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Riflettendo a fondo sul tema quanto mai affascinante (“Cos’è l’ego?”), un pomeriggio, un pensiero interessante si è affacciato nella mia mente curiosa: è possibile che in questa epoca di trasformazioni, nel fertile campo dell’emergente paradigma spirituale del nuovo millennio, sia emersa una nuova struttura, ovvero l’ego transpersonale?

È possibile che in seguito alla disillusione provocata dalla caduta di tantissimi maestri e guru “illuminati”, l’autorità in fatto di questioni spirituali sia stata, lentamente ma saldamente, usurpata dagli psicologi con un amore profondo per lo spirito, gli psicologi transpersonali che oltre a essere esperti del loro campo, hanno una comprensione teorica delle conquiste più elevate della ricerca spirituale?

Aspetta un po’ – ho pensato – questo è da approfondire: è in corso la nascita di una nuova formazione dell’ego perenne? Un ego che sa più cose su se stesso, sulla sua nascita, la sua evoluzione, la sua natura vuota e addirittura la sua morte, di tutte le altre formazioni dell’ego mai create? A quel punto, è sorta l’inevitabile domanda: è possibile che questo tipo di straordinaria conoscenza di sé sia per l’ego, dal punto di vista dell’illuminazione, il più sofisticato e involontario meccanismo di difesa mai esistito nella storia del genere umano? Dovevo scoprirlo!

Per questo chiamai Kaisa Puhakka, psicologa, praticante zen, teorica transpersonale, direttrice della Facoltà Clinica all’Istituto di Psicologia Transpersonale e gigante intellettuale che da sola ha trasceso e incluso la teoria del tutto di Ken Wilber, nella conferenza del 1997 all’Istituto californiano di studi integrali intitolata Ken Wilber e il futuro dell’esplorazione transpersonale.

Le risposte di Puhakka alle mie domande sulla “nuova formazione” rivelano quanto è difficile cercare di trascendere l’io-mente e allo stesso tempo essere esperti dell’argomento. Comunque, Puhakka ha detto di desiderare che il lettore capisse chiaramente che, secondo lei, qualsiasi attaccamento o “punto di vista” era di per sé un limite, e che forse io, nella mia posizione di insegnante spirituale, nel porre queste domande stavo cadendo vittima della stessa condizione che stavo evidenziando negli altri. Chi lo sa?

Ciò che segue è un’indagine provocatoria, e si spera divertente, in risposta alla domanda: Esiste una nuova formazione sull’orizzonte spirituale?

L’intervista

Andrew Cohen: Vorrei cominciare chiedendoti: chi è la persona – viva o morta – più illuminata che conosci? Chi ha toccato di più il tuo cuore e in chi riponi maggiore fiducia?

Kaisa Puhakka: Una sarebbe il Buddha. Poi, mi viene in mente Ramana Maharshi. E vorrei dire che mi danno la stessa sensazione alcuni maestri tibetani. Nel mondo contemporaneo, Sua Santità il Dalai Lama e Sasaki Roshi.

Andrew Cohen: Okay. Quello che ora, per gioco, vorrei che tu facessi è immaginare – anche se so che è impossibile – che sei una sorta di agglomerato del Buddha, Sua Santità il Dalai Lama, Ramana Maharshi e Sasaki Roshi. Immagina di avere abbracciato le loro menti. Sei diventata una cosa sola con esse, la loro illuminazione e la profonda saggezza che viene da oltre la mente.

Kaisa Puhakka: Okay. Sembra meraviglioso.

Andrew Cohen: Kaisa Puhakka si è fatta da parte e adesso è solo un veicolo vuoto per la mente illuminata. Dunque, ora, o Illuminata, vorrei rivolgerti un paio di domande.

La prima è: gli psicologi transpersonali sembrano alle prese con una doppia difficoltà. Da una parte, sono bravissimi nell’usare la mente per concettualizzare, comunicare e facilitare le più sottili evoluzioni della consapevolezza; dall’altra parte, per conoscere il significato autentico del cammino spirituale, dobbiamo tutti abbandonare non solo il desiderio di conoscere, ma anche quello di essere colui che conosce. O illuminata, cosa hai da dire su questa affascinante doppia difficoltà che stanno vivendo gli psicologi transpersonali? Cosa hai da dire sull’enorme sfida rappresentata dalla rinuncia alla grande tentazione del potere intellettuale e personale creato dalle universali, profondamente chiarificatrici e intellettualmente soddisfacenti teorie dello sviluppo umano della psicologia transpersonale?

Kaisa Puhakka: La difficoltà in cui si trovano i teorici transpersonali è quella di tutti gli uomini, ma più grande. La difficoltà di tutti gli uomini è il fatto che desideriamo conoscere. È difficilissimo opporsi a questo istinto, desiderio o aspirazione alla conoscenza, che è fondamentale e riguarda il nostro desiderio di essere in contatto diretto con la realtà. Quindi, questo è uno dei lati del problema.

