L'”azienda” Italia
L’Italia ha scelto la via feudale, con tanto di signore, condottiero e padrone assoluto. Il colpo di coda dell’Italia feudale, che siano i feudi territoriali del nord, delle cosche, o degli interessi delle grandi e piccole caste, e di conseguenza l’intolleranza verso chi non sta entro le mura del feudo territoriale o dentro lo spazio mentale, hanno prevalso, questa volta perlomeno senza ipocrisie.
Il malessere economico dell’Italia sommati alla cattiva gestione decennale dell’immigrazione, alla manipolazione sistematica dell’informazione e a una scarsa capacità di leggere la realtà in modo autonomo (e di leggere in generale, privilegiando l’ipnosi televisiva), hanno fatto ritornare gli italiani alle vecchie certezze e al bisogno di delineare confini netti per ritrovare la propria identità. E’ plausibile che sia nei percorsi individuali che in quelli collettivi ci siano momenti in cui si necessita di ritrovare le proprie radici. Questo può essere un processo sano per ripartire dall’essenza primaria che ha dato forma ad una personalità o una nazione.
Ma questo ritorno ha il sapore della disperazione di chi ha perso di vista il centro della propria autentica essenza e si affida a chi gli promette il riscatto tramite valori non tanto tradizionali del territorio, ma semplicemente intolleranti al diverso da sé oppure si affida a chi promette una crescita economica che sarà non solo irrealizzabile anche per una situazione mondiale di crisi delle risorse, ma la crescita non sarà neppure auspicabile se andrà nella direzione delle clientele, dell’ingiustizia sociale, della scarsa sensibilità per l’ambiente e dell’ipoteca sul futuro che dovrà ripagare la voragine del debito pubblico.
La sindrome di Stoccolma, fenomeno per cui si iniziano ad amare i propri carcerieri, è oramai conclamata.
Soprattutto, l’Italia si affida a chi gli promette “libertà” dalle tasse e dalle regole sociali, temi sempre affascinanti per una cittadinanza che non ha ancora sviluppato un forte senso della collettività. Si promette una fettina di torta e un occhio chiuso per tutti. Chi non sta alle regole è risultato vincente. Ora fa tana libera tutti, per primi una sessantina di parlamentari “eletti” (ma in realtà scelti dai partiti) che avevano guai con la giustizia.
I comunisti non esistono più, quindi sarà difficile dare di nuovo loro la colpa dell’impossibilità di far risalire l’Italia dalla crisi. In un pianeta dove le risorse saranno sempre più scarse non basterà strizzare l’occhio a Putin per garantire all’Italia le fonti energetiche destinate a scarseggiare dovunque in tempi brevi. Si darà allora la colpa alle regole dell’unione europea, agli arabi che non vogliono pompare più petrolio, ai cinesi che lo consumano, agli ambientalisti che non hanno voluto le centrali nucleari, ai governi precedenti. Proiettare sugli altri i propri problemi e fomentare odio è un meccanismo nevrotico di difesa sia a livello individuale che politico. Meccanismo che ha da sempre efficacia politica, in particolare in Italia.
Qualcuno ha scritto che verranno oscurati i blog. Non lo credo, i blog producono qualche decina, Innernet qualche centinaio, i più letti qualche migliaio di lettori al giorno. Il nuovo governo può permettersi ampiamente di lasciare i blog dove sono, che sono determinanti quanto lo è una riserva indiana rispetto ai milioni di utenti televisivi. Abbiamo la nostra acqua di fuoco, ci ubriacheremo con le nostre parole, costruiremo siti sempre più efficienti, installeremo tutti i plug-in sui nostri blog, faremo dei distinguo mentali sempre più sofisticati. Nel frattempo loro andranno avanti con messaggi semplici, efficaci, diretti, che fanno leva sulle paure, sull’avidità, sulla “crescita”, sull’intolleranza, sulle consolidate identità religiose e territoriali. Aspettiamoci comunque un’ulteriore stretta sulla libertà d’informazione, che in Italia è già a livello di terzo mondo.
