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due loto.jpgPochi argomenti nel campo della spiritualità contemporanea suscitano tante difficoltà, controversie e discussioni come il ruolo dell’insegnante spirituale. Grazie a carismatici ciarlatani che scorrazzano nel mondo spirituale, entrando in tutte le case attraverso i periodici a larga tiratura e gli spettacoli televisivi, termini come “guru” e insegnante spirituale sono entrati nel nostro vocabolario di tutti i giorni.

Tuttavia, nonostante le campagne pubblicitarie New Age, restiamo avvolti nella confusione e nell’ignoranza per tutto quello che riguarda il valore e la funzione dell’insegnante spirituale. Mentre prima, giustamente, affrontavamo l’argomento dei maestri spirituali con la dovuta cautela, oggi tutti pensano di sapere che cos’è un guru o un maestro spirituale, e come relazionarsi a lui o lei.

La varietà dei cosiddetti maestri spirituali è grande. A un estremo abbiamo individui capaci di guadagnare 50.000 dollari per un fine settimana in cui insegnano alle coppie pratiche sessuali tantriche vecchie di quattromila anni (Asra Nomani, Naked Ambition, “The Wall Street Journal”, 7 dicembre 1998); dall’altro, grandi maestri e leader spirituali di indiscutibile onestà come il Karmapa, il Dalai Lama e santi orientali e occidentali meno conosciuti.

Ma i ricercatori spirituali alle prime armi etichettano tutti come “guru” e nutrono per essi un’adorazione infantile o un grande scetticismo. Tali giudizi derivano per lo più da informazioni molto superficiali raccolte nell’ambiente sociale, nei media o in chiesa.

Uno dei nostri principali compiti di ricercatori spirituali è imparare l’esercizio della discriminazione. Potremmo pensare che il nostro primo compito sia svuotare la mente, rilassarci nella beatitudine onnipresente e prendere dimora nel Sé autentico, ma se affrontiamo il cammino spirituale con serietà, comprendiamo presto di avere altre priorità. Arrancando nelle paludi dell’ego, una delle qualità più preziose è imparare a distinguere ciò che è reale da ciò che non lo è.

Prima di imparare a discriminare tra un insegnante falso e uno autentico, è necessario sapere cosa vogliamo da un insegnante. Se vogliamo imparare a rilassare la mente o a migliorare la relazione con il coniuge o i figli, probabilmente qualsiasi psicoterapeuta spirituale andrà bene.

Se vogliamo percorrere un cammino tradizionale con un certo grado di rigore e serietà, avremo bisogno di una guida o un insegnante di buona preparazione e onestà. Se quello che vogliamo è realizzare il nostro potenziale più elevato di esseri umani, allora non dobbiamo trovare solo un insegnante: dobbiamo trovare qualcuno che sappiamo (ai limiti delle nostre possibilità) essere capace e disponibile ad aiutarci in questo scopo.

Non c’è dubbio che molte persone si volgono a un maestro spirituale nel tentativo inconscio di risolvere conflitti psicologici rimasti in sospeso con i genitori. Il guru maschile o femminile rappresenta il genitore spirituale assoluto, colui che alla fine ci darà l’amore incondizionato che abbiamo tanto implorato da bambini.

Se però ci volgiamo all’insegnante con l’atteggiamento di un bambino, anche se le nostre motivazioni sono inconsce, lo stiamo implorando di tirare fuori tutti i latenti desideri di potere o di conferma che restano in lui.

Tenderemo anche a dare un’interpretazione molto distorta di lui, osservando ogni cosa che dice e fa dal punto di vista dei desideri infantili insoddisfatti. “Non esiste peccato, esiste solo l’infantilismo”, sostiene il maestro spirituale francese Arnauld Desjardins. Riconoscere di avere una relazione infantile con il cammino e il maestro spirituali è essenziale per riuscire a cogliere fino in fondo l’opportunità che ci viene offerta.

Quando andiamo al mercato spirituale, occorre essere consapevoli della grande differenza di qualità tra i tantissimi insegnanti disponibili. Il settore dei maestri spirituali non è ciò che appare al primo sguardo, e prima di fare un acquisto impulsivo, è necessario un approfondito studio della mercanzia.

Un altro fattore critico è la difficoltà di tradurre dall’oriente all’occidente la funzione dell’insegnante spirituale. Se è vero che nella tradizione occidentale esistono esempi di relazione insegnante-studente (i nativi americani, i rabbini ebrei, i preti cattolici), la cultura contemporanea è per lo più influenzata da una religione dogmatica (o addirittura meccanica) che fornisce pochi precedenti a una relazione con un maestro spirituale. Importare semplicemente le tradizioni orientali nella cultura occidentale, senza considerare le grandi differenze psicologiche e culturali, non funziona.

Da una parte abbiamo i maestri delle tradizioni monastiche asiatiche che sono venuti in occidente e sono crollati di fronte alle lusinghe della ricchezza, del potere e del sesso; da un’altra, i numerosi aspiranti maestri occidentali, dai nomi sanscriti e dalle tuniche stravaganti, che cercano disperatamente di creare monasteri tradizionali in una cultura che non è pronta per essi; da un’altra parte ancora, coloro che cercano di prendere il meglio da tutte le tradizioni per creare la loro personale spiritualità eclettica, dove tutti e tutto – inclusi gli alberi, le montagne e le stelle – fungono da insegnanti.

Come il pittore che mischia tutti i colori in una tavolozza e ottiene il grigio, quando mischiamo le tradizioni a nostro piacimento, il risultato è una spiritualità New Age estremamente confusa.

Abbiamo di fronte a noi il difficile compito di preservare il senso e il contesto del tradizionale rapporto insegnante-studente, ma anche di operare i necessari adattamenti alla nostra psicologia e cultura occidentali. Sebbene il compito è certamente difficile e gli errori sono inevitabili, questo deve restare l’obiettivo.

Una delle principali difficoltà che incontriamo quando abbracciamo la nozione orientale dell’insegnante spirituale, è l’aspettativa che quest’ultimo sia perfetto. Le traduzioni delle scritture orientali definiscono l’insegnante “trascendente”, “essere perfetto”, “angelico” e “al di là dell’al di là”. Il rigido perfezionismo della tradizione occidentale, unito alla nostra ingenuità spirituale, interpreta tutto ciò nel senso che l’insegnante è una sorta di Superman o di Wonder Woman cosmici. Non comprendiamo che per le leggi dell’incarnazione umana tutti gli esseri umani sono semplicemente questo: umani.

