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Dio nel cervello

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FL Mershberger (1990). Una intepretazione della Creazione di Michelangelo basata sulla neuroanatomia.Le teorie di Newberg, spiegata nei dettagli in “Dio nel cervello”, sono numerose: spaziano dal perché il nostro innato cervello spirituale è sopravvissuto all’evoluzione, fino alla speculazione sulle radici biologiche del fondamentalismo religioso. L’esperienza mistica in accordo al suo pensiero può essere considerata una normale funzione dell’attività cerebrale.

Il Dott. Andrew Newberg è, come lui stesso afferma ridendo, “bloccato” tra la spiritualità e la scienza. Fin dalla pubblicazione del suo libro, Dio nel cervello (Why God Won’t Go Away in edizione originale), il professore dell’Università della Pennsylvania ha tenuto conferenze sulla scienza agli uomini di religione, e agli scienziati sugli uomini di religione. Si è fatto ammiratori e critici su entrambi i versanti del dibattito scientifico-religioso, ed è in grado di parlare facilmente a tutti e due, perché nemmeno lui è sicuro di ciò in cui crede.

Durante i trentacinque anni della sua giovane vita ha valutato le alternative a sua disposizione: dalla spiritualità della sua famiglia Ebrea riformista, alla scienza che, per il suo splendore, lo ha spinto a entrare nel mondo accademico. La sua disponibilità a entrambe – la scienza e la spiritualità – lo collocano nel numero sempre maggiore di pensatori che stanno avvicinando questi mondi distinti.

Oltre ai grandi interrogativi esistenziali, Newberg possiede solide convinzioni, la più salda delle quali al momento è la certezza di aver scoperto qualcosa di enormi proporzioni: le ragioni biologiche per cui gli esseri umani sono predisposti al pensiero religioso, per cui i nostri cervelli “si rivolgono a Dio”. Egli ha fiducia anche nel suo metodo, che fonde il rispetto per ciò che la scienza può rivelarci sul mondo con la comprensione che essa “non può accompagnarti fino in fondo alla strada”.

Dieci anni fa, questo atteggiamento equilibrato condusse Newberg a stringere una relazione di lavoro con un certo Eugene d’Aquili, una specie di antropologo che aveva studiato l’attività del cervello dei partecipanti a rituali religiosi. I due cominciarono a chiedersi come avrebbero potuto ottenere dei dati quantificabili relativi all’esperienza spirituale. La loro risposta fu di riprendere delle immagini dei cervelli dei meditatori del buddismo tibetano e delle monache francescane nel culmine dell’estasi spirituale.

Newberg e D’Aquili (che morì nel 1998) chiesero ai buddisti e alle suore di lasciare i loro santuari e di meditare in una stanza oscura all’University of Pennsylvania Hospital. Coloro che accettarono si sedettero in una stanza illuminata da poche candele, con una cordicella d’aquilone legata alle dita e una flebo fissata nel braccio. Essi avrebbero iniziato a pregare o a meditare. Dopo circa un’ora, al momento in cui si stava verificando un picco di trascendenza, i soggetti avrebbero strattonato la cordicella. Collegato all’altro capo del filo c’era il Dott. Newberg, seduto in una stanza adiacente. Questa era l’indicazione per Newberg di somministrare del liquido radioattivo attraverso la flebo. Qualche momento più tardi il soggetto pregante, con il liquido radioattivo nel cervello, sarebbe stato velocemente mandato al Nuclear Medicine Department dell’Università e fotografato da una potente macchina fotografica sensibile alla radioattività.

Newberg e D’Aquili lessero attentamente le immagini cercando delle forme ricorrenti. I ricercatori non erano interessanti tanto alla radioattività in sé, quanto all’attività neurologica indicata dai movimenti della radioattività. Buddista dopo buddista, suora dopo suora, si ebbero dei risultato coerenti. Primo, ma non a sorpresa, l’area del cervello associata con la concentrazione, la Attention Association Area (AAA) [Area dell’Associazione e dell’Attenzione], mostrava un’accresciuta attività nei soggetti preganti, in confronto ai non preganti. Ma la scoperta che provocò la maggiore eccitazione fu che le informazioni neurologiche dirette verso l’Oirentation Association Area (OAA) [Area dell’Associazione e dell’Orientamento] si erano grandemente ridotte, o “deafferentizzate”.

