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Mi aggiravo vanamente su Google a cercare qualcosa come “respiro del cobra”. Nulla. Estendo allora la ricerca in tutte le lingue. Viene fuori un nome: Kriya.

Intuisco di cosa può trattarsi, e la faccenda m’intriga. Cerco altre informazioni in Rete, ma si sembra un mondo blindato da chissà quale Segreto. Acquisto allora qualche testo sull’argomento, prontamente cestinato: solo introduzioni e nessuna pratica, nonché indirizzi di grosse Organizzazioni del settore…

Solo allora riconosco un nome: Yogananda, autore del classico “Autobiografia di uno yogi”. E’ lui che lo ha fatto conoscere in Occidente creandone una Scuola. Ma il vero guru è Lahiri Mahasaya, dal quale si tramanda il vero filone originale solo in India, nel più fitto segreto esoterico.

Così un giorno, per caso, m’imbatto in un sito italiano che non sembra la solita pubblicità: capisco da subito che non si tratta del solito miele per api. Difatti, con mia grande meraviglia, scopro che il forziere si è aperto: Ennio Nimis ,dopo 40 anni di esperienza col Kriya, ne offre coraggiosamente sul web tutti i segreti gelosamente nascosti da quelle “Organizzazioni”, ma soprattutto quello del lignaggio indiano di Lahiri.

Un libro da poter scaricare gratis che è anche tutta la sua vita spirituale e la sua vasta e profonda conoscenza sul campo: un vero atto di amore, onestà e verità, verso ciò che non può che essere vero Patrimonio di tutti .

Eccovi l’intervista che mi ha concesso.

Allora Ennio, perché ti sei deciso a condividere sul web la tua esperienza e conoscenza del Kriya?
Perché dalle organizzazioni, come quelle che si ispirano a Yogananda, si ricevono soltanto semplificazioni.

Le loro tecniche sono buone in sé e per sé ma è inaccettabile che vengano spacciate per l’insegnamento originale. Invece di curare l’aspetto didattico del Kriya, tali scuole si dilettano nel diffondere miti e credenze non necessarie. Insomma non si comportano seriamente.

Sui vari libri di Kriya scritti recentemente, non si trova un bel niente se non parole e parole. Essi sono scritti da insegnanti che vogliono farsi pubblicità. I loro autori continuano a ripetere fino alla nausea: il Kriya che fai è sbagliato, vieni da me che solo io conosco quello originale!

Ma cos’è il Kriya Yoga?
Il Kriya è un “sentiero mistico” (ove con ciò intendo una disciplina costituita da procedure di introspezione e contemplazione). Esso consiste nel controllo del respiro [Pranayama], Preghiera [Japa, Mantra], nel puro sforzo di entrare in sintonia con la Realtà Omkar e nel concentrarsi nella spina dorsale con i suoi Chakra.

Il Pranayama che calma il respiro è seguito dalla procedura del Thokar il quale guida l’energia nel Chakra del cuore, calmando l’incessante riflesso che da origine al respiro. Quando una calma perfetta è stabilita, quando tutti i movimenti interni ed esterni cessano, il kriyaban percepisce una irradiazione di fresca energia che sostiene ogni cellula dall’ interno; allora lo stato di assenza di respiro si manifesta e diventa stabile. Quando il respiro fisico è totalmente trasceso e nel corpo avviene la circolazione di una forma sottile d’energia, si dice che il respiro è “Interiorizzato”. Nasce un senso d’infinita sicurezza, solidità e fiducia. La sensazione è quella di avere attraversato una barriera e di essere penetrati in uno spazio smisurato: il Kriya Yoga è un miracolo di bellezza.

E Lahiri Mahasaya? E’ il lui il vero padre del Kriya?
Può dirsene senz’altro il Padre, in quanto lo diffuse instancabilmente, eppure il Kriya non è sua proprietà esclusiva, tantomeno dei Suoi discepoli. Come il grande mistico Kabir, il suo insegnamento fu la fusione di grandi tradizioni: lo Hatha yoga tantrico (Pranayama, vari Mudra, la percezione della realtà Omkar), l’Alchimia interiore dell’antica Cina (aspetti sottili del Pranayama, Navi Kriya, Pranayama con respirazione interna) e le pratiche più elevate dei Sufi come il Dhikr (che nella terminologia di Lahiri divenne il Thokar. )

Questo fatto mal si concilia con la leggenda secondo cui Lui ricevettele tecniche da Babaji. Se ciò fosse vero, non si capirebbe la ragione di tutto il suo sperimentare e come mai tanti autori indicano Lui come il padre, la fonte del Kriya Yoga. Preferiamo supporre che ricevette solo dei principi generali che
sviluppò poi gradatamente, e che attuò con l’uso di tecniche che già conosceva o che imparò a considerare in una luce nuova.

