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Edgar Cayce.jpgL’Archivio Akashico o “Il libro della vita” può essere considerato l’equivalente di un super-computer dell’universo. È questo computer che funge da memoria centrale di tutte le informazioni di ogni individuo che abbia mai vissuto sulla terra. Forse la più completa fonte di informazioni sull’Archivio Akashico viene dall’opera chiaroveggente di Edgar Cayce.

Non è esagerato affermare che il computer ha trasformato (e sta ancora trasformando) il pianeta intero. Che si tratti della tecnologia, dei trasporti, della comunicazione, dell’educazione o dell’intrattenimento, l’era del computer ha rivoluzionato il globo e i modi in cui comunichiamo e interagiamo tra noi. Nessun settore della società moderna è stato risparmiato.

La quantità di informazioni immagazzinata nella memoria dei computer e presente ogni giorno nella “strada maestra” di Internet è incalcolabile. Tuttavia, questo vasto complesso di sistemi computerizzati e database collettivi non è ancora in grado di avvicinarsi alla potenza, la memoria o l’onnisciente capacità di registrazione dell’Archivio Akashico.

Per semplificare le cose, l’Archivio Akashico o Il libro della vita può essere considerato l’equivalente di un super-computer dell’universo. È questo computer che funge da memoria centrale di tutte le informazioni di ogni individuo che abbia mai vissuto sulla Terra. Più che un semplice contenitore di eventi, l’Archivio Akashico contiene ogni azione, parola, sentimento, pensiero e intenzione che sia mai avvenuto in qualsiasi momento della storia mondiale. Al contrario di un semplice magazzino di memoria, questo Archivio Akashico è interattivo, poiché esercita una grandissima influenza sulla nostra vita di ogni giorno, le relazioni, i sentimenti, i sistemi di credenze e le realtà potenziali che attiriamo su di noi.

Archivio Akashico biblioteca.jpgL’Archivio Akashico contiene l’intera storia di ogni anima, sin dall’alba della Creazione. Questo archivio ci connette tutti gli uni agli altri, e contiene ogni simbolo archetipo o racconto mitologico che abbia mai influenzato profondamente il comportamento e le esperienze dell’uomo.

L’archivio Akashico ispira i sogni e le invenzioni, provoca l’attrazione o la repulsione tra gli esseri umani, modella e foggia i livelli della consapevolezza umana, costituisce una porzione della Mente Divina, è il giudice e la giuria imparziali che cercano di guidare, educare e trasformare ogni individuo per farlo evolvere al meglio delle sue possibilità, e infine incarna una matrice fluida e sempre mutevole di futuri possibili che diventano attuali quando noi esseri umani interagiamo e impariamo dai dati che si sono già accumulati.

Informazioni su questo Archivio Akashico – questo Libro della Vita – si possono trovare nel folklore, nei miti e in tutto l’Antico e Nuovo Testamento. Sono rintracciabili nelle popolazioni semitiche, negli Arabi, gli Assiri, i Fenici, i Babilonesi e gli Ebrei. In ognuna di queste popolazioni esisteva la credenza nell’esistenza di una sorta di tavole celesti contenenti la storia del genere umano e ogni tipo di nozione spirituale.

Nelle Scritture, il primo riferimento a un libro ultraterreno si trova in Esodo 32:33. Dopo che gli Israeliti avevano commesso un peccato gravissimo adorando il vitello d’oro, fu Mosè a intercedere per loro, giungendo a offrire la propria totale responsabilità e la cancellazione del proprio nome “dal tuo libro che hai scritto” a espiazione delle loro azioni. In seguito, nell’Antico Testamento, apprendiamo che non esiste nulla di un individuo che non sia riportato in questo stesso libro. Nel Salmo 139, Davide accenna al fatto che Dio ha scritto tutti i dettagli della sua vita, incluso ciò che è imperfetto e le azioni ancora da svolgere.