La OAA, situata in cima alla sezione posteriore del cervello, è quella parte responsabile dell’orientamento del corpo nello spazio fisico. Uno dei modi con cui tale orientamento viene determinato è definire chiaramente i limiti del corpo di un individuo, cioè distinguere il “te” dal “non-te”. Se quest’area non disponesse di alcuna informazione sensoriale per svolgere il suo compito, la logica conseguenza sarebbe che l’individuo non potrebbe determinare dove finisce lui – o lei – e comincia il resto del mondo.

Newberg e D’Aquili reputarono questa mancanza del senso fisico di sé molto simile a ciò che avevano letto a proposito dell’unione mistica con il Divino, senza parlare della testimonianza resa dai soggetti meditanti sul loro sentirsi “tutt’uno” con l’universo. Newberg e D’Aquili credettero di aver scoperto la radice fisica dell’ego, e il modo con cui i loro soggetti di laboratorio ne sospendevano l’attività.

Dopo questa gigantesca scoperta, Newberg e D’Aquili cominciarono a valutarne le innumerevoli implicazioni. Le loro teorie, spiegate nei dettagli in Dio nel cervello, sono numerose: spaziano dal perché il nostro innato cervello spirituale è sopravvissuto all’evoluzione, fino alla speculazione sulle radici biologiche del fondamentalismo religioso. Inoltre, loro sono convinti che tali scoperte rendano impossibile liquidare l’esperienza spirituale come il prodotto di una mente ingannevole o di un modo di pensare fantasioso, come sostengono i “materialisti razionali”. Al contrario, l’esperienza mistica può essere considerata una normale funzione dell’attività cerebrale.

Non appena il libro è arrivato in libreria, Newberg ha cominciato a viaggiare e a tenere conferenze a vari gruppi di persone sul continuum scienza/spiritualità (in cui un polo era rappresentato dal materialismo razionalista, l’altro dalla fede totale nel Divino). Le interpretazioni delle sue scoperte sono state variegate quanto i gruppi cui si è rivolto. Molte persone, all’interno delle chiese tradizionali e dei gruppi new age, sentono che la sua scoperta conferma la loro convinzione secondo cui, quando stanno pregando o meditando, qualcosa di fisico accade effettivamente all’interno della loro testa. Altri non ne sono così entusiasti. Io stesso all’inizio rimasi un po’ freddo di fronte al pensiero che le meravigliose sensazioni di unità che provavo intonando dei mantra fossero possibili solo grazie al “soffocamento” di una parte del mio cervello. Il processo sembrava troppo meccanico, come se io fossi un robot.

La pratica semplicità del processo mi spinse a chiedere a Newberg se in questo mondo della chirurgia cosmetica e della clonazione produrremo, un giorno, esperienze spirituali grazie alla chirurgia cerebrale specializzata. Newberg pensa di no, e per dimostrare il suo punto di vista fa riferimento agli sciamani che usano sostanze psicoattive allo scopo di raggiungere stati visionari. Il contesto culturale in cui operano questi sciamani è, secondo lui, una componente essenziale nel raggiungimento di tali stati. Inoltre, le persone che hanno ricevuto dei danni alla loro OAA non mostrano alcun segno di esperienze di unità con Dio. La scienza può arrivare solo fino ad un certo punto. La sacralità culturale delle tradizioni spirituali – i riti – sono necessari.

Mentre le persone inclini alla spiritualità sono giunte a interpretazioni che spaziano da una maggiore convinzione nel potere della preghiera alla mia ansia nei confronti delle scoperte scientifiche, certi pensatori atei si rallegrano, sostenendo che Newberg e D’aquili abbiano rinforzato la loro tesi secondo cui Dio non esiste, dal momento che sensazioni di unione non sembrano pervenire da un potere più alto, ma dal risultato di un processo neurologico, una OAA “temporaneamente accecata”, come la definisce Newberg. Quando gli chiedo spiegazioni su questa interpretazione, Newberg mi racconta ridendo il dialogo con alcuni di questi atei: «Spesso sono molto più veementi delle persone religiose».

