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16
May
2008
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Senza potersi fermare – Le radici della dipendenza a produrre

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masaccio-adam-and-eve-expelled-from-paradiseAvevo iniziato a scrivere questo breve saggio sulle motivazioni interiori che stanno alla base della dipendenza a produrre due anni fa. Il problema ambientale era già conclamato ma ancora non si avvertiva la crisi delle fonti energetiche che ci accompagnerà per lungo tempo.

Mi sono interrogato sulle radici psichiche e sui condizionamenti alla base della dipendenza a produrre in occidente, poi esportata in tutto il pianeta.

Le origini della dipendenza a produrre e della conseguente devastazione del pianeta risalgono all’interpretazione dei messaggi diffusi dalle religioni, in particolare della tradizione giudaico-cristiana.

Il cristianesimo ha propagato i messaggi concernenti il peccato originale e all’impossibilità di raggiungere il divino in forma umana. Questi e altri messaggi hanno prodotto dei doppi vincoli psichici, dei corti circuiti.

senza potersi fermareL’unica via d’uscita per l’essere umano era rimasta quella di riscattarsi ricreando il paradiso in terra, tramite azioni “virtuose” e dominando la natura a questo scopo, autorizzati dalla Bibbia stessa a utilizzare la natura per i fini umani.

I messaggi della religione avevano un senso originario come strumenti per la ricerca spirituale, ma tali messaggi sono stati interpretati sul piano dell’ego nei modi che questo poteva.

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Poiché l’articolo è piuttosto lungo, l’ho impaginato in forma di e-book gratuito che si può scaricare facendo clic sulla copertina.

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16 Responses

  1. Caro Ivo, la tua lucida analisi è un comodo resoconto, per chi legge, di un processo a cui assistiamo percependolo sulla nostra pelle, a volte, parlo soprattutto per me, senza averlo neanche concettualizzato così bene come hai fatto nel tuo book, per questo ti sono grata di questo lavoro.
    Chi si ferma è perduto, chi vorrebbe trovare il giusto equilibrio del fare e del non fare è pieno di disagi, perché sente come un andare contro un ordine costituito del mondo attuale, sente di commettere una sorta di sacrilegio.
    Tutto deve crescere costantemente, la produzione mondiale viene vista come un successo se è sempre in crescita, ma se osserviamo bene, quando qualcosa in un organismo vivente inizia a crescere costantemente e senza nessuna interruzione naturale noi lo chiamiamo “cancro”, e sappiamo che ci ucciderà prima o poi se non lo fermiamo.
    Così l’equilibrio di questo mondo dove viviamo, che non è nostro, nè di nostro esclusivo uso e consumo, di cui invece siamo parte integrante, viene intaccato da questa crescita esponenziale, da questa malattia cancerosa che è l’agire ad oltranza, il produrre costante e folle dell’uomo.
    Possiamo dire che la cellula uomo in questo mondo è momentaneamente (spero solo momentaneamente) impazzita e si è modificata in una neoplasia.
    Forse sembro catastrofica, ma non parlo solo per osservazione distaccata, ho voluto sperimentale il mondo dei manager per quasi un decennio, ho creduto che solo così potessi realmente comprendere cosa accade ad un essere umano che vive in quella realtà; ho respirato la loro aria e il loro ritmo diventando io stessa una manager; ho visto il loro continuo sollecitarsi a vicenda, spesso con vere e proprie sollecitazioni agli altrui sensi di colpa e minacce di essere tagliati fuori se non si è come si sul dire in gergo “sulla palla”.
    In quel mondo sono ammirati e visti come un esempio gli uomini che sono costantemente spinti all’estremo verso la crescita, verso la risoluzione e la prevenzione di ogni possibile ostacolo che possa bloccare il proprio obiettivo, obiettivo comune di una azienda e di una società intera, la famosa “mission”.
    I manager si sono “caricati” per anni a vicenda, quando non basta si riuniscono in stage per aumentare il loro flusso di adrenalina e chi si ferma è davvero perduto e tagliato fuori; sembrano vivere nel terrore di questo, quando qualcuno fallisce, nella migliore delle ipotesi cade in depressione, nella peggiore pensa o attua il suicidio come auto punizione finale e senso di inutilità conclamato.
    Per altri che raggiungono il successo c’è altrettanta infelicità, come la storia del padrone del cavallo che una volta insegnato al cavallo a non mangiare lo vede con disappunto morire, così il manager che raggiunge il “successo” vede che la sua voglia di vivere è stata drenata da quell’immane sforzo e non è felice ma depresso e pauroso, anche perché scopre che la carota non è stata ancora raggiunta: perchè avere successo vuol dire anche riuscire a mantenerlo costantemente, questo comporta ancora continui sforzi, un’auto-tortura senza fine.
    Spesso questi uomini alla fine della loro carriera, da vecchi, si rendono conto che intorno a loro c’è stata una vita di cui solo marginalmente si sono accorti, improvvisamente chi è fortunato ad accorgersene, si rende conto di avere avuto una famiglia, dei figli che erano in fasce e tra una riunione di lavoro e l’altra e un viaggio e l’altro questi ora sono dei quarantenni, quasi degli sconosciuti.
    Qualcuno dopo l’inevitabile infarto, costretto a fermarsi, si accorge che esistono i giardini pubblici, il calore del sole e il colore dei fiori, fino a quel momento i fiori avevano rappresentato solo una strumento come un altro per conquistare una donna o fare un omaggio.
    Il sesso è per il manager un fast-food, qualcosa da fare bene, con potenza, una performance da ottimizzare, spesso ci si esercita con prostitute (nel loro caso si chiamano accompagnatrici) per potere essere sempre al meglio e ben allenati, quando lo stress è troppo e proprio non aiuta ora per fortuna c’è il viagra a coprire la disfunzione, per le donne non c’è problema possono fingere e basta anche se non sono realmente coinvolte, gli uomini le guardano con invidia per questo.
    Il sesso va praticato per poter anche mostrare al colleghi che si è ok su ogni piano, che la “macchina” funziona perfettamente, produrre invidia nel collega è una forma ottimale di stimolo sottile a mantenere vivo questo trend di performance generale.
    Potrei aggiungere tanto altro, ma mi fermo qui, erano giusto degli esempi per esternare questa realtà.
    Questa macchina non si fermerà facilmente, questa macchina dell’uomo produttivo è come un immenso ingranaggio che ha iniziato a girare secoli fa lentamente per poi accelerare nel tempo, come tu Ivo ci hai mostrato partendo dalla Bibbia e dai quei strani e contrastanti concetti di sensi di colpa, libero arbitrio, impossibilità di essere felici in questa vita terrena ma solo in un futuro ultraterreno, bisogno di riscattarsi dalla colpa, senso di potenza rispetto al mondo, ma assoluta estraneità rispetto al Divino: Lui è qualcosa di diverso da noi, necessità di “guadagnarsi” un mondo di felicità che però non sarà mai in questo mondo ma nell’altro-mondo.
    Questo enorme ingranaggio, questa ruota che gira vorticosamente non può arrestarsi di botto, tutto andrebbe in pezzi, non resta che iniziare un processo lento, lentissimo di rallentamento e poi ancora più delicatamente di inversione di tendenza. Questo auspico.

