Innernet: Journey into Awareness
and Anima Mundi

11
May
2008
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Neuroscienze e advaita

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hands-cosmoNew Scientist ha pubblicato un articoletto su un esperimento effettuato da John-Dylan Haynes del Bernstein center for Computational Neuroscience a Berlino. L’esperimento è stato anche divulgato da Wired e da altre fonti di informazione per la sua singolarità.

Le conseguenze di questo studio è che mentre stai leggendo queste parole il tuo cervello potrebbe avere già deciso di cliccare su qualcosa d’altro o anche di allontanarti dal computer. Queste sono le conseguenze di uno studio che ha scoperto che una persona decide di premere un pulsante fino a 7 secondi prima di diventarne consapevole.

Il suo team ha chiesto a dei volontari di premere uno di due pulsanti a piacere, con un dito della mano destra o sinistra, mentre la risonanza magnetica funzionale monitorava i loro cervelli. Hanno notato che alcune parti della corteccia prefrontale, dedicate ai pensieri esecutivi e alla coscienza, si “accendevano” circa 7 secondi prima che il volontario premesse il pulsante. Inoltre, la decisione di premere il pulsante destro o quello sinistro veniva rivelato da una forma caratteristica, consentendo al team di prevedere anche il bottone che sarebbe stato premuto.

Lo scienziato autore dello studio afferma che “la nostre decisioni sono predeterminate inconsciamente molto prima che interviene la nostra coscienza”, e dice poi “credo significhi che non vi è libero arbitrio”. Non è la prima volta che la neuroscienza afferma che non vi è il libero arbitrio, sulla base di analoghi esperimenti.

Chi ha una certa dimestichezza con la filosofia Advaita o anche con gli insegnamenti di maestri di altre tradizioni, conosce le affermazioni per cui le nostre azioni partono dalla Consapevolezza universale e non hanno una fonte individuale. L’identificarsi stesso con il corpo-mente come artefice delle proprie azioni è parte dello stato di non-illuminazione. Insegnamenti profondi, affascinanti e inquietanti allo stesso tempo.

E’ singolare come le neuroscience più materialiste e la spiritualità più elevata condividano le stesse affermazioni. L’una sulla base di esperimenti scientifici “oggettivi” e l’altra sulla base dell’esperienza cosciente. Però se le science si fermano all’affermazione che non esiste il liber arbitrio, privando quindi l’essere umano di una sua componente, la spiritualità toglie sì la componente individuale, ma allo stesso tempo eleva l’essere umano all’incontro con la Consapevolezza universale.

Ma ci potrebbe essere anche un’altra ipotesi, altrettanto scientifica. Le neuroscienze si ostinano a cercare l’origine di ogni atto cosciente in qualche zona del cervello, tuttavia stati trovati dei “cervelli” anche nel cuore e nella pancia, con tanto di propri sistemi nervosi e neuroni, che comunicano con il cervello “della testa” tramite mediatori ed ormoni. I ricercatori di Heartmath sono stati dei pionieri nello studio del cuore come organo intelligente. Avevo scritto un articolo sui vari cervelli anche in relazione ai media su Indranet.

La scienza è solo all’inizio nello studio delle capacità cognitive di cuore e pancia, ma queste sono note ai meditatori e a chi opera sui piani integrati corpo/mente. Non escluderei che la spinta a premere il pulsante nell’esperimento giungesse da una parte del corpo diversa del cervello (che comunica comunque con il cervello) oppure, come affermano i maestri Advaita, che il cervello è un semplice ricevitore della Consapevolezza non individuale e che la decisione giunga da una fonte che rimarrà forse sempre oscura al piano della scienza.

