Sesso e intimità
Da molti anni conduciamo seminari nei quali insegniamo come amare – se stessi e gli altri. Uno degli argomenti che molto spesso emerge, soprattutto con coppie che sono insieme da tempo, è come riuscire a mantenere attiva la propria sessualità. Molte coppie osservano che più stanno insieme, più è difficile mantenere lo stesso interesse nel fare l’amore.
La vita stressante, la crescente familiarità e la carenza di comunicazione possono stemperare il desiderio di fare l’amore. Forse desiderano ardentemente ritornare ai primi tempi, nei quali non vedevano l’ora di andare a letto insieme per condividere eccitante e appassionato sesso. O forse aspirano a raggiungere una più profonda unione attraverso la sessualità.
Il sesso si trasforma quando l’intimità diviene più profonda. Ma, a meno che non ci rendiamo disponibili a imparare ad adattarci al cambiamento, rischiamo di non sapere come averci a che fare. Il sesso è un aspetto significativo dello stare insieme; se manca, può compromettere la relazione. E se manca, diveniamo facilmente irrequieti o carichi di risentimento.
Possiamo cominciare ad avere delle relazioni o a rassegnarci, a diventare amareggiati e/o depressi. O possiamo ritrovarci totalmente immersi in altre cose come il computer, la televisione, il lavoro, lo sport o altri hobby e non prenderci nemmeno il tempo di stabilire una connessione con il partner.
Quando diventiamo intimi con qualcuno, diveniamo più vulnerabili e questa vulnerabilità solitamente si associa a maggiori paure ed insicurezze. Il sesso è uno degli ambiti in cui meglio queste paure ed insicurezze vengono alla luce. Se non abbiamo esplorato, compreso o accettato le nostre paure e insicurezze, in modo particolare rispetto alla nostra sessualità, rischiamo di non sapere più cosa fare quando queste si manifestano. Finiamo col credere che ci sia qualcosa di sbagliato in noi o nella relazione. Possiamo tentare di compensare queste paure buttandoci in un sesso che non sentiamo “appropriato”.
Quando ci sentiamo spaventati o insicuri nel fare l’amore, questo incide drasticamente sul modo in cui rispondiamo nel farlo e nel modo stesso in cui lo desideriamo fare. Nel fare l’amore, soprattutto se siamo diventati molto intimi con l’altra persona diventa sempre più difficile sentirsi al sicuro.
Quando due persone si mettono insieme, all’inizio è spesso più facile lasciarsi andare alla passione e all’intensità nel fare l’amore. Ma come l’intimità cresce e diventiamo più vulnerabili, diveniamo anche più sensibili. Desideriamo che il sesso rimanga invariato o persino migliori, ma questo non accade. Può peggiorare. Può accadere che sparisca del tutto. Possiamo mettercela proprio tutta o possiamo finire con l’allontanarci. Possiamo diventare glaciali o distanti mentre facciamo l’amore. Possiamo manifestare disfunzioni sessuali. Tutto questo accade perché abbiamo paura e non lo sappiamo. A complicare le cose, raramente accade lo stesso ad entrambi i partner.
Abbiamo scoperto, sia all’interno della nostra stessa relazione sia in quelle di coloro con cui abbiamo lavorato, che gli amanti che hanno raggiunto un’intimità più profonda, hanno bisogno di scoprire nuovi modi di fare l’amore. Devono capire che la paura e l’insicurezza aumentano con l’aprirsi l’un l’altro e come tutto questo influenzerà la loro vita sessuale. Devono anche imparare a comunicare la propria esperienza sul sesso, in particolar modo le loro vulnerabilità. Spesso proprio la vulnerabilità è la cosa più difficile da confessare, specialmente se riguarda il sesso.
È del tutto naturale, e persino sano, che quel tipo di eccitazione che provavamo nel periodo della luna di miele della relazione svanisca. L’eccitazione è un elemento che compare facilmente quando abbiamo rapporti sessuali con qualcuno appena conosciuto. E possiamo mantenerlo vivo per un po’. Ma a causa della familiarità, del vivere assieme e di una serie di altri motivi che esploreremo, svanisce col tempo. Possiamo allora provare a mantenere viva l’eccitazione in qualche modo. Ma qualunque metodo alla fine risulta artificiale e artefatto.
La soluzione a questo problema sta nello scoprire qualcosa di più profondo e di maggior supporto, che possa prendere il posto del nostro bisogno di perpetua eccitazione. L’eccitazione di per sé non può essere la forza di sostentamento della nostra sessualità all’interno di una relazione a lungo termine.