L’Italia è diventata “l’azienda Italia”, il governo sarà il suo consiglio di amministrazione e i parlamentari gli azionisti a cui rendere conto distribuendo dividendi. Tutti gli altri sono gli elettori, il parco buoi. Il falso in bilancio non è neanche più reato. Una versione moderna del signore feudale con i suoi vassalli, valvassori, valvassini e poi la massa di semi-schiavi costretti a lavorare una vita per ripagarsi dai debiti.
La manipolazione del vero è quanto di più semplice possa avvenire avendo a disposizione grandi media e denaro. Leggevo su New Scientist del 19 gennaio (pag. 46, articolo “The monster we don’t see” di Dan Hind) che nella campagna di guerra psicologica che precedette l’invasione dell’Iraq gli sforzi andavano nella direzione di convincere gli americani che Saddam Hussein era coinvolto negli attacchi dell’11 settembre.
Mentre nell’immediato seguito degli attentati dell’11 settembre solo il 3% degli americani menzionava l’Iraq come responsabile, nel marzo 2003, poco prima l’invasione dell’Iraq, il 52% degli americani riteneva che il governo americano avesse delle prove di un collegamento tra Al-Qaida e Saddam. Nel 2006, il 90% delle truppe in Iraq credeva che la guerra era conseguenza del ruolo di Saddam nell’11 settembre.
Negli ultimi anni mi sono più preoccupato di cercare la mia verità e di rendermi cosciente di come la mia stessa mente la manipoli, piuttosto che preoccuparmi della manipolazione del vero da parte dei politici e dei media. Come per molti altri lettori di Innernet, ho seguito un percorso di consapevolezza che ha portato alla scomoda posizione di evidenziare i miei lati egoici ed involuti, i miei condizionamenti mentali meccanici, le mie avversioni intolleranti. Lo stesso processo mi ha portato anche a sentirmi più libero da questi, più vero verso me stesso e verso gli altri e ad accettare i diversi aspetti della mia persona. Questo processo interiore di ricerca del vero è ancora in corso, non mi definisco certo illuminato e non ho neppure un tale obiettivo.
Per un certo tempo mi sono quindi occupato più del mio personale rapporto col vero che del falso presente nella società. Ma ad un certo punto sento che il processo di manipolazione della realtà e di accettazione di questa da parte di una grossa fetta della popolazione produce un’atmosfera (potremmo chiamarlo campo energetico) dove l’aria diventa pesante per tutti.
Quando in una famiglia viene sistematicamente negato il vero, si creano delle nevrosi e dei condizionamenti che vengono ripetuti di generazione in generazione. Sia nelle famiglie che nella società c’è chi si adatta alla mancanza di vero ritagliandosi un proprio spazio dove possa agire indisturbato, e chi invece non può vendere la sua coscienza in cambio di piccoli privilegi. In questo caso non può che lottare o andarsene alla ricerca di una situazione dove la sua anima possa fiorire.
Nella scala dei valori della maggior parte degli italiani il vero non è in cima alla classifica. Ma il vero non è nè di destra nè di sinistra, è una responsabilità di ogni essere umano che abbia una coscienza e una dignità e ogni manipolazione di questo non si potrà che riversare pesantemente sullo sviluppo dell’anima di una nazione. L’occultamento del vero riguardo alle stragi e al caso Moro per fare alcuni esempi, rimangono tutt’ora come inquietanti buchi neri nella consapevolezza di un’intera nazione.
Forse questa fase per l’Italia è l’entrata in una nuova lunga notte dell’anima, dopo quelle del fascismo, della strategia della tensione e poi del terrorismo, segnale di una democrazia tutt’altro che matura, analogamente ad un’adolescenza prolungata che esprime posizioni estreme prima di individuarsi ed assestarsi nella sua personalità.
