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A fine Giugno sono andato a trovare Nirodh e Ushma nel loro centro Osho che gestiscono da parecchi anni a Varazze. Nirodh mi ha mostrato diverse foto del periodo degli anni ’70: gli storici festival di Re Nudo, le situazioni hippie, le comuni dell’epoca. Foto stupende del nostro amico comune Italo Bertolasi, fotografo, viaggiatore di confini geografici e interiori, e attualmente impegnato con la sua compagna Ginevra a portare gioia alle sofferenze umane.

Il vulcanico Nirodh, dopo aver pubblicato 60 CD musicali, mi ha parlato dei suoi nuovi progetti cinematografici. Ad Agosto andrà in Israele per seguire lo sviluppo di un film di cui ha scritto la sceneggiatura. Sembra che con l’avanzare della sua malattia parallelamente si espande la sua creatività, dando una testimonianza concreta alla frase “non siamo il nostro corpo”.

Ho trovato un uomo che si è individuato in una personalità unica, senza compromessi, che è andato oltre le identificazioni e alle identità di gruppo. Una persona che “è sulla sua strada” e che si sente privilegiato nell’aver potuto costruire un centro in mezzo alla natura e di poter restituire la sua gioia ospitando persone sul percorso di conoscenza. Con Nirodh è possibile sia parlare di temi profondi che sparare cazzate ed è una delle rare persone con cui si può anche litigare in totalità, apprezzando il suo parlare fuori dai denti e sapendo che alla fine è tutto parte di un gioco cosmico.

Un modo in cui condivide la sua abbondanza è quello di organizzare dei festival di meditazioni attive con attività artistiche e musica dal vivo, che quest’anno avviene dall’11 al 14 settembre in un campeggio nelle colline liguri.

La formula di quest’anno mi piace in modo particolare per diversi motivi. Il primo è che avviene nella natura e non in un ambiente urbano o alberghiero. Apprezzo inoltre i costi molto contenuti dell’iniziativa (costo dell’intero Festival Camp a soli 35 Euro, a cui si aggiungono 4 Euro a persona al giorno per il posto tenda, pasti a 8 Euro) che danno la possibilità a chiunque, anche a giovani, di approcciare la meditazione e di condividere uno spazio di energia con altri ricercatori.

Con Nirodh da anni parliamo della necessità di andare oltre il modello terapista-cliente, conduttore di gruppi-partecipanti. I training ed i workshop di lunga durata necessitano della conduzione da parte di persone con più esperienza e conoscenze di se stessi, ma in molte altre situazioni non è necessario che si creino separazioni di ruoli troppo ampie tra chi conduce e chi partecipa.

Questo Festival è anche pensato in questo modo. Oltre alla conduzione guidata di attività ed esperienze, vi saranno spazi dove condividere attivamente tra i partecipanti. Ad esempio, uno potrà dare un massaggio ed avere in cambio una sessione di shiatsu, piuttosto che di Reiki. Diciamo una specie di Festival 2.0 dove i partecipanti stessi creano i contenuti del festival. Parteciperò con il mio vecchio camperino.

Un’intervista con Nirodh è stata pubblicata precedentemente su Innernet.

108 Responses to “Festival 2.0”

  1. atisha ha detto:

    paritosh: In certe epoche è bene dedicarsi a festival esteriori..e in altre epoche a quelli interiori…

    ecco, esatto.. sarebbe opportuno iniziare a dar vita veramente a quelli interiori, senza trincerarsi in quelli esteriori..
    C’è bisogno di crescere velocemente.. senza continuare ad andare in chiesa o dietro ai soliti gruppi ormai fondamentalisti, che offrono sempre un’esperienza di stallo, forse meno drammatica di alcuni circoli , ma che anch’essi usano la tattica “del terrore” (l’illuminazione non è per te anche se ne parliamo) e della mente del gruppo, per controllare che i membri che ne fanno parte non escano dal seminato ed abbisognino solo di risultati parziali, senza che essi possano esplorare la propria spiritualità in modo autentico anche oltre la loro chiesa..

    un saluto… :-)

  2. eckhart ha detto:

    E’il “principio del fare” che produce lo stallo,rallentando quello dell’Essere..
    Il fare,oltre osho,oltre la sua morte fisica,ha prodotto parecchio,perdendo di vista,però,l’”Essere Osho”.
    L’Energia è perduta per sempre insieme al Maestro.
    Più facile trovarla tra le sue parole…nei suoi Silenzi.
    E’ ora di capire che ,a parte certo entusiasmo utile per gli inizi,osho non può accompagnarci nel Grande Balzo, oltre il fare del Movimento di osho.