Anche se hanno trasceso l’attaccamento alla forma umana, sono ancora incarnati in un corpo soggetto alla malattia, con una mente che può essere libera o meno da disfunzioni o aberrazioni psicologiche.

Molti studenti hanno provato disillusione di fronte a un insegnante che, nella circostanza di un terribile dolore fisico, non è riuscito a “trascendere il corpo”. Desjardins racconta che una volta il suo maestro, Swami Prajnanpad, era gravemente malato. A un certo punto chiamò uno studente, un noto medico, chiedendogli degli antidolorifici.

Tale evento provocò enorme sconcerto in molti studenti di Swami Prajnanpad. “Se è un maestro autentico”, pensarono, “perché non riesce a trascendere il dolore fisico?”; “Se è oltre il corpo, come ha potuto ammalarsi?”. Ma forse questo episodio rivela, in realtà, un fraintendimento su ciò che è un maestro autentico. È possibile che l’idea occidentale di perfezione non sia identica a quella suggerita dalle antiche scritture.

Un argomento ancora più delicato, soprattutto tra gli insegnanti spirituali occidentali, è quello dei difetti psicologici. Per gli occidentali, percorrere un cammino spirituale con insegnanti occidentali è molto vantaggioso. Non solo questi ultimi parlano la stessa lingua, ma (fatto più importante) hanno una comprensione della psicologia occidentale di cui molti insegnanti orientali comprensibilmente non dispongono.

Comunque, data la situazione attuale della cultura occidentale (una cultura in cui quasi nessuno supera l’infanzia senza qualche disfunzione psicologica), è improbabile che anche i migliori insegnanti occidentali siano immuni da nevrosi, nonostante i loro risultati spirituali. Se non riusciamo ad accettare questo fatto (o se nelle nostre iniziali, ingenue proiezioni sull’insegnante non riusciamo a vederlo), al primo segno di comportamento in contrasto con le nostre aspettative (una relazione extraconiugale, una sgridata ai figli, delle vacanze dispendiose), proviamo spesso disillusione non solo verso l’insegnante, ma verso tutti gli insegnanti e gli insegnamenti spirituali.

Abbiamo di fronte a noi una grande responsabilità non solo nella scelta di un maestro spirituale, ma anche nella creazione di un rapporto soddisfacente e produttivo con quest’ultimo/a. Non dobbiamo allontanarci dagli insegnamenti per qualche secondario problema psicologico di un insegnante, ma allo stesso tempo non dobbiamo ignorare evidenti tendenze all’abuso. In modo simile, dobbiamo imparare (spesso dopo molti anni) a distinguere tra la psicologia del nostro insegnante e gli insegnamenti che lui o lei è in grado di trasmettere davvero, nonostante tale psicologia. A prescindere dall’autenticità dell’insegnante, dobbiamo essere onesti con noi stessi riguardo ciò che possiamo imparare vivendo con lui.

Criteri pratici, fissi, per valutare l’autenticità di un dato maestro hanno poco valore, ma possono tornare di qualche utilità. Il limite ovvio è che criteri sviluppati da una consapevolezza terrena non possono essere completamente affidabili per giudicare colui che per definizione è al di là di tale consapevolezza. È come chiedere a un arbitro di baseball che non ha mai visto una partita di calcio di arbitrare i campionati mondiali.

Anche se molte rispettabili istituzioni spirituali hanno cercato di stilare liste di criteri, se dobbiamo attenerci strettamente a una di esse (per quanto raffinata), potremmo farci sfuggire alcuni dei più grandi maestri del nostro tempo, in quanto spesso tali maestri ricadono all’esterno del dominio dei parametri prestabiliti.

Molte persone sostengono che non occorre essere “illuminati” per essere validi insegnanti spirituali, e che un valido studente può imparare anche da un pessimo insegnante.

Un insegnante zen contemporaneo scoprì, mentre stava studiando con il suo maestro in Giappone, che in zona esisteva un “roshi” molto migliore. Quando lasciò l’insegnante più debole per quello più forte, venne molto criticato dal giapponese, secondo il quale era dovere di un valido studente restare con un insegnante debole, per aiutare quest’ultimo a migliorare.

Anche se i criteri per valutare gli insegnanti spirituali possono essere utili, è molto facile – troppo facile, in effetti – criticare insegnanti famosi e far risaltare i loro difetti. Molto più difficile è giudicare se stessi in quanto discepoli. “I guru non sono molto comuni, ma non lo sono nemmeno i discepoli”, afferma Desjardins. Il compianto Swami Muktananda disse che il mercato dei falsi insegnanti era in crescita, perché era in crescita il mercato dei discepoli falsi e ignoranti. Quando cominciamo a considerare i falsi insegnanti dal punto di vista del nostro discepolato incerto, ci sfidiamo ad abbracciare una prospettiva molto più ampia di quella della comune critica spirituale.

Tutte le antiche scritture sostengono che quando il discepolo è pronto, il maestro appare. A molti studenti spirituali piace lamentarsi: “Per me non è vero. Il maestro non è apparso”. Ma è molto probabile che essi non siano pronti per il maestro, e che devono insistere nella loro disciplina spirituale fino a quando il maestro apparirà.

Lo scrittore e insegnante Gilles Farcet suggerisce che, invece di chiederci: “Sarà questo il maestro adatto a me?”, dovremmo piuttosto domandarci: “Quali sono le mie qualità di discepolo?”. Cosa abbiamo da offrire al nostro cammino spirituale e all’insegnante spirituale? Come occidentali, siamo condizionati a credere che tutto ci debba essere offerto su un vassoio a prezzo di saldo. Ma le leggi sul rapporto maestro-discepolo sono comparse molto prima della nostra complicata psiche, e anche se siamo in un nuovo millennio, l’appagamento spirituale e un maestro genuino hanno un “prezzo” non inferiore a quello che avevano nel passato o che avranno nel futuro.