Come Italiano ho tutta la nostra storia nella mia psiche, anche quella che non ho vissuto personalmente per ragioni anagrafiche. I condizionamenti collettivi sono tanto incisivi quanto quelli personali nello sviluppo della coscienza di un individuo. Ho assistito da bambino alla strategia della tensione e poi al terrorismo da adolescente.
Guardando gli eventi da un’ottica spirituale più ampia dei risultati elettorali sono ben cosciente che tutto ciò che avviene ha un senso ed è necessario per il percorso di un individuo e di una nazione. Si può solo accettare cio che è. Ma su un piano più umano, con la coscienza di cittadino adulto, sono scioccato e combattuto tra l’andarmene da un paese che allontana ulteriormente i valori umani e sociali a cui tengo o nel dare il mio apporto per la trasformazione della coscienza con il rischio di diventare un Don Chisciotte, sprecando solo risorse interiori. Ma alla fine, la direzione verrà data come sempre da una consapevolezza più grande delle mie considerazioni mentali.
Mentre stavo pubblicando questo articolo, Enzo Di Frenna ha risposto ad un mio commento sul suo blog, con il titolo “La televisione è un potere spirituale“. Enzo opera con passione e generosità per la trasformazione dell’informazione in Italia. Personalmente ritengo che il mezzo sia il messaggio ed ho dei dubbi sulle possibilità di incidere sulle coscienze con un mezzo televisivo su Internet, seppur con contenuti diversi e che parte dal basso. Ma di questi tempi non mi sento di fare troppo lo schizzinoso e do il benvenuto ad ogni apporto che parte da buone intenzioni.
Direttamente dall’ottimo Fiandra, testuale, da copia ed incolla
“Gli stimoli che mi date, per un verso o per il suo contario, sono fortissimi”.
Carissimo Fiandra, a questa non ho potuto resistere, me l’ha fornita su un piatto di platino: “si annalzi quindi il mio auspicio che, una volta toccato il picco, gli stimoli la trovino presso un sito in cui lei possa officiare trinfalmente l’atto.
Valerio, se dovesse trovarla greve ( cosa aliena dalle mie intenzioni), le citerò a parziale discolpa un aneddoto attribuito a Ramakrisna… prima che si disincarnasse.
Con simpatia.
Francesco
No, Francesco, la trovo gradita e di buon auspicio. Il che non toglie che vorrei lo stesso lei mi racconti la fabula.
trinfalmente ( a-d-o-r-o certi refusi ) suo
Valerio
Per Anna
Cosa spinge una persona sana d’intelletto ad isolarsi, chiudersi magari in un ambiente silenzioso, privo degli ordinari stimoli sensoriali, prendere un rosario in mano, e cominciare, snocciolando i grani, a ripetere, un semplice suono, o una parola, o una breve formula, o magari un intero periodo strutturato in frasi?
E’ da questo semplice fatto che bisogna partire, anziché darne facilmente per scontate le premesse..
(Chi aspetta una disquisizione sui samskara, i vasana, sulle differenze tecniche tra vipassana ed altre forme di meditazione, su ida pingala, pranayami, tzunami, kundalini e, perché no “quanto mi ami”, può risparmiare il suo tempo).
Da cosa ci si cerca di escludere, in cosa ci si cerca di includere? Oppure cosa si crede di star lasciando e cosa si crede di poter trovare? Cosa ha portato ad un pensiero e poi ad una deliberazione tanto inconcepibili per la quasi totalità dei nostri contemporanei? Ma ci pensate? Chiudersi da qualche parte in silenzio, o anche perché no, portarsi su un sentiero solitario di campagna, o in riva al mare, se non magari camminare o sedere la qualche parte in montagna, E, fatto ciò, ottemperare ad una attività che la tua socio-cultura e la struttura della mente modellata dalla questa, giudicano pressoché alla stesa stregua di una psicosi regressiva. Spegnere la radio-tv che ininterrottamente farfuglia, vomita suoni, mosica ( con la o di mosica ), che veicola brandelli di emozioni, che dà corpo ad effimeri fantasmi, E cominciare ad articolare suoni, suoni semplici o strutturati in parole, reiterando per minuti oppure ore l’articolazione.