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55 Responses

  1. Sak

    Articolo molto interessante. Questi esperimenti coincidono con le “mie” intuizioni ed esperienze meditative.
    Queste, tra l’altro, mi hanno anche “rivelato” e fatto realizzare ciò che affermano i Maestri Advaita, diversamente ciò che sa la scienza attuale: appunto, che il il cervello è un semplice ricevitore della Consapevolezza non individuale e che la decisione giunge da una fonte che rimarrà forse sempre oscura al piano della scienza, della mente.
    Sak

  2. Sono gli argomenti che preferisco: quando la scienza cerca di spiegare la natura dell’uomo.
    Un argomento che fa riflettere e sul quale, così a caldo, non avrei maturato una riflessione; però la prima cosa che mi salta all’osservazione è che la scienza non è una volontà a sè ma è comunque un frutto dell’opera umana: quanto è limitata quest’opera e quanto anch’essa è frutto della capacità umana di scegliere di capire, di scoprire con l’ausilio del libero arbitrio?
    O quanto essa stessa è espressione di quella Coscienza Universale cui si riferisce l’Advaita?
    La scienza è parte integrante del processo di cui non si comprova ancora l’origine, almeno non si è comprovata intellettivamente e oggettivamente parlando; essa non è un’osservazione a sè stante e non è di natura differente dall’osservato, in effetti a me sembra che sia troppo parte in causa per essere attendibile.

  3. eckhart

    Giusy:La scienza è parte integrante del processo di cui non si comprova ancora l’origine.

    Concordo con Giusy.
    Qui si da comunque per scontato che colui che osserva,lo scienziato
    in questione,abbia l’oggettività e quindi il libero arbitrio nell’osservare! :-)))
    I pregiudizi della scienza sono ancora tanti :questi sono, comunque, esperimenti integrati in un macro- Processo non osservato e non osservabile..
    Comunque: esperimento riuscito.. :-)))

  4. paritoshluca

    Veramente non ho capito cosa c’entrano delle azioni inconscie con l’Advaita o la Consapevolezza Universale..
    L’esperimento prova che la maggior parte della gente è condizionata da pulsioni inconscie..meccaniche..
    non che le scelte sono frutto di un Centro Superindividuale..
    La Spiritualità..è il sentiero che ci guida verso la libertà abbandonando la meccanicità..perchè il Testimone è superiore alle azioni che osserva..
    e solo chi è Testimone possiede quella libertà che si identifica con la Coscienza Universale che è il fine di chi vuol sfuggire alle tenebre dell’inconscio..ed alle azioni meccaniche..

  5. eckhart

    effetivamente come dice Luca ,possono solo essere dei meccanismi inconsci,pulsionali,reattivi,senza dover mettere necessariamente di mezzo, il centro di una Volontà Superiore anche in questi impulsi inconsapevoli..

  6. Gianluca

    Innanzi tutto dopo aver letto questo articolo così interessante mi sono chiesto … perchè per me è così interessante?
    Vorrei che ve lo chiedeste anche voi!
    e dopo che lo avete fatto qualsiasi sia la vostra risposta che accetto a prescindere.. ecco la mia… è interessante perchè sa creare quell’ emotività che mi stimola a continuare a leggere e questo stimolo come quasi tutti gli esserei umani lo provo ogni volta che qualcosa cerca di avvicinarmi all’ignoto, ai confini della realtà percepita infarcita di rapporti di causa ed effetto!
    Ora, io so per certo quindi che sto giudicando quello che leggo con l’illusione dell’emotività e non con una chiara percezione della verità… ma questa non è una sorpresa!
    Allora cerco di far funzionare il buon vecchio V:.I:.T:.R:.I:.O:.L:. per far pulizia dei trucchetti della mente e vedere ciò che c’è e non ciò che la mente desidera credere che ci sia! e così la mia ricerca va avanti… e la vostra? è sempre sull stesso binario o qualcosa è cambiato?
    … e poi ancora … tutto l’articolo presuppone che ci sia un prima e un dopo… che quindi esista il tempo!
    e se il tempo fosse un’altro degli scherzi della mente e come dice qualcuno esiste sono un infinito presente? che fine farebbero tutte queste considerazioni dell’articolo?
    buona riflessione insieme a me!

  7. (Y)am

    Innernet: Insegnamenti profondi, affascinanti e inquietanti allo stesso tempo.

