La Quarta Via nel XXI secolo: una testimonianza
Con 1500 membri e 60 centri sparsi in tutto il mondo, la Fellowship of Friends è attualmente la più grande scuola esistente ispirata agli insegnamenti della Quarta Via (introdotti in Occidente da George Gurdjieff e Peter Ouspensky).
In Italia, è stato pubblicato da Ubaldini il libro del suo fondatore Robert Earl Burton, “Il ricordo di sé”, che a tutt’oggi è l’unico testo dedicato interamente a questa tecnica. La sede della Fellowship è Apollo, in California. Qui vive Girard Haven, il “numero due” dell’organizzazione, oltre che un prolifico autore di libri sulla Quarta Via (sei volumi pubblicati in inglese sull’argomento, disponibili in Amazon), che noi abbiamo intervistato per Innernet.
Vedo che la scuola di cui fai parte ha diversi siti, chiamati “Presenza vivente”, “Essere presenti”, “La via verso la presenza”, “La presenza” (www.livingpresence.com, www.beingpresent.org, www.pathwaytopresence.org, www.la-presenza.it). Puoi spiegare, per favore, cosa vuol dire essere presenti, e perché una persona normale dovrebbe cercare di essere presente?
Essere presenti è l’arte di focalizzare la propria attenzione sul momento presente. Vuol dire essere consapevoli di ciò che si sta facendo, perché e dove lo si sta facendo, i suoi possibili effetti sugli altri e i propri vari scopi, e il suo rapporto con le forze superiori.
Quindi, è possibile pensare al passato o al futuro, o immaginare soluzioni a un problema, restando presenti, ma solo se si riesce a mantenere un’intensa consapevolezza di ciò che si sta facendo e del perché. Senza una tale intensa consapevolezza di se stessi nel momento, la nostra vita ci scivola sopra come un sogno, ed è semplicemente meglio essere svegli che addormentati.
Altre tradizioni spirituali, come il buddhismo e il sufismo, parlano dell’importanza di essere presenti. Cosa distingue la Quarta Via da queste altre tradizioni?
Se le comprendiamo nel modo giusto, tutte le tradizioni spirituali parlano dell’importanza della presenza come ponte tra l’umano e il divino. Le differenze stanno nei metodi e le tecniche usati per sviluppare la presenza. La Quarta Via, e in particolare la Fellowship of Friends, impiega metodi particolarmente adatti all’epoca contemporanea.
A tal proposito, molte persone trovano più facile essere presenti durante un’attività fisica che mentre stanno al computer (ovvero, per la maggior parte della loro giornata). Tu avresti qualche consiglio particolare per promuovere la presenza al PC?
La lotta per essere presenti è fondamentalmente la stessa in tutti i luoghi e momenti, e noi dobbiamo provare gratitudine per le varie opportunità di lavoro fornite dalle diverse circostanze (oltre a saperle usare). Nello specifico, l’opportunità costituita dall’uso di un computer consiste nella pratica dell’attenzione divisa, e uno dei modi più efficaci per fare ciò è introdurre sofferenza volontaria.
Questo vuol dire, per esempio, stare leggermente scomodi, seduti un po’ più vicino o lontano del solito dal computer, in una posizione leggermente disagevole, con dei vestiti un po’ troppo pesanti o la cintura appena troppo stretta. L’idea è quella di avere una leggera fonte di irritazione che ci dia qualcosa di cui essere consapevoli oltre al computer, ma non al punto da provocare danni o interferire con il nostro lavoro.
Si possono pure usare le impressioni, come ascoltare musica (anche una musica che non ci piace potrebbe fungere da sottile sofferenza volontaria) o rendere l’ambiente più bello. È possibile utilizzare un programma di pop-up che interrompa periodicamente le nostre identificazioni, riportandoci al presente. Come ha scritto Rodney Collin: “Il lavoro è il lavoro, e da un punto di vista più vasto, tutto dipende da colui che cerca di fare quanto è richiesto. Le scuse, per quanto raffinate, non contano”
Ho sentito dire che l’infarto che hai avuto nel 2000, quando stavi nella tua scuola già da vari decenni, è stato un evento importante per la tua evoluzione. Puoi dire in che modo hai “tratto profitto” (per dirla con Gurdjieff) da questo evento?
Prima dell’infarto, mi svegliavo al mattino, facevo ciò che dovevo fare durante il giorno, quindi andavo a letto. Dopo l’infarto, a parte qualche leggero cambiamento riguardo ciò che dovevo fare, è stato esattamente lo stesso. In altre parole, il mio corpo ha sofferto un infarto, ma io no. Non saprei dire se ho tratto profitto o meno dall’infarto, perché non posso sapere come sarebbe stata la mia vita se esso non fosse avvenuto.
Questo infarto ha ti ha reso semiparalizzato, giusto?
Per l’esattezza, solo la metà destra del mio corpo è rimasta parzialmente paralizzata. Per tornare alla tua domanda precedente, apparentemente gli altri sono rimasti più scioccati dall’infarto di me. Per me, è stato semplicemente un altro evento della mia vita, e poiché gli eventi della mia vita sono il materiale con cui lavoro per la mia evoluzione, l’infarto non ha fatto che fornire qualcos’altro su cui lavorare.
Allo stesso tempo, sono certo che tutto viene predisposto dalle forze superiori e che queste ultime mi forniscono il materiale necessario con cui lavorare. Se non ci fosse stato l’infarto, sarebbe arrivato qualcos’altro. La distinzione tra “buono” e “cattivo” dipende dal mio atteggiamento e dal modo in cui uso gli eventi della mia vita, esattamente come è stato per l’infarto.
Nella scuola di cui fai parte si parla della “trasformazione della sofferenza”. Puoi spiegare di che si tratta?