“Hai ciò che meriti”, commenta lo psicologo transpersonale Charles Tart. Questo è un punto di vista impopolare, ma resta il fatto che se ci ritroviamo con un insegnante che compie abusi, un ciarlatano o qualcuno che ci “lava il cervello”, siamo noi stessi a esserci messi in quella situazione. Possiamo incolpare l’insegnante di tutto ciò che vogliamo per i suoi difetti, e le nostre accuse possono anche essere vere, ma siamo sempre noi che abbiamo abboccato all’amo.

Nella nostra ingenuità spirituale è probabile che a volte ci ritroveremo nelle mani di tali ciarlatani, ma non dovremmo giudicarci “cattivi” o “sbagliati” per questo. Il processo naturale per sviluppare la discriminazione spirituale ci farà spesso incontrare falsi insegnanti, mettendoci di fronte alle nostre illusioni sul cammino spirituale.

Nel mondo della spiritualità contemporanea, i falsi insegnanti sono chiaramente in numero maggiore di quelli autentici, e in misura sconfortante. “Ma perché preoccuparsi di un insegnante?”, potremmo chiederci, dal momento che molti testi New Age ci garantiscono spesso e volentieri che il maestro sta dentro di noi ed è il nostro sé autentico, e che quindi non abbiamo bisogno di aiuti esterni.

La risposta è: sì, il guru interiore è vivo e vegeto dentro di noi, ma altrettanto lo è l’ego nella sua infinita varietà di forme, costumi e maschere. Anche se alla fine scopriamo che il maestro è semplicemente il nostro sé autentico, abbiamo bisogno dell’aiuto della guida esterna che ci faccia da specchio per ciò che non vogliamo vedere, ma che è assolutamente necessario conoscere. L’ego non provocherà mai la sua distruzione: per lui è illegittimo e impossibile agire così. Perciò, contrariamente a ogni aspettativa, ci volgiamo – con occhi aperti e facoltà di discriminazione intatta – all’insegnante spirituale qualificato, affinché ci aiuti a scoprire ciò che cerchiamo nella vita spirituale.

Il sito web dell’autrice è http://www.realspirituality.com/

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Mariana Caplan. The Way of Failure: Winning Through Losing. Hohm Press. 2001. ISBN: 1890772100

Mariana Caplan. Untouched: The Need for Genuine Affection in an Impersonal World. Hohm Press.1998. ASIN: 0934252807

Originalmente apparso sulla rivista Parabola: The Magazine of Myth and Tradition www.parabola.org
Traduzione di Gagan Daniele Pietrini
Copyright per la traduzione Italiana: Innernet.

26 Responses to “Come trovare un genuino maestro spirituale?”

  1. alba giorgetti ha detto:

    Tutta questa vetusta logica non dice più alcuna verità.
    Il discorso continua circolarmente senza approdare al nuovo pensiero della verità. Verità che è l’unica verità perchè assoluta nel far vedere a ciascun soggetto la realtà visibile ed invisibile fino a realizzare il sentire la vita infinita al di là della morte del corpo materiale.
    Si, al di là della morte, proprio perchè l’amore infinito ha per sempre vinto la morte in coloro (pochi) che sono evoluti grazie all’ultima macro-evoluzione che è in ciascun pensante che si relaziona all’altro pensante simile e distinto. La relazione intersoggettiva di ciascun pensante con l’altro pensante è ciò che l’Essere ha realizzato nel farsi al fine consapevole di Sè.
    Ma queste relazioni intersoggettive non sono il frutto di tecniche e tanto meno di orientalismi; queste relazioni finalmente si danno nella realtà soltanto in coloro ( pochi) che sono attraversati dalla macro-evoluzione dell’Essere. La maggior parte dell’umanità non è neppure sfiorata dalla macro-evoluzione; per cui i maestri o quantaltro non sono più efficaci e neppure efficienti a far evolvere questa umanità bambina che ha ormai perso ogni riferimento al divino in ogni atto quotidiano. E la maggior parte dell’umanità (non traversata dalla mutazione) continuerà a vivere nel dolore e nella paura fino all’estinzione di tutta la materialità dell’universo.

  2. Andrea ha detto:

    @Alba : Comprendere quello che dici è un’impresa e chi ci riesce è “bravo”, cerca di vivere la vita in maniera più semplice, ti gioverà tanto.

  3. Shanti ha detto:

    Sono daccordo su tutta la linea,quindi direi che il problema non sussiste.

    Tutto sta’ al nostro grado di genuinita’,compreso il maestro/i che saltera’ dal cilindro della vita.

  4. shanti Amina ha detto:

    condivido il taglio delle considerazione di mariana, in particolare l’umiltà di riconoscere che nel cammino a volte bisogna farsi prendere per mano perchè il nostro amico ego è molto potente e sveglio e copre con mille strategie l’essenza…. perciò grazie ai maestri…. anche se personalemnte non cerco IL MAESTRO…..a cui affidarmi ma tendo a cogliere gli insegnamenti senza attaccamento da tanti uomini che ricercano la verità e da ogni uno imparo qualche cosa … e mi accorgo che tutti arrivano alle stesse conclusioni magari per vie differenti

  5. alba giorgetti ha detto:

    La vita nella logica unitaria è essenziale, molto più che semplice, caro Andrea. Chi coincide con la logica unitaria non pensa più con il proprio ego, ma sente in se stesso la Vita infinita che è l’Essere a dire di Sé
    nell’uomo e non è più l’uomo a dire dell’Essere. Tutto questo si dà grazie al salto nella super-riflessione che è l’ultima mutazione nell’uomo fattosi consapevole di essere partecipe dell’infinito.

  6. doghen ha detto:

    Offro maestro spirituale usato, ma tenuto bene. E’ ancora in garanzia e fa i 20 km con un litro.

  7. Shanti ha detto:

    Ha Ha Ha !!! a patto che non mi scudisci sulla schiena,e non parli per strofe o coan…eh eh eh ….20 con un litro!!!..uhmm..ci penso…

  8. Paolo ha detto:

    Un litro di sakè? ;-)

  9. debraee ha detto:

    Shangai agosto 4 2010 —- un folle entrato in un asilo ha colpito con una grossa lama sia l’insegnante che tre alunni di tenera età che non si aspettavano un evento simile insomma non erano preparati alla morte violenta. Voglio dire che sono rimasta scioccata dalla notizia e collego il fatto che bisogna avere un maestro interiore che ci guidi per ogni evenienza anche fosse lontano. Quelle piccole creature indifese perire tagliati da una lama! E la stessa insegnante priva di difese materiali! Ecco che mi ritrovo ad insegnare in pedagogia-didattica in questa cattedra: Rimaniamo innocenti per tutto ed in tutto, mettiamoci interiormente a confronto ogni giorno per il meglio, per il bene nostro e altrui.

