Feed on
Posts
Comments
Collegati
Share this page to Telegram

Uno dei concetti fondamentali dell’esperienza religiosa umana è l’idea della gnosi. Gnosi è una parola greca che significa conoscenza, ma una conoscenza di un tipo molto specifico.

Non si tratta né di “conoscere su” né di “conoscere come”. Piuttosto, è qualcosa di più diretto e immediato, la conoscenza che accade quando nessun pensiero si intromette tra te e ciò che sai.

L’uomo è l’animale che crede che c’è qualcosa di sbagliato.

Questo “qualcosa di sbagliato”, qualunque cosa sia, ci segue nella nostra vita quotidiana, disturba il nostro sonno e inquina i nostri piaceri. Ogni mattina, prendendo il giornale o accedendo la televisione, ne attribuiamo la causa a qualcosa di nuovo.

Ma dentro di noi non ci lasciamo ingannare: sappiamo che se le crisi attuali o il “cattivo” di turno improvvisamente sparissero, questo “qualcosa di sbagliato” continuerebbe a tormentarci.

Decidiamo che il problema è nelle circostanze della nostra vita, quindi cambiamo casa, lavoro o famiglia, ma solo per scoprire che il problema ci ha seguito. Facciamo soldi o ci mettiamo all’inseguimento dei piaceri, ma anche queste cose si rivelano vane e lasciano insoddisfatto lo spirito.

Per timore di problemi psicologici, inseguiamo le consolazioni della psicoterapia, ma solo per scoprire che, se è vero che essa ci aiuta nella vita quotidiana, nel lungo termine non riesce a lenire completamente questa ansia più profonda.

Allargando l’orizzonte del nostro sguardo, potremmo cercare la causa del nostro disagio nell’ordine sociale, ma studiando la storia, vediamo che sono stati tentati praticamente tutti i sistemi politici e sociali.

Alcuni sono certamente migliori o peggiori di altri, tuttavia nessuno in sé appare capace di curare questo disagio al centro dell’animo umano. Se in caso di bisogno volgiamo le spalle alla civiltà moderna per aspirare allo stile di vita più semplice delle popolazioni primitive, potremmo scoprire che le loro ansie e sofferenze sono stranamente simili alle nostre.

Infine, c’è la religione. Qui troviamo almeno un certo riconoscimento del problema, in quanto tutte le grandi religioni hanno questo in comune: considerano il mondo profondamente imperfetto, e pongono tale imperfezione al centro della condizione umana.

Alcuni ritengono che si tratti di una questione morale e asseriscono che abbiamo peccato contro Dio. Altri adoperano un linguaggio cognitivo, dicendoci (come Buddha e Socrate) che il male è semplicemente l’ignoranza. E ognuna delle grandi fedi offre la sua forma di salvezza.

Ma anche qui, nei sacri recinti della religione, la questione non è così semplice. Alla ricerca delle certezze perdute, è possibile che noi si faccia ritorno alla religione della fanciullezza. Anche se per la religione tradizionale spesso è stata suonata la campana a morto, essa resiste e offre consolazione a molte persone.

Come possiamo dire che il cristianesimo è morto, quando le confessioni cristiane da sole vantano circa due miliardi di seguaci in tutto il mondo? Né questo tipo di fede è necessariamente vuoto. I colti scettici che deridono i “fondamentalisti” o i “convertiti” spesso scoprono che queste persone possiedono una forza e una pace interiori che nemmeno gli uomini più sofisticati hanno.

Dobbiamo essere molto cauti nell’accantonare le risposte trovate dagli altri. D’altra parte, potremmo non riuscire ad accettare tali risposte. Forse, come talvolta rimproverano i veri credenti, abbiamo parlato con troppe persone o letto troppi libri.