La sofferenza deriva dal desiderio che le cose siano diversamente da come sono, il che, ovviamente, è impossibile: ciò che è, è. Questo vale anche per i dolori o disagi più istintivi: uno non recrimina per la “sofferenza” causata da un lungo viaggio al caldo, se davvero desidera arrivare dove sta andando e non esistono alternative… In quei casi, nemmeno si va in immaginazione riguardo l’aria condizionata!
Quindi, il primo passo per acquisire la libertà (il che non implica la cessazione) dalla sofferenza è l’accettazione di ciò che è; in altre parole, il primo passo è la presenza. Ma la vera trasformazione è qualcosa di più di una neutra accettazione; si tratta, in realtà, di desiderare che le cose stiano esattamente così come sono.
Ciò richiede, primo, una forza di volontà, nel campo delle emozioni, sufficientemente grande da non permettere altri tipi di emozioni; secondo, una verifica e comprensione delle forze superiori tale da poterci fidare totalmente del fatto che tutto è stato predisposto per il nostro massimo bene. In tal modo, quella che chiamiamo sofferenza può essere trasformata nello stato di amore divino.
Perché, secondo te, una scuola suscita spesso un’opposizione accesa, anche veemente?
Lo scopo di una scuola non è aiutare una persona a diventare migliore (fatto che comunque avviene), ma aiutarla a diventare un essere completamente diverso. La maggior parte delle persone ha paura di cambiare veramente, e di solito le persone si oppongono a ciò che temono.
In Italia, Gurdjieff viene ormai considerato un uomo straordinario, un “risvegliato”. Altrettanto non si può dire di Ouspensky, che anzi è talvolta visto come un giuda che ha tradito il suo Maestro. So che tu hai un’alta considerazione di Ouspensky. Potresti per favore aiutare il pubblico italiano a capire perché, secondo te, anche lui era un risvegliato?
Il punto non è se lui fosse o meno un risvegliato, ma se lui (o i suoi insegnamenti) possono aiutare il mio risveglio. Io ho verificato, attraverso la mia esperienza, che il mio Maestro è una di queste persone, e lui ha detto che anche Ouspensky lo era. Ho pure verificato, sotto la guida del mio Maestro, che l’opera di Ouspensky è stata per me estremamente preziosa. Allora, perché dovrei dubitare di ciò che il mio Maestro ha detto di lui?
La tua scuola usa spesso l’arte e la contemplazione della bellezza. In che modo queste possono essere attività spirituali? Perché esporsi a belle impressioni può aiutare a “creare l’anima”, per citare il titolo di uno dei tuoi libri?
Non ci sono dubbi che lo stato di presenza sia uno stato meraviglioso. Di conseguenza, la contemplazione della bellezza ci consente di vivere un aspetto della presenza tramite esperienze che ci sono normalmente disponibili. Inoltre, nella nostra epoca abbiamo, come mai prima, la capacità di scegliere le impressioni di cui circondarci. Splendide riproduzioni dei maggiori capolavori artistici e di paesaggi naturali possono stare appese ai nostri muri o essere ammirate nei libri o in Rete.
Il nostro cibo e i nostri vestiti non devono più necessariamente essere prodotti nel raggio di pochi chilometri da dove abitiamo, e ogni volta che lo vogliamo possiamo ascoltare esecuzioni dei più grandi musicisti mondiali. Traendo vantaggio da queste opportunità, gli studenti di una scuola del risveglio del ventunesimo secolo possono manipolare le proprie esperienze in modi impossibili per le scuole del passato, e noi stiamo attivamente esplorando tali possibilità.
Un’ultima domanda: ho sentito dire che recentemente la tua scuola ha abbandonato il sistema, come fece Ouspensky negli ultimi mesi di vita. È vero? Se sì, qual è la nuova forma della tua scuola? Ma già che ci siamo: secondo te, Ouspensky ha davvero abbandonato il sistema?
Riguardo “l’abbandono del sistema”, una delle cose che penso è che il sistema – ma, in realtà, qualsiasi insegnamento – è come un ponteggio che si usa per costruire un edificio: una volta completato l’edificio, il ponteggio ha esaurito il suo compito e viene abbandonato. Un’altra analogia può essere quella delle casseforme in cui si versa il cemento e che vengono rimosse dopo che quest’ultimo si è solidificato. Infine, si può pensare alle fondamenta di un palazzo, che vengono nascoste dalla successiva costruzione di quest’ulimo.
In tutti i casi, quello che Ouspensky disse non implica che egli avesse dubbi sul Sistema, ma semplicemente che non ne aveva più bisogno.
In modo simile, per quasi trent’anni, la scuola di cui faccio parte si è concentrata su quegli aspetti del sistema di Ouspensky che il nostro Maestro riteneva i più pratici. Tuttavia, nell’ultimo decennio siamo andati al di là di essi. Il modo più facile per spiegare tale cambiamento è utilizzare l’analogia di Ouspensky del maggiordomo e del padrone di casa.
All’inizio, nella casa regna il caos e il maggiordomo deve far sì che i vari servitori siano al posto giusto e intenti ai loro compiti, in modo che la casa sia pronta all’arrivo del padrone. Il Sistema, almeno la parte che noi abbiamo usato, riguarda lo sviluppo del maggiordomo e l’ordinamento della casa. Ora che quei compiti sono stati sufficientemente eseguiti, la scuola ha rivolto la sua attenzione alle responsabilità del maggiordomo quando il padrone è in casa.
In altre parole, ci si aspetta che tutti conoscano il “sistema”, ovvero il proprio ruolo nell’ambito della corretta manutenzione della casa, per cui adesso bisogna semplicemente concentrarsi sul fare il proprio lavoro.