  10. alba giorgetti ha detto:

    Compito arduo per chi si trova a fare il pedagogista, ma altrettanto lo è il vivere in questo mondo che non è diverso da un altro tempo: è sempre lo stesso mondo dove la violenza, sotto ogni forma, la fà da padrona. E se il pedagogista si ritrova ad insegnare nell’innocenza altrettanta innocenza sarà trasmessa ai bambini o agli studenti.
    Non credo che tutto ciò sia un problema.
    L’unica cosa che ciascuno di noi (in ogni campo si trovi ad operare) può fare è percorrere con sempre maggiore coscientizzazione l’evoluzione della Vita che porta avanti se stessa.

  11. DharmaBlogger ha detto:

    Parole sacrosante quelle di Mariana! Dio la benedica!
    Ho tradotto (alla benemeglio) un suo articolo che trovo utilissimo di questi tempi (anche solo a livello preventivo), sulle 10 Malattie Sessualmente Trasmissibil.

    Spero possa interessarvi:
    http://lameditazione.com/2010/10/10-malattie-spiritualmente-trasmissibili/

  12. admin ha detto:

    ciao DharmaBlogger. grazie. L’avevamo già tradotto anche noi e sincronicamente sarà pubblicato a breve su Innernet. La prossima volta coordiniamoci così evitiamo un doppio lavoro :D