  2. eckhart

    Che lucida analisi Ivo..e per fortuna anche sintetica.. ;-)
    La catena:senso di colpa-compulsività produttiva forgiata dalla morale giudaico-cristiana,regge bene come punto di osservazione,almeno per l’ex Occidente,visto che abbiamo ben esportato pure questo “circolo vizioso” mi pare…
    Infine è sempre l’ego rimasto primordiale,legato alle sue dinamiche infantili,mi sembra il punto.In linea di massima,a parte piccole frange che stanno sfruttando questi ostacoli ad evolvere e maturare nella consapevolezza,la maggior parte dell’umanità,mi sembra sia rimasta al palo..E giorno dopo giorno la Prova non può che essere più evidente e dura..
    Adesso gli abbiamo pure dato una scadenza come lo yogurth (2012)
    chissà,forse è meglio per riflettere darsi una scadenza..
    oppure farse prendere dal panico..ci sta pure questo… :-)

  3. eckhart

    Riflettevo anche ,partendo dall’ultimo libro di Tolle pubblicato in italiano
    “Un nuovo mondo”,che anche i Maestri cominciano ad interessarsi inevitabilmente della Terra..
    Mi pare di osservare un passaggio dalla new age,ove l’evoluzione della consapevolezza veniva vista come un forma elitaria..da yuppie..
    a quella attuale dove tutto diventa necessità…
    Ho la sensazione che questa condizione spingerà nuove Voci ad uscire allo scoperto…ci saranno altri Tolle..altri network attenti a queste nuove dimensioni e Risposte..come ci saranno frange sempre più impaurite che si richiuderanno in un atteggiamento da Testimoni di Geova..

