ possibile capire gli oggetti,ma come potresti capire ciò che non è soggetto né oggetto?
    Quando hai rinunciato a tutto,sei libero.Libero da Dio,libero dalle scritture,libero dal samsara.
    Prima togli l’attività,il fare,che è pensare e sperimentare,poi togli l’io.
    Allora potremo incominciare.
    Allora ci sarà spazio per interessanti discussioni.
    Sii sincero e onesto,e non preoccuparti dei metodi.
    Il Sé interiore è Coscienza.
    Se non conosci il metodo giusto,esso ti guiderà.
    Non puoi studiare per essere ciò che Sei.
    Non devi capire niente per respirare.
    Il Diamante che cerchi è vicinissimo,ancora più vicino del respiro.
    Ma lo cerchi nelle tasche del Buddha.
    Svuota completamente le tasche della tua mente.
    Cerca dove non c’è distanza,dove non c’è nulla da fare.
    Chissà ,forse è troppo facile…”
    POONJA

  8. paritoshluca ha detto:

    Quando Osho morì molti si avvicinarono a Poonja..perchè avevano bisogno di una figura vivente di riferimento..
    e per quello che dice..Osho dice le stesse cose..ma dice anche che la mente è talmente incarognita che senza qualche scozzolamento..non lascia la presa..
    Se invece lascia la presa solo a discorsi..in Osho non c’è nessun probema a farlo..perchè non ha mai detto che le tecniche non rafforzino l’ego..ma nel medesimo tempo…dice anche che bisogna fare qualcosa quando siamo in posizione di stallo..
    Ed è la polemica con Krishnamurti..che si ricrea continuamente..
    e anche la delusione di Krishnamuri a vedere che i suoi discepoli non erano minimamente cambiati..
    Se poi qualcuno cambia a chiacchiera..ottimo.!
    Tutta fatica risparmiata…

  9. eckhart ha detto:

    Concordo che Krishnamurti,come Maestro,porti allo stallo..
    Osho,rispetto ai maestri advaita,lo vedo come “sgrassatore dell’ego” …quindi diventa chiaro come dopo si senta la necessità di cambiare..(senza rinnegarlo chiaramente)
    E allora le tecniche non importano più,anzi diventano un impedimento..
    Perché ci vuole, nel Balzo finale, qualcosa di più radicale e assolutamente non mentale:
    per questo si giunge “naturalmente” presso un maestro Advaita.
    Ma prima ,in effetti,non avrebbe senso:ce la racconteremmo..
    (Questo in linea generale..non è chiaramente una regola..)

  10. Bipo ha detto:

    Mi sembra interessante notare come la questione delle scuole, degli approcci, delle linee guida, a volte si conformi in termini di “partigianesimo” o “partitismo”. Ci sono gli advaitin, i neo-advaitin, gli zen, i sannyasin oshani, i krishnamurtiani, gli almaasiani…

    E’ sicuramente una mia proiezione. Ma ci vedo anche tanta mente. Non voglio condannarla, è il suo mestiere quello di dividere, classificare, ecc. Ma a volte si spinge a voler determinare ciò che è meglio, ciò che è “avanti”.

    Se le cose stanno esattamente come devono essere, allora ciò significa che è giusto che (sparo, magari è giusto) Eck sia sugli advaitin, Ivo su Almaas, Sak su se stesso, Doghen sullo zen, io chissà dove…

    E se qualcuno sente qualcosa che lo attira in quel che sostiene qualcun altro, allora magari c’è un cambio di direzione che sta avvenendo, o c’è una resistenza che deve esserci…

    Ognuno di noi è la Via di se stesso, la Via è diversa per ognuno e contemporaneamente è la stessa.

    Namasmè.