Newberg è entusiasta del dibattito sul suo lavoro condotto da ogni tipo di persone, ma pensa che la negazione sostenuta dagli atei della realtà dell’esperienza spirituale – solo perché quest’ultima può essere localizzata nel cervello – dia troppa importanza alle sue foto del cervello, ignorando ciò che egli chiama la “la prospettiva fenomenologica”; ovvero, il riconoscimento che i suoi soggetti di laboratorio credono di aver sperimentato l’unione. Benché l’esperienza dell’unione da parte di una persona non possa essere misurata (il che è la condizione richiesta dalla scienza per ammettere l’esistenza di qualcosa), per Newberg essa è un dato “reale”.

Egli cita, come esempio parallelo, un amante dell’opera che ascolta Puccini. Una scansione del cervello mostrerà un certo modello d’impulso sensorio, ma non può mostrare la risposta emotiva percepita dall’ascoltatore. Questo significa che l’emozione non è “reale”? «Ovviamente, la scienza non ti porta necessariamente a questa conclusione. Abbiamo osservato il fenomeno dell’esperienza in sé e per sé, e quando lo facciamo e vediamo che queste esperienze sono percepite come se fossero più reali delle nostre esperienze quotidiane, ciò rovescia tutto».

Accettando la possibilità che gli stati mistici siano “più reali” dei nostri stati di veglia quotidiani, Newberg sta aprendo il dibattito sulla vera natura della realtà, sfidando ciò che non solo la scienza, ma anche il nostro cervello definisce “reale”. «Siamo estremamente limitati da ciò che accade nel nostro cervello. Se quest’ultimo accoglie tutte le nostre informazioni sensoriali – ed è così che sviluppiamo la consapevolezza – siamo in un certo senso bloccati all’interno del nostro cervello. Il solo modo di conoscere veramente che cosa ci sia all’esterno è uscire in qualche maniera dal cervello stesso. Questo è impossibile dal punto di vista della scienza, ma da una prospettiva spirituale esiste almeno una possibilità di farlo».

Anche se di solito usano un linguaggio più fiorito, i saggi hanno sempre pensato che siamo bloccati dentro il nostro cervello, che Dio non può farsi conoscere attraverso l’argomentare della mente razionale. Quando per la prima volta incontrai il Dott. Newberg, mi trovavo per caso nel mezzo della rilettura di Bodhisattva of Compassion di John Blofelds, un piccolo, meraviglioso libro sulla dea cinese Kuanyin. Dopo aver avuto una visione della dea compassionevole, Blofelds percorre la Cina chiedendo alle monache e ai monaci buddisti la loro opinione se ciò che ha visto sia “reale”. Più e più volte è gentilmente rimproverato di pensare troppo, di lasciare alla mente razionale il potere di svalutare la sua esperienza. Le facoltà razionali devono essere messe da parte, essi dicono, rimosse dall’equazione. Forse è necessario spegnere qualcosa. Forse quella cosa è la OAA.

Quando Newberg parla del potere della spiritualità nel superare i limiti del cervello, è facile supporre che sia un devoto del Divino.Tuttavia, egli continuerà a sostenere l’esistenza di Dio soltanto fino a che il suo lavoro ne appoggerà la “possibilità razionale”. Newberg non sa se Dio esiste oppure no. Usa la ricerca scientifica associata a “una vita contemplativa” per cercare di giungere a una conclusione che valga per lui stesso. La sua ricerca è stata salutata sia come la prova, sia come la negazione dell’esistenza di Dio, ma egli sostiene che non ha realmente alterato il suo modo di vedere il mondo: quest’ultimo è ancora un luogo misterioso la cui natura autentica può essere conosciuta attraverso mezzi scientifici e spirituali, in cui il mistero coesiste con i processi razionali.

Fui piuttosto sorpreso dall’ammissione di Newberg che le sue scoperte non avevano cambiato la sua visione del mondo, finché compresi che non avevano cambiato neanche la mia. Le sensazioni di pace, chiarezza e unione che mi derivano dalla pratica spirituale sono per me reali, che io sia o meno consapevole delle basi neurologiche di ciò. In quel senso, l’“analisi fenomenologia” della mia stessa esperienza è più importante per me di una scientifica. In aggiunta, la conoscenza del modello della OAA “attiva-inattiva” non riguarda gli effetti della pratica spirituale che rimangono molto dopo aver finito il canto dei mantra. Anche se l’esperienza mistica dona un’estasi di breve durata, molti praticanti spirituali meditano o pregano per raggiungere un senso di consapevolezza che possa uscire dai loro santuari privati ed entrare nella vita quotidiana.