Per molte persone, questo Libro della Vita è semplicemente un’immagine simbolica di coloro che sono destinati al paradiso; le sue radici sono gli archivi genealogici o forse i primi censimenti. La religione tradizionale suggerisce che questo libro – in forma letterale o simbolica – contiene i nomi di tutti coloro che sono degni di salvezza. Il Libro va aperto in relazione al giudizio divino (Dan. 7:10, Rev. 20:12). Nel Nuovo Testamento, i redenti dal Cristo sono contenuti nel Libro (Filippesi 4), mentre coloro che non si trovano nel Libro della Vita non entreranno nel Regno dei Cieli.

Come interessante corollario, nel mondo antico il nome di una persona era un simbolo della sua esistenza. Secondo Sir James Thomas Frazer, autore di The Golden Bough – una delle opere più esaurienti sulla mitologia mondiale – tra il nome e l’esistenza di una persona esisteva un legame tale che “era possibile compiere riti magici su un uomo indifferentemente attraverso il suo nome, i suoi capelli, le sue unghie o qualsiasi altra parte materiale della sua persona”. Nell’antico Egitto, cancellare un nome da un registro equivaleva addirittura a eliminare il fatto che una persona fosse mai esistita.

Archivio Akashico libri.jpgPiù vicino ai giorni nostri, molte informazioni sull’Archivio Akashico sono state fornite da stimati medium e mistici contemporanei, ovvero individui la cui percezione si estendeva in qualche modo oltre i limiti delle tre dimensioni. Secondo H. P. Blavatsky (1831-1891), un’immigrata russa mistica e fondatrice della Società Teosofica, l’Archivio Akashico è molto di più che un semplice elenco statico di dati che un sensitivo può raccogliere qui e là; piuttosto, l’Archivio esercita un’influenza continua e creativa sul presente:

Akasha è uno dei principi cosmici e un soggetto plastico, creativo nella sua natura fisica, immutabile nei suoi principi più elevati. È la quintessenza di tutte le possibili forme di energia, materiale, psichica o spirituale; inoltre, contiene in sé i germi della creazione universale, che fiorisce sotto l’impulso dello Spirito Divino.

Alchemy and the Secret Doctrine

Rudolf Steiner (1861-1925), il filosofo, pedagogista e fondatore della Società Antroposofica nato in Austria, possedeva la capacità di ricevere informazioni da oltre il mondo materiale: un “mondo spirituale” che per lui era tanto reale quanto per gli altri lo era il mondo fisico. Steiner affermava che la capacità di percepire questo altro mondo poteva essere sviluppata, rendendo un individuo capace di scorgere eventi e informazioni in tutto e per tutto concreti come quelli presenti:

…l’uomo è in grado di penetrare alle origini eterne delle cose che svaniscono con il tempo. In questo modo, egli amplia la sua facoltà cognitiva se, per quel che riguarda la conoscenza del passato, non si limita alle evidenze esteriori. Poi egli può vedere negli eventi non percepibili ai sensi, quella parte che il tempo non è in grado di distruggere. Egli passa dalla storia transitoria a quella non-transitoria. È un fatto che questa storia sia scritta in caratteri diversi rispetto a quella ordinaria. Nella gnosi e nella teosofia viene chiamata la “Cronaca Akashica”… Al non iniziato, che non è ancora in grado di fare l’esperienza di un mondo spirituale separato, è facile che l’iniziato sembri un visionario, se non qualcosa di peggio. Chi ha acquisito la capacità di percepire il mondo spirituale arriva a conoscere gli eventi passati nel loro carattere eterno. Questi ultimi non stanno di fronte a lui come la morta testimonianza della storia, bensì appaiono pieni di vita. In un certo senso, ciò che è avvenuto ha luogo davanti a lui.

