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George Bernard Shaw. In vita esistono due tragedie. Una è non esaudire i desideri del cuore, l’altra esaudirli.

Nagarjuna. È piacevole grattarsi un prurito, ma è ancora più piacevole essere senza pruriti. Allo stesso modo, vi è un piacere nei desideri terreni, ma essere senza desideri è ancora più piacevole.

Papaji. L’appagamento è assolutamente necessario, perché ciò che sarai nel prossimo stato, o nella prossima vita, sarà il desiderio insoddisfatto che hai adesso. Quindi, desidera solo l’infinito…

15 Responses to “George Bernard Shaw, Nagarjuna e Papaji sui desideri”

  1. (Y)am ha detto:

    Nel Tantra, precisamente nella karmamudra o terza iniziazione, c’e’ la contemplazione delle quattro gioie.
    La quarta gioia si puo’ contemplare dopo l’orgasmo ed e’ assenza di desiderio.

  2. Sw. Kanti ha detto:

    La vita é traumatizzante e dolorosa, ma il dolore scaturisce dai vostri desideri impossibili, dalle vostre aspettative, non dalla vita in se…..
    La vita vi fornisce mille ed una occasione per essere frustrati affinché comprendiate che le aspettative non servono, che i sogni sono inutili e che i desideri non vengono mai soddisfatti. Allora smettete di desiderare, di sognare e di proporre: all’improvviso vi ritroverete ritornati a casa.
    ( Osho, l’arte di morire )
    Non importa quanto remi, la barca dell’uomo non lasciera’ affatto la sponda dell’insoddisfazione. Ed egli lasciera’ la vita vuoto e inappagato.
    Per sua natura, il desiderio é insaziabile.
    ( Osho, Semi di Saggezza )
    Inseguire i desideri é correre dietro ad un miraggio.
    E’ un viaggio da una morte all’altra. Nell’illusione che questa sia la vita, l’uomo continua a morire, ripetutamente.
    Ma coloro che accettano la morte dei loro desideri scoprono che per loro muore anche la morte stessa.
    ( Osho, Una tazza di té )
    Fino a quando funzioni da sostegno su cui gli altri possono appendere i loro desideri, tutti sono tuoi amici.
    ( Osho, Pioggia a ciel sereno # 93)
    Osserva l’infelicità creata dal desiderio. Senti che il desiderio è infelicità e abbandonalo. Non è necessaario alcuno sforzo per abbandonarlo. Ricorda: se ti sforzi creerai un’altro desiderio…
    Abbandona semplicemente il desiderio perchè crea infelicità, senza svilupparne uno nuovo.
    In questo modo non ci sarà impazienza e la meditazione, in realtà non sarà una pratica, ma qualcosa che comincerà ad accaderti: infatti una mente priva di desiderio è in meditazione.
    ( Osho, I segreti dell Gioia # 109 )

    Se c’è il desiderio, il tempo non può arrestarsi. In realtà, il desiderio è il tempo. Quando desideri, è necessario il futuro, perchè il desiderio noon può realizzarsi qui e ora, ma solo in un futuro imprecisato. Perciò avrai bisogno di un futuro verso cui spostarsi e, allora, il tempo ti distruggerà. Ti lasci sfuggire l’eternità: l’eternità è qui !

    ( Osho, I segreti dell Gioia # 111-112 )
    Gautama il Buddha dice che tanha – il desiderio – è la causa alla radice di ogni nostra miseria, poichè il desiderio crea la mente.
    Desiderio vuol dire creare il futuro, proiettare se stessi nel futuro, chiamare in causa il domani. Metti in gioco il domani, e l’oggi scompare, non lo puoi più vedere: rannuvola i tuoi occhi. Chiama in causa il domani e dovrai portarti dietro il peso di tutti i tuoi ieri, perchè il domani può esistere solo se il passato continua ad essere nutrito.
    Ogni desiderio nasce dal passato ed ogn desiderio è proiettato nel futuro……
    ed il presente è l’unica realtà, la sola esistenza, l’unica danza che esista.
    Il presente può essere trovato solo quando la mente si acquieta completamente, quando il passato non ti domina più ed il futuro nonn ti possiede più.
    Quando sei sconnesso dai ricordi
    e dalle immaginazioni….in quel momento dove sei ? chi sei ? In quel momento non sei nessunno. E nessuno ti può ferire quando non sei nessuno.Non puoi essere colpito – mentre l’ego è dispostissimo a ricevere ferite. L’ego è praticamente alla ricerca di ferite, cerca il modo di essere ferito; esiste attraverso le ferite: l’intera sua esistenza dipende dall’infelicità, dal dolore.
    Quando sei un nessuno, non può esistere l’angoscia, l’ansia diventa semplicemente incredibile.
    Quando sei un nessuno, esiste un profondo silenzio, una pace, all’interno non si agita alcun rumore. Il passato è svanito, il futuro è scomparso, cosa potrebbe creare frastuono ? Ed il silenzio che si sente è celestiale, è sacro. Per la prima volta , in quegli spazi di non mente, diventi consapevole dell’eterna celebrazione che esiste da sempre…quella è la sostanza di cui è composta l’esistenza….
    Aes dhammo sanantano: questa è la legge suprema….
    Lascia cadere il sé e sii consapevole ! il messaggio è tutto qui: questo è il messaggio di tutti i bhudda, di tutte le epoche,passate, presenti, future.
    l’essenza del messaggio è semplicissima: lascia cadere il sè, l’ego, la mente e sii.