Abbandonando l’analogia, il punto oggi non è più promuovere il giusto lavoro interiore e attivare la presenza, bensì sostenere e prolungare quest’ultima. Lo studio del sistema può essere abbandonato – o lasciato indietro – per approfondirne invece gli usi pratici.
English version
The Fourth Way in the XXI Century: A Practitioner’s Perspective
With 1500 members and 60 centers all over the world, the Fellowship of Friends is today the biggest school taking inspiration from the Fourth Way teachings (brought to the West by George Gurdjieff and Peter Ouspensky).
Its teacher, Robert Earl Burton, wrote the book “Self Remembering”, that today is still the only book totally devoted to this ancient practice, translated into many languages. We went to the Fellowship home in Apollo, California. There we interviewed Girard Haven, the “number two” in the organization, and a prolific author of Fourth Way books (six books, available on Amazon). What follows is our interview.
I noticed that the school you are a part of is called “Living presence”, “Being Present,” “Pathway to Presence,” and “La Presenza.” (www.livingpresence.com, www.beingpresent.org, www.pathwaytopresence.org, www.la-presenza.it). Can you please explain what being present means, and why a normal person should try to be present?
Being present is the art of focusing one’s attention in and on the present moment. It is being aware of what one is doing, why one is doing it, where one is doing it, its possible effects on others and on one’s various aims, and its relation to higher forces.
Thus, it is possible to think of the past or the future, or to imaginesolutions to a problem while one is being present, but only if one can maintain an intense awareness of the fact that one is doing that and the purpose for it. Without such an intense awareness of oneself in the moment, our lives pass us by as if in a dream, and it is simply better to be awake than asleep.
Other spiritual traditions, such as Buddhism and Sufism, speak of the importance of being present. What distinguishes the Fourth Way from these other traditions?
Rightly understood, all spiritual traditions stress the importance of presence as the gateway between the human and the divine. Where they differ is in the methods and techniques used to develop presence. The Fourth Way, and in particular the Fellowship of Friends, incorporates methods particularly suited to the times in which we live.
With regards to this, many people find easier to be present while they are doing some physical activity, and more difficult while they are at the computer (that is the biggest part of their day). Do you have any special suggestion for promoting presence while we are at the PC?
The struggle to be present is fundamentally the same at all times and in all places, and we must grateful for, and make use of, the various opportunities for work which are provided by different circumstances. The particular opportunity which is provided by using a computer is to practice divided attention, and one of the most effective ways to do this is to introduce voluntary suffering.
This involves making yourself a little uncomfortable, for instance, sitting a little too close to the computer or a little farther away from it, or in a slightly uncomfortable position, or dressing a little too warmly, or having your belt a little too tight. The idea is to create just enough of an irritant to be give oneself something to be aware of in addition to the computer, but not so much as to cause harm or even to interfere with one’s work.
One can also use impressions, such as actually listening to music (music one does not like can introduce a little voluntary suffering as well) or making the environment more beautiful. And a pop-up program can be used to periodically interrupt identification and bring one back to the present. In short, there is no easy answer. As Rodney Collin wrote, “Work is work, and from a larger point of view it is merely a question of who will try to do what is required. The delicacy of the excuse is not taken into account.”
I heard that the stroke that you had in 2000, when you had been in the school for several decades, was an important event in your spiritual evolution. Can you say how you “profited” (as Gurdjieff called it) from this situation?
Before the stroke, I would awake in the morning, do what needed to be done during the day, and then go the bed. After the stroke, except for some changes in the details of what needed to be done, it was exactly the same. In other words, my body suffered a stroke, but I was unaffected. Whether I profited from the stroke or not, I do not know, as I have no idea what my life would be like if the stroke had not happened.
It left half of your body paralyzed, is that right?
Actually, it is the right half of my body and it is only partially paralyzed. To go back to your previous question, other people seemed to be more shocked by the stroke than I was. To me, it was merely another event in my life, and since the events of my life are the material I work with for my evolution, the stroke merely provided something else to work with.
At the same time, I am certain that everything is arranged by higher forces, and they provide the necessary material for me to work with. If it had not been a stroke, it would have been something else. Whether that would have been ‘good’ or ‘bad’ would depend on my attitude toward it and the way in which I used it, just as was the case with the stroke.
In the School you are part they speak of the “transformation of suffering.” Can you explain what this is?
Suffering results from a wish that things could be other than they are, which is, of course, impossible — what is, is. This is true even of most instinctive discomfort or pain: one does not object to the “suffering” of a long, hot drive if one really wants to get where one is going and there is no choice — and one does not have imagination about air conditioning!
Thus, the first level of gaining freedom from (in contrast to cessation of) suffering is acceptance of what is, that is, the first step is presence. But true transformation is more than neutral acceptance; it is actually wishing things to be exactly as they are. This requires, first, enough will with respect to one’s emotions to disallow any other emotions, and second, a sufficient verification and understanding of higher forces to have a complete and unquestioning trust that they have arranged everything for the greatest good. In this way, what we call suffering can be transformed into the state of divine love.
Why do you think that a School often attracts strong, even vehement, opposition?
The aim of a real school is not to help one become a better person (although that does happen); it is to help one to become an altogether different being. Most people are actually afraid of becoming truly different, and what people fear, they usually oppose.
In Italy, Gurdjieff is seen as an extraordinary figure – an “awakened” being. This is not the case for Ouspensky, who is even seen as having abandoned his Teacher. You seem to think highly of Ouspensky, and consider him awakened as well. Can you please speak about Ouspensky to the Italian readers to help them understand why, according to you, he is an awakened (conscious) being?