    Sì:oltre osho, ci attende il Festival Interiore. :-)

  3. Giusy Figliolini ha detto:

    L’aggregazione tra coloro che hanno uno scopo comune è un istinto atavico dell’uomo e forse anche un bisogno della loro anima.
    C’è qualcosa di divino nell’unione e nella condivisione, anche solo quando si sta insieme allo stadio a tifare per la squadra del cuore.
    Ogni bicchiere è sempre mezzo vuoto, ma perchè non guardare “anche” la parte piena?
    Mi “piacerebbe” il prossimo anno, al prossimo annuncio del famoso festival di Osho, al quale mai ho partecipato e non credo mi capiterà di farlo per questa vita, di leggere qualcosa di nuovo invece che le solite trite e ritrite considerazioni, scusatemi…. ma la ripetizione dei soliti commenti al caso è troppo pedissequa per non notarla.

  4. massimo moretti ha detto:

    ciao a tutti.. partecipo poco alle discussioni per i soliti problemi di tempo e perchè forse non ho capito come funzionano i blog… ma non mi sento nel blog in quel clima di piazza aperta dove ognuno poteva iniziare un discorso e chi era interessato poteva parlare con lui…

    leggendo questo intervento mi sorgono due considerazioni:
    1) imparo con dispiacere che gli interventi devono prima essere visti dal curatore del blog… immagino per problemi legali…. e chiedo ma non è possibile che ogniuno si prenda la responsabilità di cio’ che dice ? intendo anche legalmente…
    2) non ho mai visto un festival i miei sono sempre stati ritiri di meditazione quelli appunto con un pugno di riso o meglio ancora digiuni. …
    mi piacerebbe andare ad un festival, ma non mi interessa imparare alcun che… vorrei invecie parlare di persona con altri uomini e donne
    che vivono con estrema serietà la loro vita spirituale….
    ma tutti alla pari nessuno è piuì’ maestro di altri.
    sapete che ci siano situzioni in cui ci si puo’ incontrare come esseri umani che si scambiano sguardi e pensieri ?

    ciao
    Massimo / sento

  5. Fare, non fare, ashram, festival o bar, interiore o esteriore… finchè vedremo una separazione tra questi ambiti e proietteremo nell’ashram il nostro giudice interiore, allora penseremo che l’ashram, il centro o il festival ci limitano, che dobbiamo stare a certe regole mentre al bar abbiamo le libertà… in realtà il vino non mancherà al festival (e se non c’è porto io quello buono!) e sicuramente vi saranno spazi molti più ampi di espressione che non al bar . Fino a qualche anno fa mi comportavo diversamente a seconda di dove mi trovavo. Nei centri mi comportavo più in modo “spirituale” (haha) o perlomeno nel modo in cui proiettavo l’essere tali.

    Ora posso parlare di coscienza e meditazione al bar (lo faccio davvero) e sparare mega cazzate nei centri (chi mi conosce ehm… può confermare). Se accetto ciò che sono e accetto le mie parti non potrò che esprimere me stesso in qualunque ambito. Certo, nei limiti della convivenza civile, ma anche nei bar, nei bordelli, nei rave party e nei quartieri malavitosi ci sono limiti, spesso più stretti di quelli dell’ashram. Tutti questi luoghi sono comunque a loro volta ambiti di umanità e di consapevolezza per un ricercatore.

    La perla si trova spesso ficcando le mani nel fango e questo fango lo troviamo ovunque, magari anche in qualche festival. Può emergere anche il nostro. Evviva! Andiamo un po’ più a fondo e a volte c’è qualche sorpresa.

    Osho conosceva i silenzi ma quando parlava trasmetteva un fuoco che si può percepire anche solo dai libri. Ha inventato la meditazione dinamica e la kundalini, che sono il “fare” per eccellenza, ma un fare dove il silenzio e l’osservazione interiore sono alla base. Il Grande Balzo… quando ci si avvicina al cratere credo che il terrore non ci consenta grandi distinguo su chi ci ha portato fino a lì. Forse lo malediremo e poi lo ringrazieremo. E poi magari rideremo. E magari capiremo che non c’era nessun Osho, nessun insegnante e nessun discepolo e nessun salto. A me è bastato vedere il cratere da lontano per farmi passare la voglia di distinguere tra maestri buoni e non, tra discepoli sulla via e tra chi non lo è.