E dei presunti pericoli derivanti dal “risveglio prematuro di Kundalini” che ne pensi?
Kundalini non è una forza estranea a noi che prende possesso del nostro essere e sconvolge la nostra vita. Kundalini è la nostra energia, è la nostra aspirazione, è lo stato più puro della nostra coscienza.

Taluni chiamano lo stato estatico del Samadhi “risveglio di Kundalini”. A mio avviso non esiste una cosa come lo spesso invocato “risveglio prematuro di Kundalini”. È il concetto di “prematuro” che non va bene.

Se una persona che si è bruciata il cervello con droghe di ogni tipo o che soffre di una malattia mentale ereditaria si mette a fare intensi esercizi di respirazione e perde il suo momentaneo equilibrio psichico, ottenuto con cure e medicine, non è che soffra di un “risveglio prematuro di Kundalini”, semmai soffre di un “maturo stato di marasma e disfacimento” che nulla ha a che fare con l’esperienza mistica.

Il problema è capire come mai si è messo a fare certi esercizi, con che speranze, con che illusioni. Capire chi gliele ha create. E poi capire come li ha fatti, con che stato mentale, come si è autosuggestionato e poi spaventato. . .

Purtroppo tutto questo succede. Credo si possa evitare liberando il Kriya da ogni forma di pubblicità, smettendo di parlare dei suoi effetti evolutivi, ecc. .
Chi ha seri problemi mentali cerca infatti solo le tecniche che promettono mari e monti. Se gli dici che il Kriya è un semplice sentiero spirituale se ne starà ben lontano.

Come agisce in pratica, nell’essenza, il Kriya?
Nel Kriya prima si calma la tempesta del respiro, poi si lascia chel’energia fluisca verso i Chakra. Quando la consapevolezza sosta per almeno mezzo minuto in ciascuno di essi, si ottiene un grandissimo stato di pace. Suoni interiori così come luce che proviene dalle loro sedi approfondisce il contatto con la dimensione Omkar. Omkar è Om, la Realtà Divina che sostiene l’universo, la cui natura è vibrazione.

Colui che segue il sentiero mistico incontra infallibilmente questa manifestazione dello Spirito – qualsivoglia possa essere la sua preparazione e le sue convinzioni. Il suono è percepito con diverse varianti: Lahiri Mahasaya lo descrive come «prodotto da molte persone che continuano a colpire il disco di una campana». Esso è continuo «come l’olio che fluisce da un contenitore».

Sin dall’inizio del sentiero Kriya, non appena la mente è sufficientemente calma, il dolce suono interiore di Om afferra la consapevolezza del kriyaban e la conduce nelle profondità senza alcun pericolo che si perda

C’è qualcosa in Occidente che può essere paragonato al Kriya?
Certo! C’è l’esicaismo, ove il pronunciare la Preghiera è sincronizzato con il proprio respiro. Nella tradizione esicasta troviamo scritto: «Fate che il ricordo di Gesù sia presente in ciascun respiro, e poi capirete il valore della “Hesychia”. » Il metodo è simile al nostro Kriya Pranayama.

Il Mantra che usiamo nel Kriya dovrebbe essere vissuto come una Preghiera luminosa: in questo modo è possibile innamorarsene. La sua Magia Divina si diffonderà in ogni sfaccettatura della nostra vita, sarà come uscire da una stanza scura nell’aria fresca e nella luce del sole. Non ci saranno più problemi di aridità, mancanza di motivazione e difficoltà di concentrazione. Come quando ci troviamo all’aria fresca noi non ci concentriamo su di essa ma la respiriamo, nello stesso modo il nostro sentiero sarà un’esperienza di pura gioia.

Le tecniche Kriya funzionano al di fuori del rapporto Maestro-discepolo?
Di sicuro non v’è risposta provata scientificamente. In questo campo possiamo usare sia la fede che la ragione. Molti discepoli si rendono conto che il Divino risiede nel loro cuore e hanno la fiducia di riuscire a trasformare le tecniche, non importa come ricevute, in “oro”. Pensano: “Al di là di tutte le aspettative, ragionevoli o improbabili, di trovare un esperto di Kriya a mia disposizione, mi rimbocco le maniche e vado avanti!”