Come afferma uno dei soggetti di laboratorio di Newberg: «Medito per sentirmi più connesso alla mia vita. Quando mia moglie ha bisogno che l’ascolti e che sia presente, posso farlo con più facilità; quando gioco con mio figlio, è una cosa più sentita». Il dono di un’esperienza spirituale è qualcosa di più di una sensazione di unione con il tutto: riguarda anche l’essere nel mondo e il mettere in pratica quel sentimento. Non è possibile sapere se la scienza rivelerà mai appieno il mistero di tale sentimento, ma è difficile per me negare che esista, dovunque possa trovarsi fisicamente.

Gord Allen è uno scrittore freelance, musicista elettronico e DJ che vive a Toronto. Mentre scriveva questo articolo, stava preparando un libro provvisoriamente intitolato: “Why Gord Won’t Go Away”.

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Andrew Newberg. Dio nel cervello. Mondadori. 2002. ISBN: 8804510358

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John Blofelds. Bodhisattva of Compassion. Shambhala. 1998. ISBN: 0877731268

Copyright originale Ascent magazine www.ascentmagazine.com, per gentile concessione.
Traduzione di Nityama Elsa Masetti. Revisione di Gagan Daniele Pietrini.
Copyright per l’edizione Italiana: Innernet.

54 Responses to “Dio nel cervello”

  1. federico ha detto:

    rispondo a “eckhart”: saturare la mente di Luce significa in parole semplici pensare al bianco come ad esempio alla neve illuminata dal sole ovunque dirigi la tua attenzione, bianco vero pensiero bianco concreto sapendo che la realtà della materia é prima di tutto Luce bianca, ciò é solo razionale. Si inizia davanti alla fronte poi ci si sposta nella testa a desta, dietro a sinistra poi nel corpo dai piedi piano piano si sale lungo gli arti i n tutto il corpo fino a ritornare alla testa ma sempre col pensiero “inchiodato nel bianco” prova e capirai e vedrai alla fine che non sarà pià solo un pensiero ma sentirai la realtà della Luce , ti apparirà il cerchio azzurro nella fronte ma neppure quello considererai e pensarai sempre prima di tutto al bianco della Lyce e il resto verrà da se,…il naso si libera, le orecchie pure, la vista recupera due gradi, i dolori se ne vanno provi una salute certa di cui sei padrone, le malatt8ia non esistono oùà e tu ora lo sai, sei felice come non mai ,sai di essere immortrale se lo vuoi., questo é il dono della Luce.Ma anche andarsene a trovare la Luce é un piacere immenso é continuità della nostra eisistenza ..più ello di così non può essere questa é Vita pura…l apèiù bella cosa che possiamo concepire.

    Se vuoi sapere di più se più essere seguito scirivimi a federico.fp@libero.it

  2. eckhart ha detto:

    Grazie federico..
    sembra effettivamente una visualizzazione dai potenti effetti..
    non mi è ancora chiaro quanto in effetti, ci sia di “trasformante” in tale pratica, ma si può sempre provare..
    Piuttosto ,per tenere pubblica la faccenda,non hai un riferimento,o un link, a cui poter rimandare o approfondire?
    Ciao,grazie :-)

  3. Valis ha detto:

    La diffidenza? O l’idea di cos’altro? Io non scriverò a Federico, mi fa piacere leggere ciò che vive. Ma ritengo che sia nella natura di ciascuno scegliere l’intimità di una comunicazione privata oppure la pubblica piazza del web come blog ecc., sei d’accordo Eckart?
    Non è che abbia scritto: “è così come dice lui, soltanto penso che vi sia una realtà più sottile di quella che oggi consideriamo materia, penso che questa realtà sottile sia una forza armonica e autocosciente che possiamo realizzare con la nostra consapevolezza ed essa trasmette armonia all’organismo.

  4. eckhart ha detto:

    No,nessuna diffidenza..anche perchè oltre l’entusiasmo e la buona fede di federico ,colgo qualcos’altro tra le sue parole..
    Certo,può ritenere giusto mantenere nel privato certi approfondimenti,
    al contrario di ciò che penso invece io,che propendo per un’informazione ed una fruizione aperta a tutti:d’altronde il bello del web è anche questo.
    Le perle possono finire pure in mano ai porci,ma non possono distruggerle,solo buttarle via perchè non le trovano buone..