  11. sakshin ha detto:

    Se le cose stanno esattamente come devono essere, allora ciò significa che è giusto che (sparo, magari è giusto) Eck sia sugli advaitin, Ivo su Almaas, Sak su se stesso, Doghen sullo zen, io chissà dove…

    E se qualcuno sente qualcosa che lo attira in quel che sostiene qualcun altro, allora magari c’è un cambio di direzione che sta avvenendo, o c’è una resistenza che deve esserci…

    Ognuno di noi è la Via di se stesso, la Via è diversa per ognuno e contemporaneamente è la stessa.

    *****

    Condivido.
    Anche se tutto ciò che c’è da sapere è lì davanti a noi, ma non lo vogliamo o possiamo vedere: è una sorta di esoterismo naturale, segreto non nascosto.
    L’informazione profonda che attiene all’Essere, anche se offerta alla sola riflessione, da parte della maggioranza degli individui è rifiutata, inascoltata, perchè in qualche modo inquieta, fa paura… da sempre.
    Mentre la menzogna, la consolazione, trovano sempre numerose platee pronte all’applauso, all’inchino…
    Ciò che incoraggia la finzione, la commedia, l’illusione, affascina… da sempre
    Quindi non c’è bisogno di nascondere l’informazione diretta sull’Essere, perché essa viene fuggita appena la si scorge, perchè la si avverte come pericolo, come possibile distruttrice della nostra falsa identità… da sempre.
    Si vede che gli individui amano essere naufraghi… piuttosto che timonieri.

  12. sakshin ha detto:

    Bipo:
    E’ sicuramente una mia proiezione. Ma ci vedo anche tanta mente.
    ****

    Se si capisce che il senso dell’ego non è fondamentale, la prospettiva esistenziale si trasforma. Se si intuisce questo principio non duale, la vita diventa più semplice, anche se non necessariamente più facile.
    Tutto resta come prima, perché in realtà non cambia niente. Se prima dovevamo prendere delle decisioni continueremo a doverle prendere, perché la vita significa fare delle scelte. Prima, quando dovevamo scegliere, pretendevamo che i risultati di queste decisioni fossero in accordo con la “nostra” volontà e ci sentivamo frustrati se il risultato era diverso dalle nostre aspettative.
    Con la comprensione profonda, continueremo a fare scelte e fare il possibile affinché si concretizzino i risultati sperati, ma accetteremo qualsiasi esito perché sappiamo che non dipende da noi.
    E’ in ciò che sta la differenza essenziale.
    Anche quando questa comprensione succede solo a livello intellettuale, essa già produce degli effetti rimarchevoli: le interferenze della mente concettuale, emotivo-reattiva, sulla mente funzionale ”“ quella che non ha bisogno del senso dell’ego – diventano meno frequenti e si è consapevoli del fatto che le conseguenze dell’azione sfuggono al nostro controllo.
    Una volta libera dagli influssi e condizionamenti della mente identificata, la mente funzionale diventa sempre più efficiente e qualsiasi cosa ci accingiamo ad attuare è certo che la faremo in maniera più efficace.
    Perciò è utile analizzare, al fine di vedere come funzioniamo realmente, le nostre azioni e cercare di scoprire se sono veramente “nostre” come crediamo, o se sono eventi che non dipendono da noi.
    Approfondendo questa obiettiva e impersonale osservazione attraverso l’esperienza reiterata, l’ego non può che indebolirsi sempre di più ed, in concreto l’approccio alla vita si semplifica e si fa più spontaneo perché, con questa realizzazione, c’è meno senso di sè, orgoglio, meno sensi di colpa, meno odio e invidia… tutte cose che sono legate al senso dell’ego, alla erronea percezione di essere agente personale,
    Ciò non vuol dire che questi sentimenti non si mostreranno più, ma non ne resteremo coinvolti o, almeno, lo saremo sempre meno, non più come prima. Fino al punto che, un giorno, non ci saranno più.
    Allora il vivere sarà fluido e naturale come potrebbe sempre essere se ci fosse la comprensione di chi Siamo.