In effetti sembra una cosa da pazzi; e deve per forza sembrarlo d una prospettiva per la quale al di là del fare estroverso non si estende nulla, salvo il dominio delle psicosi.
Ed ora torniamo alle domande di prima, cui non è stata ancora data risposta; ma non prima di averne aggiunta una, l’ultima, la cui risposta sarà risposta a tutte le altre: quale forza irresistibile può far sì che una frattura tanto radicale con ciò che in quasi tutti i linguaggi spirituali è stato chiamato “ mondo” possa aver luogo?
Ci si è stancati di tracannare e di strafogarsi? Di settimane in montagna o alle Maldive? Dei carnascialeschi rituali tribali che si officiano in quei tuguri scintillanti che sono le discoteche? Di strofinarsi e titillarsi le pudende? Dei giochini sociali a chi è il più bello del reame?
Molti credono che ragione di quella frattura sia una, alcune, o tutte queste stanchezze. Ma è con tutta evidenza una risposta sbagliata; giacché la natura del mondo – come disse il Buddha ”“ è ardere senza sosta; per l’esattezza la frase attribuita al Buddha è: “ Il mondo arde”. Quelle stanchezze non sono neppure – col linguaggio della logica – cause necessarie; giacché puoi tranquillamente trovarti col ventre pieno e non riuscire a smettere rimangiare. Puoi aver cozzato migliaia di volte contro l’impossibilità che due corpi si penetrino e avvolgano fino a fondersi, eppure ti riesce non di smettere di provare. E così per ognuna delle miriadi di vie, calli, superstrade e viuzze nelle quali lasciamo che l’illusione consumi le nostre vite.
L’ATTO DI ALLONTANAMENTO, LA FRATTURA, NON POSSONO ESSERE GENERATI DA UNA CAUSA INTERNA AL SISTEMA. E’ una ineluttabile questione di logica; se c’è tra i presenti qualcuno con abilità matematiche può provare a dimostralo nei termini della teoria degli insiemi. E’ una dimostrazione molto elegante.
Questa causa è stata chiamata Divinità. Non è questa la sede per discutere se tale Divinità possa o debba essere considerata nel suo aspetto personale o in quello impersonale. Toccherò questo tema nell’intervento che ho in sospeso, e che posterò appena posso.
Abbiamo appurato, cosa ovvia, ma davvero troppo spesso dimenticata, che l’INIZIATIVA non è, né può, né mai potrà essere umana, non può partire dall’individuo, né può partire dal suo mondo. San Paolo, che personalmente trovo discutibile in molti punti, su questo ha detto parole definitive.
Tutto ciò è chiaro come la luce del sole; e, salvo che nella mente di alcuni scombinati, è cosa che si è sempre saputa. Se si è letto con attenzione quanto sopra, e si è davvero capito che nessuna iniziativa umana può, né prima, né durante, né dopo, attuare nulla che ecceda l’umano, si è ad un passo dall’inevitabile conclusione.
Questa: la frattura, che è la stessa cosa di conversione ( in senso Agostiniano); o di sottomissione ( alla maniera Jili, Attar, Rumi, ecc..); e così via nei linguaggi delle rispettive tradizioni ( potentissima la descrizione che ne fa Gautama quando gli appalesa dukka, in tutta la sua implacabilità ), questa è la fessura attraverso la quale il Divino si manifesta. Qui, l’uomo che pretenda di poter comandare, dirigere, usare, manipolare, l’Atto Divino attraverso tecnologie mentali, spirituali, o come le si voglia chiamare, è perduto in una forma di follia al di là di qualsiasi comprensione.