  13. Limortaj ha detto:

    Pochi argomenti nel campo della spiritualità contemporanea suscitano tante difficoltà, controversie e discussioni come il ruolo dell’insegnante spirituale. (hmm… chissà perché…) Grazie a carismatici ciarlatani che scorrazzano nel mondo spirituale, entrando in tutte le case attraverso i periodici a larga tiratura e gli spettacoli televisivi, termini come “guru” e insegnante spirituale sono entrati nel nostro vocabolario di tutti i giorni. (meno male; potere della comunicazione)
    Mentre prima, giustamente, affrontavamo l’argomento dei maestri spirituali con la dovuta cautela, (e poi ci siamo comunque lasciati buggerare) oggi tutti pensano di sapere che cos’è un guru o un maestro spirituale, e come relazionarsi a lui o lei. (se la risposta è scappando a gambe levate, avete risposto vinto)
    La varietà dei cosiddetti maestri spirituali è grande, (e la stoffa di cui sono fatti suddetti maestri è sempre la stessa.) Ma i ricercatori spirituali alle prime armi etichettano tutti come “guru” (e senza saperlo hanno proprio ragione e fanno proprio bene) e nutrono per essi un’adorazione infantile o un grande scetticismo. Tali giudizi derivano per lo più da informazioni molto superficiali raccolte nell’ambiente sociale, nei media o in chiesa, (forse per gli scettici esiste una terza opzione: l’aver fatto un’esperienza diretta a riguardo.)
    Uno dei nostri principali compiti di ricercatori spirituali è imparare l’esercizio della discriminazione. (Se il presunto maestro insegna ciò in cui già crediamo ciecamente, siamo già a metà dell’opera, qualora non fosse così allora è un ciarlatano.) Potremmo pensare che il nostro primo compito sia svuotare la mente, rilassarci nella beatitudine onnipresente e prendere dimora nel Sé autentico, (qualora credessimo nella fata turchina, sì!) ma se affrontiamo il cammino spirituale con serietà, comprendiamo presto di avere altre priorità. (tipo sbarrare per sempre la porta al buon senso) Arrancando nelle paludi dell’ego,(con l’illusione di potersene liberare) una delle qualità più preziose è imparare a distinguere ciò che è reale da ciò che non lo è. (Essendo tale realtà creata dal credo… buona fortuna e buona notte).
    Prima di imparare a discriminare tra un insegnante falso e uno autentico, è necessario sapere cosa vogliamo da un insegnante. (vedi sopra) Se vogliamo imparare a rilassare la mente o a migliorare la relazione con il coniuge o i figli, probabilmente qualsiasi psicoterapeuta spirituale andrà bene.(e ci si dovrebbe fermare qui… perchè uno ‘psicoterapeuta spirituale’? Uno ‘semplice’ non và bene?)
    Se vogliamo percorrere un cammino tradizionale con un certo grado di rigore e serietà, avremo bisogno di una guida o un insegnante di buona preparazione e onestà. (un altro modo per dire: siamo fregati!) Se quello che vogliamo è realizzare il nostro potenziale più elevato di esseri umani, (per diventare quindi esseri sovrumani) allora non dobbiamo trovare solo un insegnante: dobbiamo trovare qualcuno che sappiamo (ai limiti delle nostre possibilità) essere capace e disponibile ad aiutarci in questo scopo.(Quindi nessuno, ma vediamo fin dove vogliamo arrivare)
    Non c’è dubbio che molte persone si volgono a un maestro spirituale nel tentativo inconscio di risolvere conflitti psicologici rimasti in sospeso con i genitori. (come dice giustamente il terapista) Il guru maschile o femminile rappresenta il genitore spirituale assoluto, colui che alla fine ci darà l’amore incondizionato che abbiamo tanto implorato da bambini. (vero per questo aspetto, ma tutti gli altri?)
    Se però ci volgiamo all’insegnante con l’atteggiamento di un bambino, anche se le nostre motivazioni sono inconsce, lo stiamo implorando di tirare fuori tutti i latenti desideri di potere o di conferma che restano in lui. (okay, questo l’abbiamo capito)
    Tenderemo anche a dare un’interpretazione molto distorta di lui, osservando ogni cosa che dice e fa dal punto di vista dei desideri infantili insoddisfatti. (non scordiamoci anche dell’interpretazione distorta dalla fede di ottenere ciò per cui lo si ha scelto) “Non esiste peccato, esiste solo l’infantilismo”, sostiene il maestro spirituale francese Arnauld Desjardins. (e quando ciechi di fede ci si mette inconsapevolmente nelle mani di un maniaco, c’é veramente da schiantare dal ridere) Riconoscere di avere una relazione infantile con il cammino e il maestro spirituali è essenziale per riuscire a cogliere fino in fondo l’opportunità che ci viene offerta. (l’atteggiamento adulto sarebbe di alzare i tacchi e abbandonare cammino e camminatore) Quando andiamo al mercato spirituale, occorre essere consapevoli della grande differenza di qualità tra i tantissimi insegnanti disponibili. (Esiste un mercato spirituale?) Il settore dei maestri spirituali non è ciò che appare al primo sguardo, e prima di fare un acquisto impulsivo, è necessario un approfondito studio della mercanzia. (State attenti quando vi viene detto: “Mi faccia dare un’occhiata nel retro…!”)
    Un altro fattore critico è la difficoltà di tradurre dall’oriente all’occidente la funzione dell’insegnante spirituale. (anche se ogni ogni bugia è traducibile) Se è vero che nella tradizione occidentale esistono esempi di relazione insegnante-studente (i nativi americani, i rabbini ebrei, i preti cattolici), la cultura contemporanea è per lo più influenzata da una religione dogmatica (o addirittura meccanica) che fornisce pochi precedenti a una relazione con un maestro spirituale. (ma se ne infischia) Importare semplicemente le tradizioni orientali nella cultura occidentale, senza considerare le grandi differenze psicologiche e culturali, non funziona. (e come quindi?)
    Da una parte abbiamo i maestri delle tradizioni monastiche asiatiche che sono venuti in occidente e sono crollati di fronte alle lusinghe della ricchezza, del potere e del sesso; (magari non proprio grandi maestri, ma senza dubbio dei gran furbacchioni) da un’altra, i numerosi aspiranti maestri occidentali, dai nomi sanscriti e dalle tuniche stravaganti, che cercano disperatamente di creare monasteri tradizionali in una cultura che non è pronta per essi; (sicuramente non grandi maestri, ma aspiranti furbacchioni) da un’altra parte ancora, coloro che cercano di prendere il meglio da tutte le tradizioni per creare la loro personale spiritualità eclettica, dove tutti e tutto ”“ inclusi gli alberi, le montagne e le stelle ”“ fungono da insegnanti. (cioè, in che senso l’energia cosmica?)
    Come il pittore che mischia tutti i colori in una tavolozza e ottiene il grigio, quando mischiamo le tradizioni a nostro piacimento, il risultato è una spiritualità New Age estremamente confusa. (non solo New Age)
    Abbiamo di fronte a noi il difficile compito di preservare il senso e il contesto del tradizionale rapporto insegnante-studente, (no, siamo liberi di non farlo) ma anche di operare i necessari adattamenti alla nostra psicologia e cultura occidentali. (neanche) Sebbene il compito è certamente difficile e gli errori sono inevitabili, questo deve restare l’obiettivo.
    Una delle principali difficoltà che incontriamo quando abbracciamo la nozione orientale dell’insegnante spirituale, è l’aspettativa che quest’ultimo sia perfetto. (una delle più comune scuse e giustificazioni) Le traduzioni delle scritture orientali definiscono l’insegnante “trascendente”, “essere perfetto”, “angelico” e “al di là dell’al di là”. (quindi come Superman o Wonder Woman) Il rigido perfezionismo della tradizione occidentale, unito alla nostra ingenuità spirituale, interpreta tutto ciò nel senso che l’insegnante è una sorta di Superman o di Wonder Woman cosmici. (così come del resto dice la traduzione) Non comprendiamo che per le leggi dell’incarnazione umana tutti gli esseri umani sono semplicemente questo: umani. (ma và? Ricorrendo alla legge poi…)
    Anche se hanno trasceso l’attaccamento alla forma umana, (Eh?) sono ancora incarnati in un corpo soggetto alla malattia, con una mente che può essere libera o meno da disfunzioni o aberrazioni psicologiche. (e dici poco…)
    Molti studenti hanno provato disillusione di fronte a un insegnante che, nella circostanza di un terribile dolore fisico, non è riuscito a “trascendere il corpo”. Desjardins racconta che una volta il suo maestro, Swami Prajnanpad, era gravemente malato. A un certo punto chiamò uno studente, un noto medico, chiedendogli degli antidolorifici. (maestro, spirituale forse no; ma mica scemo!)
    Tale evento provocò enorme sconcerto in molti studenti di Swami Prajnanpad. “Se è un maestro autentico”, pensarono, “perché non riesce a trascendere il dolore fisico?”; “Se è oltre il corpo, come ha potuto ammalarsi?”. (In inglese questo è definito: “reality check”) Ma forse questo episodio rivela, in realtà, un fraintendimento su ciò che è un maestro autentico. È possibile che l’idea occidentale di perfezione non sia identica a quella suggerita dalle antiche scritture. (Ah già… chiaro… piccole insignificanti barriere linguistiche)