  13. doghen ha detto:

    Anch’io condivido quello che dice Bipo.
    Con una precisazione.
    La chiarezza è importante.
    La chiarezza vuol dire che l’insegnamento ti metta di fronte i punti chiave, che credo siano:
    1) Non esisti, se non nei tuoi pensieri;
    2) Il corpo morirà, quindi devi risolvere il problema della vita e della morte da solo;
    3) Qui non si guadagna niente, non c’è niente da ottenere;
    4) Da qui non si fugge.
    Mi sembra una buona base di partenza.
    L’insegnamento che non ti mette di fronte a questi fatti, potrebbe essere carente…..

  14. eckhart ha detto:

    Se ti identifichi col tuo corpo e con i tuoi pensieri,(ovvero è il tuo pensiero stesso a farlo)
    è ovvio che non esisti..
    Ma chi afferma ciò…ovviamente c’è qualcos’altro,una Coscienza che Sa segretamente cosa Sei ,per stabilire cosa non sei..
    Sakshin indica un esoterismo naturale,da riscoprire e che lo Sa …
    Cosa Sei..questo un ottimo punto di partenza per indagare,per scoprire..
    Ma non con la mente concettuale.

  15. vagabondo ha detto:

    Per tutti quelli che sostengono che Krishnamurti porti allo stallo.

    Volevo farvi notare che Krishnamurti non si è mai definito Maestro e che le sue parole semplicemente non lasciano appigli mentali. Forse proprio per questo motivo vi sembra che porti allo stallo…perché le sue parole non vi permettono di razionalizzare e rendere dottrinale il messaggio ma vi inducono a vedere quello che siete veramente.

    Ho seguito con molta attenzione e in disparte tutta la discussione e mi ha colpito molto il livello culturale di alcuni e la profonda semplicità di altri. Vi faccio i miei complimenti siete un bel gruppo.
    Senza malizia, mi sono meravigliato che anche eckart sostenga che Krishnamurti porti allo stallo. Mi sembra di capire che lui stesso valorizzi il messaggio fondamentale dell’advaita che come tali si propone la fine della ricerca e la realizzazione di cio che È. Ricordo a chi ha letto Krishnamurti che lui stesso sostiene che la ricerca è un gioco della mente. Ricordo anche che lui stesso parla di filosofia negativa che per sua natura non cerca di affermare la verità ma la falsità di qualcosa. Secondo tale filosofia non possiamo sapere che cosa siamo…ma possiamo sapere che cosa non siamo in modo da togliere convinzioni errate finchè la verità non emerge. Esempio comprendere che non siamo il nostro corpo, la nostra mente, la nostra macchina ecc ecc.

    Krishnamurti parla sopratutto dell’identificazione e nei suoi discorsi ci mette d’avanti ad essa. Non propone ricette ma con il suo modo di essere, con le sue parole dirette che non lasciano appigli smonta quella struttura di convinzioni che spesso coltiviamo e valorizziamo.

    Mi metto io stesso in prima fila. Accumulare (informazioni, elevazione, amore) è una delizia per la mente e nell’accumulo spesso ci sembra, spesso mi è sembrato, di progredire.
    Mi è sembrato di essere migliore cosi…di non sprecare il mio tempo.
    E questa non è altro che un altra figura nella mente, non trovate? Un’altra espressione dell’ego. Come dite qui, raccontarsela.

    Ho scoperto da poco l’advaita grazie al libro: Tu sei ciò che cerchi di John Greven. Mi ha colpito molto e nella filosofia advaita trovo la stessa semplicità e messaggio diretto che ho letto nei discorsi di Krishnamurti. Per questo non capisco perché dite che Krishnamurti porta allo stallo.

    Il movimento, il progredire, non è forse della mente e dell’ego?

    Chi progredisce? Chi subisce lo stallo?

    Ah…se si potesse mettere sotto scacco-matto l’ego….

    ^____________^

    ma ahimè…chi lo vorrebbe mettere sotto scacco?