Dunque, Anna, noi non possiamo pregare, più di quanto non possiamo essere causa agente di quella prima forma di risveglio che è l’irresistibile necessità di un allontanamento dal “mondo”.
La preghiera ( nelle miriadi di nomi con cui si può chiamare la stessa cosa ) non è nella disponibilità umana più di quanto non lo sia, per analogia, la respirazione o la circolazione dl sangue.
DUNQUE, la pratica spirituale è cosa del tutto diversa da quella atletica. Spesso dei calzolai possono conformarsi in modo più (soggettivamnte) perfetto ad quell’Atto, di quanto mai potranno fare dei campionissimi con aureola incorporata. Né c’è modo di perfezionare l’Atto, né di perfezionare noi stessi allo scopo di meglio conformarsi alla perfezione dell’’Atto. Non siamo noi a dover diventare perfetti, lo è già l’Atto della Preghiera.
Qualunque sia la via che la Divinità ha scelto per noi, qualunque la “forma” rituale scelta per noi, non è l’uomo il soggetto officiante, ma la Divinità.
Nel caso del rosario, la reiterazione delle formula è l’unica trasposizione, in uno stato sostanziato dall’illusorietà del tempo, dell’eternità da cui deriva la sacra formula. Dio si manifesta in noi attraverso la menzione reiterata di Nomi o formule sacre.
Nella Menzione-Invocazione, nei rosari di ogni ordine e tipo, l’unica cosa che soggettivamente conta è ,l’intenzione. Dico “soggettivamente” perché neppure su questa l’uomo può accampare diritti di proprietà. Persino l’intenzione gli viene donata, come Grazia, dalla Divinità.
Spero di esserle stato d’aiuto Anna, se crede, se ritiene ci siano approfondimenti da fare, per il tempo che rimarrò sul blog, sono a sua disposizione.
Francesco
Dice Francesco:
“Qualunque sia la via che la Divinità ha scelto per noi, qualunque la “forma” rituale scelta per noi, non è l’uomo il soggetto officiante, ma la Divinità.
Dio si manifesta in noi attraverso la menzione reiterata di Nomi o formule sacre.
Nella Menzione-Invocazione, nei rosari di ogni ordine e tipo, l’unica cosa che soggettivamente conta è ,l’intenzione. Dico “soggettivamente” perché neppure su questa l’uomo può accampare diritti di proprietà. Persino l’intenzione gli viene donata, come Grazia, dalla Divinità”
Clap ,clap ,clap!
(non è per Te Francesco…ma per il Mistero che s’incarna..
che si Rivela..)
Ecco l’arrendersi alla Sua Volontà,che è poi il discendere della Grazia che ci offre questa Comprensione..
chè non ci sono altre volontà..
PERCHE’ NOI NON FACCIAMO NULLA..
solo essere spettatori,consapevoli o meno ,del Divino che E’ e quindi Siamo, nello stesso momento..
E tutto accade perche così deve..
Grazie!
Per Gigi
Poichè hai estrapolato proprio quel brano, aggiungo una precisazione per prevenire eventuali obiezioni. L’evidenza di quanto esposto risulta ancora più irresistibile se si considera l’elementare verità che non può esistere che un solo soggetto per l’Atto Divino; ossia la stessa Divinità. E’ per questa ragione che – qualuque cosa l’uomo fa o crede di fare, in ambiti che eccedono l’individualità e le sue estensioni – non può che essere fatta risalire che all’unico Soggetto che, essendo assoluto, esclude qualsiasi altro agente.
Francesco.
Intervengo perché si stanno generando pericoli fraintendimenti tra vie diverse..
Tra la via mistica e la via iniziatica..
La prima è la via dell’abbandono e la seconda è la via della consapevolezza..
Il mistico si abbandona alla divinità..senza sé e senza ma..senza tecnica …per Grazia..
La via iniziatica..o via meditativa invece implica tecniche e sforzi..
Che non servono a dirigere lo Spirito..ma semplicemente a prepararne il terreno di manifestazione..