    Un argomento ancora più delicato, soprattutto tra gli insegnanti spirituali occidentali, è quello dei difetti psicologici. (e quelli orientali no?) Per gli occidentali, percorrere un cammino spirituale con insegnanti occidentali è molto vantaggioso. Non solo questi ultimi parlano la stessa lingua, ma (fatto più importante) hanno una comprensione della psicologia occidentale di cui molti insegnanti orientali comprensibilmente non dispongono.(sanno bene come approfittarne)
    Comunque, data la situazione attuale della cultura occidentale (una cultura in cui quasi nessuno supera l’infanzia senza qualche disfunzione psicologica), – (e questo chi lo dice? E’ questa la discriminazione menzionata più sopra?) – è improbabile che anche i migliori insegnanti occidentali siano immuni da nevrosi, nonostante i loro risultati spirituali. (certo che no, ma questo non è mica importante) Se non riusciamo ad accettare questo fatto (o se nelle nostre iniziali, ingenue proiezioni sull’insegnante non riusciamo a vederlo), al primo segno di comportamento in contrasto con le nostre aspettative (una relazione extraconiugale, una sgridata ai figli, delle vacanze dispendiose), proviamo spesso disillusione non solo verso l’insegnante, ma verso tutti gli insegnanti e gli insegnamenti spirituali. (Alla ricerca dell’integrità perduta… potrà sembrare un’esagerazione, ma conosciuto uno li conosci tutti)
    Abbiamo di fronte a noi una grande responsabilità non solo nella scelta di un maestro spirituale, ma anche nella creazione di un rapporto soddisfacente e produttivo con quest’ultimo/a. (Niente affatto! Non abbiamo nessuna responsabilità a riguardo) Non dobbiamo allontanarci dagli insegnamenti per qualche secondario problema psicologico di un insegnante, (SECONDARIO?) ma allo stesso tempo non dobbiamo ignorare evidenti tendenze all’abuso. (ah, ”˜mbè) In modo simile, dobbiamo imparare (spesso dopo molti anni) a distinguere tra la psicologia del nostro insegnante e gli insegnamenti che lui o lei è in grado di trasmettere davvero, nonostante tale psicologia. A prescindere dall’autenticità dell’insegnante, dobbiamo essere onesti con noi stessi riguardo ciò che possiamo imparare vivendo con lui. (ma perché? A prescindere da cosa?)
    Criteri pratici, fissi, per valutare l’autenticità di un dato maestro hanno poco valore, (no, no… hanno molto valore) ma possono tornare di qualche utilità. Il limite ovvio è che criteri sviluppati da una consapevolezza terrena non possono essere completamente affidabili per giudicare colui che per definizione è al di là di tale consapevolezza. (beh, certo che se la consapevolezza terrena non basta, apriti cielo! Pensare che si possa essere al di là di tale consapevolezza è il principio di tutte suddette illusioni) È come chiedere a un arbitro di baseball che non ha mai visto una partita di calcio di arbitrare i campionati mondiali. (una cosa è certa: le analogie non ti riescono bene per niente)
    Anche se molte rispettabili istituzioni spirituali hanno cercato di stilare liste di criteri, se dobbiamo attenerci strettamente a una di esse (per quanto raffinata), potremmo farci sfuggire alcuni dei più grandi maestri del nostro tempo, in quanto spesso tali maestri ricadono all’esterno del dominio dei parametri prestabiliti. (e noi mica siamo scemi…)
    Molte persone sostengono che non occorre essere “illuminati” per essere validi insegnanti spirituali, e che un valido studente può imparare anche da un pessimo insegnante. (Beh, a questo punto…)
    Un insegnante zen contemporaneo scoprì, mentre stava studiando con il suo maestro in Giappone, che in zona esisteva un “roshi” molto migliore. Quando lasciò l’insegnante più debole per quello più forte, venne molto criticato dal giapponese, secondo il quale era dovere di un valido studente restare con un insegnante debole, per aiutare quest’ultimo a migliorare. (questa era la scusa, ma lasciare la setta e le conseguenti vicissitudini psicologiche era il punto)
    Anche se i criteri per valutare gli insegnanti spirituali possono essere utili, è molto facile ”“ troppo facile, in effetti ”“ criticare insegnanti famosi e far risaltare i loro difetti. (bella scusa: sarà pure facile, ma se uno dice fregnacce, predica bene e razzola male, avrà pure una consapevolezza ultra-terrena, ma sempre un falso ipocrita delusional rimane) Molto più difficile è giudicare se stessi in quanto discepoli. (no, è la stessa cosa) “I guru non sono molto comuni, ma non lo sono nemmeno i discepoli”, afferma Desjardins.(meno male) Il compianto Swami Muktananda disse che il mercato dei falsi insegnanti era in crescita, perché era in crescita il mercato dei discepoli falsi e ignoranti. (in effetti è sempre stato così da secoli) Quando cominciamo a considerare i falsi insegnanti dal punto di vista del nostro discepolato incerto, ci sfidiamo ad abbracciare una prospettiva molto più ampia di quella della comune critica spirituale.(la colpa è del neofita… ma se è un neofita!?!)
    Tutte le antiche scritture sostengono che quando il discepolo è pronto, il maestro appare. (dato di fatto indiscutibile) A molti studenti spirituali piace lamentarsi: “Per me non è vero. Il maestro non è apparso”. Ma è molto probabile che essi non siano pronti per il maestro, e che devono insistere nella loro disciplina spirituale fino a quando il maestro apparirà. (altra comune giustficazione: se non sei pronto non è colpa del maestro che non appare, non hai lavorato abbastanza; se si pensa che di maestri ce n’è un infinità chi non lo trova è proprio un imbecille)
    Lo scrittore e insegnante Gilles Farcet suggerisce che, invece di chiederci: “Sarà questo il maestro adatto a me?”, dovremmo piuttosto domandarci: “Quali sono le mie qualità di discepolo?”. (la domanda dovrebbe essere: ma mi sono proprio bevuto il cervello?) Cosa abbiamo da offrire al nostro cammino spirituale e all’insegnante spirituale? (beh, attenzioni, potere, soldi, sesso… un sacco di roba bona!) Come occidentali, siamo condizionati a credere che tutto ci debba essere offerto su un vassoio a prezzo di saldo. Ma le leggi sul rapporto maestro-discepolo sono comparse molto prima della nostra complicata psiche, (le “ leggi sul rapporto maestro-discepolo”?) che se siamo in un nuovo millennio, l’appagamento spirituale e un maestro genuino hanno un “prezzo” non inferiore a quello che avevano nel passato o che avranno nel futuro. (Un vero affarone)
    “Hai ciò che meriti”, commenta lo psicologo transpersonale Charles Tart. Questo è un punto di vista impopolare, (nonché bigotto e anche stupido. Tutte le vittime dell’olocausto…. se lo sono meritato? ) ma resta il fatto che se ci ritroviamo con un insegnante che compie abusi, un ciarlatano o qualcuno che ci “lava il cervello”, siamo noi stessi a esserci messi in quella situazione. (COSA????) Possiamo incolpare l’insegnante di tutto ciò che vogliamo per i suoi difetti, e le nostre accuse possono anche essere vere, ma siamo sempre noi che abbiamo abboccato all’amo. (per cui se siamo internati la colpa è solo nostra)
    Nella nostra ingenuità spirituale è probabile che a volte ci ritroveremo nelle mani di tali ciarlatani, ma non dovremmo giudicarci “cattivi” o “sbagliati” per questo. (no, solo stupidi o idioti) Il processo naturale per sviluppare la discriminazione spirituale ci farà spesso incontrare falsi insegnanti, mettendoci di fronte alle nostre illusioni sul cammino spirituale. (e se poi riusciamo a farci dimettere dall’istituto, lo potremo mettere in pratica)
    Nel mondo della spiritualità contemporanea, i falsi insegnanti sono chiaramente in numero maggiore di quelli autentici, e in misura sconfortante. (tutta la stessa pappa) “Ma perché preoccuparsi di un insegnante?”, potremmo chiederci, dal momento che molti testi New Age ci garantiscono spesso e volentieri che il maestro sta dentro di noi ed è il nostro sé autentico, e che quindi non abbiamo bisogno di aiuti esterni. (Cercasi ”˜sé autentico’, voi l’avete visto per caso?)
    La risposta è: sì, il guru interiore è vivo e vegeto dentro di noi, ma altrettanto lo è l’ego nella sua infinita varietà di forme, costumi e maschere. (ah, già, due pesi e due misure, l’attività preferita dei maestri/discepoli spirituali) Anche se alla fine scopriamo che il maestro è semplicemente il nostro sé autentico, (chi l’ha visto?) abbiamo bisogno dell’aiuto della guida esterna che ci faccia da specchio (altra legge tanto assurda quanto fasulla: la legge dello specchio!) per ciò che non vogliamo vedere, ma che è assolutamente necessario conoscere. (… gli venne detto al piccolo balilla) L’ego non provocherà mai la sua distruzione: per lui è illegittimo e impossibile agire così. (mica scemo) Perciò, contrariamente a ogni aspettativa, ci volgiamo ”“ con occhi aperti e facoltà di discriminazione intatta ”“ all’insegnante spirituale qualificato, affinché ci aiuti a scoprire ciò che cerchiamo nella vita spirituale.