Il sito di Ennio Nimis: http://www.kriyayogainfo.net/

21 Responses to “Una preghiera in un respiro, intervista sul Kriya Yoga a Ennio Nimis”

  1. Giusy Figliolini ha detto:

    Il punto è se praticare il Krya Yoga è possibile con un metodo “faidat蔝, che non intendo assolutamente svalutare, visto che in pratica tutto il lavoro interiore è essenzialmente un faidatè.

    Quando praticavo il Sidda Yoga sotto da guida di Gurumay prosecutrice riconosciuta degli insegnamenti di Baba Buktananda a sua volta perla del lignaggio del Siddha Yoga e successore del grande Nityananda sentivo spesso ripetere che solo la “relazione” tra maestro e discepolo avrebbe acceso la nostra fiamma interiore, che seguire ed amare un maestro e avere un suo intimo contatto era come avvicinare la propria candela ad un fiamma e che solo in tal modo questa candela si sarebbe accesa.

    Che il risveglio della kundalini sarebbe potuto avvenire solo attraverso questo processo e che da lì poi tutte le possibili Kriya si sarebbero rivelate durante la meditazione e il lavoro sul respiro (Pranayama).
    Le Kriya sono intese come manifestazione e purificazione di quel risveglio, un processo a cui assistere senza dare eccessiva enfasi, ma che sarebbe stato anche una sorta di cartina tornasole per un lavoro di risveglio e di rivelazione del Sé interiore.

    Ad un certo punto le Kryia sarebbero cessate e sarebbe pervenuto uno stato di Luce e Pace interiore molto profondo, il tempo che sarebbe intercorso per questo processo pare fosse estremamente soggettivo e variabile, per questo vi erano ricordo persone che seguivano da molti anni quella pratica con fiducia senza domandarsi o attendere dei risultati in piena fiducia del proprio Guru.

    Dicevo, il punto di domanda di fondo dell’articolo di Eckart mi sembra di percepire sia questo: e cioè è possibile praticare il Kriya Yoga? Il nome è relativo, visto che le pratiche sono spesso simili anche se i termini differiscono.
    E possibile attraversare il processo del risveglio della Kundalini da soli apprendendo le tecniche da un libro o da un passaggio di nozioni omettendo la trasmissione energetica di un Guru?
    O addirittura fare a meno di in insegnante esperto che ci guidi nell’apprendimento della pratica e nelle possibili difficoltà che si possono incontrare?

    Mi piace molto ciò che dice Ennio Nimis:
    “Il problema è capire come mai si è messo a fare certi esercizi, con che speranze, con che illusioni. Capire chi gliele ha create. E poi capire come li ha fatti, con che stato mentale, come si è autosuggestionato e poi spaventato. . .”

    Certo è proprio questo il problema capire il quadro nel quale qualcuno si avvicina e poi inizia a praticare certi esercizi di risveglio, di come è capace di autosuggestionarsi e successivamente di spaventarsi, di un processo che è esclusivamente generato da sé stesso, spaventarsi di cosa produciamo in termini di illusioni durante le pratiche è come partorire un figlio e poi essere spaventati di cosa è venuto fuori da noi.

    Questo non può che essere generato da una condizione di ignoranza sull’argomento, da mancanza di esperienza, allora forse una guida è necessaria, perchè è necessario iniziare a comprendere che quello che attraversiamo e produciamo durante le pratiche è “solo” il prodotto di noi stessi di cui non eravamo coscienti e che, non dico dovremmo amare (per amare intendo accettare, accogliere) questo prodotto del nostro parto, ma per lo meno dovremo essere consapevoli che nulla che noi stessi produciamo può essere nocivo a noi stessi, anzi il prenderne coscienza, diventarne consapevoli non può che apportare beneficio, in quanto comprendiamo bene cos’è ciò che attraversa dentro di noi e conseguentemente ne diamo il giusto valore; spesso vediamo che è frutto di illusione e di false credenze, di retaggi passati, spesso passati remoti; quindi acquistiamo e facciamo sempre più Luce questa luce ci aiuta a vedere meglio, e questa secondo me è Consapevolezza.