La via mistica è quella di cui ha parlato Sala..
“Qui, l’uomo che pretenda di poter comandare, dirigere, usare, manipolare, l’Atto Divino attraverso tecnologie mentali, spirituali, o come le si voglia chiamare, è perduto in una forma di follia al di là di qualsiasi comprensione.”
Ma questa via implica una divinità…che agise in modo misterioso..irrazionale..
L’uomo è passivo..e in questa condizione possono generarsi anche abbandoni
a dimensioni psichiche che di spirituale non hanno nulla..come nella via iniziatica..se non viene percorsa fino in fondo..
La via meditativa invece implica che si coltivi quella Consapevolezza chiamata anche ricordo di Sé..che è il fiat lux..che rende possibile il passaggio dal mondo profano a quello iniziatico..
C’è un prima e un dopo..prima di questa esperienza..e sarebbe l’uomo perso nel suo psichismo..e dopo quest’esperienza ..di percezione di Sé..che sarebbe la salita verso quel possesso pieno dei Coscienza che nelle condizioni attuali ci sfugge..
Il Vipassana..la meditazione più semplice..implica l’essere Testimone dei nostri atti o del respiro..ed essendo il Testimone equivalente al Sé..ne deriva che apriamo la strada a ciò che trascende la nostra individualità..dando energia all’Essere e non alla manifestazione..impedendo che questo Sé o Atman..si perda negli oggetti d’esperienza quotidiana..
Non è che noi dirigiamo il Sé..cosa impossibile perchè nulla esiste che sia superiore al Se.. impediamo che il Sé..si perda nelle abitudini..che la libertà..è una possibilità che appartiene anche allo Spirito..anzi..lo Spirito è libertà..e solo quando noi ci pieghiamo alle identificazioni..diamo energia a possibilità più meccaniche che sono ancora queste possibilià di quell’Infinito equivalente a Brahman unica realtà pur attraverso la molteplicità delle Sue manifestazioni..
Dice
140atisha
..e la pace regnò di nuovo….
tra vacche nere, creatività e conformismo..
tra rosari iniziatici e povericristi
tra risposte e richieste
tra vino e tarallucci
non escludendo l’amore di dio
ma tornando a se stessi
in un viaggio circolare
sedotti dall’idea che la felicità
o l’infelicità
si trovano fuori di sè.
(ps: riflessione.. nella vita il più grande desiderio è di essere accettato, di essere approvato.. anche se nessuno dice che ti devi adeguare ai valori e modelli della realtà dominante :))) eppure.. tu uomo ti adegui. Hai bisogno di guadagnarti il pane.)
:)
********************
Bè..è piacevole essere approvato dagli altri..ma ancora più piacevole è essere approvati da se stessi..
Ma ciò può capire solo chi è avvezzo a non mentire ..e preferisce dirigersi verso quel faro interiore unica realtà..pittosto che dirigersi verso le luci degli altri..unica illusione..
Dice Paritosh:La via iniziatica..o via meditativa invece implica tecniche e sforzi..
Che non servono a dirigere lo Spirito..ma semplicemente a prepararne il terreno di manifestazione..
..dunque arriva il tempo in cui le tecniche (quindi il confondere il “fare” con l’Essere) e gli sforzi (di chi se non dell’ego?) fanno il loro corso…(ne riconosciamo pure i limiti,le illusioni..)
e arrivano alla loro Foce,dopo ,come dici pure tu,aver preparato il terreno..
La Via iniziatica-meditativa è tutta qui!
Dopo non può esserci più Via,perchè non ci riconosciamo più come
ente personale che agisce nella dualità…e non può non esserci che l’Abbandono (che tu specifichi “mistico” poco importa),come è assolutamente errato indicarlo come irrazionale (c’è un Ordine..ma non è della mente:chi dovrebbe riconoscerlo?al limite è un riconoscerCi) quanto “sovrarazionale” ..
eckhart…
toglimi una curiosità…
Sei illuminato..?
