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I mercati finanziari hanno collegato tutto a tutto il resto. Economia, finanza, materie prime, fonti energetiche, politica, conflitti, ambiente sono diventati completamente interdipendenti. Mimine variazioni in uno degli elementi possono creare terremoti in settori che a prima vista potrebbero sembrare distanti.

In qualche modo la finanza ha creato un ego planetario. La finanza ha accentrato su di sé la direzione e i destini del pianeta. Ma, come l’ego di una persona, questo è avvenuto non tramite la costruzione di solide basi umane supportate dalle qualità essenziali quali la consapevolezza, la compassione o la ricerca del vero. E’, come ogni ego, un pallone gonfiato.

L’ego finanziario ha costruito la famosa “bolla”, una ricchezza irreale basata fondamentalmente sul niente e sull’inganno narcisistico. Ha fatto credere che vi sia qualcosa di reale quando c’era solamente una speculazione. Il termine speculazione si adatta perfettamente ai suoi due significati, uno di pensiero astratto che si astrae, che si separa dalla realtà e l’altro di manovra mercantile tendente al lucro.

La speculazione è fondamentalmente un atto mentale non connesso con la realtà. Questo atto mentale crea però una pseudo realtà condivisa da tutti in una sorta di allucinazione collettiva, analogamente all’ego individuale che crea una stretta rete di pensieri che supportano il singolo individuo nel credere “io sono così e cosà, credo a queste cose, mi piace questo ma non quello”.

E’ sorprendente vedere come tutto il pianeta si stia dando da fare per “salvare” il mercato finanziario. Le interdipendenze sono diventate talmente strette che anche le nazioni storicamente ostili al sistema occidentale non si augurano certo la fine del “sistema”. I paesi produttori di petrolio, Iran e Venezuela compresi, tremano alla prospettiva di una recessione che diminiusca il prezzo e il consumo di petrolio, la Cina e la Russia sono atterriti nel vedere il mercato occidentale contrarsi e  nella diminuzione delle proprie esportazioni.

A livello individuale, ognuno ha qualcosa da perdere nella crisi finanziaria; chi ha denaro ed investimenti li vede erodere, chi non ne ha vede comunque avvicinarsi lo spettro della disoccupazione e dell’inflazione che limita il potere d’acquisto. Imprenditori ed operai sono accomunati dalla stessa paura. Anche chi avrebbe da perdere solamente le proprie catena trema all’idea di una crisi globale. E a ragione in quanto storicamente le crisi sono sempre state più dure nei confronti di chi ha meno possibilità.

Nessuno vuole che questo grande ego illusorio collettivo si frantumi, i meccanismi di difesa dell’ego, sia a livello individuale che collettivo sono enormi. La morte dell’ego è liberatoria ma allo stesso tempo terrorizzante. L’ego in sé non si arrenderà mai.

Ma la realtà è che questa grande bolla collettiva si sta frantumando per implosione e ne stiamo vedendo gli effetti in termini patologici, che in questa fase sembrano di tipo maniaco-depressiva. Gli indici delle borse, delle materie prime, del petrolio e della altre fonti di energia vanno su e giù come mai è avvenuto.

Continua su Indranet.

14 Responses to “I mercati finanziari e l’ego collettivo”

  1. sorrydi ha detto:

    AAHH.
    “L’uomo” …..ego collettivo! dici ! certo,se Maometto non va’ alla montagna….

    Io la vedo come una normale prassi della natura,bisogna capire che si muovono energie,questo dei mercati finanziari,è un modo della natura per dire che tutto è Uno. Tutto è connesso interdipendente (come hai accennato tu Ivo) Non si puo’ piu’ pensare (o ragionare) per interessi personali.
    Ivo
    <La speculazione è fondamentalmente un atto mentale non connesso con la realtà.<
    Sono daccordo è il massimo dell’isteria che si possa raggiungere in campo economico,speculare vuol dire non tenere conto dell’animo umano,che invece è conesso con la realta’.
    Molti potenti rifletteranno ora.
    Tutto serve tutto fa’.
    Il bruco soffre poi diventa farfalla.
    Bisogna prima perdersi per potersi ritrovare,e questo non esclude le nazioni:-)

