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Faisal.jpgIn questa intervista di Bo Heimann, Faisal Muqaddam ci parla dell’ego, dell’essenza e della loro relazione. “C’è un essere, un essere individuale, che sei tu nella tua unicità, irripetibile e che non andrà mai perduto. Quando ti illumini questo essere non si dissolve. Si dissolvono le limitazioni della mente, le limitazioni della falsa personalità. Ma la personalità essenziale rimane e diventa sempre più illuminata e più matura.”

Bo: Nei tuoi insegnamenti parli della necessità di distinguere la falsa personalità (o identità dell’ego) da quella che chiami ‘natura essenziale’. Puoi spiegare per favore cosa sia la natura essenziale?

Faisal: La natura essenziale è una personalità vera. È fatta di molte belle qualità, come l’amore, la gioia, la chiarezza, il calore, l’entusiasmo, la libertà. È un essere. E questo essere è fatto di elementi molto preziosi, che chiamiamo ‘essenza’. Queste qualità hanno consistenza, hanno colore. Non sono energia, bensì sono la sorgente dell’energia. Sono sostanze reali, palpabili, dotate di più consistenza, di più sostanza.

Bo: E l’essenza è qualcosa che ci accompagna dalla nascita?

Faisal: L’essenza è qualcosa che ci accompagna dalla nascita, è la nostra vera natura. Quando si parla di vera natura, si parla in genere di quella natura fondamentale così semplice e indifferenziata da essere la semplicità stessa, un po’ come la natura illuminata, che è semplicissima. Per me la natura essenziale ha il potenziale di differenziarsi in moltissime qualità: ma in genere nella spiritualità si parla della natura di Buddha, della vera natura, senza soffermarsi su come possa differenziarsi.

Vedi, la natura fondamentale è come l’oceano, che contiene pesci, contiene coralli. Questa natura fondamentale si differenzia in molte qualità e queste qualità sono sostanze. Alcune di queste sostanze sono molto delicate, altre molto dense, altre ancora sono dure come roccia. E il veggente ne percepisce anche i colori. Vede che hanno colori diversi. Alcune splendono come argento, altre come oro, altre sono come ambra, o come acqua, o come diamanti, o come perle. Queste qualità della pura natura non sono al cento percento assolute, bensì sono una differenziazione della natura assoluta.

Ciascuna di esse ci dà qualcosa. Questo è molto importante. Una qualità ci dà la capacità di sentirci radicati, solidi, fiduciosi, un’altra qualità ci dà l’energia della vitalità, della forza, della giocosiatà, un’altra ancora ci dà la tenerezza; ci sono molte qualità.

Bo: Ogni singolo individuo ha le stesse qualità?

Faisal: Potenzialmente le abbiamo tutte.

Bo: Che cosa allora determina le differenze?

Faisal: Io non credo che siamo gocce d’acqua separate dall’oceano, gocce che ritornano all’oceano per sciogliersi in esso. Un tempo lo credevo. Credevo che una parte di noi fosse destinata a sciogliersi nell’oceano – ma un’altra parte in realtà resta per sempre. Questa parte non la perdiamo. Questa è la nostra anima unica, la nostra identità unica, il nostro sé unico. L’essere unico che tu sei è diverso da me. Ciascuno di noi è un essere del tutto unico. Pur essendo tutti quanti fatti di oceano, siamo unici. Pesci di colori diversi nell’oceano. La maggior parte dei cammini spirituali trascurano i pesci. Cercano di arrivare direttamente all’oceano.

Bo: Dal mondo all’assoluto?

Faisal: Dal mondo all’assoluto, sì, e trascurano nel mezzo la sfera dell’essenza e del sé essenziale. Nello spazio essenziale che abbraccia tutte queste qualità c’è anche un sé, un’identità. Alcuni lo chiamano ‘anima’, altri lo chiamano ‘sé superiore’, altri ‘spirito’, ha molti nomi.

C’è un essere, un essere individuale, che sei tu nella tua unicità, irripetibile e che non andrà mai perduto. Quando ti illumini questo essere non si dissolve. Si dissolvono le limitazioni della mente, le limitazioni della falsa personalità. Ma la personalità essenziale rimane e diventa sempre più illuminata e più matura. Allora diventi veramente un essere umano adulto. L’essere resta per sempre, in eterno. Nessuno muore, cambiamo solo abito.

Gran parte della spiritualità ha un atteggiamento scettico nei confronti dell’ego. L’ego, in qualsiasi forma lo si identifichi, è visto come diavolo o angelo, questo o quello, reale o irreale. Sono state date tante definizioni dell’ego. Ma per lo più nella spiritualità lo si considera come qualcosa di cui occorre sbarazzarsi, come qualcosa di negativo. Nessuno si chiede: da dove viene l’ego? perché esiste? qual è la sua funzione?

Bo: Per favore spiegamelo questo!

Faisal: Sì! Per me l’ego contiene il sé essenziale. Quando la gente parla, è questa parte che chiamiamo l’ego a parlare. E questo ego ha in sé un senso di identità. Sentiamo dire continuamente: “Io dico, io guardo, io voglio, io, io, io, io…” Da dove viene questo senso di un “io”?