Nel momento in cui stiamo scrivendo questo libro, stiamo insieme già da quattordici anni. Ciò che tentiamo di condividere qui è il frutto di quello che abbiamo imparato in tutti questi anni di convivenza come amanti, ma anche di quello che abbiamo imparato dal lavoro svolto con i partecipanti ai nostri seminari. La prima volta che c’incontrammo fu in India, dove entrambi stavamo facendo pratica meditativa e vivendo in una comune spirituale.
Uno degli aspetti della comune era un intenso programma di seminari di crescita. All’inizio della nostra storia di coppia, decidemmo di frequentare un seminario di due settimane sul Tantra. Il corso insegnava un modo per integrare la meditazione con la sessualità attraverso un approccio specifico e una tecnica per fare l’amore che ci attrasse. (Descriveremo questo approccio in dettaglio
in un capitolo più avanti.)
Nel periodo in cui seguimmo questo seminario, io (Krish) ero anche alla ricerca di un cambiamento nel modo in cui facevo l’amore. Una delle ragioni era che stavo cercando una forma di connessione nel sesso più profonda, più tenera e più meditativa. Ma c’era anche un’altra ragione. Nel fare l’amore, avevo paura di raggiungere l’orgasmo troppo presto, quando sia io sia la mia compagna eravamo eccitati. Mi vergognavo tremendamente quando accadeva, e non riuscivo più a rilassarmi veramente a causa di questa paura. Il metodo che imparammo dava più importanza alla connessione che non alla prestazione, e insegnava a fare l’amore in un modo così rilassato e senza sforzo che qualcosa dentro di me si rilassò profondamente.
Notai che quando mi prendevo il tempo di rilassarmi e concentrarmi di più sulla connessione che non sull’eccitazione, per me qualcosa cambiava. La totale assenza di pressione e aspettative mi ha aiutato a superare la mia insicurezza e la disfunzione stessa. Abbiamo infatti scoperto che questa assenza di pressione e pretese nel sesso è uno dei più importanti ingredienti che consentono alle coppie di mantenere vivi amore e vita sessuale.
Scoprire che fare l’amore può essere così rilassante e profondamente soddisfacente, senza in realtà fare niente, arricchì molto anche me (Amana). Mi resi conto che proprio attraverso la connessione e il permettere ai corpi di fondersi con le energie, accadeva qualcosa di molto più profondo di quanto accada facendo sesso molte volte. Di fatto, questo seminario preparò la nostra relazione ad un modo diverso di stare insieme, dove il fare l’amore non dipendeva più dall’eccitazione o dalla soddisfazione sessuale, ma piuttosto dalla connessione.
Ma per una sana relazione sessuale all’interno di una coppia che sta insieme da molto tempo, non basta imparare a fare l’amore in modo più ricettivo. Dobbiamo anche mantenere la nostra sfera emozionale libera e lavorare nel rendere più profondo l’amore che c’è tra noi. C’erano dodici coppie che frequentarono il seminario con noi.
Ma per quanto ne sappiamo, di quelle dodici, noi siamo l’unica coppia sopravvissuta. E la ragione per cui queste relazioni sono finite è stata, nella maggioranza dei casi, perché conflitti emozionali irrisolti hanno logorato la fibra del loro amore. Noi siamo stati in grado di mantenere il nostro amore e la nostra sessualità molto vitali in parte perché, fin dall’inizio, abbiamo fatto in modo che fosse una priorità affrontare tutto ciò che generava distanza e ferite tra di noi.
La nostra intimità è tale che possiamo avvertire ogni volta che qualcosa disturba il nostro profondo legame. Abbiamo imparato, dal lavoro fatto su noi stessi, che quando ci sentiamo facili allo scatto, irritabili o distanti l’uno dall’altro, è principalmente perché qualche vecchia ferita è stata riaperta ed è ancora molto dolorosa. L’altra persona è un pretesto, non la causa alla radice della nostra insofferenza. Sapere ciò ci aiuta a non incolpare l’altro.
Per di più, nella maggior parte dei casi, le nostre reazioni e la nostra insofferenza hanno poco o nulla a che fare con l’altra persona. Hanno invece a che vedere con la carenza di spazio interiore in quel momento specifico e col sentirsi sopraffatti dalla vita. Quando veniamo provocati, spesso tutto quello che desideriamo fare è prendercela con qualcuno o trovare qualcosa (o qualcuno) che possa farci sentire meglio. E quando abbiamo questa carenza di spazio interiore anche la cosa più insignificante che l’altra persona fa, o qualsiasi altra fonte di stress della vita, delusione o frustrazione, può facilmente scatenare l’agitazione e le paure, e indurci a prendercela l’un con l’altro.