La nostra vita non può essere cancellata; è impossibile disimparare ciò che abbiamo appreso. Ma se ci volgiamo alla religione convenzionale, spesso scopriamo che essa ci chiede di fare esattamente questo, oppure – nel caso di fedi più liberali – condivide le nostre incertezze al punto di non essere più in grado di offrire molto aiuto.

C’è ancora una cosa da considerare. Il mondo concettuale in cui abitiamo è, a suo modo, rigido e limitato come quello dell’Europa medievale. Ma ciò che ci limita, oggigiorno, è la scienza. L’unica realtà è quella che può essere dimostrata empiricamente. Ogni autorità, inclusa spesso quella della scienza stessa, deve essere costantemente messa alla prova per verificare la sua legittimità.

Tuttavia, il trionfo dell’empirismo ha portato una conseguenza imprevista. Anche se ha reso impossibile a molte persone prendere rifugio in fedi venerande, esso non è riuscito in alcun modo a farci abbandonare la ricerca del significato della vita. Piuttosto, ha fatto sì che volessimo verificare da soli i dogmi religiosi.

Leggiamo dell’illuminazione dei saggi buddisti o delle meraviglie operate dagli sciamani tribali, e ci chiediamo se tali miracoli non siano in qualche modo possibili anche per noi.

Da qui, l’inestinguibile sete odierna verso il misticismo, l’occulto, il paranormale, le “entità canalizzate” e i maestri viventi dell’oriente. È vero che spesso tali manifestazioni sembrano improbabili, se non comiche, e più adatte alla curiosità del giornalismo scandalistico che alla sobria ricerca propria della disciplina spirituale. Cosa ci faremo, dopo tutto, di questo miscuglio di teschi di cristallo, interminabili libri New Age e messaggi dallo spazio esterno?

Ci ridiamo su, ma nella nostra risata c’è un’ombra di disagio, perché anche le frange più bizzarre della “spiritualità alternativa” sono caratterizzate da una strana onestà. Sembrano spingerci a trovare la nostra via, anche a rischio di compiere errori ridicoli, invece di affidarci a logore verità o fedi di seconda mano.

Uno dei concetti fondamentali dell’esperienza religiosa umana è l’idea della gnosi. Gnosi è una parola greca che significa conoscenza, ma una conoscenza di un tipo molto specifico. Non si tratta né di conoscere su né di conoscere come.

Piuttosto, è qualcosa di più diretto e immediato, la conoscenza che accade quando nessun pensiero si intromette tra te e ciò che sai, come dice un personaggio in Meetings with Remarkable Men (Incontri con uomini straordinari), il film di Peter Brook sulla vita di G. I. Gurdjieff.

La gnosi ci mette in grado non solo di sperimentare realtà più elevate, ma anche di gettare uno sguardo più profondo sulla realtà ordinaria. Inoltre, essa ci trasforma, mutando la nostra natura essenziale allo stesso modo con cui il lievito trasforma la farina in pane.

La conoscenza di questo tipo viene spesso descritta come esoterica. Di solito, associamo la parola esoterico a qualche argomento astruso, come le reazioni neurochimiche degli invertebrati o la grammatica delle lingue morte dell’Anatolia. L’esoterico sembra qualcosa di lontano.

Ma il suo significato originale è esattamente l’opposto, in quanto viene dal greco esotero, che significa interiore. Quindi, dobbiamo dirigerci verso l’interiorità, in noi stessi, per avere un’intuizione di che cos’è la gnosi.

Acquista i libri con Amazon
Richard Smoley, Jay Kinney. Hidden Wisdom: A Guide to the Western Inner Traditions. Penguin USA. 1999. ISBN: 0140195823

Richard Smoley. Inner Christianity: A Guide to the Esoteric Tradition. Shambhala. 2002. ISBN: 1570628106

Originalmente pubblicato in faith.com, http://www.faith.com
Edizione Italiana per gentile concessione dell’autore.
Traduzione di Gagan Daniele Pietrini
Copyright per l’edizione Italiana: Innernet.

Leave a Reply