    Quindi di seguito, prendendo spunto dall’articolo di Eckart suggerisco due punti di riflessione:
    il primo si riferisce alla necessità di avere un’insegnante guida per seguire certe pratiche come il Kriya Yoga; questa necessità spiegherebbe il fatto che in qualche modo, come dice Eck , se ne fa un certo mistero delle pratiche, le quali non vengono facilmente divulgate in internet o altrove, forse non per accattivare e radunare discepoli, ma semplicemente perchè certe pratiche vanno trasmesse di persona, valutando a chi le si sta trasmettendo.
    Va, inoltre, offerta una certa guida a chi si avvicina ad esse, giusto per non alimentare false piste illusorie e fuorvianti.
    Altro punto è, si può iniziare un cammino di risveglio senza ricevere la Skatipat di un Maestro illuminato così come indica il Sidda Yoga o altre Vie simili?
    Cioè si può autogenerare questo risveglio senza necessariamente accendere la propria fiamma attraverso un Maestro?

  2. eckhart ha detto:

    Ennio ,nell’intervista che mi ha concesso,dice che la motivazione di rendere pubbliche le tecniche del Kriya è principalmente per un dovere di verità e oggettività,cioè ,alla luce delle sue conoscenze nel campo, il tentare di offrire ciò che lui ritiene il “vero Kriya”.
    Ma a chi le offre?Rispondere a ciò ,è forse rispondere al giusto quesito che si pone Giusy…
    Al curioso superficiale ,all’addetto ai lavori,magari Maestro che vorrebbe incrociare la sua esperienza ,verificarla alla luce di quella di altri?
    Anche,direi.
    Alla fine dell’intervista Ennio ,difatti,parla di colui che “si rimbocca le maniche” senza aspettative,nella più totale Fiducia nel Divino che risiede nel nostro cuore.
    Che sia questo il vero Maestro?
    Io direi :a ciascuna la sua “Pratica” e difficoltà da superare,se mai esistono oggettivamente le difficoltà in campo spirituale…

  3. marcoavenait ha detto:

    siamo mortali alla ricerca della consolazione dell’immortalità, di qualunque tipo essa sia. questo il nostro limite, questa l’opportunità per scegliere

  4. atisha ha detto:

    scrivi: ..

    ecco.. questa è la chiave, la pratica Una.. ma per giungere a ciò sarà necessario passare da tutta una serie di “vie di mezzo” di riequilibrio.. falsi doni io le chiamo, bugie, pretesti che da sole mai porteranno a realizzare se stessi… a meno che non si sia disposti ad usare la relazione “con se stessi”..

    bella e “calda” l’intervista..

    namastè :)

  5. atisha ha detto:

    “Alla fine dell’intervista Ennio ,difatti,parla di colui che “si rimbocca le maniche” senza aspettative,nella più totale Fiducia nel Divino che risiede nel nostro cuore.
    Che sia questo il vero Maestro?”

    ecco ciò che scrivevi e che non è venuto fuori…

  6. antonio ha detto:

    sono entrato per caso in questo sito, lo trovo interessante
    vorrei saperne di più del kriya

  7. eckhart ha detto:

    X Antonio:altre informazioni più dettagliate le trovi sul sito di
    ennio nimis: in fondo all’articolo trovi il link .

    X Ati:non ho capito bene i tuoi inteventi:
    il primo: sembra manchi di una citazione (volutamente?)
    il secondo:non ho capito cosa scrivevo che non è venuto fuori.. :-(

  8. Giusy Figliolini ha detto:

    Eck dice:X Antonio:altre informazioni più dettagliate le trovi sul sito di ennio nimis: in fondo all’articolo trovi il link .

    Estremamente dettagliate direi… sto leggendo il libro di Ennio:
    il coraggio, lo spirito del vero fuoco della ricerca, l’onestà e la fede verso la verità aldisopra di ogni possibile interferenza.
    Complimenti Ennio!

  9. (Y)am ha detto:

    Complimenti!
    Proprio ieri ho avuto la fortuna di incontrare un Maestro Taoista autentico e anche di ricevere delle preziose istruzioni personali.
    Non c’e’ una reale differenza tra le pratiche psicofisiche dell’antica Cina e quelle Tantriche o del Kriya, e’ quella che qui chiamano Alchimia…..e come diceva ieri Uang…ogni tanto…qualcuno ci riesce…..