Cosmic Memory

Per quanto riguarda le intuizioni moderne, forse la più completa fonte di informazioni sull’Archivio Akashico viene dall’opera chiaroveggente di Edgar Cayce (1877-1945), mistico cristiano e fondatore della A.R.E. Per trentatré anni della sua vita adulta, Edgar Cayce possedette la capacità soprannaturale di sdraiarsi su un lettino, chiudere gli occhi, unire le mani sullo stomaco ed entrare in una sorta di stato alterato in cui aveva accesso praticamente a qualsiasi tipo di informazione. L’accuratezza dell’opera telepatica di Cayce è dimostrata da circa una dozzina di biografie e da centinaia di libri che analizzano vari aspetti delle informazioni e delle migliaia di argomenti da lui discussi.

Quando era interrogato sulle fonti delle sue informazioni, Cayce rispondeva che erano essenzialmente due. La prima era la mente subconscia dell’individuo cui stava dando la “lettura”, la seconda era l’Archivio Akashico.

Più spesso, quando dava una lettura sulla storia dell’anima di una persona o sulla sua dimora individuale nello spazio e il tempo, Cayce cominciava con un’affermazione del tipo: “Sì, abbiamo di fronte a noi l’archivio dell’entità adesso conosciuta o chiamata…”. Discutendo il processo mediante il quale accedeva a questi archivi, Edgar Cayce descrisse la sua esperienza come segue:

Vedo me stesso come un piccolo punto fuori dal corpo fisico, che giace inerte davanti a me. Mi sento oppresso dall’oscurità e provo una solitudine terribile. Sono consapevole di un fascio bianco di luce. Da piccolo punto che sono, mi dirigo verso l’alto seguendo la luce, sapendo che devo seguirla, altrimenti sarò perduto.

Man mano che percorro questo cammino di luce, divento gradualmente consapevole di vari livelli sopra i quali c’è movimento. Sopra il primo livello esistono forme indistinte e orribili, figure grottesche come quelle che si vedono negli incubi. Andando avanti, cominciano ad apparire da entrambi i lati figure deformi di esseri umani con alcune parti del corpo ingrandite. Di nuovo, avviene un cambiamento e divento consapevole di figure grigie incappucciate che si muovono verso il basso. Gradualmente, il loro colore si fa più chiaro. Poi, la direzione cambia e queste figure si muovono verso l’alto, mentre il colore delle loro tuniche si schiarisce rapidamente. In seguito, cominciano ad apparire da entrambi i lati profili indistinti di case, muri, alberi ecc., ma ogni cosa è priva di movimento. Andando avanti, appaiono quelle che sembrano normali città, con più luce e movimento. Quando quest’ultimo aumenta, divento consapevole dei suoni: inizialmente strepiti confusi, poi odo musiche, risate e canti di uccelli. C’è sempre più luce, i colori diventano bellissimi e si sente il suono di una musica meravigliosa. Le case restano indietro, davanti c’è solo un insieme di suoni e colori. Improvvisamente mi imbatto in un archivio. Si tratta di una sala senza muri né soffitto, ma sono consapevole di vedere un uomo anziano che mi porge un grande libro, una documentazione dell’individuo per il quale sto cercando informazioni.

Lettura 294-19 (Trascrizione).

Una volta presa in mano la documentazione, Cayce aveva la capacità di selezionare le informazioni più utili per l’individuo in quel momento della sua vita. Frequentemente, una lettura poteva lasciare capire che era stata fornita solo una selezione del materiale disponibile, ma che all’individuo venivano date le cose “più utili e promettenti”. Intuizioni aggiuntive erano spesso fornite in letture successive, dopo che l’individuo aveva cercato di lavorare e mettere in pratica le informazioni già ricevute.

Forse per alludere al fatto che l’Archivio Akashico non era semplicemente una trascrizione del passato, ma includeva il presente, il futuro e alcune possibilità, nella lettura 304-5 Cayce fece una curiosa dichiarazione introduttiva. Discutendo del Libro della Vita, egli affermò che era “L’archivio di Dio, di te, della tua anima interiore e della conoscenza di essa” (281-33). In un’altra occasione (2533-8), fu chiesto a Cayce di spiegare la differenza tra il Libro della Vita e l’Archivio Akashico:

“Domanda: [Cosa si intende con] il Libro della Vita?
Risposta: L’archivio che l’entità stessa scrive pazientemente sopra la matassa del tempo e dello spazio. Esso viene aperto quando il sé è sintonizzato con l’infinito, e può essere letto da coloro che si stanno armonizzando con tale consapevolezza…
D: Il libro dei Ricordi di Dio?
R: Questo è il Libro della Vita.
D: L’Archivio Akashico?
R: Quelli creati dall’individuo, come appena indicato.
Lettura 2533-8

Le letture di Edgar Cayce suggeriscono che tutti noi scriviamo la storia della nostra vita tramite i nostri pensieri, le nostre azioni e la nostra interazione con il resto della Creazione. Queste informazioni hanno un effetto su di noi nel qui e ora. Di fatto, l’Archivio Akashico ha un tale impatto sulle nostre vite e le potenzialità che attiriamo su di noi, che qualsiasi indagine su di esso non può fare a meno di darci intuizioni sulla natura di noi stessi e della nostra relazione con l’universo.

Ci sono molte più cose nella nostra vita, nella nostra storia e nella nostra influenza individuale sul domani di quante, forse, abbiamo mai avuto il coraggio di immaginare. Avendo accesso alle informazioni dell’Archivio Akashico, il database dell’universo, molte cose potrebbero esserci rivelate. Il mondo, così come lo abbiamo collettivamente percepito, non è che una pallida ombra della realtà.

Nel tempo e nello spazio sono scritti i pensieri, le azioni, le attività di un’entità: nella loro relazione all’ambiente, alla sua influenza ereditaria; e nel loro essere guidati, ovvero diretti dal giudizio o in accordo a ciò che l’entità ritiene ideale. Per questo, come spesso è stato definito, l’archivio è il libro dei ricordi di Dio; e ogni entità, ogni anima… Riguardo le sue attività quotidiane, ne compie alcune bene, altre male e altre ancora in modo neutro, a seconda dell’applicazione del sé dell’entità a quella che è la maniera ideale di utilizzare il tempo, l’opportunità e l’espressione di ciò per cui ogni anima entra in una manifestazione materiale.
L’interpretazione, come è stata formulata qui, viene data con il desiderio e la speranza che, nel rivelare questo all’entità, l’esperienza possa essere utile e promettente.
Edgar Cayce, lettura 1650-1

Sì, abbiamo il corpo qui, e la documentazione come è stata prodotta e come potrebbe essere prodotta con l’esercizio della volontà, e la condizione – così come è stata creata – che prescinde dall’influenza o gli effetti della volontà. Abbiamo condizioni che potrebbero essere state, che sono e che potrebbero essere. Non mischiate le tre, e non incrociate i loro intenti.
Lettura 340-5

Il Libro della Vita – o l’Archivio Akashico – è il magazzino di tutte le informazioni riguardanti ogni individuo mai vissuto sulla Terra: esso contiene ogni parola, azione, sentimento, pensiero e intenzione mai avvenuti. Apprendi in che modo hai il controllo del tuo destino e come puoi utilizzare il tuo archivio – le tue vite passate, le tue esperienze presenti e il tuo futuro non ancora dischiuso – per creare la vita che desideri.

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Edgar Cayce. I resoconti Akashici. Macro Edizioni. 2005. ISBN: 8876160167

Edgar Cayce. La mia vita di veggente. Mediterranee. 2002. ISBN: 8827214542

Edgar Cayce, Mark Thurston Mark, Christopher Fazel. Il manuale di Edgar Cayce per creare il proprio futuro. Gli strumenti per trasformare la vostra esistenza. Mediterranee. 1999. ISBN: 8827212140

Edgar Cayce, Gail Cayce Schwartzer, Douglas Richards. I misteri di Atlantide. Storie e leggenda, ricerche archeologiche e geologiche, conferme e rivelazioni in trance di Edgar Cayce. Mediterranee. 1996. ISBN: 8827202056

Edgar Cayce. Reincarnazione. Un’indagine nel passato per costruire il futuro. Mediterranee. 1995. ISBN: 8827210598