The real question is not whether someone was awakened himself; it is whether he (or his teachings) can help me to awaken. I have verified through my own experience that my Teacher is such a man, and he, in turn, has said that Ouspensky was such a man. What I have verified is that, under the guidance of my Teacher, Ouspensky’s works have been extremely valuable. Why, then, should I doubt what my Teacher has said about him?
Your school often uses art and the contemplation of beauty. In which way can this be a spiritual activity? Why does exposing oneself to beautiful impressions help in “Creating a Soul,” as you have titled one of your books?
Without question, the state of presence is a beautiful experience. Consequently, appreciation of beauty allows us to experience an aspect of presence through experiences which are normally available to us. Moreover, in our age we have an unprecedented ability to choose the impressions with which we surround ourselves.
Magnificent reproductions of the world’s greatest art and natural beauty can be hung on our walls, or be found in books or on-line. Our food and clothing are no longer limited to what can be produced within a few miles of our homes, and we can hear performances by the world’s best musicians whenever we wish.
By taking advantage of these possibilities, students in a twenty-first century school of awakening can manipulate their experience in ways that we not possible for the schools of the past, and we are actively exploring those possibilities.
It is said that recently your School abandoned the System, as Ouspensky did in his last months of life. Is that true? What is the new form of your School? And by the way, did Ouspensky really abandon the System, according to you?
One way that I think about “abandoning the system” is that the system — or any teaching, for that matter — is like a scaffolding used in the construction of a building; once the building is complete, the scaffolding has served its purpose and is abandoned. Another analogy is provided by the forms which are used for pouring concrete and then removed once the concrete hardens.
And one can also view it in terms of the foundations for a building, which are then hidden by the subsequent construction. In any case, Ouspensky’s statement does not imply that he had any doubts about the System, but only that he no longer needed it.
Similarly, for a little over the first thirty years of its existence the School of which I am a part focused on those aspects of Ouspensky’s System which our teacher found most practical. However, in the last decade, we have moved beyond that. The easiest way to explain the change is in terms of Ouspensky’s analogy of the steward and the master in a large household.
At first, the house is in disarray and the steward must set the servants into their proper places doing their own jobs, so that the house will be ready for the master when he comes. The System, at least the part we used, is about the development of the steward and the ordering of the house.
Now that those tasks have been sufficiently taken care of, the School has turned its attention to the question of the steward’s responsibilities when the master is in residence. In other words, everyone is expected to know the ‘system’ — that is, what their role in the right work of the household is — and now they simply need to concentrate on doing their job.
Dropping the analogy, the focus now is no longer on the question of promoting right work internally and engaging presence, but on the that of supporting and prolonging presence. Study of the System can be abandoned — or left behind — in favor of training in its practical use.
“quanto alle influenze Divine pensi non esistano?
va bene.. chiamiamola Energia.
chi è che la sta stuzzicando.. e perchè?
Propagandare ciò invece lo trovo stupido.. e soprattutto poco comprensibile.
poi a farci i trip mentali siamo tutti bravi.
e se quella manifestazione divina (luci intermittenti) stava dicendo altro al tipo in questione?
..un appunto..
poi a farci i trip mentali siamo tutti bravi.”
Un po’ di storia. Nel 1971, Robert Burton e uno studente stavano andando in automobile sulla Highway 1, vicino a Carmel. Robert a quel tempo aveva 32 anni. Stavano ascoltando la radiocronaca di una partita di baseball dalla radio. Quando il contachilometri toccò il numero “1954”³, stavano passando davanti a una cassetta della posta con il nome Thompson. Robert indicò che questo era uno shock, poichè nel 1954, Bobby Thompson della squadra dei New York Giants aveva tirato un famoso home run in un playoff game. 44 miglia più avanti, quando il contachilometri toccò il numero 1998, la cassetta della posta a lato della strada aveva il numero 41211. Robert disse che QUESTO era uno shock che significava che la California sarebbe crollata nell’Oceano Pacifico nel 1998, il giorno 12 Aprile alle 11 del mattino. Passano 27 anni, durante i quali Robert si accredita come profeta. Egli afferma di parlare con esseri agli altri invisibili, esseri superiori che vengono chiamati Influenza C. Man mano che la scadenza del 12 aprile 1998 si approssima, i preparativi diventano sempre più “seri”. Agli studenti americani che vivono in California in località come Los Angeles e San Francisco viene chiesto di licenziarsi dai propri lavori e di trasferirsi ad Apollo. Chi non aderisce a questa richiesta viene allontanato dalla Scuola, Robert sentenzia che “non è un suo studente”. Viene chiesto di dotarsi di generatori elettrici, armi, materiali e cibo di sopravvivenza, cassoni d’acqua, attrezzature anti-sismiche. Si fanno esercitazioni per quando arriveranno le scosse di terremoto. Cristo e la Madonna in persona vanno a trovare Robert mentre si trova in biblioteca. Si prevede che, dopo il crollo della California, Apollo si troverà sulla riva del mare e ospiterà l’Arca, la culla della nuova civiltà. Il catastrofico evento della caduta della California avrebbe messo economicamente in ginocchio l’America