  2. Sak ha detto:

    Oggi più che mai, intorno a noi, dentro di noi, nel mondo, vediamo e percepiamo squilibri di ogni genere. Una delle cause che determinano tutto ciò è l’avidità individuale, che poi si proietta ed espande in altre forme, più o meno grandi, più o meno organizzate, di aggregazione umana.
    L’avidità ha le radici nella paura. Questa si nutre dell’avidità di sicurezza, di avidità egoica centrata sull’ambizione, di avidità emotiva, economica e finanziaria e di tante altre forme di avidità, non esclusa quella spirituale, la quale è solo più sottile e meno visibile di quelle materiali.
    Ma tutto ciò che si basa sull’avidità è inevitabilmente destinato ad entrare in crisi prima o poi, è destinato a causare squilibri ovunque si collochi, ovunque si ramifichi, ovunque regni. Perciò la somma di tutte le variegate avidità ha reso la realtà mondana così confusa e disarmonica.
    E tutti noi, in varia misura, abbiamo concorso a renderla così com’è.
    Avendo dunque origine nella paura ”“ l’avidità – ne sarà sempre schiava e dipendente. Per questo non renderà mai possibile il pieno rilassamento, l’abbandono, la fiducia: in sostanza, essa non può che essere in contrasto con la giustizia, con la serenità e la gioia, sia individuale che sociale.
    Che fare dunque per disfarsi dell’avidità, la quale porta nelle nostre vite solo disarmonie e squilibri, irrigidimenti e scetticismo?
    Bisogna, secondo me, andare a scoprire le fonti della paura che la alimentano. E, ancora una volta, ci troviamo di fronte alla necessità di percorrere un viaggio in noi stessi per dissolvere quella paura originaria che è la sorgente di ogni sofferenza e che erroneamente cerchiamo di coprire, cancellare, con ogni genere di avidità. Quella paura proviene dalla disconnessione con la dimensione Divina che portiamo in noi stessi. Risolvendo la nostra primaria paura interiore, oltre che a farci ritrovare la pace, farà sì che saremo in grado poi di contribuire ad espandere questa attitudine fiduciosa intorno e facilitare un clima psicologico dove l’avidità ”“ figlia dell’egoismo – avrà sempre minor peso.
    Ciò permetterà sempre più a rilassare e armonizzare gli animi a tanti livelli, a far crescere una maturità interiore e consapevolezza spirituale, oltre che portare gradualmente più gioiosità, amorevolezza e giustizia sociale nel mondo. Altrimenti saremo destinati ad affrontare sempre più gravi e disastrose esperienze, sia personali che collettive, e a sopportare pesanti conseguenze, anche se differenziate, a cui nessuno potrà sfuggire.

    Sak

  3. Sak ha detto:

    Osservando il comportamente degli ultimi dieci anni dei mercati finanziari, da quando c’è la finanza online, a volte, mi domando dov’è il confine fra avidità speculativa e il delirio derivante dalla confusione mentale.
    Ciò che sembra capacità tecnica delii attori in campo, osservata meglio, in realtà mi sembra soprattutto imitazione, ripetitività dei meccanismi di scelta. Raramente si notano comportamenti originali, innovativi, obiettivi, controtendenza.
    Il tasso di emotività è più alto che in altri settori, nonostante si creda che sia in mano a gente sedicente esperta. Nomi altisonanti che sono più fumo che arrorsto. Il sano buon senso vede molto più lontano degli addeti ai lavori, checchè se ne dica.
    Basta guardare: se si innesca la paura, tutti scappano in preda al panico irrazionale; altrimenti, se c’è euforia, tutti corrono a comprare… Mai o raramente scelte serene.
    Mi sembra un ambiente dall’intelligenza poco profonda, di un ego collettivo sostanzialmente inaffidabile: incapace, a conti fatti, di vedere le cose con un ottica a medio, lungo termine che vada nell’interesse generale.

    Sak

  4. Guido Schiraldi ha detto:

    Caro Sak,
    anche io la vedo esattamente così. Bravo per aver saputo sintetizzare in poco spazio e con la massima chiarezza una verità così profonda ed allo stesso tempo semplice e piena di buon senso e praticità.
    Per me la ricerca spirituale ha sempre avuto questo senso.
    Un caro abbraccio e l’augurio, che faccio anche a me stesso, di essere capace di una sempre maggiore fiducia nella vita ed in noi stessi.
    Guido

  5. Guido Schiraldi ha detto:

    Ciao Ivo,
    grazie per la tua lucida analisi. Dopodichè bisogna agire, ed i commenti di Sak mi sembrano davvero illuminanti.
    Guido