    Tutto qui? La risposta a “come trovare un genuino maestro spirituale?” è avere “occhi aperti e facoltà di discriminazione intatta”?
    Se uno possedesse veramente tali qualità, abbandonerebbe subito la ricerca di un maestro spirituale e abbandonerebbe pure tutta la ricerca.

  14. Limortaj ha detto:

    Il maestro spirituale è un essere che in teoria vive ed insegna secondo l’idea che oltre alla materia visibile esista un livello spirituale di esistenza dal quale la materia tragga vita, intelligenza o almeno lo scopo di esistere. Non essendo governati dalle leggi terrene e materiali il maestro spirituale e il mondo in cui esso vive sono del tutto al di fuori da ogni indagine fatta con mezzi materiali e sono quindi totalmente astratti, circoscritti alla mente, rimanendo quest’ultima paradossalmente l’unica facoltà umana che lo può investigare; per cui secondo questa definizione ogni idiota può essere un legittimo e qualificato maestro spirituale; l’essere genuino o meno perciò non è affatto il punto.

  15. Il Colombre ha detto:

    Il ricercatore serio non dovrebbe fare l’esame al maestro, ma cercare di essere il più possibile uno studente modello. Alla sua evoluzione, possono risultare utili anche quelli che l’articolo soprastante etichetterebbe come “ciarlatani”.

    Se diciamo di sì solo a ciò che rientra nei nostri parametri, quando mai potremmo cambiare?

    Pensare alla perfezione del maestro anziché alla propria, è un altro modo di mancare il punto.

    Un maestro può essere efficace per uno studente semplicemente facendolo soffrire o creando ostacoli. Quando si entra in un dojo Zen, la prima cosa che si incontra è la pietra di inciampo, la soglia rialzata: simboleggia il fatto che il cammino spirituale consiste, sin dall’inizio, nel superare ostacoli.

    Tutti coloro che mettono in guardia contro i cattivi maestri o i ciarlatani, anziché portare l’attenzione sull’esigenza di essere perfetti discepoli, fanno parte degli ostacoli che il serio ricercatore deve superare.

    Se il maestro è un ciarlatano o un profittatore, è un problema suo. Qualcuno o qualcosa gliela farà pagare. Ma lo studente deve pensare solo a fare al meglio il proprio lavoro.

  16. Limortaj ha detto:

    Cosa cerca il ricercatore?
    Come cambia il ricercatore?
    Cosa cambia nel ricercatore?
    Il ricercatore vede l’invisibile, conosce lo sconosciuto e ascolta il nulla, cosa distingue il ricercatore serio dal ricercatore faceto?

    Il ricercatore serio dovrebbe fare come quei discepoli che stanchi degli abusi del ”˜maestro’ ottennero l’illuminazione corcandolo di botte!

    “Se il maestro è un ciarlatano o un profittatore, è un problema suo. Qualcuno o qualcosa gliela farà pagare.”

    …Cosa?

    Questo tipo di “ricercatore serio” possiede un’ignoranzarroganza impenetrabile, e una spiccata invulnerabilità alle contraddizioni.
    Se qualcuno o qualcosa deve fargliela pagare al mestro ciarlatano o profittatore, vuol dire che, in fondo in fondo, non è proprio solo un problema suo; significa che tanto innocuo non può essere.

    In che modo ha giovato al ricercatore serio di essere uno studente modello quando gli abusi del ”˜maestro’ lo hanno portato alla permanente infermità mentale e alla totale dipendenza ai psicofarmaci? In che modo può continuare il suo cammino spirituale anche dopo il suicidio? (amici ed ex-amici reali!)

    – “La colpa non può essere che nostra” disse il prigioniero semita avviandosi verso il forno “Il fatto che questi nazisti siano un tantinello cattivi è decisamente un problema loro. Ora non ci resta che essere dei prigionieri-condannati-a-morte- per-nessun-motivo… modello, usare questo ostacolo per la nostra evoluzione e diventare saponi con dignità e riconoscenza.”

  17. Il Colombre ha detto:

    Siamo tutti su un nastro trasportatore diretto verso la più orribile delle fini. Rendercene conto ci schiude opportunità impensabili in altre situazioni. Noi non siamo uomini che stanno avendo esperienze angeliche; siamo angeli che stanno avendo l’esperienza umana.