    Atisha, quando ti parlavo di superego tempo addietro mi sembra tu l’avessi capito come una specie di Superpippo per l’ego. Il superego è il giudice interiore, che percepisco a volte forte al tuo interno e che esternalizzi (proietti) criticando a destra e a manca. Come sai le critiche e anche le polemiche sono accettate sul sito, ma mi chiedo quanto ti serva e serva agli altri un continuo bacchettare. Se hai trovato dei pettegoli al festival, beh, li ho trovati anch’io, ma li trovavo quando a mia volta ero in una tale attitudine.

    Non è facile organizzare un festival, non è facile tenere un sito come questo, non è facile andare in giro per il mondo come fanno altri amici per portare aiuto alle sofferenze. Anch’io ne avrei tanto da dire su scuole “di crescita”, centri e individui che ne approfittano, ma preferisco non dare tutta quella energia a loro.

    Se ce la prendiamo con un’iniziativa come quella del Festival che non prende soldi dai contribuenti, che non plagia e non promette niente di irrealistico, che viene organizzata con criteri di accessibilità economica, nella natura, nel rispetto dei diversi percorsi (non solo di Osho), di sti tempi dove ciò che avviene nel nostro paese provoca quando va bene schifo, allora credo che abbiamo sbagliato obiettivo. Come di dice a Milano, “inscì a veghen” (“avercene di cose così”).

    Per Massimo, scriverò tra oggi e domani un articolo per spiegare il motivo della moderazione dei post.

  6. (Y)am ha detto:

    Giusy:C’è qualcosa di divino nell’unione e nella condivisione, anche solo quando si sta insieme allo stadio a tifare per la squadra del cuore.

    (Y)am: Certo e’ cosi, e’ il bisogno di assoluto che viene proiettato in egregore di vario genere che poi magari iniziano a funzionare da se, come vere e proprie macchine.

    Personalmente non ho nessuna critica da fare a questo festival e mi ero limitato ad essere sincero….
    Certo ho altro da fare, ho tanti amici e una vita meravigliosa da vivere, sono felice se tutti saranno felici.
    (Se fosse qui nel parco dietro casa mia ci farei sicuramente un salto).

  7. nirodh ha detto:

    Salve a tutti, leggo da giorni il blog, che si e’ animato, ho apprezzato e fatto tesoro di tutto cio’ che e’ scritto, dalle gentili perplessita’ interiori, all’ironia provocatrice di Marte e alla critica totale di Atisha…grazie
    Dal lontano 2000, quando con amici abbiamo organizzato la prima edizione del the festival, e’ stata subito avventura.
    L’idea principalmente era di offrire uno spazio per incontrarci e condividere cio’ che per noi sono le tecniche di meditazione e tutto cio’ che vi si collega.Purtroppo o fortunatamente tutto si trasforma, ed anche noi seguendo l’itinerario del festival cerchiamo di renderlo piu’ bello e giusto che possiamo, correggere gli errori ed arrendersi alle cose che succedono anche contro le aspettative.Il festival e’ per noi un luogo di crescita aperto a tutti e quindi e sopratutto anche alle persone “poco spirituali” di cui parla Atisha.Con questa edizione, vorremmo creare un nuovo festival ,un nuovo clima, ed essendo nella natura con tende e sacchi a pelo forse gia’ cosi si fara’ un po’ di selezione.
    I costi li potete leggere online a http://www.thefestival.it ,come vedrete sono molto bassi, ci tengo a precisare che il the festival non l’abbiamo mai organizzato come ,”business dei peggiori”, dove possiamo ridurre i costi lo facciamo e questo e’ in relazione al posto dove accade, perche’ a noi interessa incontrarci e stare insieme prima di tutto.Come spiega Ivo con l’articolo all’inizio.
    Quello che personalmente non vorrei accadesse in questa edizione:
    – venissero partecipanti che “osservano” le esperienze degli altri ,senza partecipare e poi fanno i giudici demolitori e rabbiosi di tutto senza essere costruttivi,
    -non vorrei vedere i vari “pseudo-maestri”affetti da guru-trip che deambulano a caccia di discepolato, distribuendo prediche,consigli di vita e naturalmente bigliettini da visita.
    -persone poi a caccia di tutto tranne che di quello che succedera’ al festival.
    In questi punti ,mi sembra di aver individuato cio’ che principalmente corrode i nostri incontri.
    Questi pero’ sono solo i miei desideri personali, il festival e’ e sara’ aperto a tutti coloro che si sentono in questo spirito e vorranno partecipare con spirito rinnovato e portatori di benessere e positivita’.Chi verra’ verra’.