    Namaste

  16. eckhart ha detto:

    Caro vagabondo capisco ciò che dici..forse il mio giudizio è viziato dal fatto che lessi Krishnamurti all’inizio del mio “percorso” … quando riuscivo ad intellettualizzare tutto,e a farne una filosofia..da qui lo stallo.
    Comunque ,chi ha seguito per una vita solo i suoi discorsi,sembra concludere la stessa cosa..
    Non so..forse sarà che parlando troppo all’individuo,i suoi discorsi portano ad una certa identificazione.
    Riporto qui questo dialogo di Ramesh Balsekar (grande Maestro Advaita) proprio sull’argomento:
    “Domanda:
    Tu hai reso tutto così chiaro,che mi chiedo perché ho dovuto ascoltare Krishnamurti per trent’anni.
    Ramesh Balsekar:
    Maharai (Nisargadatta) inizia dove Krishnamurti finisce.
    Ovviamente i tuoi trent’anni sono stati una preparazione. Che cosa ti ha condotto qui oggi?Quei trent’anni! Se non avessi alle spalle un lavoro di trent’anni, nostro dialogo non sarebbe così illuminante.”
    

  17. atisha ha detto:

    eck: (Balsekar) ..Maharai (Nisargadatta) inizia dove Krishnamurti finisce.
    Ovviamente i tuoi trent’anni sono stati una preparazione. Che cosa ti ha condotto qui oggi?Quei trent’anni! Se non avessi alle spalle un lavoro di trent’anni, nostro dialogo non sarebbe così illuminante.”

    atisha: più che condivisibile! per me Osho è finito dove è iniziato Krishnamurti.. e Krishnamurti è finito dove è iniziato Nisargadatta.. e Nisargadatta (e altri) è finito dove…. dove…
    beh, non lo dico.. quello è un Punto importante… un Inizio dove è possibile ormai camminare a piedi e giocosamente OVUNQUE!

    namastè

    Ps… a parte la personale sequenza, io credo che un po’ tutti i maestri ad un certo punto della nostra ricerca personale portino a stallo.. perchè ognuno ha da regalarci ed Insegnarci con la propria peculiarità..
    trovo sia quasi impossibile “camminare” con un solo maestro..

    :-)

  18. sakshin ha detto:

    Naturalmento, giocando…
    per me, Balsekar ha “finito” dopo che Osho aveva “iniziato” e Nisargadatta approfondito.
    Invece J. Krishnamurti, pur essendo un grande, non mi ha mai toccato, affascinato… coinvolto.
    Però capisco che possa piacere, essere fonte d’ispirazione per altri.
    A ciascuno il suo… viaggio.

    Sak ;-)

  19. paritoshluca ha detto:

    Bè..bisogna camminare molto per arrivare al punto da cui eravamo partiti..

  20. massimo moretti ha detto:

    leggendo i commenti di questo articolo ritrovo il sapore dell dialogo sincero e diretto che sentivo nei forum di alri tempi.
    voglio quindi salutare tutti i partecipanti allo scambio di parole.
    venendo al lavoro in moto questa mattina querdando la strada scorrere e l’aria ed il sole sul volto .. sentivo di essere questo eterno momento.

    io sono questo eterno momento
    cosi’ semplice da dire cosi’ semplice da fare basta ricordarselo.

    nessuno sforzo nè lavoro sono cio che sono cosi come sono….
    per chi vuole puo’ vedere in cio’ solo giuochi di parole ma sono i suoi giuochi.
    questo etermo momento mi è testimone indistruttibile .

    e allora cosa sono illuminato anche io?………

    le caratteristiche dell’illuminazione è completamente realizzato e completamente privo di difetti
    senza piu’ la possibilità di ricadere senza piu’ impronte mentali , consapevole costantemente nella vita e nel sogno e nella morte .

    mi guardo e scopro in mè ancora tante predisposizioni e a volte sono felice, a volte sono triste … e quando dormo non so’ dove sono….
    no’ non sono illuminato, ma questo eterno momento mi testimonia che sono sul sentiero…

    ciao
    Massimo

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