    ( Osho, la mente che mente # 218-219)
    Uno dei desideri meno soddisfatti al mondo è proprio quello di cambiare l’altro.
    Nessuno l’ha mai fatto; è impoossibile, perchè l’altroo esiste a pieno diritto e tu nn puoi cambiarlo.
    Continui a dagli la responsabilità, ma non puoi cambiarlo; e poichè la scarichi su di lui noon ti accorgerai mai che la responsabilità fondamentale è tua. E’ necessario un cambiamento essenziale, e deve accadere dentro di te….
    La prima libertà è smettere di scaricare la respoonsabilità sulll’altro, la prima libertà è sapere che tu sei responsabile.
    ( Osho, Consapevolezza # 166 )

    Di solito si considera la meditazione una fuga. E’ un’assurdità.
    Solo chi medita non fugge la realtà; tutti gli altri la evitano.
    Meditazione significa uscire dai desideri, liberarsi dai pensieri,
    staccarsi dalla mente.
    Meditazione significa rilassarsi nel momento, nel presente.
    La meditazione non è una fuga dalla vita: è correre nella vita.
    OSHO

  3. eckhart ha detto:

    l’unica cosa che conta è il Nuovo senzanome che avanza..

  4. sorrydi ha detto:

    Bellissime citazioni,bellissimo raggruppamento,grazie kanti.
    Il mio percorso,il mio agire è sostanzialmente assimilare queste verita’,e metterle al posto delle mie certezze radicate,e allo stesso tempo trascenderle ,per vivere nel presente come essere .
    …sorridere dei propri desideri……

  5. sorrydi ha detto:

    ..eck tu cosa intendi, che bisogna concentrarsi solo su quella sensazione di non essere” che avanza in noi,avanza inteso come intuizione di fondo a volte presente!

  6. eckhart ha detto:

    intendo semplicemente senza pensieri che interpretino che giudichino,che confrontino, con la nostra conoscenza acquisita,e quindi radicarsi a quella sensazione che è presente ..
    che è il Presente senza la mente.. :-)

  7. jack ha detto:

    Le parole espresse dai saggi sopracitati, o quelle di Osho, riportate da Kanti, sono espressione di qualcosa di interiore che le stesse parole non possono esaurientemente chiarire.
    Chi le ascolta è più facile che venga affascinato dalla saggezza, desiderando imitarla, piuttosto che lasciarle morire e seguire le proprie spontanee pulsioni, che sono i sani desideri del proprio Sé.
    A cosa serve ciò che ha fatto Kanti? Perché possiamo dire “Che belle parole!”?? (Kanti mi scusi se ho preso il suo intervento come esempio).
    A cosa servono i concetti di seconda mano da imitare?
    A cosa servono i buddhismi e i cristianesimi? A cosa sevono i predicatori di Osho? Perché non lasciamo morire i saggi ed i santi e non andiamo alla scoperta della nostra saggezza?
    Accade perché siamo catturati dai desideri indotti, quelli che non sono del nostro Essere, e i desideri di imitazione spirituale sono della stessa natura di quelli indotti dalla pubblicità in televisione, ma più potenti e pericolosi.
    Se cerco di imitare il Buddha, commetto il più grande peccato, perché è il più subdolo e potente dei desideri condizionati. Uccidere il Buddha significa toglierlo dai miei pensieri, significa non desiderarlo.
    Noi non possiamo vivere senza desideri, poiché senza non esiste la vita terrena.
    E’ un desiderio che ha creato la vita e vivere è l’esperienza creata da quel desiderio, diverso per ognuno di noi, che siamo per questo manifestazioni di Dio, distinte nella vita terrena.
    Ciò che non ci permette di riportare alla Fonte l’esperienza in un breve ciclo di involuzione ed evoluzione, inteso come viaggio nelle frequenze della materia, sono le realtà aggiunte, da noi create sulla base dei collegamenti che la mente crea con le percezioni esterne e che inducono a desideri condizionati. Queste realtà infatti, una volta create, siamo costrette a viverle, convincendoci poi di subirle e desiderando quelle cose che “dovrebbero” essere la soluzione.
    Qualcuno ci convince, o noi ci convinciamo, che il nostro attuale stato abbia una causa esterna (ho perso il lavoro perché il mio superiore ce l’aveva con me, la mia vita ha preso questa piega, perché mio padre…) e sosteniamo così fortemente questa convinzione, che il collegamento diventa la realtà che siamo costretti a continuare a vivere. Il desiderio della soluzione, altrettanto illusoria, in quanto creata nella nostra realtà di vita, diventa la spontanea conseguenza.
    Raccontarci che dobbiamo eliminare il desiderio (il potere che mi dà maggior sicurezza, l’abito nuovo che mi fa sentir bene, spaccare il muso a chi mi fa i dispetti per rendere giustizia…), preso a sé stante può solo reprimerci, creando conflitti interiori, se non “vedo” che l’unica cosa reale nel mio Essere è il sostegno che offro ai relativi collegamenti di causa-effetto, perché nella realtà della mia coscienza creatrice esistono solo effetti e non cause.
    Persone che seguono le loro intime pulsioni, ossia i desideri della loro anima, sono realmente spirituali, perché realizzano le esperienze, volute dal “Dio” che esse sono, anche se la morale corrente le giudica negativamente. Se quelle persone non si fanno condizionare, esauriscono naturalmente il desiderio e tornano con l’esperienza alle frequenze superiori.
    Purtroppo cresciamo tutti convinti di dover essere buoni, perché qualcuno ci ha interpretato le parole di Buddha e di Cristo, perché qualcuno ci ha educato al giudizio. Dobbiamo sacrificarci, aiutare gli altri, fare volontariato, combattere il male, ma nella grande maggioranza dei casi si tratta di imposizioni che ci creiamo per desiderio di imitazione, costringendoci nelle frequenze della materia a vivere realtà fittizie.
    La spontaneità di chi è nato col compito di aiutare ben si distingue, mentre i buoni indotti finiscono per diventare rabbiosi contro i “cattivi”, a fare battaglie, manifestazioni, propagande e a chiederti di far circolare messaggi di sostegno, perché, se non lo fai, non sei nell’onda dell’evoluzione mondiale.
    L’unico atto reale è togliere di volta in volta i sostegni ai collegamenti di causa-effetto, scoprendo l’inconsistenza dei collegamenti stessi e l’inconsistenza dei bisogni di risolverli, che sono i desideri.
    Questo è letteralmente togliere i sostegni alle illusioni della mente.
    Quando il realizzato mi dice che in lui non esistono desideri, mi comunica un suo stato. Ne sono felice, ma perché dovrei occuparmi di lui? Non ne ho il desiderio!!!