Sei cosciente 24 ore al giorno..oppure no..?
E se no..cosa ti impedisce di esserlo..?
Sai tutto..sai che gli sforzi sono dell’ego..che non bisogna fare sforzi..che bisogna abbandonarsi…
Lo ha i fatto..?
Ti sei abbandonato..?
Se si..auguri che sei illuminato..ma se no..cosa te lo impedisce..?
Se scopri ciò che te lo impedisce..scorpi il tuo nemico..che pur non esistendo…si comporta come tale..
e a poco serve far finta che non ci sia..
Gli abbandoni sono di vario tipo..dipende a cosa ci si abbandona..Padre Pio..non era illuminato..eppure tutti dicono che era un santo..
I cosiddetti mistici o santi..hanno una Consapevolezza così elevata da sacrificarla all’altare del Mistero..dell’Altrove ..dove anche la Coscienza è un limite..?
La via iniziatica implica che si parta dalla Consapevolezza..e non da Dio..che non ci perdiamo ..se non la distruggiamo attirati da abbandoni falsi..
Carissimo Paritosh
Non sono un illuminato
E non me ne frega niente..(a te si mi pare..)
Non sono cosciente 24 ore al giorno..
E non so un bel nulla..
(non sono io che fa gli schemini dell’avanzare sulla Scala di Giobbe..)
Ho solo compreso che non posso più “sforzarmi” perché è come un ricadere indietro,un irrigidirmi..
piuttosto che abbracciare la Realtà.
Te lo ripeto:non ci vedo nessuna differenza tra Coscienza,Dio,Consapevolezza,Sunyata,Brahaman..
Non ne so nulla della consapevolezza di Padre Pio..se lo era buon per lui!
Nemmeno sui santi sono tanto informato..
Non si sceglie a cosa ci si abbandona ,lo si fa e basta.. .
..Ti sto parlando di Consapevolezza,Abbandono,Esperienza..
E qui non può esserci spazio per l’illusione,nè per la confusione..
Ciao Fratello..Namastè. :-)
Ottimo Valerio, non so cosa l’abbia privata delle parole. Mi dica, non mi faccia stare in pensiero. Appena posto, credo domani, l’altra parte di quanto iniziato, le dirò di quellèaforisma su Ramakrisna.
Francesco
Beh, senza parole…
dice
150eckhart
Carissimo Paritosh
Non sono un illuminato
E non me ne frega niente..(a te si mi pare..)
Non sono cosciente 24 ore al giorno..
E non so un bel nulla..
(non sono io che fa gli schemini dell’avanzare sulla Scala di Giobbe..)
Ho solo compreso che non posso più “sforzarmi” perché è come un ricadere indietro,un irrigidirmi..
piuttosto che abbracciare la Realtà.
Te lo ripeto:non ci vedo nessuna differenza tra Coscienza,Dio,Consapevolezza,Sunyata,Brahaman..
Non ne so nulla della consapevolezza di Padre Pio..se lo era buon per lui!
Nemmeno sui santi sono tanto informato..
Non si sceglie a cosa ci si abbandona ,lo si fa e basta.. .
..Ti sto parlando di Consapevolezza,Abbandono,Esperienza..
E qui non può esserci spazio per l’illusione,nè per la confusione..
Ciao Fratello..Namastè. :-)
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Se non dai energia al Centro..al Testimone..alla Consapevolezza..pur fregandotene di tutto..che poi è quello che faccio io..sei solo inconscio..
Perchè credi che il rilassamento e l’abbandono non abbia bersaglio ..ma che sia una condizione di pigrizia..un lasciarsi andare a quello che capita…fai confusione tra l’accettazione e lo sbracamento..e se non ti sbrachi significa che sei consapevole..ma dal momento che non ti interessa esserlo pechè lo credi un limite o una tecnica..e neanche ti sbrachi ..significa che ti reprimi..inconsciamente..mentre leggi
Balsekar..o similia..