  4. Grazie a Giusy e ad Eckhart per le letture attente e per i contributi all’analisi. Ieri sono stato a Verona a Solarexpo, con la scusa che i miei genitori vogliono rifare il vecchio tetto della casa dove vivono e sfrutterebbero l’occasione per installare dei pannelli. Ma volevo soprattutto capire il mondo delle energie rinnovabili un po’ più da vicino.

    A parte due o tre piccoli stand tipo quello di Greenpeace, le proposte sembrava che partivano dalla stessa mentalità che ci ha portato dove siamo e ci sta trascinando verso il baratro, con gli stessi manager di cui parlava Giusy. Il problema non è tanto tra energie rinnovabili e non rinnovabili ma nell’atteggiamento da tossici per cui non se ne ha mai abbastanza. Le energie rinnovabili non si stanno imponendo soprattutto a causa degli interessi più che consolidati nel mercato del petrolio e dei suoi derivati. Le energie rinnovabili sono già una realtà e potrebbero, con lo sforzo dei governi, realmente già sostituire la maggior parte dei combustibili fossili.

    Ma il problema non è neppure nella scelta delle fonti, quanto il “potersi fermare”. Anche se sfruttassimo fino all’ultimo raggio di sole e bava di vento, se non si esce dalla dipendenza, non sarà comunque mai abbastanza.

    Tutto il meccanismo è creato per continuare a crescere, sempre e comunque. Chi si ferma è perduto. Agli inizi quando facevo l’editore, ancora riuscivo a scrivere a mia volta libri, a cercare i titoli, tradurli, ecc. Poi pian piano che la cosa cresceva, la mia attenzione si doveva spostare dal settore editoriale, poi a quello commerciale, poi alla gestione delle persone fino alla noia totale: lavorare solo coi dati di vendita, coi calendari delle uscite, i flussi di cassa e i bilanci di cui personalmente non ci ho mai capito niente.

    Nel frattempo il meccanismo balordo del mercato fa sì che, non avendo grandi risorse proprie, si debba dipendere sempre più dalle banche e queste, se non continui a crescere, non ti danno più soldi. Allora le scelte editoriali non possono più essere solo quelle che partono dalla passione, ma devono essere adeguate “a ciò che chiede il mercato”. E di giorno in giorno ti senti più vuoto e temi che se un giorno “il mercato” non apprezza più ciò che fai, oppure che se coloro che tengono le comunicazioni strategiche vanno da un concorrente, allora chiudi tutto oppure qualcuno molto più grande di te ti compra per due soldi e magari diventi suo dipendente. Questo è uno dei modi con cui i grandi diventano sempre più grandi, in ogni settore del mercato. Fortuna mia mi sono fermato in tempo e posso ritornare a fare le cose per passione ma spesso ci si ferma solo (e neanche sempre) dopo un infarto. Come fermarsi? Forse con la consapevolezza che vi sono altri valori, ben vengano i Tolle e le visione di un mondo diverso.

  5. Sakshin

    Ivo:
    “Fortuna mia mi sono fermato in tempo e posso ritornare a fare le cose per passione ma spesso ci si ferma solo (e neanche sempre) dopo un infarto. ”

    Il fermarsi in tempo forse accade solo a pochi individui “predestinati”.
    L’inconsapevolezza collettiva, aimè, tende a fermarsi solo dopo l’infarto sociale, economico, ecologico.
    Spero di sbagliarmi. Vorrei con tutto il cuore essere smentito dai fatti.
    Dare l’esempio, comunque, può essere una buona occasione di riflessione per qualcuno che è in crisi di coscienza.
    Ma l’ingranaggio è potentissimo e consente solo a pochi di sfuggirgli. Se non accade un ampliamento diffuso della consapevolezza, per contagio, non sarà possibile, secondo me, invertire la corsa verso la ossessiva e ossessionante crescita del sistema che si autoalimenta con un meccanismo
    perverso, incapace di svolte correttive salutari.
    Bisognegnerà necessariamente un pò tutti “impoverirci” materialmente e arricchirci spiritualmente per migliorare la qualità colettiva della vita su questo martoriato e mostruosamente sfruttato pianeta, del quali siamo ingrati e irriconoscenti figli.

    Sak

  6. paritoshluca

    La mia analisi invece è molto più semplice ed essenziale..
    Il produttivismo..che poi sarebbe il mondo moderno..è stato creato dalla perdita del Centro..
    e l’uomo ..ormai vagando nella periferia..passa di luogo in luogo senza pace e senza meta…
    Tutti gli aspetti della nostra epoca..dall’economia..alla cultura..ai rapporti sociali..si fondano sull’assunto che il Centro è il divenire..e la conseguenza è che bisogna divenire più in fretta possibile perchè ..pur con la tecnica sbagliata..tutti cercano inconsciamente la stabilizzazione..la stabilizzazione nel divenire..che poi è l’arresto finale..simboleggiato fisicamente dal collasso..e socialmente dalla crisi o fine del mondo prossima ventura..