  5. eckhart ha detto:

    Importa dunque la cornice o la perla?
    Chi deve cogliere,coglie comunque secondo me..e comunque sia..
    questa mi sembra una buona cornice,a te no?
    Ciao .-)

  6. doghen ha detto:

    Intendendo per “mente”, i pensieri, non la MENTE…..

  7. Valis ha detto:

    Pensavo a come funziona la mente se trovasse una perla in un ostrica tra gli scogli del mare, o se trovasse una perla su un pavimento sporco di birra di una discoteca! Sempre perla è, ma il modo in cui la mente la “coglie” cambia, non ccredi?

  8. federico ha detto:

    per ADMIN le email indirizzate a te tornnao indietro ti anndoi quindi questo messaggio se vuoi contattarmi direttamente invia a: federico.fp@libero.it

    sono contento che capisci, evidentemente hai provato , io ad esempio mi libero
    il naso ogni mattina, mi cancello il mal di gola , i dolori vari anche di tipo
    reumataico, e in pochi minuti, c’é da ritenere che con un’applicazone costante
    si tengono lontane le malattie, prova con costanza, qui quando si capisce si
    diviene maestri di se stessi c’é poco da insegnare , capiti i concetti di base ( pensiero a bianco vero )ci si deve applicare,
    ricorda di fare il pensiero bianco per tutto il corpo, vedrai le corispondenze
    tra testa e corpo, e come si dissolvono dolori e timori o convinzioni di
    malattie. Se vuoi essere aiutato dimmi le esperienze che fai, ricorda il bianco
    prima di tutto, tutta la mente nel bianco,
    un bianco bello, lucente, dolce e piacevole come é la Luce nella realtà.In realtà stiamo liberanbdo la nostra mente dalla confusione o offuscamento portato dai sensi connessi con la materia, le vie spirituali fanno ciò in altri modi, noi lo facciamo in modo diretto e pratico coem deve essere necessariamente nella vita se vogliamo superare malesseri, negatività di vario genere.
    Ove ci
    sono porblemi fisici la mente tende a scivolare dal bianco, tu afferrala non
    lasciarla scappare , con dolcezza ma con decisione, e dedicati tutto al bianco
    .

    Questa é la prima parte della meditazione Vita che prosegue poi con l’uso
    della coscienza dopo la Luce bianca posta sopra al cielo azzurro, si genereuna bellissima
    vibrazione argentina che colora la vita e ti fa vedere le belelzze divine su
    qesta terra vera vita.Percepisci anche una nuova identiutà dite stesso, eguale per tutti, ricca di dignità e di pensiero elevato, reale motivo di unione, reale esperienza dell’umano .
    Avevo un link “www.gioiadivita.it” ma urtroppo l’ho dovuto chiudere , ne
    aprirò un’altro e ti avviserò,
    Se ti fa pacere posso prepararti un CD te lo invio mi farai un’offerta o mi
    paghi le pure spse come vuoi tu. Non é una grande incisione ma si capisce.

    Trovi comunque il testo della meditazione nel mio blog di libero “meditazione
    e salute”

    Auguri Federico

  9. atisha ha detto:

    sì, ma il succo? piace o no? :)))

    Nella visione “magica” e nelle nubi di pensieri che ci avvolgono ci sono gradi di colori e intensità stupendi..
    ciò che descrive Federico è una Visualizzazione/meditazione usata sia in occidente che in oriente…
    alcuni adoperano la luce bianca.. altri verde, altri ancora viola o ultravioletta… o l’iride completa, (più difficile come impresa.. )Questi “colori vibrazionali” si muovono nella forma di aura e circondano ogni uomo componendo un’atmosfera varia a seconda degli stati emozionali e fisici… Gli alti insegnamenti spirituali informano che il colore vibratorio che appartiene allo Spirito dell’Essenza è puro e bianco come una nube che brilla… ecco perchè le rappresentazioni di Santi e grandi Illuminati di tutti i tempi sono spesso circondate nel capo da questa aura bianca e luminosa.
    Nelle visualizzazioni/meditazioni sulla “salute” da sempre per questo motivo uso il bianco…

  10. atisha ha detto:

    …dovremo però anche conoscere come funziona l’Immaginazione.. cosa è e come agisce sul nostro subcnscio..
    è un motore potente, spesso sottovalutato o banalizzato…
    oppure andare alla “cieca”, cioè in Fiducia di ciò che ci dicono..
    la Fiducia apre canali a noi impensati….