e ad Apollo si sarebbe potuti sopravvivere fino e oltre la catastrofe nucleare che sarebbe poi arrivata nel 2006 (ma questa è un’altra storia). Ma alle 11 del mattino del 12 aprile 1998 la California non cade. Robert per un po’ “rimanda l’evento” a due o tre date possibili successive. Una dopo l’altra, anche queste predizioni mancano di avverarsi. Robert allora dice che l’Influenza C “ha voluto umiliarlo”. Neanche per un momento dà mostra di rendersi conto che quei “segni dell’Influenza C” non sono altro che la sua fantasia. La realtà dei fatti smentisce anni di deliranti affermazioni del leader, che continua a insegnare, accompagnato ovunque dalla compagnia di esseri superiori invisibili (44 per la precisione) che parlano solo con lui (ma solo per fargli fare delle colossali brutte figure….). In pochi lasciano la Scuola. Non è strano? No. non è strano. O meglio, è strano, è incredibile ma succede in tutte le sette. L’incombente apocalisse è la predizione più amata dai cult-leader. Riporto l’esempio seguente, che è la testimonianza di un ex adepto della chiesa dell’Unificazione del Reverendo Moon:
………”Molti gruppi inducono a credere che l’apocalisse sia dietro l’angolo e di essere gli unici predestinati a sopravvivere al catastrofico evento….In molti gruppi il capo sostiene di detenere il controllo, o quanto meno la conoscenza, degli avvenimenti che dovranno verificarsi. Egli sa come dipingere il futuro, rendendolo un paradiso o un inferno a seconda della direzione che vuole far prendere ai propri seguaci. Molti gruppi hanno scadenze precise che riguardano il verificarsi dell’apocalisse. Queste predizioni tendono a svanire nel nulla con l’avvicinarsi della grande data. In altri gruppi, invece, la scadenza è considerata esatta finchè non si rivela errata.In quest’ultimo caso, il capo non dovrà fare altro che annunciare una nuova data, posticipando di qualche anno il grande evento. Dopo avere agito così più volte, può accadere che discepoli anziani comincino a manifestare una certa dose di scetticismo. Nel frattempo, però, ci sarà stato un ricambio generazionale e saranno arrivati nuovi affiliati, completamente all’oscuro del fatto che il leader abbia spostato l’evento nel tempo.Quando ero nei moonisti, nessuno sapeva che per ben due volte era andata a vuoto la profezia di Moon secondo cui il vecchio mondo sarebbe finito e il movimento dei moonisti avrebbe preso il potere, evento previsto una prima volta nel 1960 e poi nel 1967. Moon aveva anche predetto che nel 1977 sarebbe scoppiata la terza guerra mondiale. Quando ciò non accadde, l’attenzione fu spostata su un’altra data: il 1981.”.
……Sono passati 12 anni dalla Non-Caduta della California. Nel frattempo, c’è stata anche la non guerra nucleare del novembre 2006. Mi ritorna in mente Robert che a quella cena a Milano affermava che la Città sarebbe stata colpita non da una, bensì da due bombe atomiche. Glielo aveva detto Leonardo Da Vinci. Sembra che Robert abbia ricominciato a fare predizioni. La fine del mondo nel 2012. E che abbia pure ricominciato a usare spregiudicatamente gli esseri invisibili che aleggiano intorno a lui e gli affidano i messaggi dai mondi superiori. E continua ad avere credito e adorazione da parte dei suoi seguagi, mentre avrebbe bisogno di cure psichiatriche.
Girovagando in rete ci si può imbattere in Salvatore Brizzi: un altro, ennesimo conato di spiritualità scaturito da un rigurgito di Quarta Via, farcito di non-dualità, servito con contorno di alchimia (quella vera!) e un pizzico di evangelismo new-age metropolitano. Sebbene questo possa essere a prima vista un collage innocuo, esorto l’occhio meno attento a cogliere le contraddizioni che ne scaturiscono. Il nostro beniamino ha messo insieme un’accozzaglia di idee tra le quali: il ricordo di sé, la considerazione esterna e la legge dell’ottava, ma pare che non abbia importato anche l’idea della menzogna, tallone di achille della suddetta Quarta Via. Sul suo blog annovera circa trecento seguaci-sostenitori al grido di “NON DUCOR DUCO” (non vengo condotto, conduco). Senza negargli una buona dose di fantasia e creatività, nelle sue informazioni personali non ha il timore di nascondere certo la megalomania mettendo fra i libri preferirti… i suoi! Altro esempio è l’affermazione che il suo sito “Non si colloca né a sinistra né a destra… bensì SOPRA…” Pare si sia risvegliato a seguito di una crisi depressiva, “NIL EST DICTU FACILIUS” (Niente è più facile che parlare); ora insegna la trasformazione alchemica e professa l’essere nella non-mente (quale mente lui usi per fare ciò rimane un mistero! Vedi contraddizioni di cui sopra). “PRIMUM FACERE, DEINDE PHILOSIPHARI” (Prima fà, poi filosofeggia) Spinto dal rifiuto della propria ordinarieta’ e dalla ricerca di attenzioni egli sfoggia i colori variopinti della sua fantasiosa conoscenza, usando un simbolismo adolescenziale da libro a fumetti. “FALLACIA ALIA ALIAM TRUDIT” (Un inganno tira l’altro). Sebbene sostenga: “Quale follia sarebbe attendere un maestro capace di regalarci l’ardore!” SB si comporta come un maestrino d’asilo con ambizioni di super-eroe, aspirando a ottenere super-poteri quali il “VRIL” un potente virile smacchiatore; facendo liste di buoni e cattivi ; giocando sullo scontato presunto sensazionalismo del “politically-correct/incorrect” e trattando i suoi utenti elettronici da sottosviluppati… ma del resto chi può biasimarlo. Infatti di esemplari come lui in giro ce ne sono a bizzeffe completamente assorbiti dalle proprie idiozie, ma purtroppo esistono ancor più scellerati disposti ad ascoltarlo e a seguirlo: “AB UNO DISCE OMNIS” (Da uno capisci come sono tutti). In fin dei conti lui offre solo ciò di cui tutti vanno ghiotti: qualcosa in cui credere; bugie. “TRAHIT SUA QUEMQUE VOLUPTAS” (Ognuno è attratto da ciò che gli piace) . Non è mai meno sconcertante vedere a cosa si riduce a credere l’essere umano. “NECESSE HABENT CUM INSANIENTIBUS FURERE” (Tra i pazzi devon necessariamente impazzire).