    Ieri il Maestro mi ha colpito molto per il potere che aveva sul suo corpo che emetteva suoni spontanei durante gli esercizi di Qi Qong, suoni proveniente dalle ossa e dal soffio….
    Leggero’ il prezioso libro, Grazie Ennio!
    Grazie per il coraggio, la concentrazione e la deterninazione che non possono che scaturire da un cuore puro.
    Riccardo

  10. eckhart ha detto:

    Ringrazio voi di cuore,
    ma soprattutto Ennio.
    Il vostro apprezzamento sul suo Lavoro è un degno tributo che si merita.
    Dare questa coraggiosa “visibilità ” sull’argomento (grazie anche a te Ivo…) non può che rivelarsi utile.
    Per tutti.
    Anche per il “Gioco delle Verità”
    Gigi. :-)

  11. (Y)am ha detto:

    Ah…dimenticavo …Grazie Eckh!

  12. atisha ha detto:

    x eck… praticamente le parole del secondo mio messaggio (che erano tue a fine intervista) erano ciò che commentavo nel primo mio messaggio..
    ovvero, nella sostanza, quando mi sono accorta che non erano uscite le ho ripostate per dare un senso alle mie parole..
    fa lo stesso, dai.. va tutto bene!
    Auguri a tutti… :-)

  13. eckhart ha detto:

    Già..elementare Watson..
    (perdo già qualche colpetto) :-D
    Auguri anche a Te.. ;-)

  14. gigi monteaperta ha detto:

    Grazie ..Ennio.

  15. agostino ha detto:

    Grazie Ennio

  16. Adriano ha detto:

    Io pratico il Kryia da un mesetto e considero un privilegio ringraziare Ennio che mi segue con grande pazienza anche qui…!

    Grazie Ennio!

    Adriano

  17. auprofe ha detto:

    ho appena finito di leggere il librio di Ennio e mi sorge spontanea una domanda, un po’ perfida a dire il vero, ma mi e’ venuta cosi’
    spontanea, ……….
    Non sara’ che tutta questa segretezza cela, a volte, il desiderio di lucrare sugli insegnamenti dati? che al di la’ di ogni altra considerazione si ponga in primo luogo il fattore denaro, anche in un ambito che per sua stessa definizione dovrebbe esulare da questo aspetto? se cosi’ e’, ed ho il fondato sospetto che a volte lo sia, una devastante mediocrita’ si sovrappone ad ogni autentica tensione mistico spirituale…..proprio quello che porta i presunti maestri a diffidare della purezza e genuinita’ nelle intenzioni degli allievi, si nasconde invece in modo subdolo e meschino nelle loro stesse intenzioni, piegate in primo luogo al vile denaro………si vendono gli insegnamenti cosi’ come un tempo le indulgenze…..
    mi e’ anche stato detto, testualmente: ….”e’ come la psicanalisi, se non paghi non funziona”…..che desolazione….Ciau a tutti, grazie ad Ennio, che ci ha offerto il suo bellissimo lavoro gratis, una qualche forma di ricompensa sicuramente la ha gia’ avuta e ancora la avra’…….

  18. renato gazzini ha detto:

    I limiti delle considerazioni umane che hanno radici in un un contesto che ha sempre cercato di avere l’ esclusiva di un procedimento che veniva dato solo se aderivi al loro quadro di idee.Già la religione si allontana dalla vita di tutti i giorni, e Dio dalla realtà. Una vasta cultura sta invadendo la nostra epoca, evocando miti e supperstizioni, tante parole per non dire niente. Quello che chiamiamo consapevolezza, quello che stringiamo nelle mani è poca cosa se dobbiamo sempre ubbidire, uniformarci. Vediamo tutti i giorni quanta importanza si da solo alla propria sfera di coscienza o percezione, dobbiamo sempre ubbidire, uniformarci, forse per sopravivere, forse per essere accettati, forse per sviluppare i propri desideri, forse per una vita tranquilla. Viviamo forse una vita da immaturi, pieni di legami che gratificano.Ennio è un grande, ha risposto ad una grande ingiustizia, ha guardato l’ uomo diritto negli occhi, cosi la realtà.

  19. ketty ha detto:

    ringrazio Ennio per avermi insegnato il Kriya yoga tecnica che pratico da dieci anni a cui non rinuncero’ mai !!!!!!!!!!!!!grazie ennio !!!!!!!!!!!!Ketty

  20. firmina ha detto:

    Conosco Ennio e pratico il Kriya da un pò,con crisi in mezzo dove lascio la pratica e poi mi pento per aver perso così tanto tempo prezioso.Ennio è Unico peccato che non mi riceve da troppo tempo
    firmina

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