  11. doghen ha detto:

    Siamo alla follia “spirituale”. Fate attenzione a chi paventa un “guadagno”. Nel mondo dello spirito non c’è niente da guadagnare. E poi la cosa assume i contorni del “pacco”, in quanto la mente non influenza la materia, casomai è il contrario.

  12. doghen ha detto:

    Non c’è modo di uscire dal proprio piccolo “io”, usando lo stesso piccolo “io”……

  13. eckhart ha detto:

    grazie per la generosa disponibiltà federico… :-)
    trovo le indicazioni che lasci sul tuo blog,per me sufficienti..
    http://blog.libero.it/meditazionevita/view.php?nocache=1230545385

    Ati,non ho mai usato visualizzazioni “colorate”,ma trasparenti
    (essenzialmente il prana che si sposta ,e funziona, certo..
    anche ad occhi aperti)

  14. eckhart ha detto:

    capisco cosa intendi, doghen..
    si opera sempre all’interno del sogno così..
    è bene esserne consapevoli.. ;-)

  15. atisha ha detto:

    doghen: E poi la cosa assume i contorni del “pacco”, in quanto la mente non influenza la materia, casomai è il contrario.

    “mente” (inteso come pensiero) e materia sono la stessa cosa nella sostanza…
    tutto ciò che serve è qui alla nostra portata, pronto per essere espanso..
    ma a noi piace “sognare” un dio fuori ..o sognare guru intoccabili da potergli baciare i piedi :-))))

    essere consapevoli significa essere coscienti del sogno che ci avvolgeva.. che avvolgeva il nostro io (sè)..
    essere coscienti significa abbracciare ed entrare consapevolmente nel Sè (o Mente) ma anche saper utilizzare il sè come utile strumento…

    —————————————

    eck.. usa ciò che più ti piace che alla fine tutto va bene per noi.. ;-)

  16. federico ha detto:

    li mando a e mi tornano indietro, dammi la tua email normale.
    Vorrei fare i comlimenti per la gente del sito e a chi lo ha inventato finalmente gente che capisce qualcosa con cui si può èarlare di queste cose.

    Auguri ragazzi buon anno nuovo, un sogno si di certo che altro é la materia creata da una sostanza impalpabile come la Luce, una mente crea tutto é increibile ma vero, ma l’importante per noi e per DIo é mutare questo sogno in realtà perciò per logica e per esperienza occorre predere consapevolezza di ciò che crea il sogno: la Luce che é com una mente, e il disegno del sogno: in sintesi: monti, luna sole caldo e piacevole, stelle che poi sono tanti bei soli caldi, cielo azzurro con i porfumi della primavera….Luce,,Luce che conferma tutto che ha in se tutte queste bellezze e ricchezza di vita, poi il pensiero,,,,,salendo oltre la Luce senza mai lasciarla…io penso a questa Luce….salgo ancora..io sono consapevole di pensare alla Luce….salgo ancora…io sono consapevole di essere consapevole……é fatta…. si prosegue ancora, ma il più o meglio la base solida credo sia fatta..provate e godetevi questa Vita.

    Auguri ancora che questa vita finalmente ci risplenda in tutta la sua bellezza.
    Federico