    (Y)am: Perche’ inquietanti?
    Noi siamo in grado di agire in base alla percezione e non in base alla successiva elaborazione concettuale del percepito. E’ claro che il pensiero arriva sempre un attimo dopo…pescando nella biblioteca del conosciuto (memoria) tutti i suoi concetti e vissuti conflittuali. Nella pura chiarezza percettiva non vi e’ conflitto perche’ non vi e’ pensiero.

    Avevo raccontato nel vecchio innernet di esperimenti analoghi a quello citato, ma risalenti a circa 30 anni or sono, fatti con l’aiuto dell’ipnosi.
    Ad un certo numero di persone (siamo in Francia) venne data l’istruzione di cantare la marsigliese ad una data ora e in un dato giorno, per tutti uguale. Poi, sempre sotto ipnosi venne ordinato loro di dimenticare la seduta.
    Nel giorno e nell’ora prestabilita i vari personaggi si trovavano in luoghi diversi: chi a pranzo, chi al lavoro ecc. ecc. Ognuno all’improvviso si mise a cantare la Marsigliese. Uno proprio nel momento in cui la nazionale Francese di calcio segnava un goal, quindi non fece una brutta figura con i presenti. Gli altri se la cavarono brillantemente pur essendo in situazioni di vita quotidiana ordinaria, cioe’ riuscirono a far stare il canto della Marsigliese li dove erano e con chi erano senza fare brutte figure….cioe’ giustificarono brillantemente la loro azione.

    In sostanza pare proprio che accada sempre prima l’azione e solo dopo la mente inizia a racontarsela e a raccontarla….

  8. Sinceramente…quel ricercatore lo manderei di nuovo all’asilo.
    Lì..tra i bambini…forse…imparerebbe qualcosa di più.
    Sottolineo soltanto questo: la mente conscia riesce a processare contemporaneamente massimo nove input sensoriali, mentre l’inconscio riesce a processarne (dicono i guru della new neuroscienza) qualche migliaio.
    Questo fa riflettere anche sul libero arbitrio.
    L’inconscio (che sei tu) ha già preso la decisione, ma il feedback alla coscienza arriva dopo!
    C’è un ritardo nel trasferimento.
    L’inconscio è rapidissimo, mentre la coscienza è lenta come una lumaca.
    Pertanto l’azione è già eseguita, poi lo si racconta alla coscienza.
    Per il protocollo di comunicazione, sarebbe utile approfondire.
    Un breve cenno…le sensazioni/emozioni sono un protocollo dell’inconscio.
    Poi vi saluto a tutti.
    Dolce notte.
    Vento

  9. eckhart

    Nel passaggio dall’inconscio al conscio c’è pure l’ego che “filtra” parecchi input riportandoli,reprimendoli nell’inconscio stesso..
    Quindi molte “scelte” non emergono (direi la maggior parte) “grazie” all’ego.Ma qui si sta comunque parlando,ripeto di un sistema reattivo..
    del corpo-mente e dei meccanismi che lo coinvolgono…
    Lontani forse dall’emersione dei dati che accade in un’osservazione distaccata e scevra dei filtri dell’ego.
    In una certa chiarezza percettiva,la scelta si sposta dal corpo al “terzo occhio” direi,in una dimensione di sintesi” delle scelte che è già Perfetta Com-unione con l’Essere..con la Sua Scelta ..e questa è Consapevolezza..forse..

  10. (Y)am

    Vento l’inconscio viene dopo la principale qualita’ della pura coscienza o consapevolezza che e’ “chiarezza percettiva”, l’autore dell’esperimento credo sapesse bene che il pensato sorge condizionato dall’inconscio. Con l’esperienza spirituale o con sostanze come l’LSD si puo’ avere una chiara e forte esperienza di come esista una sola coscienza, una sola sostanza vivente…chi crede di essere separato e’ solo un “essere virtuale”: la mente*….discorsiva…che pesca nella memoria..di cui l’inconscio e’ parte (* Mente discorsiva o Manas. Certo occorrerebbe mettersi daccordo sui termini dato che, per esempio, per la scuola Buddista Cittamatra o Yogacara: “tutto e’ mente”…altrimenti salta fuori poi Atisha e dice guarda che tutto e’ mente…)