Se siamo l’oceano, l’oceano non ha identità, l’oceano è l’oceano. L’assoluto è l’assoluto. L’assoluto non dice mai “io”, non c’è “io” nell’assoluto. C’è un essere individuale, ma non un’identità. Nessuna individualità. Il senso di identità viene dal fatto che abbiamo un sé unico, abbiamo un’anima unica.

Il bambino quando nasce è quest’anima individuale. Non è un ego. È un essere particolare fin dal primo giorno. Quando guardi un bambino vedi che è un po’ diverso da ogni altro bambino. Anche se tutti i bambini sembrano pura essenza, tuttavia ciascuno ha una vibrazione un po’ diversa, ha una presenza un po’ diversa. Perché dentro ciascuno di loro c’è un essere unico, un essere individuale, un’anima individuale che viaggia nel tempo e nello spazio, che si reincarna e dura per sempre. Questo essere unico è quello che chiede consiglio, che cerca di comunicare, che sta crescendo.

Poi, per ignoranza, a poco a poco costringiamo il bambino a separarsi da questo essere, da questo sé più alto, che esiste nella dimensione della luce e nell’essere assoluto. Glielo nascondiamo al punto che dovrà lottare nel corso degli anni per mantenere una qualità dopo l’altra. Ci battiamo contro il loro amore, contro la loro chiarezza, contro la loro gioia. Sai quello che succede ai bambini… tutti li controllano, tutti impediscono loro di vivere il loro potenziale. In questa lotta essi perdono una dopo l’altra le qualità della loro essenza. E a un certo punto si separano dalla loro stessa anima, tagliano via la loro identità.

Quando questa separazione avviene, la loro coscienza cerca di ricordare il sé e il senso di un’identità. In mancanza di un’identità vera, ti aggrappi a una sensazione di cosa possa essere questa identità o a un’immagine di questa identità. Perciò l’ego è un ricordo, è come un’immagine dell’essenza.

Dunque l’ego è una parte della psiche molto precisa, è quella parte della nostra anima che cerca di conservare l’immagine del sé superiore e cerca la via per ritornare a esso. È completamente coinvolta in questa ricerca del sé superiore. Non si preoccupa dell’assoluto. L’assoluto non risponde alla ricerca perché non è l’assoluto che l’ego cerca.

Possiamo pensare l’assoluto come Dio: tutti cercano Dio. Ma perché in realtà? Perché sperano che Dio li farà star bene di nuovo! Che dirà loro: “Oh, tu sei il mio figliolo unigenito, la mia figliola unigenita, puoi tornare ad essere una stella splendente!” Nessuno vuole Dio per amor di Dio stesso! Se Dio non offrisse loro il sé, si rivolgerebbero al diavolo! Tutti in realtà cercano il sé. Alcuni lo cercano nell’Himalaya e, se non lo trovano lì, vanno a cercarlo a Las Vegas!

Cosa cercano? Il loro desiderio è ritrovare se stessi. L’assoluto è la nostra natura, la nostra dimora – ma non è questo sé unico che noi siamo. È questo sé unico che l’ego cerca di ritrovare. Ne porta in sé un ricordo. Ha in sé un senso di qualcosa di unico… siccome siamo tutti narcisisti, non c’è nessuno su questa terra che non sia narcisista, di nascosto o apertamente. Questa presenza del sé nell’ego non è stata capita da molte tradizioni spirituali. Vogliono solo uccidere l’ego e passare subito allo stato illuminato.

Il libro contenente questa intervista con Faisal sarà parte di un’antologia contenente contributi di maestri come Richard Moss, Ekchart Tolle, Shakti Gawain, Chris Griscom e Dan Millman, che parleranno della loro comprensione di cosa sia l’ego.

Copyright originale Bo Heimann www.boheimann.com, originalmente apparso sul sito di Faisal http://www.diamondlogos.com
Traduzione di Shantena Sabbadini

Copyright per l’edizione italiana Innernet

23 Responses to “Ego e natura essenziale”

  1. eckhart ha detto:

    Già doghen… ;-)))

  2. pulito ha detto:

    fuoriuscendo da sè
    il piccolo bimbo perde contatto con il corpo
    e rimane un buco, una ferita
    chi entra al suo posto?
    l’autorità di qualcun altro?
    se così fosse
    che tutti i buchi vengono riempiti con qualcosa
    con qualcuno che non siamo noi
    basterebbe sfrattare quel qualcuno
    che abbiamo lasciato entrare al posto nostro
    nel nostro cuore, mente, corpo
    e ritrovare i pezzi di noi
    che abbiamo perso strada facendo
    per poi buttare via tutto
    una volta di nuovo interi

  3. atisha ha detto:

    vie dirette e indirette..
    illuminazione istantanea o graduale..
    non vedete che sono facce della stessa medaglia?

    una non può escludere l’altra.. suvvia!! :))))

    se la statua, (come costruzione nello spazio/tempo) potesse prendere coscienza di sè e del suo stato primordiale, direbbe:
    sono l’Argilla omogenea ed inqualificabile che prende forma ora come statua ora come vaso ora come casa…
    sono dunque l’Atman… il Sè, pura coscienza
    che (ri)conosce ogni cosa.. e non per ultimo conosce che il prorio corpo e la propria mente è un semplice oggetto ma non il vero “Vedente”.

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