Quando ci irritiamo a vicenda, ogni volta che ci sentiamo stressati, il sesso è spesso il primo a subirne le conseguenze. Col passare del tempo, una coppia che desidera mantenere la propria sessualità attiva, pulsante e nutriente, deve trovare anche il modo per rendere più profondo l’amore, l’intimità e la fiducia, perché ci vuole profondità per rimpiazzare l’eccitazione iniziale dello stare insieme, specialmente per quanto riguarda il sesso.
Dedicheremo alcuni capitoli nel tentativo di rendervi partecipi di alcuni specifici strumenti che abbiamo scoperto per approfondire l’amore. Nella nostra relazione sessuale, affrontiamo sfide continue riguardo a paure e insicurezze in cui ci capita d’imbatterci, e ci lavoriamo sopra. Man mano che si va in profondità, si trovano nuovi strati di paura e d’insicurezza.
Per di più, in quasi tutte le relazioni profonde, le ferite dell’uno trovano il modo di stuzzicare quelle dell’altro. Ciascuno deve affrontare in modo profondo le dinamiche che inconsciamente e automaticamente lo spingono ad allontanare il partner e a nascondersi. E in seguito a tirarsi indietro dal fare l’amore.
Nel nostro caso specifico, le paure di Krish di sentirsi sopraffatto da una donna forte (causate da una madre troppo autorevole e opprimente) possono entrare in rotta di collisione con l’esperienza di Amana di un uomo non presente (originate da un padre alcolista che alla fine si suicidò). Con amore e consapevolezza, siamo riusciti a far fronte a questa dinamica in un modo creativo.
Grazie a una maggiore intimità, siamo maggiormente esposti ai modi in cui la nostra sessualità viene influenzata dalla paura, dalla vergogna e dall’insicurezza. Eppure la vulnerabilità è anche la via d’accesso alle più recondite e preziose parti di noi stessi, ai tesori della nostra anima e al cuore dell’intimità. Secondo la nostra esperienza, non possiamo sperare di conoscere noi stessi, né tantomeno cosa sia l’amore, se non esploriamo le profondità della nostra vulnerabilità.
Con questo libro, offriremo un percorso per metter insieme il sesso e la vulnerabilità, affinché questo divenga un modo per approfondire ed arricchire l’intimità. E, nel corso del libro, vi porteremo esempi tratti dalla nostra vita, ma anche da quella di persone con le quali abbiamo lavorato. Naturalmente, per proteggere la riservatezza di coloro di cui discutiamo, ometteremo di menzionare i nomi o li cambieremo.
Tratto da “Sesso e intimità”, di Krishnananda e Amana, pubblicato da Apogeo/Urra, per gentile concessione dell’editore.
Ecco la “fine” del mondo di Osho. La deriva psicologica.
che significa doghen?
Significa che si è abbandonato un approccio spirituale per un approccio psicologico.
Ho letto il libro cui si riferisce l’articolo, e sono abbastanza d’accordo con doghen.
Il libro affronta un tema molto “caro” ai repressi come il sottoscritto. L’approccio è essenzialmente psicologico, e la spiritualità è o un “sotto-prodotto” (facendo così e cosà diventerete più consapevoli, o più vicini al vostro vero Sé), oppure una referenza (teniamo gruppi, abbiamo conosciuto Osho, ecc.).
Ciò non toglie che il libro possa essere utile per chi ne ha bisogno o per chi si trova comunque in sintonia con questo approccio.
bipo: L’approccio è essenzialmente psicologico, e la spiritualità è o un “sotto-prodotto” (facendo così e cosà diventerete più consapevoli, o più vicini al vostro vero Sé), oppure una referenza (teniamo gruppi, abbiamo conosciuto Osho, ecc.).
ati: puoi avere tutte le ragioni che vuoi… anch’io sotto sotto la penso così, ma se guardi l’altra parte della medaglia, se non azzeri (o disinneschi in gran parte) quegli aspetti psicologici latenti, temo che il “sottoprodotto spirituale” non possa emergere….
il sesso è un’energia troppo forte da poter governare.. ed è quasi sempre la causa di ogni “fallimento”….. tanto vale, a volte, riprendere in mano gli aspetti psicologici della questione…
:)
Cara ati, per me il sesso è un’energia talmente forte da poter governare, che spesso e volentieri mi succede di prendere in mano non tanto gli aspetti psicologici della questione, quanto qualcos’altro…
va più che bene! se così ti accade.. che male c’è?
prima o poi una bella risata davanti allo specchio….