Tratto da Kevin J. Todeschi. Edgar Cayce on the Akashic Records: The Book of Life. A.R.E. Press. 1998. ISBN: 0876044011. Per gentile concessione di A.R.E., Association for Research and Enlightenment. 215 67th Street Virginia Beach, VA 23451-2061, U.S.A. http://www.edgarcayce.org
Traduzione di Gagan Daniele Pietrini

157 Responses to “L’Archivio Akashico: Il libro della vita”

  1. paritoshluca ha detto:

    80eckhart
    Singolare l’affermazione di Paritosh: “l’aspettare diventa una tecnica..”.
    Certo,direi,per l’ego…Auguri.
    ……………..

    Ne deduco che l’illuminato..se esiste..non ha mai desiderato illuminarsi..perchè il desiderio è dell’ego..
    e chi desidera non si illumina..
    Ergo..se la condizione di illuminazione esiste..viene non desiderata..
    cioè..senza neanche sapere cosa sia..perchè non vedo la relazione tra leggere centinaia di libri sull’illuminazione..e illuminarsi..dal momento che leggere è dell’ego..
    Vabbè..
    e a sorrydi..dico che se posto qui..in certi discorsi..inconcludenti..è solo per aspettare la zuppa che sta cuocendo..senza che la fretta me la faccia mangiare cruda..
    Poi dal momento che qui si parla in libertà..esponendo teorie strampalate..solo la punta e non tutto l’iceberg ..
    è impossibile litigare..perchè non c’è nulla per accapigliarsi..dal momento che si considerano contemporanee varie fasi della ricerca..
    Come il capire..lo sforzo..e l’assenza di sforzo..che avviene solo nel finale ma non all’inizio..
    La notte arriva dopo il giorno..come il riposo dopo la fatica..e il sonno dopo la veglia..e l’illuminazione dopo aver desiderato di scacciare la nostra inconsapevolezza..che altrimenti..tutto rimarrebbe com’è..il giorno non si trasformerebbe in notte..e la nostra ignoranza ..come negli animali..porterebbe a vivere nell’incoscienza..beata..ma sempre incoscienza..

  2. eckhart ha detto:

    Paritosh:Ne deduco che l’illuminato..se esiste..non ha mai desiderato illuminarsi..perchè il desiderio è dell’ego..
    e chi desidera non si illumina..
    Ergo..se la condizione di illuminazione esiste..viene non desiderata..
    cioè..senza neanche sapere cosa sia
    °°°°°°°°°°°°°°
    E chiaro che è così! :-)))
    O tu forse sai nella fantasticheria della tua mente cosa sia?
    Quindi è tutto “un sogno dell’illuminazione”:cioè un ego che vuole risollevarsi,che s’informa per migliorarsi,che medita notte e giorno,che lotta contro se stesso..perchè è chiaro che per tutti la ricerca nasca così..ma poi,invece, tocca arrendersi..pena:
    l’ impantanarsi con le stesse proprie mani…e remare contro la Grazia che invece premia solo chi le si affida in totale Abbandono.
    Ma tutto,dico tutto ,concorre (anche i dieci ,i vent’anni di meditazione precedente) per arrivare a ciò.Non c’è mai niente di sbagliato in ciò che ci accade:accettare quest’evidenza è un vero Lampo.
    Comunque è chiaro che non ci sono regole:solo constato per me
    (ma anche altri qui me lo confermano) che prima si arriva a tale comprensione,prima si raccolgono i Frutti.La Resa rende tutto semplice,perchè nel così disporsi,si scorre nella Direzione della Corrente!Per questo,senza parlare di Livelli o Scale ho parlato di una certa Maturità che sopraggiunge..ma non è nel mio o tuo potere farlo accadere:ma gettare qui un sassolino si può,ed è ciò che ho fatto senza pentirmene.Chissà magari qualcuno raccoglierà ..ma perchè così dovrà essere (non certo per mio merito).
    Fine le Sogno. :-)

  3. paritoshluca ha detto:

    82eckhart
    Ma tutto,dico tutto ,concorre (anche i dieci ,i vent’anni di meditazione precedente) per arrivare a ciò…
    ……………
    Ecco..se non c’è tensione..non ci può essere rilassamento..
    e senza sentirsi ignoranti..non possiamo arrivare alla saggezza..
    La discussione verte solo sul tempo da dedicare al sogno..per esaurirlo..o per interromperlo..
    Ma una cosa è chiara..se rigettiamo lo sforzo..è perchè ci siamo cimentati..ormai è tutto chiaro..e sappiamo che non si va da nessuna parte..
    Ma se i più grandi santi erano i più grandi peccatori..è sbagliato dire che i più grandi sostenitori dell’assenza di sforzo..sono coloro che si sono sforzati..?
    Guardate il Budda..se si era sforzato o no..
    Nella suprema chiarezza..appare anche lo sforzo e i suoi risultati..
    perchè è difficile rinunciare a ciò che non abbiamo personalmente verificato..e solo poche menti ci riescono..
    idem per i sesso..che è difficile trascenderlo se non lo conosciamo..

  4. eckhart ha detto:

    Paritosh:Guardate il Budda..se si era sforzato o no..

    Certo,sembra evidente che anche lo sforzo è un Passaggio necessario per tutti.
    E il Buddha colse il Risveglio proprio quando invertì la Marcia..
    ricominciò a nutrirsi regolarmente ,smise di meditare tanto,e non pensò più all’Obbiettivo :in pratica si rilassò e ciò rese possibile il Passaggio seguente.
    Ma chi detiene i Passaggi? :-)))

  5. sorrydi ha detto:

    Uno dei segtreti è proprio quello di esaudire cio’ che siamo,inpulsi sessuali compresi.E’ questo un punto di risveglio dell’intelligienza.
    Tutto cio’ pero’ va fatto nella consapevolezza dell’essere,non nel materialismo piu’ estremo,(o identificato).
    Riconoscere chi siamo,osservando che uomini siamo.
    Allora quel barlume di sostrato,ci stacca dalla mente piu’ materiale,per darci delle intuizioni,che non sono mere intuizioni meccaniche riguardanti il manifesto,ma intuizioni dell’assoluto che siamo.

    Ecco cosa vuol dire (detto dai grandi saggi)”sii te stesso”.
    Il guaio di molti è proprio quello di dimenticarsi (inconsciamente)di se stessi,per inseguire una ricerca spirituale.

    Questa verita’che Osho non ha fatto che ripetere,non è stata assimilata.Il rischio di molti occidentali,è proprio quello di pensare,ad un nuovo modo di vivere,per diventare buone persone,(palestre insegnamenti,Yoga,meditazione,mantra guru di ogni sorta)invece di rimanere semplicemente se stesse.Ma perchè la “Conprensione” non accade?beh semplicemente perchè non siamo tutti uguali,perchè non è in nostro potere,perchè evidentemente il tuo percorso è quello di vent’anni di meditazione,e non è destino che tu ti ravveda,pero’ potrebbe anche darsi,che accettandoti, un barlume di coscienza cambi il tuo destino.
    Ecco perchè tutti ci sforziamo,chi piu’ chi meno.
    L’essere umano si sforza,perchè è intelligente.
    L’essere umano si sforza per “riconoscere” il contrario di sforzo,ma la”riconoscenza” è a tempo debito,e non è in suo potere.

  6. eckhart ha detto:

    Dedicato alla lunga notte dell’Anima.