  7. eckhart

    Paritosh:Il produttivismo..che poi sarebbe il mondo moderno..è stato creato dalla perdita del Centro.

    D’accordo,ma pare che hai detto la stessa cosa con altre parole..
    Che cos’è questa perdita del Centro,se non la Caduta dell’Uomo,
    in altre parole,il Peccato Originale (letteralmente peccato significa
    “fallire il punto”),in altre parole l’affermarsi dell’ego..
    che è l’argomento ben definito da Ivo..

  8. Una ultima notizia fondamentale per lo sviluppo dei pannelli fotovoltaici da parte della ricerca IBM http://physorg.com/news130086323.html . In questa ipotesi un centimetro quadrato di celle produce 70 Watt di energia. Un tetto di condominio potrebbe dare energia a tutte le esigenze dei condomini. Ma ho l’impressione che non basterà ancora… e posso già immaginare le liti di condominio :-)

  9. paritoshluca

    7eckhart
    Paritosh:Il produttivismo..che poi sarebbe il mondo moderno..è stato creato dalla perdita del Centro.

    D’accordo,ma pare che hai detto la stessa cosa con altre parole..
    Che cos’è questa perdita del Centro,se non la Caduta dell’Uomo,
    in altre parole,il Peccato Originale (letteralmente peccato significa
    “fallire il punto”),in altre parole l’affermarsi dell’ego..
    che è l’argomento ben definito da Ivo..

    Avrei dovuto specificare “la perdita del senso del Centro”
    Significa che oggi..culmine di un processo discensivo cominciato secoli fa..è sparita anche l’idea di Consapevolezza..o Ricordo di Sè..presente in ciò che si chiama esoterismo..o parte superiore delle religioni..che indirizza la parte morale o teologica e mentale..e informa la società nei suoi valori..
    Insomma..la perdita del Sè..determina il mondo moderno..e non intendo il Sè concettualizzato come in Oriente..che rimane lettera morta..ma il Sè che opera nel mondo..dando equilibrio e buon senso ciò che illumina..produzione compresa..
    I pericoli del mondo ecologista..oggi..sono il cadere nel moralismo..nel condannare qualsiasi atto inquinante a prescindere dagli effetti reali..
    una buccia in un bosco per esempio..
    e in questo si può vedere quella deriva fanatica che potrà affermarsi dopo i fasti dello sperpero di risorse e monnezza della fase attuale..

  10. matil

    … a proposito del fotovoltaico… senza andare troppo nei dettagli di numeri e percentuali… anch’io ho avuto modo di approfondire l’argomento anche se in maniera “domestica”… ed è venuto fuori che i costi di commercializzazione degli impianti sono stra-gonfiati. Le imprese che in Italia li propongono sono poche e controllano i prezzi; in molti casi offrono anche dei piani di finanziamento con mutuo “incorporato”(l’accoppiata dei “settori finanza & energia” colpisce ancora), con tutto ciò che ne consegue:
    per una casa autonoma abitata da una famiglia di 4/5 persone i preventivi possono superare i centomila euro) qual’è il risparmio per la famiglia?, tra l’altro ti puoi ritrovare ad accendere un mutuo e quindi ad indebitarti per i prossimi 15-20 anni per finanziare un impianto ad energia solare che – nelle migliori delle ipotesi sarà già obsoleto quando ancora non hai nemmeno finito di pagarlo.
    La speculazione indiscriminata arriva dappertutto: non c’è una buona iniziativa che rimanga pulita abbastanza a lungo, senza che delle sporche zampe vi si avventino sopra.

  11. Due notizie di oggi, una da Repubblica.it : “Vola il mercato dell’auto. Il mese scorso nell’Ue a 27 Paesi più area Efta sono state immatricolate 1.420.944 nuove auto, in aumento del 9,6% rispetto ad aprile del 2007” l’altra (da qualsiasi sito di news): “Il petrolio a 127 dollari al barile”.

    Parafrasando la storiella zen di quello che si trova nel baratro prima di cadere, ci brucieremo l’ultima goccia di petrolio, poi quando sarà finito disboscheremo l’ultima foresta per produrre biocarburanti, quindi, quando non ci sarà più né cibo né acqua allora con l’ultimo pieno faremo una bella gita in montagna, senza più vegetazione, troveremo miracolosamente un’ultima fragolina selvatica e diremo “che buona!”