La meccanicità dovrà lasciare posto a qualcosa di meno istintuale..
L’uomo dovrà smettere di mangiare la minestra con la forchetta! :))))
Stavo rileggendo l’articolo….mi sembra quasi sociologia…
Credo che ognuno è unico, difficile standardizzare.
Potrebbe essere un libro, (non l’ho letto, però) di quelli che lo leggi, e poi cominci a soffrire di un malanno che sta descritto sopra…..:-)
non ho letto il libro in questione, anche se condivido il fatto che dall’introduzione sembrerebbe uno di quei manuali di self help, oppure venite a fare il corso con noi e tutto andrà bene. Sono anche daccordo che ogni individuo è un essere unico (bensì connesso con il resto), però devo anche dire che ho partecipato a dei seminari con krishnananda ed amana, e sono stati belli, interessanti nonchè hanno contribuito a farmi comprendere molte cose, tramite un lavoro che non si basa assolutamente sulla mente, e ad acquisirne consapevolezza. In ogni caso non condivido ciò che dice doghen a proposito dell’aver lasciato l’approccio spirituale per quello psicologico, visto che Osho sottolinea più volte che un albero senza radici crolla con il primo colpo di vento ;-))))
Commento ai commenti…
Qualcino disse che siamo uni e trini spirito mente e corpo, lequilibrio dell’uomo si trova nei tre mondi e non solo in quello spirituale… lo spiritualismo senza il conosci te stesso psicologico è solo vana aspirazione, l’uomo senza corpo non è uomo…
inutile voler essere ciò che non si è… se si conosce se stessi si accetta la temporanea condizione umana se non si accetta il corpo e le sue istanze naturali significa che non si sa chi si è veramente.
non si tratta di separare solamente… infatti “solve et coagula” … alla fine… tutto è uno…
oh finalmente un commento che mi fa ritirare su. Non c’è percorso spirituale senza approccio psicologico e non c’è percorso psicologico senza approccio spirituale. Anche se vai dal più trdizionale e verboso mentale psicologo ci vai perchè cominci a sentire che c’è qualcosa che non va e che non lo puoi vedere con gli occhi e tocare con le mani, il motivo per cui quella cosa che non va è invisibile ma c’è e vuoi qualcuno che ti aiuti a veder ciò che per te non è visibile con gli occhi e tangibile con le mani. Questo è già un approccio spirituale che hai per iniziare un oercorso psicologico. Ninete è separato. Se hai mal di pancia c’è un emozione che ristagna, se ti rompi un osso pure, se sei depresso l’accesso allo spirito si è interrotto, corpo mente emozioni e spirito sono collegati e compongono insieme la vita dell’essere umano. Se non si casca nel desiderio di separarci interiormente ognuna di queste parti arricchisce l’altra. Anche la tradizione pellirossa come quella orientale, dice che siamo un cerchio come lo è l’esistenza stessa, non siamo una linea.La ruota dei segni cardinali corrisponde alle parti di noi. . siamo fatti di corpo, denaro materia (ovest); mente pensiero lucido, intuizione, razionalità( nord); emozioni, acqua, passioni,il bambino puro(sud);e spirito, visione, ciò che prevedi per la tua vita, contatto con il piano divino(est) e al centro del cerchio c’è la vita.Senza uno di questi punti la vita ha un buco, uno sbandamento, una disarmonia. Buon tutto
cara orny se non dai la possibilitá a nessuno di tirarti su…. Non dai la possibilitá a nessuno di tirarti giù … Come in alto così in basso… Buon cammino
orny: Anche se vai dal più tradizionale e verboso mentale psicologo ci vai perchè cominci a sentire che c’è qualcosa che non va e che non lo puoi vedere con gli occhi e toccare con le mani, il motivo per cui quella cosa che non va è invisibile ma c’è e vuoi qualcuno che ti aiuti a veder ciò che per te non è visibile con gli occhi e tangibile con le mani. Questo è già un approccio spirituale che hai per iniziare un percorso psicologico
atisha: questo è chiedere un aiuto per un disagio psicologico…
la Spiritualità va oltre…
Daccordo che tutto è collegato, ma non è possibile percepire questo collegamento se viviamo identificati con la sofferenza…
La sofferenza può essere un blocco che ci oppone al Risveglio..
o un motore che ci salva..
sempre se decidiamo di indagare la nostra paura, sempre se siamo in grado di lasciare le difese psicoemotive che ci siamo costruiti intorno…
Solo a quel punto si può parlare di Spiritualità.. di cammino spirituale..
namastè :-)
Io sono abbastanza daccordo su tutto tranne che su una cosa.