    Nelle arti marziali l’azione e’ spontanea….se si e’ ben posizionati li dove la mente non interviene, cosi e’ anche nello Hatha Yoga, dove se la mente interviene si forza e ci si fa male.
    Nell’Aikido l’avversario (inesistente) si frega da solo.
    Un Maestro di Aikido ha detto a proposito del fatto che utilizzare termini come “testimonianza” e’ errato: “ci sono due tipi di pensiero, uno e’ il concepire l’altro il pensare. Concepire vuol dire dare alla nascita. C’e’ un luogo dove accade il concepimento della Vita e quindi anche del pensiero che altro non e’ che energia, come la vita tutta. Il vuoto e’ forma..e la forma e’ vuoto. Mi pare che Almaas dica qualcosa di simile. Per esempio molte tradizioni credono che nel samadhi dove il pensiero e’ assente ci sia la realizzazione, non e’ cosi. Il Vajrayana se ben compreso e lo Dzogchen sanno bene questa cosa. Il Vajra infatti simboleggia proprio l’unita’ indivisibile della sorgente con la sua manifestazione.

    A me e’ accaduto di avere esperienze di estrema efficienza sul lavoro, dove devo essere molto attento e non posso sbagliare, perche’ (ironia della sorte…nel senso che sono squattrinato) ho a che fare con numeri che sono cifre di denaro molto grosse (una cifra complessiva di 800.000.000 di euro). Ho visto me stesso lavorare velocemente e senza la possibilita’ di sbagliare. questo mi accade raramente, ma e’ una esperienza particolare, la stessa di cui parla Ramesh Balsekar raccontando della sua illuminazione (quando traduceva Nisargadatta e si vedeva dall’esterno. Alla fine della traduzione lui sapeva bene di aver tradotto bene come mai prima e la cosa gli fu confermata dai presenti).
    Boh che ho detto?

  11. eckhart

    Yam:Boh che ho detto?

    Dipende “chi” lo ha detto! :-)))
    Beh ,è venuto fuori qualcosa di molto sensato mi pare..che mi “schiarisce” alcuni punti..

    Stamattina ho letto una frase di Krishnamurti .
    Diceva che il pensiero è realtà,ma la realtà non è verità.
    Già ovvio..

  12. Vento

    Yam…e basta con questo lisergico underground…
    Ma quanti trip ti sei fatto?
    Raccontami…!
    ahahhah…
    Mi sembra che la questione del ricercatore, così come la leggo, sia che si fanno azioni senza averne consapevolezza…correggimi se sbaglio…
    ——————-
    Eckart…ahahah…stamattina ho letto tra le righe del testo una sfilza di pensieri di Yam, incastrato tra le righe volteggiava in assenza di gravità l’egonauta spirituale…
    ahahaha
    saluti
    Vento

  13. (Y)am

    J.K. era molto vicino ad alcune tradizioni….

    Certo Vento, assenza di consapevolezza, cioe’ mancanza della coscienza dell’unita’….(unico attributo come metodo).

  14. eckhart

    Yam:“ci sono due tipi di pensiero, uno e’ il concepire l’altro il pensare.

    Quindi l”l’errore” non è mai il pensiero,ma se emerge o meno da quel
    “vuoto” ..
    Ecco perchè il samadhi non è Realizzazione,ma solo uno stato artificiale prodotto dalla mente non impegnata nel pensiero (ma che comunque offre una finestra in cui affacciarsi..)
    Krishnamurti cosa? Parli della scuola teosofica per caso?

  15. atisha

    eck: Stamattina ho letto una frase di Krishnamurti .
    Diceva che il pensiero è realtà,ma la realtà non è verità.
    Già ovvio..

    la Verità è l’ insieme di realtà individuali..

  16. eckhart

    Atisha:la Verità è l’ insieme di realtà individuali..

    Come sei “scientifica” stamane, Ati…:-)))

    (Ivo…mi sa che mi torna la logorrea..
    e tu non hai aperto il forum.. :-)))

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