    “Quando un aspirante nuotatore si trova in estrema difficoltà perchè sta per essere sopraffatto dalle onde del mare,lo spirito di conservazione dell’ahamkara si spaventa,e un’angoscia lo tormenta;inutile fare gesti scomposti e irrazionali;c’è comunque una posizione ottimale che potrebbe salvarlo:fare il “morto a galla”,abbandonarsi ,o “mollare la presa” in modo attivo,consapevole,allora le onde non solo lo sostengono, ma lo cullano persino.In una situazione in cui l’individualità si trova all’estremo limite della sua sopravvivenza, ciò che occorre è rimanere in posizione quiescente,silenziosa,di silente osservatore,in uno stato coscienziale d’immobilità,ma profondamente consapevoli dell’evento; solo così e gradualmente,ma il tempo conta poco,l’aurora fa capolino e la coscienza può notare che una luce ristoratrice e chiarificatrice incomincia a inondare l’intera spazialità psichica.”
    RAPHAEL

  7. atisha ha detto:

    eckhart…
    sublimi le parole del maestro Raphael che hai postato..
    ma non possono essere Udite da tutti…
    prendine atto :-)

  8. doghen ha detto:

    Sorrydi,

    NON SIAMO “UOMINI”!!!!!!!!!!!!!!!!! Chi te l’ha detto? E’ riduttivo!!!!!Siamo Buddha!!!!

  9. sorrydi ha detto:

    Ma certo Doghen,hai perfettamente ragione…ma finchè non l’hai realizzato nel piu’ profondo della tua essenza,cioè nell’assoluto della presenza immateriale,cioè nella coscienza impersonale,cioè la comprensione ultima….potrai tranquilamente ……….sentirti “uomo”.

    :-)

  10. sorrydi ha detto:

    Vedi Doghen la ricerca in fondo è tutta qui’,gira che ti rigira,potresti mancare sempre il bersaglio,solo perchè ti posizioni sempre da qualche parte,la semplicita’ di abbracciare tutti gli aspetti dell’essere li trascende per la sorgente stessa.

  11. doghen ha detto:

    Sorrydi,

    ho lanciato quel messaggio senza neanche aver letto l’articolo….avevo solo letto:”Riconoscere chi siamo,osservando che uomini siamo”. Mi dispiace, sono un pò impulsivo…..
    Poi ho riletto il tuo post e direi : è un pò schematico….è vero che nell’immaginario collettivo uno pensa che adottare una religione, una disciplina voglia dire diventare vegetariani, ecc. cambiare insomma, ma potrebbe anhe questo fare parte del gioco.
    Non saprei dire come dovrebbe essere la realizzazione e il suo percorso…è un terreno scivolosissimo! ciao! :)

  12. eckhart ha detto:

    Difatti,(era questo il discorso), è capire che, oltre il gioco da accettare consapevolmente delle identificazioni anche spirituali (abbracciare tutti gli aspetti, dice Sorrydi) , c’è solo ciò che sei..in semplice nudità…
    senza nessun “come dovrebbe essere ” (chi ne ha parlato a parte Paritosh?) ennesimo virtuale virtuosismo della mente.
    Ciò che scivola è soltanto la mente..Ciao! ;-)

  13. sorrydi ha detto:

    Era cio’ che volevo postare all’amico Doghen: cio’ che scivola sono solo le concezioni mentali.

    Bisogna mettersi in testa una cosa profondamente fondamentale,(ma intuitiva) cioè!,che non essendoci nessuna illuminazione da raggiungere,non vi è nemmeno una strada da percorrere.
    Sei gia’ cio’ che sei,quindi non vi è un percorso da intrapprendere.
    Anche perchè cio’ che deve essere “affermato”,cioè la Budhiita’,non è uno stato nel tempo,quindi non richiede un cammino,perchè il cammino è percorribile solo con la concezione del tempo.
    Ecco perchè Doghen parla di”terreno scivoloso,perchè la sua mente è alla ricerca di qualcosa che magari….. non scivoli.

  14. paritoshluca ha detto:

    92eckhart

    Difatti,(era questo il discorso), è capire che, oltre il gioco da accettare consapevolmente delle identificazioni anche spirituali (abbracciare tutti gli aspetti, dice Sorrydi) , c’è solo ciò che sei..in semplice nudità…
    senza nessun “come dovrebbe essere ” (chi ne ha parlato a parte Paritosh?) ennesimo virtuale virtuosismo della mente.
    Ciò che scivola è soltanto la mente..Ciao! ;-)

    Parli da illuminato..o sei illuminato..?
    E non mi dire che la differenza è solo mentale..perchè è proprio la mente che bisogna trascendere e che questo è il problema..
    Oppure credi che dire gatto..e ce l’hai nel sacco..?
    Sei illuminato..? Dimmi di si..e allora mi taccio..altrimenti non continuare con i giochetti di parole..che la mente non si trascende con l’illusione di non averla..