  6. Sak ha detto:

    Grazie Guido…

    Io credo che la grande crisi dei mercati finanziari sia soprattutto l’effetto della mentalità speculativa diventata abnorme, fuori controllo, assurda. Perchè questa deriva?
    La parola speculazione nasce dal termine latino specula (vedetta) e da specere (osservare, scrutare), ovvero colui che compiva l’attività di guardia.
    Mi fa effetto vedere invece come si sia degradato il significato di questo termine e di come oggi sia concepito prevalentemente: attività, azione intesa a conseguire un vantaggio personale, sfruttando senza scrupoli una situazione sfavorevole ad altri.
    E pensare che una volta la si considerava anche come la ricerca avente come unico scopo il conoscere senza intenti pratici o applicazioni tecniche l’attività del pensiero che si esplicava su oggetti non dati dall’esperienza. Oppure, la sua accezione dal punto di vista culturale era: studiare, indagare con la mente concettuale, con la meditazione filosofica o, anche, con l’osservazione scientifica, cercando di far luce sui “misteri della natura” e dello spirito.
    In sintesi era l’osservare da una posizione elevata la fenomenologia delle cose o dell’animo umano con l’intento di far crescere la nostra comprensione su ciò che si stava indagando.
    Se il significato etimologico del termire “speculazione” era quello di “guardare lontano” e “guardare in profondità con attenzione”, trovo altresì incredibile che oggi lo si usi, soprattutto o soltanto, nella sua volgare accezione economica e politica, con riferimento al mercato finanziario, al mondo commerciale e all’ambiente politico.
    Questo vuol dire dunque che l’uso comune e corrente della parola “speculazione” è: ottenere profitti o vantaggi personali, anche con mezzi illeciti, poco etici, sfruttando una situazione, un fatto, ecc. a scapito di terzi; che si vuole approfittare di disgrazie, errori, ingenuità, ignoranza o buona fede altrui.
    Con ciò constato che, dal valore positivo di una volta, si è passati a quello negativo sempre più marcato che ha assunto storicamente.
    Non vorrei che fosse un altro segno dei tempi, che sta a mostrare la degenerazione a cui siamo esposti e che ci può portare alla rovina collettiva, se non si ritornia a dar valore a significati originari delle parole, delle idee, dei principi. Oggi la speculazione non guarda più lontano, guarda vicino, troppo vicino. Pericolosamente.

    Fiduciosamene, Sak

  7. ANNA ha detto:

    Tutti avete esposto concetti validi. Anche da prima che imlodesse la bolla cerco di immaginare scenari futuri. Di solito sono abbastanza sensitiva ma ora non vedo niente. Perchè ci sentiamo così soli? Il faticoso individualismo ci ha dato la consapevolezza dei nostri talenti. La crescita evolutiva ci ha dato forti identità. C’è ancora qualcosa oltre l’amore per la vita il prendersi cura della vita? Chi riesce a vedere tutta complessità? Forse sono troppo semplice però la degradazione è morale. Come possiamo scorgere chi sta nel cuore? Dopo la commozione per la vincita di Obama sono passata alla razionalità ed il risultato non mi è piaciuto. Many hugs. Anna

  8. luciana ha detto:

    speriamo che come sempre da un grosso disastro venga il massimo
    bene per tutti.
    Certo la paura giova a chi può dominarti e quindi sarebbe bene
    liberarsene.
    Io penso che se usassimo tutti la forza vibratoria del salmo “non manco di nulla” forse potremmo veramente comprendere che
    non c’è nulla che possiamo veramente perdere…..
    che già non lasceremo un giorno.
    Impareremmo il “distacco” psicologico oltre che l’indipendenza
    spirituale…
    la vera libertà!
    e con gioia mi firmo anche spirito libero

  9. sada ha detto:

    sono d’accordo con luciana,
    “non c’e’ nulla che si possa veramente perdere” perche’ alla fine dobbiamo mollare tutto, quindi niente ci appartiene, tutto e’ transitorio.
    forse dobbiamo solo imparare a muoverci nell’incertezza, senza paure,
    perche’ solo le paure ci fanno sentire soli e imprigionati in un sistema che sta per disintegrarsi, se decidiamo di osservare il sistema ne siamo automaticamente fuori e sicuramente piu lucidi.

  10. Sak ha detto:

    Se arrivano i tempi duri, di austerità, il che sembra possibile, osservando la realtà dei grandi fenomeni economici, ambientali… che ci stanno venendo incontro, si crea una grande occasione per riscoprire la sobrietà come valore, la rinuncia come disciplina, la semplicità come stile, la solidarietà come sostegno reciproco, oltre che un maggior equilibrio sociale come necessità.
    La sobrietà materiale, che comporta l’abbandono dell’effimero, del superfluo, la benevolenza scambievole come attenzione all’altro, una saggia giustizia, sono la solida piattaforma per il volo verso l’essenzialità spirituale, purtroppo molto carente carente in molti di noi. E’ dalle difficoltà che nascono possibilità di crescita umana, interiore. S’impara e si evolve soprattutto quando s’incontrano il dolore, le difficoltà e il sacrificio. Non va mai dimenticato che niente succede per caso, sia agli individui che alle società. Se affrontassimo i possibili tempi duri con più sensibilità ed intelligenza, benevolenza, in misura delle nostre responsabilità e possibilità, potremmo uscirne un pò tutti migliorati, in ogni senso.