To be continued…
Questo qui di seguito è un estratto da un video-conferenza tenuto da Salvatore Brizzi nel sottoscala, in visione su YouTube: La Porta del Mago (parte prima)
Salvatore Brizzi: “Il mondo è un prolungamento dell’essere. Esso sembra vero, ma è letteralmente all’interno, è una proiezione”.
(Che lo vada a spiegare all’amico che si è schiantato col mototrino, se solo lo avesse saputo che il muro era soltanto una sua proiezione ora il poveraccio sarebbe ancora fra noi)
SB: “È scientificamente provato che il mondo è costruito dal cervello e dal sistema nervoso… proprio costruito!”
(La spiritualità e’ senza vergogna, ha ormai perso ogni tipo di integrità chiedendo addirittura aiuto alla scienza per giustificare le proprie credenze. Essa non era mai caduta così in basso, portandosi inesorabilmente dietro anche suddetta scienza)
SB: “Arrivano impulsi elettrici, e anche qui dovremmo metterci d’accordo su cosa sono questi impulsi elettrici… ma noi abbiamo solo un’ora per cui dobbiamo dare per scontate alcune cose”.
(Ma come…?! È la ”˜base’ e noi la diamo per scontata? Ah, vabbè…)
SB: “Se non si accetta questo, non è possibile effettuare un lavoro su di sé, perché si è sempre all’interno della dualità”.
(… e voilà, il gioco è fatto! Di fronte a questo piccolo ricatto morale la mente labile che vuole lavorare su di sé, e per questo fatto ancor più labile, rimane irrimediabilmente irretita. Per la cronaca impiegare il ricordo di Sé sottolinea l’uso di un sistema dualistico)
SB: “Il mondo è costruito da me, è la mia ombra, è la mia estensione”.
(Se così fosse, sarebbe comunque la ”˜sua’ visione del ”˜suo’ mondo. Per l’amico sul motorino infatti non era così, ma okay… vediamo dove vuole arrivare)
SB: “Il mondo è privo di volontà, esso è estremamente stupido e può solo seguire quello che io sono: è costretto a fare ciò”.
(Primo: visto che il mondo non esiste, come gli si può attribuire alcuna qualità? Secondo: se è privo di volontà, essendo una sua proiezione allora questo dimostra che anche lui non ha volontà e quindi incapace di creare un mondo. Terzo: se il mondo è stupido… peggio per lui, poteva crearselo meglio, magari con un pò più di ingegno, ma si sà, essendo il suo mondo…)
SB: “Le persone all’esterno non hanno una volontà propria, siamo noi che gli facciamo fare le cose”.
(Questo invece che lo vada a raccontare ai prigionieri dei campi di concentramento)
SB: “Osservarsi meglio, sempre di più fino a quando non si riesce a prevedere il futuro. Se sai come sei fatto, sai cosa ti può succedere”.
(Attraverso il ricordo di sé si può prevedere il futuro… WOW! Essere presenti ci fa conoscere il futuro, anche se non esiste… è come avere la super-vista… Fico!)
SB: “Meno so, più il mondo è imprevedibile; più so, meno è imprevedibile”.
(Beh, essendo un estensione del pensiero, in teoria anche l’imprevedibilità dovrebbe essere illimitata, ma nel suo caso specifico, la scatola dove si è rinchiuso è minuscola)
SB: “Non esiste l’esterno dove avviene una crisi”.
(Questo può tornare a dirlo ai profughi)
SB: “Io non so cosa mi potrà succedere nei prossimi mesi…”.
(Eh? Ma come… Prima dice che si può prevedere il futuro e poi non saà cosa gli potrà succedere nei prossimi… ma allora o quello che dice non è vero, o non fà quello che dice, e se lo fà lo fà male o non funziona affatto… roba da matti!)
Do e mando! :-))
sempre alla ricerca della illogicità del pensiero altrui.. :-))
mi chiedo cosa cerchi se trovi soltanto questo..
sarà forse per quest’argine di rabbia che sommessamente mostri e che acceca tutto ai tuoi occhi..?
Diceva Andrè Gide:
“L’importante sia nel tuo occhio,non nella cosa guardata”.
Buon Natale :-)
Beh, Eckhart
questo e’ cio’ che passa il convento.
Se con “argine di rabbia che sommessamente mostri e che acceca tutto ai tuoi occhi” ti riferisci al non voler soffermarsi neanche solo per un momento fra le righe del preso per scontato, sono d’accordo e ti ringrazio.
“L’importante sia nel tuo occhio…” diceva qualcuno, anche perche’ quando lo si tiene chiuso che importanza ha la cosa guardata?
Andre’ Gide ha detto: “Credete in coloro che stanno cercando la verita’, dubitate di coloro che la trovano”.
Andre’ Gide ha anche detto: “Conosci te stesso? Una massima tanto dannosa quanto brutta. Chiunque si osserva arresta il proprio sviluppo. Il bruco che voleva conoscere bene se stesso non divenne mai una farfalla”.
Buon Natale, Buona Kwanzaa, Buona Hanukkah o soltanto buone feste pagane.
ahahahah….
l’acchiappa “vampiri” spirituale..
Me lo immagino con occhi segnati, spalancati e rossi, con ghirlande di aglio al collo, bastoni di frassino appuntiti nella mano sinistra.. e con una debole fiaccola accesa nella mano destra mentre si aggira con sospetto nelle vetrine delle librerie e blog virtuali…
(che poi .. alla fine.. con una carezza e due fette di mandorlato balocco, ti sfodera un gran sorriso a denti dispari.. e ti dà pure la mano, seguendoti…)
Santo santo santo… tre volte santo..
sia Lode a Gurdjieff … e a tutti gli Invitati alla sua Mensa..