  15. eckhart ha detto:

    Paritosh:è proprio la mente che bisogna trascendere e che questo è il problema..

    E’ questo il punto…e per l’ennesima volta..io-non-vedo-problemi,e non lotto per trascendere un bel nulla..
    solo il tuo ego evidentemente..
    e il non vederne non significa (aggiungo per l’ennesima volta)
    dover per forza essere illuminati..
    Sei tu che continui a rincorrere la tua coda..
    e non te ne avvedi che sei in gabbia.
    Ergo,per l’ennesima volta:la differenza essenziale è accettare o non accettare ciò che si è..favorire l’ego o il cuore..
    (E il cuore spirituale,quarto chakra,si apre proprio con questa accettazione e scuote anche il sesto chakra o terzo occhio).
    Dunque,voler essere diversi da come si è,cioè illuminati è un gioco della mente che ho già abbandonato con notevoli “conseguenze” positive,come già detto e ridetto..

  16. eckhart ha detto:

    Luca..avevo postato proprio per te quel brano più sopra di Raphael,e che non è dedicato certo agli illuminati..ma forse ha ragione Ati..
    per Udire bisogna volerlo proprio col tutto il cuore.. :-(

  17. doghen ha detto:

    Sorrydi,

    Vero: ciò che scivola sono solo le concezioni mentali. Ma allora se siamo già perfettamente illuminati, perchè praticare?
    Era proprio la domanda di Dogen (quello vero!, quello del XII secolo in Giappone) che lo torturava, quando andò in Cina in cerca del vero Zen.
    Per quel che c’ho capito io la risposta è che comunque il nostro piccolo ego interferisce, comunque discriminiamo e classifichiamo continuamente tutto, suddividendo in questo e quello sulla base del pensiero.
    Abbandonare il pensiero sequenziale, significa essere prima del pensiero. Quando pratichiamo zazen esistiamo prima della separazione di questo momento dall’eternità o del soggetto dall’oggetto.
    E’ paradossale, ma dobbiamo “sforzarci” di mollare la presa, come dice Eckart in quel brano di Raphael!!
    Bon journèe!

  18. sorrydi ha detto:

    Perfetto Doghen,tutto giusto cio’ che dici.
    Il segreto? perchè praticare?dal momento che lo dici,e ne sei consapevole, non fai nessuna azione di pratica,ma nello stesso tempo stai praticando il tuo essere.

    Mi sembra di aver letto che Doghen (quello vero), ando’ in cina per trovare l’illuminazione trascendentale,si accorse invece che li tutti praticavano……e che la pratica è un attaccamento come un’altro.

    Tu in realta’ sei una grossa nave da crociera,ma sei identificato con l’uomo che si agita nella piccola piscina interna.

  19. sorrydi ha detto:

    La via cè esiste,ma non è una pratica,cè solo il rischio che la mente la faccia diventare pratica,cioè attaccamento,ecco il paradosso.

    L’unica via,è quella di un’autoindagine continua,dell’autoosservazione neutrale di se stessi,dell’osservazione delle meccaniche della mente.L’unica via è riconoscere se stessi continuamente,nel qui e ora,in ogni istante di vita,questo fa’ avvenire automaticamente (e qui mi allaccio alla frase di Doghen,”nello zen ci si deve illuminare con il corpo”)un cambiamento cellulare nel corpomente,ci si comincia a percepire con uncita’MENTE CORPO SPIRITO.

  20. eckhart ha detto:

    Già mettersi a praticare..partire con l’intento di è già attaccamento
    dunque pensiero,arrivare prima che s’innesci ciò o vederlo è consapevolezza..
    good! :-))

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