  12. Sakshin

    Ivo:
    “Parafrasando la storiella zen di quello che si trova nel baratro prima di cadere, ci brucieremo l’ultima goccia di petrolio, poi quando sarà finito disboscheremo l’ultima foresta per produrre biocarburanti, quindi, quando non ci sarà più né cibo né acqua allora con l’ultimo pieno faremo una bella gita in montagna, senza più vegetazione, troveremo miracolosamente un’ultima fragolina selvatica e diremo “che buona!”
    °°°
    Sempre che allora ci sia almeno quella.
    Intanto mi alleno adesso, dato che le fragole sono ancora alla mia portata. Mmmm… Che buone!
    Dovremo imparare ad “impoverirci” per scelta, consapevolvente.

  13. paritoshluca

    La maggior parte della gente ha fiducia nella scienza..e crede che in qualche modo una soluzione si troverà..
    E a chi dice che soluzioni oltre al risparmio non ce ne sono..ribatte che ci sono sempre stati stati i catastrofisti..e il mondo è sempre andato avanti..
    Frequentando forum di gente normale..mi sono reso conto che ciò che sembra ovvio..per la gente non è ovvio affatto..e non è un problema di conoscenza dei problemi..quanto di genetica cecità mentale..
    Come voler far capire il concetto di Consapevolezza a chi domanda poi..di cosa..? E non si schioda..
    Il punto non è se questa umanità potrà prosperare e riprodursi all’infinito..ma se saremo trascinati tutti nell’abisso oppure qualcuno potrebbe salvarsi..e se si..in quale condizioni tecnologiche lo potrebbe..
    Però c’è anche qualche segnale positivo..Al Gore..
    la Germania dove anche la destra è ecologista..e la Cina che ha vietato i sacchetti di plastica..
    Chissà se alla fine anche quelli che contano ..almeno qualcuno..potrà raddrizzare la situazione..o l’uomo andrà ad essere un tentativo fallito di evoluzione ..
    Ma è detto che “quando tutto sembrava perduto..tutto fu salvato”..e per tutto ..naturalmente..si considera tutto ciò che è importante..che andrà a costruire un nuovo inizio..
    Insomma..gli eletti e i dannati non ci sono oltre la morte ..ma anche in vita..e sono chi vuol precipare nell’abisso con il suv..e chi invece preferisce vivere ..ma a piedi..
    Che poi sono le due direzioni..chi sale e chi scende..
    chi va verso l’esteriore e chi verso l’interiore..e..nel nuovo inizio..l’interiore viene prima dell’esteriore..come l’anima precede il corpo..

  14. atisha

    matil: La speculazione indiscriminata arriva dappertutto: non c’è una buona iniziativa che rimanga pulita abbastanza a lungo, senza che delle sporche zampe vi si avventino sopra.

    applaudo queste sacre parole..
    vedo che tutti noi abbiamo, in un modo o nell’altro, abbiamo in mano le risposte “giuste”.. che mai potranno essere messe in pratica, perchè come dice Sak, mai saremo in grado di “impoverirci” quel tanto da permettere una nuova gestione lenta del mercato delle energie alternative… (Ci vorrebbe consapevolezza.. e la stessa è cosa rara)
    Il mio pensiero è che fino a che non si presenterà il vero baratro agli occhi della massa, (la vera paura) cosa che la stessa ancora non vede nè percepiosce bene, perchè preferisce comodamente sperare e pregare per un “mondo migliore”.. non saprà possibile alcun cambiamento di rotta.. nè di “lotta”…
    Il discorso è lungo.. e disastroso.

    ciao

  15. thomas yancey

    Da quando sono nato sento ripetere che le stagioni non sono più le stesse o che si sono persi i valori del bel tempo che fu. Agli esseri umani piace molto lamentarsi. E’ l’attività che preferiscono. Troverei interessante scoprire quanti di costoro sarebbero capaci di vivere senza elettricità (come farebbero a deliziarci con le loro sapienti elucubrazioni?), oppure senza acqua corrente, o vedendo morire i loro figli per una tonsillite.
    Viviamo in un mondo di spartani con la pancia piena.

  16. eckhart

    nessuno nega i vantaggi del progresso e della scienza mi pare..
    ma se il rovescio della medaglia dev’essere la distruzione della terra..
    Non c’è da lamentarsi..e solo lo stato delle cose ,da ben evidenziare.
    Invece che lamentarsi,consapevolizzarsi..
    e forse nasce un azione meno autodistruttiva,tutto qua.

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