    Il ricercatore che svolge seriamente la sua sadhana non perviene né alla permanente infermità mentale, né alla totale dipendenza di psicofarmaci, né al suicidio. Egli è aiutato dall’alto. Anche il suo maestro non è che uno strumento di questo aiuto superiore. Al momento giusto, le forze superiori ci faranno incontrare i maestri giusti. Occorre avere fiducia e perseverare.

    L’ottimo studente trae profitto anche dal cattivo maestro; il cattivo studente spreca anche l’ottimo maestro.

    I depressi e i dipendenti da psicofarmaci che addossano ad altri la responsabilità del proprio stato, non sono sulla via della guarigione. Il suicida è completamente responsabile del proprio gesto. I nostri sforzi dovrebbero tendere al divenire sempre più responsabili di noi stessi: non c’è indizio di sonno più certo del ritenere gli altri responsabili di ciò che siamo.

  18. Limortaj ha detto:

    Ucci, ucci, qui c’è odor di studentucci…

    Questo è un classico esempio di quello che gli ”˜studenti’ chiamano “mentire” ovvero il parlare senza sapere di cosa si sta parlando. Il ricercatore serio prende e ripete senza batter ciglio quello che legge sui libri di fantasia esoterica.

    “Siamo tutti su un nastro trasportatore diretto verso la più orribile delle fini”?

    Prima di tutto parla per te, ma poi… tu che ne sai? Che dici? Vedi forse il futuro? Leggi il destino dell’umanità? Renderci conto di queste bestialità infondate cosa mai può schiudere?

    Non siamo né “uomini che stanno avendo esperienze angeliche” né tantomeno “angeli che stanno avendo l’esperienza umana”, ma siamo solo uomini che stanno avendo semplicemente l’esperienza umana (a parte quelli che si son presi la briga di intraprendere un cammino spirituale perchè suddetta esperienza non è abbastanza, trasformandola in sovrumana o sub-umana a seconda dei punti di vista).

    Il ricercatore (serio o meno) che si mangia pane e sadhana e la sadhana impanhata ha già raggiunto una certa infermità mentale perché crede di essere aiutato dall’alto, crede di vedere gli angeli che svolazzano tutt’intorno e conosce la volontà delle forze superiori.
    “L’ottimo studente trae profitto anche dal cattivo maestro” così come dall’ “ottimo maestro” perché in soldoni non ha bisogno né dell’uno né dell’altro: lui lo sa già, è già oltre, è troppo furbo!

    Il motivo per cui non si riesce a vedere la responsabilità di maestri presunti, veri o fasulli è perché si è già irretiti dalla propria ignoranza e presunzione: l’ignoranza derivata dalla limitazione della propria esperienza in materia; la presunzione vestita di velleità di conoscenza, ma sempre figlia di tale ignoranza.

    “I nostri sforzi dovrebbero tendere al divenire sempre più responsabili di noi stessi” …stando col naso per aria aspettando aiuto dall’alto?

  19. romano ha detto:

    Ping Pong chiese al maestro Pong Ping qual’è il senso ultimo.
    Pong Ping rispose: Un cazzo.
    Ping Pong si illuminò.

    (pausa per la tua personale illuminazione)

    I discepoli di Ping Pong crearono il Cazzianesimo.

  20. romano ha detto:

    cos’è Spirituale?
    Limortaj :
    “Il maestro spirituale è un essere che in teoria vive ed insegna secondo l’idea che oltre alla materia visibile esista un livello spirituale di esistenza dal quale la materia tragga vita, intelligenza o almeno lo scopo di esistere”.
    Per me spirituale è proprio un certo tipo di intelligenza che legge la realtà a livelli più ” sottili ” di quelli apparenti. Come la realtà “solida” della materia non è quella che un fisico teorizza così un maestro spirituale è colui (pazzo o più sano) che legge la realtà ad un altro livello. Qualcuno che non porge l’altra guancia per un convincimento morale ma perché gli risulta più sensato.

    “Non essendo governati dalle leggi terrene e materiali il maestro spirituale e il mondo in cui esso vive sono del tutto al di fuori da ogni indagine fatta con mezzi materiali e sono quindi totalmente astratti, circoscritti alla mente, rimanendo quest’ultima paradossalmente l’unica facoltà umana che lo può investigare; per cui secondo questa definizione ogni idiota può essere un legittimo e qualificato maestro spirituale; l’essere genuino o meno perciò non è affatto il punto.”
    Credo che l’unica facoltà umana che può riconoscere non sta nella mente logica,ma nella mente cuore. Ovvero se per me quello è assolutamente un pazzo perché vive con una visione e pratica diversa dalla mia potrei invece io essere il pazzo sei nvece non riesco a vivere e praticare la mia visione…

    Quello che invece mi sembra più interessante è cosa rende un maestro tale. Secondo me è solo il risultato di un altro che impara qualcosa insieme.
    I cattivi maestri non sono quelli che insegnano ad essere cattivi ?
    Pausa di riflessione
    un falso maestro è invece uno che non riesce ad insegnare nulla.
    Ora io intelligente sono molto poco, ma mi accorgo che solo con l’esperienza ‘
    ,condividendo l’esperienza in una relazione di fiducia ed apertura ed attenzione da entrambe le parti mi accade di aver imparato od insegnato qualcosa. Quindi Maestro spirituale dovrebbe essere una categoria che in un ufficio di collocamento non dovrebbe mai trovare lavoro !
    Ci servono mastri vasai, mastri matematici, ma insegnanti di intelligenza…
    Si può insegnare la stupidità?
    Pausa di riflessione
    Sì , io in una setta sono riuscito a diventare più stupido !
    Imitando comportamenti, prendendo per buone le teorie degli altri , costringendo le mie esperienze ad essere spiegate da quelle teorie…
    Io credo che un maestro spirituale sia come un farmaco (veleno), Se non ti accoppa aiuta a sviluppare anticorpi (intelligenza del sistema immunitario per la vita).
    E la cosa più interessante è la domanda a cui tu vuoi la risposta da un maestro.
    La risposta sarà sempre falsa (L’ho imparato dal maestro Quino) e la domanda giusto un indicatore di chi sei…
    Sembra che Il Maestro Ping Pong abbia compreso il gioco quando la velocità del gioco ha reso la pallina invisibile…

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