  11. winter ha detto:

    Sak: “Se affrontassimo i possibili tempi duri con più sensibilità ed intelligenza, benevolenza, in misura delle nostre responsabilità e possibilità, potremmo uscirne un pò tutti migliorati, in ogni senso.”

    be’, certo… sempre ammesso che si riesca a evitare una versione esasperata dell’ “homo homini lupus”…

  12. Sak ha detto:

    Winter:
    “…sempre ammesso che si riesca a evitare una versione esasperata dell’ “homo homini lupus”…”

    Sì, sempre che si riesca a evitare una ipotesi così tragica.
    Non è difficile notare come molti di noi non siano persone libere nei loro comportamenti, ma molto influenzabili dalle scelte altrui.
    Spesso proclamiamo con arroganza una autonomia di scelta che poi nei fatti non sappiamo dimostrare. La psicologia delle masse, la logica perversa dei gruppi, lo testimonia in ogni occasione.
    Anche molti di coloro che credono di non essere condizionati, perché suppongono di avere competenze e abilità particolari, sono vittime del contagio dell’informazione e della cultura assorbita passivamente, sia nel verso positivo che negativo. Difficilmente riusciamo ad avere una riflessione critica e obiettiva sulle cose, sui fatti, e andare controtendenza, anche se per noi sarebbe la via giusta. Non sappiamo prenderci la responsabilità di essere liberi, perché abbiamo paura di sentirci isolati, soli con le nostre idee.
    Siamo sempre in preda alle suggestioni indotte dall’esterno.
    Altre volte questo succede perché vogliamo seguire un mero interesse personale, un tornaconto. Preferiamo trovare conforto nel seguire chi già corre o si dirige in una direzione, non rendendoci conto che così facendo alimentiamo una situazione di cui non abbiamo ben precisamente compreso le motivazioni reali. Ma lì c’è la comodità e la consolazione del sentirci maggioritari. E ci si illude che se si è maggioranza in qualche maniera si deve avere ragione.
    Ci piace stare all’ombra di ciò che percepiamo come potere economico, culturale, informativo. Così facendo contribuiamo ad incrementare la spirale, il circolo vizioso dove la quantità, il numero, assumono la priorità rispetto alla qualità esistenziale, ai valori dell’essere.
    Solo coloro che sono svegli dal sonno della consapevolezza invece sono al di fuori da questo effetto domino perverso che fa perdere la testa quando si diffondono il virus della paura, il seme dell’avidità, la smania del controllo.
    Forse, oggi più che mai, sarebbe bene che fossero i filosofi, detto in senso realizzativo: ovvero amanti della Sofia, della conoscenza interiore, non della Doxa, dell’opinione, ad avere più voce in capitolo riguardo agli orientamenti riguardanti la dimensione sociale ed esistenziale.
    Sarebbe bene che fossero almeno un pò più considerati: questo per dare un pò di chiarore e qualche indicazione a questa umanità persa negli oscuri labirinti della mente opportunista e miope, affinché non si verifichino profezie catastrofiche auto avveranti sostenute dall’effetto domino. Questo ben lo sapevano già i saggi antichi, ma si è preferito ascoltare urla e braccia prepotenti che poi, purtroppo, hanno portato tanti frutti amari nella storia.

    Sak

  13. luciana mangano ha detto:

    ma la maggioranza silenziosa esiste da sempre…
    essa avanza avanza sotto la bandiera chiamata
    S P E R A N Z A
    i suoi valori sono scritti nel cuore
    i suoi membri hanno una luce speciale negli occhi
    la loro fede ormai si unisce al coraggio
    e di questa forza il potente raggio
    non può che mirare e far centro…..
    non può mostrare pugni e arroganza
    perchè un suo valore è la non violenza
    la sua certezza sta nella fiducia
    che ogni desiderio mosso da vero Amore
    non può che ottenere risposta dal Creatore.
    Sa che nonostante gli orrori ed inevitabili errori
    la meta e il cambiamento
    non saranno più frutto di tormento
    ma di reale convincimento
    La vittoria dei cuori che aspirano alla pace
    all’amore, alla vita e alla dolce armonia
    non si scompone mai
    vive nella poesia, nella musica,
    nell’arte, nella pacifica esistenza
    e nella grande certezza
    che tutto questo è la vera
    convenienza!

  14. sorrydi ha detto:

    Ogniuno vede la realta’ prima di tutto dalla sua “lente”.
    Luciana Mangano ha scritto una bellissima poesia.”SPERANZA”
    E Sak,nel suo ultimo commento,ha esposto una visione piu’ concreta della situazione dell’uomo.
    Come dire il fuori coincide col dentro.
    Principalmente ogniuno gode di cio’ che è.
    La realta’ quindi non puo’ essere “unica”per tutti.
    Rimane pero’ una coscienza collettiva,che è dettata dalla somma di tutte le coscienze(per chi la vede)che pero’ un’ individuo singolo non puo’ cambiare,al massimo osservare.

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