    A tutti coloro che si sentono arrabbiati,indispettiti e invidiosi che dopo 9 anni esistiamo ancora e continuamo il viaggio…non so che dire, vi auguro di trovare la vostra via ….ma non frequentateci se vi diamo cosi fastidio.

    grazie per la fiducia a chi partecipera’, un saluto e arrivederci a settembre 11-12-13-14
    Nirodh

  8. Marte ha detto:

    atisha,
    hai ragione non ti voglio bene.
    ma sopratutto non mi interessi.
    grazie di tutto, ma lasciamoci cosi….
    ciao ciao

  9. atisha ha detto:

    beh cari amici Vicini e lontani… io penso che senza questi interventi “urticanti” il post sarebbe passato inosservato..
    e come dice sempre un mio amico.. “purchè se ne parli…”
    è sempre pubblicità!

    namastè… :)

    ps per Ivo: caro Ivo.. ciò che tu vedi giudice interiore o proiezione è stata per me semplicemente un’occasione per esprimere senza falsità ciò che ho percepito partecipando.. partecipando attivamente ed osservando, perchè l’osservazione ad un ricercatore non dovrebbe mai mancare, solo così si “cammina” sulla Via..
    se vogliamo invece divertirci e basta allora ben vengano i bar, i festival compreso quello de l’Unità (non so come lo chiameranno quest’anno ma fa lo stesso.. )

    Buon lavoro a tutti

    pps per ivo: se non trovi di tuo gradimento le mie ossevazioni “egoiche”, hai la possibilità di non pubblicarle.. ed anche il tuo blog diventerà nella norma, nella perfetto scambio pacato di “convenzione”.. sappi che me ne farò una ragione :)))

    Ti abbraccio

  10. Sakshin ha detto:

    Che permalosi e identificati che sono questi “festivalieri”!

    I “non vorrei…” di Nirodh, poi, sono una bandiera poi dell’accettazione, dell’apertura… della voglia di sincerità spirituale…

    E’ così che iniziano le chiese, le parrocchiette… che “tradiscono” il Messaggio del Maestro ispiratore.

    Sarebbero anche in grado di ostracizzare chi ha realmente colto lo spirito, pur di seguire la ripetitiva lettera, facilmente organizzabile ad uso e consumo.

  11. atisha ha detto:

    caro Nirodh
    non ho mai parlato di prezzi.. ma lo hai fatto tu.. (coda di paglia??)
    e dato che ne ho spesi di eurini per partecipare alle edizioni passate, posso lamentarmi dei prezzi poco contenitivi e poco concorrenziali.. per una Condivisione e Festival all’insegna della consapevolezza e della meditazione… cosa che andrebbe promossa secondo me, gratuitamente, per permettere l’avvicinamento a più individui..
    Se avete variato il programma ci sarà un perchè..

    namastè e Buona Vita!

  12. atisha ha detto:

    marte: …ma lasciamoci cosi….

    atisha: per lasciarsi bisogna prima trovarsi…

  13. nirodh ha detto:

    vi saluto con un boh…fate voi.
    auguri

  14. Marte ha detto:

    brava! trovati.
    passo e chiudo

  15. Sakshin ha detto:

    Nirodh:
    vi saluto con un boh…fate voi.
    auguri
    °°°
    Va bene il non sforzo…
    Un “boh” e un passo e chiudo.
    Ammazzete che voglia di specchiarsi in chi non ci piace!
    Un atteggiamento meditativo potrebbe osare altre risposte.
    Altro che festival della meditazione!
    E’ troppo facile confrontarsi con chi non ci contraddice.
    Va beh, vi lascio tranquilli nel vostro torpore.
    Scusatemi se mi sono permesso…
    Sak :-)

  16. eckhart ha detto:

    Alcune osservazioni,in ritardo,dopo l’intervento di Ivo (gli altri interventi “pro” sono proprio da parrocchietta identificata..)
    Così come possiamo osservare in Italia e nel mondo,una politica inadeguata, per ego e inconsapevolezza,
    (lo abbiamo fatto anche qui, senza tirare in ballo il Giudice Interiore…) possiamo cogliere l’evidenza di attaccamento e identificazione nel “mondo di osho” ( e che producono quel famoso “stallo”) senza per questo vedere cattedre e Superego.
    Osservo inoltre ad Ivo,che il “fare” in osho,anche nell’esempio delle meditazioni catartiche,puntano ad evidenziare le fasi in cui sprofondare nel silenzio. Silenzio che cogliamo sempre tra le sue parole e che vibrano oltre il
    Fuoco che manifesta:perché Silenzio e Fuoco sono sempre la stessa Vita vibrante, la stessa Essenza ..
    Per il resto,anch’io andrei al Festival (non m’infastidisce per nulla..) se solo fosse dalle mie parti e con una sola aspettativa:incontrare qualche amico. .(Almeno Ivo ce lo trovo). Tutto il resto sarebbe..regalo.
    PS Se queste mie impressioni risultano oltre che noiose (a Giusy) anche poco gradite,basta dirlo…Ciao :-)

  17. paritoshluca ha detto:

    E’ chiaro che tutti gli interventi si muovono sul piano “mentale”..ed anche il fastidio e il contrasto sono “mentali”…
    Ma organizzare un festival è precipitare nel “fare”..e quando questo “fare” è al servizio di un messaggio interiore..è un “fare ” ben fatto..
    Oltre ai risultati interiori..ci sono anche i “meriti esteriori”..che al loro livello sono eccellenti..
    Se Majid non avesse tradotto Osho..oggi di che parleremmo..?
    Se qualcuno non facesse gruppi e festival..quali tecniche sperimenteremmo..? Ogni cosa al servizio del Bene è giusta al suo livello..e se si vuol confondere i piani..il problema non è dei gruppi o del festival..ma di come si vivono e di cosa vi si cerca..
    E’ chiaro che l’Illuminazione non vi si trova..ma una tappa di avvicinamento…senz’altro..!

  18. diego ha detto:

    oooh un pò di aggressività….ben tornati nel bordello del samsara….

  19. nirodh ha detto:

    Allora concludero’ anche se non ho molto tempo…ho un festival da organizzare.
    In tutti questi anni mi sono sempre dovuto incontrare con il retrogusto amaro ed insospettatamente rabbioso che anche una semplice manifestazione fatta di musica ed incontro scatena….come sempre spuntano le chiese, le proiezioni,
    il vedersi questo o quello, gli anatemi, i torpori ,la falsita’ nei sorrisi, il business….etc…insomma nulla di nuovo.
    Fortunatamente vi sono invece, e sono la grande maggioranza, persone felici ed entusiaste di partecipare e collaborare, per incontrarci e stare insieme senza troppe menate ed e’ da loro e noi tutti insieme che troviamo l’energia per continuare a farli succedere al di la’ delle negativita’ che si incontrano strada facendo ed al numero dei partecipanti…questo semplicemente perche’ ci sembra la cosa giusta da fare.
    Le persone che non sono d’accordo con la modalita’ di questo festival ne organizzino uno pure loro, qualcosa con il loro punto di vista, c’e’ molto bisogno di occasioni per ritrovarci e scambiare il nostro vivere.
    Devo anche dire che apprezzo cio’ che si e’ detto finora,trovo invece disgustoso il modo con cui viene espresso, cosi poco fraterno e da compagni di viaggio come dovremmo essere,sento molto rimprovero, rabbia e disfattismo e questo mi spiace.
    Vi saluto e buona estate
    Nirodh

  20. eckhart ha detto:

    Pritosh:Ma organizzare un festival è precipitare nel “fare”..e quando questo “fare” è al servizio di un messaggio interiore..è un “fare ” ben fatto..

    °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

    Certo..difatti il “fare” è una certa fase necessaria..
    Ma capisco pure che rimettersi totalmente in discussione o affrontare
    ciò ciò che non ci piace, non è sempre una strada facilmente accettata (non dico a te..)

    Ancor prima del Festival…meditate gente.. ;-)

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