Se quello che ho detto non è vero..significa che sei oltre l’Illuminazione..oltre la Coscienza..oltre tutte le qualificazioni..
sei fuso col Brahman…e..come non invidiarti..?
La progressione, caro Francesco, l’involontarietà, l’ Attenzione, la risonanza.
E poi lo stupore.
E poi, dopo la Sua Benedizione di cui al 141, lei mi capira…
Buona Giornata a Tutti Voi, Nessuni Incluso
X Paritosh:
Abbandonarsi è in fondo abbandonare l’ego strada facendo,togliendogli l’energia che di solito gli offriamo inevitabilmente quando scegliamo una Via Indiretta ,Paritosh..
Qui si tratta invece di convogliare tutta l’Energia ,la Totale Attenzione ,il Fuoco proprio lì,al Centro ;ma non c’è nessuno sforzo in ciò ,e soprattutto dispersioni di energia,perchè è una Via diretta, senza intermediari,e interconcessioni di nessun percorso.
E’ la Via senza Via.
Se ti piace l’esoterismo e le etichette è l’Asparsa Yoga,ma si chiama anche Advaita , Dzogchen, Zen,Quabbalah,un certo misticismo cristiano..
Qui si bada solo all’Essenza,senza fronzoli.
Con ciò non voglio screditare le Vie indirette a cui tu ti riferisci..
E’ pur sempre un ritorno a Casa.
C’è questo ,e c’è anche quello…
(con ciò mi rivolgo anche a Francesco, per certe sue idiosincrasie..)
La destra non è migliore della finestra,e viceversa.
Via questa mente che valuta il miglior percorso:a ciascuno il suo.
Ciao
X Valerio:
Il “citarsi sopra” di oggi ,è puta caso, di Woody Allen:
“Ma chi credi di essere Dio?!”
“…bisogna pur ispirasi a qualcuno nella vita,non credi?..”
PS E con Neil Young?
Woody è stato, sometimes, un genio. E “Amore e Guerra” una delle migliori Parodie ( dunque una delle più alte forme di critica letteraria ) del Sublime Lev ( radice semita, eh… ) Tolstoj.
Senza scordare Zelig, che non è una commedia tragica, ma una tragedia quotidiana…
Quanto a mr young: ” it’s still a fine line… ”
Gut, Herr Meister: un abbraccio dallo Young man ( a lot like you…)
ah ah ah !
Ho detto “finestra” invece di sinistra!
Quella citazione era da “Manhattan” come quella che segue,
è quello che mi è rimasto più nel cuore (ma d’accordo sugli altri ..)
“Forse dovresti frequentare gente cretina potresti imparare di più’ distrugge tutta quella ipocrisia e quelle maschere da intellettuali che DEVONO avere per forza un’idea su tutto e PER FORZA condivisibili e imprescindibili…”
Ah ah ah ,bella no?
Sono coltellate di sottile ironia che lasciano il segno..
Concordo, con Gigi e Valerio, Allen ha portato alla ribalta tutto il genio (talvolta distruttivo, cosa inevitabile quaggiù ) delle mente ebraica. Ed anche, purtroppo, tutta la sua ridondanza.
Per venire a noi, la forma originale – e più completa, come si vedrà subito – della sentenza citata da Valerio è ” L’ironia è una forma superiore di cririca”. Non è di Allen, ma sono anni che cerco di ricordarne l’autore.
Gigi, Valerio ( l’ordine è alfabetico), voi che vedo siete della partita aiutatemi!! Sguinzagliate i vistri scagnozzi, evocate gli spiriti, prendete il peyote, ma ditemi chi ne è l’autore.
(E’ quasi pronta la D-I-M-O-S-T-R-A-Z-I-O-N-E definitiva dell’inconsistenza ed irrilevanza di tutte le categorie guenoniane ed esoteristiche; verrà una cosa un po’ lunga, confido nell’indulgenza )
Francesco