Amen :-D
@Dio, e mando: semplice curiosità la mia, a chi attribuisci la responsabilità della realizzazione dei campi di concentramento?
x do e mando,
è interessante ciò che scrivi, ricordo che gurdijeff parlava molto di questo aspetto della psiche umana, cioè di discorrere su tutto senza nemmeno conoscerlo. hai tirato fuori tutto un discorsetto intriso di giudizio e critica solo leggendo qua e la nella rete? incredibile!!!
beh ti scrivo perchè mi hai preso in causa, sono uno di quelli che ha la sfortuna di aver letto i libri di salvatore brizzi e pensa, ancora peggio, ora frequento il suo corso. effettivamente non sapevo bene che fare del mio tempo e dei miei soldi e ho deciso di buttarli via entrambi seguendo un idiota che ha fatto un’accozzaglia tra alchimia, magia, teosofia etc… tutto nel miglior stile new age, dove il mito del super uomo è molto vicino…
essendo che il mondo è pieno di idioti ed ignoranti, io sono tra quelli, mi bevo tutte le idiozie che dice salvatore, perchè così ho un motivo per esaltarmi. l’intervista da te citata, con tanto di commenti molto interessanti…MA COME HO FATTO A NON PENSARCI PRIMA?
grazie di avermi illuminato, era così semplice, erano domande alla quale non avevo pensato, le porrò a salvatore quando lo vedo, anzi no, non lo vedrò più tanto che può rispondere? girerà attrno all’argomento senza rispondere perchè non può, ma io non mi farò più prendere in giro, perchè ora ci sono arrivato…
scusa l’ironia, non voglio essere scortese, ma se leggi attentamente i miei deliri ti accorgerai forse di qualcosa….
e ovvio che TUTTI si porrebbero quelle domande ed è altrettanto ovvio che se non se le pongono e perchè non hanno ragione di porsi, certo non dico che un video su youtube possa essere esaustivo, ma pensi veramente che lui nei suoi libri e ai suoi corsi dica solo questo, magari farcito di bei paroloni? e come dire che gurdijeff a suo tempo ha fatto un’accozzaglia tra religioni e rituali e che diceva alla gente di svegliarsi così perchè lui non si rendeva conto che erano già tutti svegli!!!
in ultimo sappi:
che il mentire è ciò che hai appena fatto tu nel tuo commento, parlare di ciò che non conosci come se ne fossi un esperto (poi come fai a sapere che salvatore non ne parla? hai letto i suoi libri? mi sa di no, altrimenti non lo diresti)
dolcis infundo: quando parli di scienza sappi che è un derivato, arriva dopo, essa non può far altro che confermare ciò che è, ma dato che sembra tu non la conosca molto, vatti a vedere gli studi di fisica quantistica, di neurogenesi, di epigenetica, leggi qualcosa di bruce lipton allontanati dai libri di latino.
grazie
arco
Mi complimento con arco… ha fatto centro! :-D
x Donna di Quadri… bella domanda ;)
per la domanda di Donna di Quadri secondo me bisognerebbe “guardare” il karma che può investire un popolo, o due in questi casi (e che non non è dunque solo di natura personale)
PS D’ccordissimo con arco
do e mando, ma conosci Salvatre BRIZZI?
Se no è come parlare del gusto di un alimento basandosi solo sull’osservazione della sua confezione….non trovi?
se si, stai solamente descrivendo i sapori che percepisci, pertanto parli del tuo sentire e non dell’alimento….
ma devo dire che il problema forse è quello di conoscere se stessi, in quanto solo così si può riconoscere la verità (quella assoluta) di cui Salvatore BRIZZI è espressione consapevole.
Buone feste a tutti
Fabrizio TORRE
Come previsto è arrivata la delegazione di monaci guerrieri della setta BRIZZI , venuti a difendere il proprio Re ed il suo regno… che emozione; bisogna dire che il fascino delle uniformi dei ”˜Lavoratori-su-di-sé’ fanno sempre un certo effetto.
Alla Parte-Emozionale-del-Centro-Intellettuale:
“….semplice curiosità la mia, a chi attribuisci la responsabilità della realizzazione dei campi di concentramento?”
Ai prigionieri naturalmente. Loro si sono creati quel mondo, scellerati, perché quel mondo, come sappiamo, non esiste… che domande. (Con terrore mi chiedo quale sia la retorica a cui alludi tu…)
Arco: “sono uno di quelli che ha la sfortuna di aver letto i libri di salvatore brizzi e pensa, ancora peggio, ora frequento il suo corso. effettivamente non sapevo bene che fare del mio tempo e dei miei soldi e ho deciso di buttarli via entrambi seguendo un idiota che ha fatto un’accozzaglia tra alchimia, magia, teosofia etc… tutto nel miglior stile new age, dove il mito del super uomo è molto vicino…
….essendo che il mondo è pieno di idioti ed ignoranti, io sono tra quelli, mi bevo tutte le idiozie che dice salvatore…”
È vero, hai ragione, sono proprio d’accordo, e comunque… The joke is on you!
“… è ovvio che TUTTI si porrebbero quelle domande ed è altrettanto ovvio che se non se le pongono e perchè non hanno ragione di porsi…”
Giustissimo! È ovvio, infatti, che la ragione per porsi tale domanda quei TUTTI l’hanno abbandonata da tempo. Ma niente paura, oltre allo sport, anche le canne, l’alcol e i siti sociali aiutano la formazione di nuovi neuroni. Attenti allo stress però, il lasciare il conforto della propria setta per venire a stizzirsi qui non sempre fa bene a tale scopo. Per quanto riguarda Bruce Lipton… Vedremo.