In tutto ciò c’è qualcosa di molto divertente, naturalmente, perché, come hai detto, per conoscere direttamente l’illuminazione o per essere illuminati, devi abbandonare il bisogno di conoscere. E come lo abbandoni? È difficilissimo. Infatti, se qualcuno ti dice: «Abbandona semplicemente il desiderio di conoscere e ci arriverai», non funzionerà.

Andrew Cohen: Quindi, cosa diresti agli psicologi transpersonali? Cosa diresti loro dalla tua prospettiva di mente illuminata?

Kaisa Puhakka: Ciò che direi è che nel creare mappe, come fanno loro – infatti, le loro teorie hanno l’aspetto di mappe – se lo fanno come bambini che costruiscono castelli di sabbia, non c’è nulla di male. Il bambino o la bambina sono felici quando le onde arrivano e spazzano via il castello; urlano di gioia quando tutto crolla. A quel punto, hanno la possibilità di costruire un altro castello. Se pensiamo che queste mappe sono qualcosa che ci divertiamo a fare e che stimolano la nostra mente, tenendo presente che esiste un numero infinito di altri modi per farle, non c’è nulla di sbagliato in esse, così come non c’è nulla si sbagliato nei castelli di sabbia dei bambini.

Ebbene, il problema delle mappe nasce quando le si prende molto sul serio, dicendo: “Questa è la mappa giusta e non ne esistono altre così valide”. A questo punto, stai implicitamente affermando di conoscere davvero il territorio, di avere camminato su di esso, e che esiste una sorta di corrispondenza tra il territorio e la mappa. Non appena la creazione di mappe cessa di essere qualcosa di divertente e giocoso, non appena le prendiamo troppo sul serio, penso che esse si trasformano davvero in un ostacolo.

Se consulti una mappa mentre cammini, ti stai perdendo tutto ciò che hai intorno. Come dice Sasaki Roshi, “State camminando in tondo pensando che esista una sorta di cammino spirituale o di grande via aperta davanti a voi come una strada. Siete degli sciocchi. Non c’è nessuna strada davanti a voi. La grande via si crea mentre ci camminate”. Non esistono strade già pronte, tanto meno una mappa che descrive la strada. La strada si forma camminandoci sopra.

Andrew Cohen: E oltre a questo consiglio sulle mappe, cosa diresti loro?

Kaisa Puhakka: Oltre a tracciare mappe, poiché sono esseri umani desiderosi di illuminarsi, ogni tanto hanno anche bisogno di camminare.

Andrew Cohen: Senza le mappe?

Kaisa Puhakka: Sì, tutti hanno bisogno di camminare senza le mappe.

Andrew Cohen: Illuminata, pensi che a causa del loro ruolo professionale, negli psicologi transpersonali esiste una forte tendenza a prendere rifugio nella conoscenza per proteggersi dalla vulnerabilità naturale e priva di difese della non conoscenza e del non avere alcuna idea? Ciò che voglio dire è: pensi che le ingegnose e universali teorie evolutive della psicologia transpersonale possono essere, da un certo punto di vista, il più sofisticato meccanismo di difesa dell’ego mai sviluppatosi?

Kaisa Puhakka: Certamente, è possibilissimo che esse ti diano la sensazione di conoscere davvero la configurazione del territorio e di essere quasi giunto a destinazione.

Andrew Cohen: Pensi che la sfida di lasciarsi andare, per gli psicologi transpersonali, possa essere molto più difficile, perché, nel loro caso, esistono molte più cose da lasciare andare? L’esperienza diretta di un abbandono profondo, della rinuncia totale all’identificazione con il sapere o con colui che conosce, può essere molto più impegnativa nel loro caso?

Kaisa Puhakka: Sì, anche se penso la stessa cosa per tutti gli intellettuali. Per loro, gli ostacoli sul cammino sono le filosofie e i costrutti intellettuali, mentre per altre persone sono altre cose. Ma di sicuro qui l’ironia è maggiore, perché abbiamo persone che stanno essenzialmente cercando di liberarsi da tutti questi ornamenti, mentre altre persone potrebbero non avere tale obiettivo. Quando si ricercano la libertà e l’illuminazione, le teorie diventano gli ornamenti, e si tratta di ornamenti molto, molto resistenti.

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Tobin Hart, Peter L. Nelson, Kaisa Puhakka. Transpersonal Knowing: Exploring the Horizon of Consciousness. State University of New York Press. 2000. ISBN: 0791446166

Kaisa Puhakka. Knowledge and Reality. South Asia Books. 1994. ISBN: 8120811747

Copyright originale “What is Enlightenment” magazine, www.wie.org
Traduzione di Gagan Daniele Pietrini.

Copyright per la traduzione Italiana: Innernet.

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