  8. Ho assaporato il tuo commento ed ora alzo il calice e brindo a jack lo squartatore dei buddha :-) Il coraggio più grande è quello di lasciare andare tutte le proprie credenze e i propri attaccamenti, a un certo punto che siano le parole di Buddha o di… che ne so, Emilio Fede, giusto per andare ai poli estremi della saggezza :-) ha poca importanza. Ma prima di quel punto bisognerà esaurire tutte le parole. Siamo qui per questo.

  9. Praj ha detto:

    Sono d’accordo sostanzialmente con il lungo commento di Jack.

    Concludendo, l’amico Jack dice: “Questo è letteralmente togliere i sostegni alle illusioni della mente.
    Quando il realizzato mi dice che in lui non esistono desideri, mi comunica un suo stato. Ne sono felice, ma perché dovrei occuparmi di lui? Non ne ho il desiderio!!!”

    Aggiungerei soltanto: perchè, se ho tolto i sostegni della mente, dovrei disoccuparmi di lui? Se sono felice del suo stato, e lo sono realmente, allora sono come lui: non c’è più alcuna differenza essenziale fra noi. Siamo “felici” tutti e due… senza più desideri. Giochiamo la stessa partita e siamo vasi comunicanti… non separati… disponibili alla condivisione del significato del “non desisiderare”. Cosa non facile da comprendere, anche se apparentemente semplice.
    Altrimenti, se bluffo, nascondo ancora un desiderio frustrato, inappagato… forse.

  10. sorrydi ha detto:

    Mi sento di dire grazie jeck,mi hai dato un bello schiaffo.
    mi sono svegliato dal torpore.

    “non desiderare la felicita’ d’altri”

  11. jack ha detto:

    Caro Sorrydi, lo schiaffo te lo sei dato da solo!
    Quello che posso fare io, è di mandarti un bacio e un abbraccio affettuoso.
    Continua a sorridere, ché ne hai tutti i motivi!

  12. jack ha detto:

    Ivo, Sak, non occorrono ulteriori commenti, ma un abbraccio anche a voi per la par condicio! :-)

  13. eckhart ha detto:

    azz..
    con un post così lungo ci siamo giocati jack per almeno i prossimi tre mesi! :-D
    A presto…invece. ;-)

  14. eckhart ha detto:

    Ecco un regalino per Jack.. (.)
    è un uovo di Pasqua con sorpresa .. :-P
    http://it.youtube.com/watch?v=hSPXlUsHbcg

    Giuro Ivo ,non la farò diventare una chat :-D

  15. jack ha detto:

    Perbacco, Gigi, se il bravo Demis avesse cantato sul lato opposto della rocca, potevo farlo entrare a casa mia!
    Grazie per gli auguri, che contraccambio, però adesso basta… sennò davvero diventa una chat, dopo che Ivo ha faticato tanto!!!
    Stai composto e scrivi senza mettere i gomiti sul tavolo!! :-)
    (tanto so che Ivo è andato a cena e non ci sente!)

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