Mi sembra di aver capito, non vorrei sbagliarmi, che più si entra in intimità più sorgono paure di non essere accettati. Però da un altro punto di vista è esattamente il contrario. Cioè più conosco i “difetti” di una persona e allo stesso modo l’altra conosce i miei, più mi affezzionerò ad essa perchè quei “difetti” saranno i primi che amerò essendo parte unica ed irripetibile di quella persona. Io per esempio credo di amare una ragazza anche se il suo carattere a volte mi fa arrabbiare, ma questo non mi impedisce di amarla e desiderarla ancora di più soprattutto quando si allontana da me. E questo potrebbe introdurre un altro aspetto trattato dall’articolo: il fatto che dopo un lungo rapporto si perde come la voglia di stare assieme e di farlo. Non ho ancora esperienza di lunghi rapporti ma questa è una cosa che ho già sentito dire. Io credo però che ci siano vari livelli. La sessualità è senza dubbio collegata con la sfera sociale di una persona. Per modo di dire qui da noi un piccolo conflitto all’interno della coppia è visto come positivo perchè magari toglie la monotonia. Mentre in oriente la donna è accettata come sottomessa all’uomo. Addirittura mi hanno raccontato che un cinese voleva che a letto la sua partner non si muovesse per niente altimenti non gli piaceva farlo… non credo che abbia avuto tante donne italiane disposte a rimanere a lungo con lui! (Certo poteva essere un caso a parte, prendetela come una battuta.)
Però ho come l’impressione che l’articolo vuole prendere in esame altri tipi più profondi di problematiche. Qui infatti come è chiaro il rapporto di coppia è visto come una continuazione della ricerca interiore personale. Il rapporto con l’altro è quindi utile ed essenziale a reggiungere l’unità. Una cosa molto bella a mio parere ma non alla portata della stra maggioranza delle coppie che hanno problemi e alle quali sarebbe forse puù utile qualche consiglio più pratico. Si perchè, dalla mia modesta esperienza, la ricerca interiore è un percorso che non tutti se la sentono di intraprendere e credo ci sia il serio rischio che possa peggiorare il rapporto invece che migliorarlo. Questo almeno all’inizio della ricerca e soprattutto senza l’aiuto di qualcuno che la sa lunga: cioè un maestro serio che sia reperibile ogni qualvolta ci sia una crisi grave e con il quale comunque si possa parlare almeno ogni qualvolta se ne sente il bisogno. I seminari fini a se stessi secondo me lasciano il tempo che trovano se poi non c’è la voglia dei singoli di approfondire certi aspetti di sè. Forse questo potrebbe spiegare il fatto che tutte le coppie tranne una si sono separate… cmq x quello che può valere, il mio giudizio sull’articolo è buono data anche la sua collocazione azzeccata e il fatto che ha pubblicizzato bene il libro incuriosendomi…
Senza consapevolezza l’amore di coppia è solo “guerra tra i sessi”
come lo chiamava Nietzsche.
Non c’è altro termometro che ne indichi la “qualità”,secondo me.
Sono molto perplesso sulla possibilità di lavorarci sopra,sempre che non si stia lavorando sodo su se stessi:quindi rimane sempre un’ottima opportunità ,uno straordinario specchio per noi stessi.
(Non ho letto l’articolo comunque.)
eck: Senza consapevolezza l’amore di coppia è solo “guerra tra i sessi”
come lo chiamava Nietzsche.
ati: oppure sano movimento fisico…
o paragonabile al prurito .. e quando si ha prurito che si fa?
ci si gratta meccanicamente (come diceva non mi ricordo più…) :-)
..dunque l’amore di coppia sarebbe una costruzione che ha le sue fondamenta su di un prurito..
Altra costruzione è ,secondo me,la famiglia,ove le fondamenta che la tengono sono l’allevare i figli..
Ma sono fuori tema?
Senza consapevolezza è tutto un film fatto di pruriti qui e là…..ad avercela ;-)))))
eck: altra costruzione è, secondo me,la famiglia,ove le fondamenta che la tengono sono l’allevare i figli..
ati: fondamenta sulla sabbia…
con pruriti qua e là…. :-))))
atiterminator
Certo: ma non intendevo dire che fossero più solide..
ma su quale scopo si fondassero..
Intendiamoci: non faccio l’ ipocrita moralista,di quelli che dicono”credo fermamente nei valori della famiglia blablabla..”
sto solo giocando :D