Per quanto concerne il mio mentire: quello che il nostro beniamino Brizzi ha detto nel video… l’ha detto nel video con parole sue; tutto da solo! “Che lui nei suoi libri e ai suoi corsi (non) dica solo questo” ahimé, ne sono sicuro. Per quanto riguarda “…pare che non abbia importato anche l’idea della menzogna…”: dire di non mentire non significa non mentire! Ne parlerà pure, congratulazioni, ma a parole, si sà, sono buoni tutti! (G. e O. Inclusi!)
Gurdjeff infatti era quello che diceva: “Non avete nessuna ragione per credermi. Vi domando di non credere a nulla che non potete verificare per voi stessi. Se non avete una mente critica, la vostra visita qui è inutile.” Sant’uomo, magnanimo e onesto… il paravento, conosceva bene la natura umana… eh sì! Non so cosa sia peggio, l’insegnamento Brizzolato o coloro che lo difendono a spada tratta.
Fabrizio Torre:
“do e mando, ma conosci Salvatre BRIZZI?”
Non personalmente, non mi permetterei mai.
“Se no è come parlare del gusto di un alimento basandosi solo sull’osservazione della sua confezione….non trovi?”
Penso che ascoltare le parole del ”˜maestro’ non sia proprio la stessa cosa che guardarne una fotografia. Quando sei andato a scuola (se sì), ne hai fatta una regola, di non ascoltare le parole della tua maestra?
“se si, stai solamente descrivendo i sapori che percepisci, pertanto parli del tuo sentire e non dell’alimento….”
Onestamente non ho assaggiato il Brie…zzi, e non ho nessuna intenzione di farlo, per ora mi contento di ascoltarne le parole e leggerne gli scritti. Il non poter parlare dell’alimento (senza lusinghe, s’intende) è un’altro modo per eliminare il dissenso e sottrarsi alle critiche, qualora non funzionasse si può sempre ricorrerre all’uso della ”˜moderazione’, tutti esempi della psicologia settaria.
“ma devo dire che il problema forse è quello di conoscere se stessi, in quanto solo così si può riconoscere la verità (quella assoluta) di cui Salvatore BRIZZI è espressione consapevole.”
Se conosco me stesso; conosco la verità assoluta; di cui Brizzi ne è l’espressione consapevole?
È un gran sollievo sapere che esiste una verità assoluta di cui Brizzi è espressione consapevole, sua modestia a parte, naturalmente. Di verità assolute ne è pieno il mondo, così come è pieno di incarnate espressioni consapevoli… è tutto così cliché.
Atisha e Eckhart: Natale vi ha portato l’incarnazione della verità assoluta, cosa aspettate a salire sulla slitta?
“AB UNO DISCE OMNIS” (Da uno capisci come sono tutti)
????
mio caro do e mando non ci sono parole al tuo delirio….
però convinto tu….
ti auguro una buona esistenza, immagino che tu viva in pace e serenità con te stesso e col mondo che ti circonda…
buon cammino, ti ringrazio di cuore della lezione che mi hai dato, sei stato molto utile. grazie
arco
un adepto della setta fondamentalista di ricostruzione new age capeggiata dal grande mastro di livello z sb di cui noi tutti siamo adoratori e devoti fino alla morte psicofisica e che tutto il suo essere, compresi i suoi escrementi diventino sacri all’esistenza umana…..per una razza umana superiore
sieg heil!!!!
mi scusino il sarcasmo di cattivo gusto, ma certe cose mi tirano fuori il peggio….ovvio do e mando non ne può niente e la mia creatività estrosa che esce fuori per un motivo ben preciso….
tu dai e mandi (purtroppo) io passo e chiudo (per fortuna)
tranne se hai qualcosa di sensato e valido da dire, tranne che deliri, come il mio, senza senso di una persona profondamente frustrata (come me…d’altronde, vedo ciò che sono!!!)
DO e Mando.. Sono già sulla slitta.. e tu lìi davanti che la tiri.. e non te nesei ancora accorto… scherzo, dai…
buone feste a tutti
ps: arco.. forse no hai avuto modo di lettere tutti gli sbambi che da mesi abbiamo avuto circa l’argomento in questione.. un vero peccato.. ;)
Caro Arco, ma…
visto che consideri il mio un delirio,
visto che pensi che le cose da me dette non siano né valide né sensate,
visto che la tua fede è inamovibile,
visto che credi fermamente in SB,
visto che non hai dubbi sul suo insegnamento,
visto che sei contento di frequentare il suo corso,
visto che è ovvio che non hai ragione di porti certe domande…
… Perché te la prendi tanto?
leggi attentamente…
prima di scrivere…leggi ciò che ho scritto e troverai da solo la risposta…è tutto scritto
grazie
arco
@Do, e mando: piccola precisazione, mi hai collocato in un gruppo indebitamente. Non indosso uniformi da monaco, né altre.
Donna di quadri:piccola precisazione, mi hai collocato in un gruppo indebitamente. Non indosso uniformi da monaco, nè altre.
—
Ah ah ah!
ma per fortuna l’abito non fa mai il monaco… ;-)
Scusa Donna di Quadri, errore mio; devo dire che hai avuto un gran tempismo.
Arco, purtroppo ho letto…
hai scritto:
“effettivamente non sapevo bene che fare del mio tempo e dei miei soldi e ho deciso di buttarli via entrambi seguendo un idiota che ha fatto un’accozzaglia tra alchimia, magia, teosofia etc… tutto nel miglior stile new age, dove il mito del super uomo è molto vicino…”
e poi:
“essendo che il mondo è pieno di idioti ed ignoranti, io sono tra quelli, mi bevo tutte le idiozie che dice salvatore…”
e poi ancora:
“MA COME HO FATTO A NON PENSARCI PRIMA?”
…scusa, ora capisco perche’ te la prendi tanto!