  17. ANNA ha detto:

    Buogiorno a tutti. Sono Anna. Ho lasciato il primo commento. Ho visto ora che c’è un errore di ortografia ” accesso ” invece di eccesso. Ho trovato molto interessanti tutti i vostri commenti. Sono anche stupita. Raramente si può parlare di questi argomenti come ha detto Federico e li ho riuniti e letti con molto piacere. Mi sono segnata alcune frasi.
    °Il dono di un’esperienza spirituale è qualcosa di più di una sensazione di unione con il tutto:riguarda anche l’essere nel mondo e il mettere in pratica quel sentimento.
    °……la nostra ignoranza del punto di trapasso dall’elemento materiale a quello spirituale.Sia quando diciamo materia sia quando diciamo spirito non sappiamo esattamente a cosa ci riferiamo.
    ° “pensiero inchiodato al bianco ”
    Intanto mi pare che tutti i commenti siano il frutto di una buona Vitalità e desiderio di ricerca. Ho una domanda da fare e spero nelle vostre risposte.
    Vi chiedo se e come è possibile trovare una connessione tra luce e musica. Per ora posso fare un’ipotesi. Le vibrazioni del tutto che si muove e cambia si producono dall’abbraccio dell’elettromagnetismo?
    Luce e movimento si rincorrono per raggiungere i nostri momenti di buio e per risvegliare gli animi?
    Ho elabrato il suggerimento di Federico. Forse non è ortodosso ma non posso fare a meno di trasformare nella lingua dei miei recettori. Semplicemente stamani ho acceso la luce nel plesso solare come se ci fosse un interruttore e poi ho messo il CD di Zucchero preferito. Come quando lanciamo un sasso nell’acqua nel modo approppriato si formano i cerchi – le azioni si svolgono nell’armonia di un processo vitale che si svela per poi unirsi alla complessità.
    I pensieri sono creature. Tutto quello che leggo e tutto quello che sento a proposito del cambiamento di paradigma di questo momento scopre il richiamo della consapevolezza. La mia ricerca è iniziata 20 anni fa e volendo ne potrei ricordare le soglie dissipative nel salire da un livello all’altro della spirale. Però è più bello viversi il panorama del momento per trovare la forza di continuare a salire. Forse la consapevolezza racchiude in sè l’amore? A questo punto credo che Gaia ce la farà.
    Grazie a tutti. Se ci riesco invio anche a voi il mio messaggio Natalizio. Anna PS. Il tasto della virgola è esausto.

  18. federico ha detto:

    ciao Anna dolce ricercatrice, in voi donne c’é già molta Luce beate voi però avete anche una responsabilità in più: quella di darle evidenza il più possibile, il pensiero al bianco reale é un modo, lo dice anche Babaji: “meditate sulla Luce e diverrete di Luce”, subito il pensiero deve essere “inchiodato” poi quando viene più naturale é “innamorato” di questa bella Luce che dona giovinezza, benessere e felicità che porta il piacere della vita la certezza direi, e capisce che ogni negazione della Luce riflette in noi stessi una sfiducia nella vita, che va correttaa perchè non sana, non buona, fasa direi, esattamente come accade con voi donne quando in voi si trova l’umnao, la fiducia, il pacere di stare insieme, il desiderio l’uno dell’altro. in perfetta sincerità nello splendore della vita.

    Musiche…in sintonia con la Luce…..io posso indicarti le musiche dell’Arti classica dell’India: arti alla Madre Divina, arti al Guru, Shiva Sharanam ecc.ecc. anche …plaisir d’amour che trovi su internet. Le altre musiche bisogna comperarle al Centro Spirituale, puoi venire anche tu se vuoi a prenderele ,io ne ho copia se vuoi te le mando però bisogna almeno fare un’offerta al Centro.. vedi un pò tu. a me queste musche mi hanno salvato la vita, tanto é la loro capacità di spostare la mente in….luoghi molto belli credimi.

    Auguri Federico
    federico.fp@libero.it ( così facciamo prima)

  19. winter ha detto:

    Luce, Luce… avrei proprio bisogno di un po’ di luce per rimettermi in sesto la schiena; chissà, potrei riuscire ad occuparmi anche di un orticello. :-)
    Ma non sono portato, sorry, alla fine mi ritrovo sempre nel qui e ora, nella presenza pura e semplice.
    Non si sta male, per carità, in fondo non ci sono più ansie per arrivare da qualche parte – o forse, si avverte che ciò che c’è è dappertutto, che la ‘base’ si estende (al)diquà e (al)dilà: un abbraccio confortevole.

    Auguri a tutti, Amici. ;-)

  20. federico ha detto:

    si certo la Luce ti mette a posto anche la schiena però l”intensità dell’applicazione partendo da zero potrebbe essere eccessiva , ti consiglio allora di essere pratico: vai da Don Leandro, parroco di Fiorano (ivrea) e Lui te la mtte a posto in poco tempo,digli che ti manda Federico: per l’orticello non so he dirti, io ne ho uno e tanta terra vieni qui se vuoi qui cìé molto da fare.

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